Lezione Undicesima

 

La Gerarchia Bianca planetaria

I Raggi di Aspetto, e di Attributo

Prima di delineare alla mente dello studioso la meravigliosa struttura divina di quella che è chiamata la Gerarchia delle Forze Planetarie, è d'uopo ricordare che quest'ultima è la prosecuzione diretta dei Dirigenti Poteri Solari, a loro volta canali delle forze provenienti dalla stella Sirio, località cosmica dalla quale derivano le leggi più immediate, a cui si adegua il ritmo dell'intero nostro Sistema Solare.

Grandi forze, codeste, che, dalla mente, portata ad un estremo grado di rarefazione spirituale, dei sommi Iniziati vengono ricevute come impressioni intraducibili in gergo materiale; ma che inquadrano e incasellano, in una inscindibile unità di mete, tutte le evoluzioni, in senso molteplice e singolo, oggettivate nella panoramica della Realtà circostante. È letteralmente vero che "non casca foglia che Dio non voglia". Se ci chiniamo a raccattare una pietruzza per la strada, con la percezione dell'instancabile lavorio occulto della Gerarchia Bianca, vedremo, in essa, vibrare le stesse leggi sature, non solo di un amore infinito, ma, anche, di una saggia e razionale applicazione, nel nostro caso, dei principi che tutelano, pure, il più vasto assieme che circonda la pietruzza, apparentemente parte insignificante di esso: lo sviluppo dell'autocoscienza e, quindi, a lungo andare, la capacità dell'autogoverno e della gioia pura dell'assoluta creazione. Ciò per dimostrare quanto vasto e completo sia il campo di lavoro della Gerarchia Bianca, rapporto tra Dio e uomo, ma all'occhio dell'Iniziato, rivelantesi, alla fine, come Dio stesso. Solo l'infuocata intuizione dei privilegiati studenti delle nostre Lezioni, che uniscano ad un puro e limpido misticismo, sorgente in modo diretto dal sorriso del loro Dio Interiore, un sano buon senso, potrà rivelare l'esistenza dello stretto sentiero che allaccia l'infinita natura dell'operato Gerarchico, alla finita natura delle forme in cui esso si svolge.

Come il sangue circola nel nostro apparato organico, portando vita e permettendo le funzioni di ogni suo membro, sino alle più piccole cellule, così l'Anima Centrale del nostro Pianeta tutela e vigila, con le debite proporzioni, il fascio delle linee evolutive che vi si svolgono. Si è abituati chiamarla: Logos Planetario, ma il nome che le si vuol dare non ha importanza. Che ci si riferisca ad Essa usando vocaboli del genere di: Allah, Dio, Assoluto, il concetto rimane sempre lo stesso. L'Entità Planetaria è Una, e, per quanto riguarda noi, circoscritti nella sua Aura, il massimo vertice di saggezza, potere, amore a cui uomo possa rivolgersi. Segue, anch'Essa, un Suo preordinato ciclo evolutivo, come, d'altronde, qualunque forma manifesta, o immanifesta. È, anch'Essa, sottoposta alla legge dell'eterno divenire, ai cicli di espressione visibile, e a quelli invisibili. Sta a noi, tramite i metodi della ricerca diretta e dell'esperienza indiscutibile, convalidata dalla certezza del nostro Sè Superiore, penetrare nell'essenza della sua più intima Natura e riportare alla superficie del ribollente mare delle forme le squisite perle di rivelazione che la ricerca esoterica ci ha permesso di afferrare. In ciò, la pura e semplice indicazione, e nulla di più, delle Anime-Guida di questa evoluzione, chiamate, abitualmente, Maestri, ci serve di incalcolabile ausilio. Ma, non perdiamo mai di vista l'omogeneità nel molteplice: l'Uno, che si manifesta attraverso i molti, senza cadere nella profanazione della separatività . Il nostro Logos Planetario è una Vita con tutte le vite che formano l'evoluzione sul nostro Pianeta. Assieme ad altri quattro Pianeti, già menzionati nelle lezioni precedenti, è destinato, in futuro, a formare, con i sette Pianeti Sacri del Sistema Solare, le dodici Costellazioni Zodiacali di un ritmo cosmico in espressione. Questa, la ragione per cui i dodici Pianeti collaborano, in maniera sì stretta e sovrumana, all'attuazione dei Disegni della loro Stella Centrale e Maestro: il Logos Solare. Questa, anche, la ragione per la quale, proprio da Venere, giunsero sulla Terra, circa venti milioni di anni fa, alcuni Poteri incarnati, in forma umana, che, sino ad ora e sino a quando durerà la Sua evoluzione, reggono le sorti della medesima. Nei trattati sulle religioni mondiali si fa sovente menzione di Loro; la Dottrina Segreta basa il fulcro delle sue vaste cognizioni culturali su tale primordiale Nocciolo Divino. E, anche qui, osserveremo il ripetersi della matematica e della geometria universale, o, se vogliamo, la risonanza della musica delle sfere.

In un luogo facilmente reperibile sugli atlanti geografici, e, cioè, nel deserto di Gobi, celata agli occhi del profano, perché manifesta solo sui corrispondenti eteri invisibili, risiede, dal primo momento del Suo avvento, la Gerarchia Centrale degli ordini tutelari divini. Sette indefinibili Fiamme Onnipossenti, chiamate i Sette Kumara (Vergini [al peccato]), tengono, tra le Loro Palme, simile a boccio profumato, il loto del nostro Pianeta. Uno di essi, il più grande, il Maestro degli altri sei, è il Re del Mondo, in senso occulto. Il rapporto che passa tra la Monade e l'Anima di ogni individuo è quello che passa tra il Re del Mondo ed il Logos Planetario. Determinate forze extra planetarie, dall'esterno, sono da lui accolte, inserite, quindi, diramate, attraverso gli altri sei Suoi Fratelli Divini, sulla e nella Terra. La Sua forma è, simbolicamente, ma, anche, figuratamente, parlando, di un giovinetto di 16 anni: "Il Giovinetto dalle Sedici Primavere", come è chiamato, dall'origine dei tempi. La Sua presenza universale fa sì che la gemma sbocci sull'albero e che il monte, grazie alla forza della gravità (aspetto tangibile della Sua volontà ) rimanga abbarbicato sul territorio che domina, invece di diluirsi e polverizzarsi nel cosmo. Suo voto è di rimanere con gli altri Sei Fratelli, in simile manifestazione, "sino a quando l'ultimo stanco pellegrino non sarà ritornato alla Casa del Padre". In ciò, riferendosi agli stessi atomi - gli stanchi pellegrini - che compongono la sinfonia della struttura basilare delle cose visibili e invisibili. Che dire ancora del Re del Mondo, se non che l'esiguità della presente lezione addolora la nostra mente, perché non Gli rende, nel voluto modo, omaggio? Speriamo che lo studente prosegua nella ricerca e arricchisca, nel raccolto intimismo di uno studio adatto, la conoscenza della divina realtà di cui parliamo. Il rapporto evolutivo che intercorre tra il diletto Giovane dalle Sedici Primavere ed un Maestro, è quello che passa tra l'ultimo ed un uomo animale.

I Sette Raggi emananti dai Pianeti Sacri trovano ponte unico ed immediato nella loro attività terrestre nei Sette Dei di cui facciamo cenno. Ognuno di essi è collegato ad un Raggio e ne esprime la indescrivibile potenza, all'interno dell'organismo del Logos Planetario. Da tal punto di vista, possiamo affermare che Essi, oramai lontani da ogni catena ad immagine antropomorfica che l'uomo possa, di propria iniziativa, farsene, sono i Sette Punti Occulti, o Chakras, del Dio del nostro Pianeta. L'aura viva delle Loro azioni è Shamballa, nome della località occulta nel deserto di Gobi; altrimenti detta la: "Camera del Concilio dell'Altissimo". Indiscutibilmente, ogni Maestro ha un rapporto quotidiano con Loro. A seconda degli aspetti Zodiacali, sarà attivo uno o l'altro dei Kumara; grazie a Loro, la sapienza e le iniziazioni degli stessi Maestri furono date. Helena Petrowna Blavatsky, nel parlare del Re del Mondo, afferma, facendosi tramite di una improrogabile verità dei fatti, che Egli è la radice dell'Albero della Sapienza che, attraverso i tempi, allungò rami e foglie in tutte le epoche storiche, rendendole, volta per volta, depositarie di un messaggio nuovo all'umanità .

Abbiamo parlato, nelle lezioni precedenti, del Trattato dei Sette Raggi, ma non sufficientemente di alcuni dettagli che riguardano questi ultimi. Ci troviamo costretti, adesso, ad aggiungere qualche nozione pertinente.

Pur essendo, tali linee evolutive, identiche, sotto il punto di vista dei valori delle Loro rispettive nature e qualità, ai fini dell'evoluzione del nostro particolare Sistema Solare, i Raggi si dividono in due settori:

 

v Quelli di Aspetto, o prettamente mascolini, e sono detti i maggiori. Il Primo, il Secondo ed il Terzo.

v Quelli di Attributo, o i femminini, che si diramano, in modo diretto, dal Terzo; e sono il Quarto, il Quinto, il Sesto ed il Settimo.

 

Anche, quindi, l'organico della nostra Gerarchia segue questa fase. Difatti, quando, dalla rarefatta atmosfera della ardente Camera del Concilio di Shamballa, noi discendiamo nell'altra, più pacata, ma, diciamo così, più tangibile, della Gerarchia vera e propria, notiamo, subito, l'adeguamento al ritmo più formale e più umano dei Raggi, come sono stati adesso qualificati. La volontà, l'amore e l'intelligenza attiva, e la loro concretizzazione immediata, che sono la materia, lo spirito ed il rapporto coerente tra i due, nel vasto campo dell'evoluzione, non soltanto umano, ma, anche, degli altri regni che si allineano a questi, vengono distribuiti dal Re del Mondo, sotto forma dei Tre Raggi principali, separatamente, e, pure, in un' unica fusione di accordi, a tre grandi Personalità, notoriamente conosciuti sotto il nome del Manù, del Cristo, del Maha Chohan.

Il Manù, incarnazione del Primo Raggio. Tale sostantivo, che risale, in origine, alla lingua sanscrita, è l'attributo che viene dato al potere individualizzato che, nell'ordinamento della Gerarchia, si occupa dell'evoluzione specifica di ogni Razza umana, dall'inizio alla fine. È, letteralmente, il progenitore spirituale della medesima; ne segue lo sviluppo, ne fissa i tipi, dal lato fisico e dal lato ambientale. Determina quei mutamenti della struttura geografica più adatti allo sviluppo esterno della Razza da Lui plasmata. Il Manù della quinta Razza, l'attuale, è conosciuto sotto il nome di Vaivasvata. La politica ed i governi sono sorretti dall'ispirazione costante di tale Grande Essere. Difatti, il Suo è, anche, chiamato il Dipartimento della politica.

Cristo, Incarnazione del Secondo Raggio, il Maestro della Gerarchia Bianca, Guida dello strato spirituale, che inizia dalle propaggini di Shamballa e prosegue, direttamente, fino a noi. Il Maestro degli Adepti. Durante ogni Razza Madre, e per la durata di una sola di esse, Egli, in stretta collaborazione con il Suo Fratello di Primo Raggio, segue ed alimenta, nell'anima umana, il lato spirituale; l'inebriante profumo del Suo alito divino risveglia, lentamente, in ogni coscienza la certezza di essere, a sua volta, nata da Dio. L'intelligenza, la cultura, la psiche dell'uomo della razza, grazie a Lui, istintivamente e senza un apparente contatto diretto, simile al girasole, volgono la corolla interna verso la luminosa stella del divino. È scritto che Cristo, la Guida della nostra attuale Razza, alla fine di questo secolo tornerà a manifestarsi visibilmente sulla terra, come fece duemila anni or sono. Il settore delle religioni, la nascita di esse e lo sviluppo delle medesime, tutto dipende dall'azione saggia del Cristo.

Il Maha Chohan, Incarnazione del Terzo Raggio (Maha = grande - Chohan = Spirito Guida), rappresenta, invece, dal punto di vista della coscienza umana, il rapporto vivo che intercorre tra l'Essere e il non Essere, la forma e la sostanza. Ecco perché viene chiamato il Signore della civiltà, la quale è, chiaramente, il frutto che nasce dall'incontro tra lo spirito di una razza e l'ambiente in cui la medesima si trova a vivere.

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Uno è Dio e tre le Sue manifestazioni. Uno, il Sanat Kumara e tre le Sue manifestazioni: il Manu Vaivasvata, Cristo, il Maha Chohan. Come avrete potuto intuire, sia lo stretto legame che intercorre tra queste tre somme Personalità, che il raggio d'azione delle medesime, è tanto serrato, da una parte, quanto vasto, dall'altra, da costringerli a percepirli solo sul piano, puramente, della magia universale. E dice un Maestro: ".... dubito che voi possiate rendere, nel lato verbale, la rappresentazione esatta delle sublimi realtà invisibili".

Uno è Dio, tre i Suoi aspetti, sette le Sue nature. Ed ecco, quindi, giunto il momento di parlare delle sette principali linee evolutive del nostro Pianeta, rappresentate dal campo d'azione e dall'aggregato collettivo di Anime, o discepoli, che dipendono dal coordinamento centrale di sette, dei settanta, circa, Adepti che, nel campo ancor più accosto all'umanità, ne dirigono l'evoluzione. Parlare della loro azione e volerne restringere l'ampiezza al solo nucleo umano e, in questo, alla linea puramente mistica, o, addirittura, far depositarie delle Loro rivelazioni solo alcune Scuole Esoteriche, significa essere molto lontani dalla verità . Abbiamo visto che la Gerarchia divide il Suo lavoro umano in tre linee centrali: la politica, la religiosa, la civile. Quest'ultima, per essere più precisi, è quella degli scambi tra popolo e popolo, dei rapporti commerciali interni ed esterni alle nazioni; in una parola, degli aspetti strettamente finanziari. Non ci pare sconveniente, a questo punto, sottolineare che, nel sano uso del governo dei popoli e nella saggia manifestazione delle finanze centrali, se eseguiti a scopo universale e realisticamente spirituale, vi è tanto Dio quanto ne contiene l'Ostia Immacolata che il prete alza sulla testa dei fedeli, mentre officia la sua funzione, nella rappresentanza del secondo Dipartimento: quello del Cristo. Ecco perché la Gerarchia dei Maestri rifiuta di venir monopolizzata, non solo da qualche gruppo sparuto di spiritualisti, ma desidera essere conosciuta, attraverso il Suo vero ed intero campo d'azione, che è l'Atto Planetario, nella presenza immanente dell'attualità di ogni ramo evolutivo. Essa agisce in modo occulto e, in un attenuarsi di poteri, guida le sorti della vita, sino a che la medesima non prenderà in mano il proprio destino, affrancata dal dominio della materia e collaborerà con Dio, per la saggia predisposizione del Piano, che si manifesta attraverso la Fratellanza dei Maestri; i quali hanno rivolto il richiamo all'umanità, in cerca di discepoli, già dall'inizio del secolo, e molte notizie vengono date, in proposito, nel volume di Alice Bailey: "Iniziazione umana e solare". Ad esso rimandiamo lo studente che voglia approfondirsi ulteriormente sull'argomento.