LE
LEGGI DELLA TELEPATIA
Occorre
che l'uomo ridimensioni la normale veduta sulla panoramica mentale
che egli possiede, nei riflessi della vita circostante, prima di
potere, con successo, penetrare l'essenza dell'argomento, che
trattiamo: la telepatia ed i suoi rapporti.
Ma, occorre, ancora, che egli entri, munito, nello studio che
abbiamo intrapreso, di un preciso e quadrato senso della teorica,
che sostanzia la scienza dell'epoca contemporanea. Difatti, le leggi
della telepatia sono le leggi medesime del mondo fisico, nelle sue
strutture sottili e fondamentali, adeguatamente inserite e
funzionanti, a più alto livello, nel sistema biologico dell'uomo.
Si tratta non già di sminuire i valori spirituali ed animici di
quella meravigliosa creatura che è l'uomo, rivedendone le funzioni,
nel nostro caso specifico, e rapportandone le possibilità ad un suo
divenire una semplice macchina ricevente ed emittente; non si tratta
di appesantirne lo slancio spirituale, nel dire che, come un
apparecchio radio, con circuiti e transistors, egli può inserirsi
in una precisa disposizione sovrannaturale, che lo renda assorbitore
e fruitore di vasti campi magnetici, fuori della portata comune di
un medesimo strumento scientifico, ed, anche, creatore di
altrettanti campi magnetici. Significa, solo, sottolineare e mettere
a fuoco una nuova ed infinita qualità che la famiglia umana
possedette e possiede, senza rendersene conto.
Né
intendiamo introdurci nella scienza della telepatia, con argomenti
che ne provino la fondatezza; oramai, il fenomeno è stato
localizzato, individuato e, in genere, accettato. Anzi, uno
specifico settore di cultura metafisica ne ha, con l'investigazione
diretta e studi appropriati, sviscerata la quasi totalità delle
leggi. La presente lezione non si rivolge, quindi, al vasto gruppo
di studiosi che conoscono e praticano la telepatia; ma,
semplicemente, al profano, o a coloro che, pur pratici del fenomeno,
ne restano ai margini. Intendiamo, semplicemente, mettere un pò
d'ordine nella fragile incompletezza della conoscenza pubblica sul
fenomeno. E teniamo a sottolineare, con vivezza, anzi, che, quanto
scriviamo ora deve collegarsi, e non può rimanerne amputato, a
quanto detto, sin qui; sarebbe, per noi, impossibile ripetere, se
non in alcuni tratti essenziali, le leggi fondamentali del ciclo in
divenire della natura, già esposte. Chi prendesse in mano la
presente lezione, quindi, e la studiasse, senza tale debita
preparazione, non ne trarrebbe che una incompleta conoscenza.
COS'È
LA TELEPATIA?
Omogeneità.
Unità di energia, nelle manifestazioni di tutto ciò che è
descritto dalla forma e contenuto in essa.
Un
principio fondamentale sorge dalla sintesi della scienza moderna. L'universo
è fluido. Ciò che è coerente e fisso, in una sua immobilità
statica, a partire dalla montagna, sino a giungere all'orologio, che
tenete al polso, oltre che rivelarsi, all'occhio scrutatore dello
strumento scientifico, un'assieme di particelle in attuale e
continuo movimento tra di esse, e scambio con altre particelle
dell'ambiente esterno, è destinato ad una più o meno lontana
fusione con il mare, in eterno movimento, di quella onnipervadente
energia che, in precedenza, postulò il suo guizzo vibrante, in una
apparente staticità. Tutto è energia, ripetiamo. E noi teniamo a
che lo studente non si discosti, per un attimo, dall'accurato esame
razionale di quanto gli stiamo dicendo.
Se
consideriamo vita ciò che risulta evidente allo sguardo penetrante
dell'uomo, o della macchina elettronica, e se consideriamo morte
quanto, in un processo di costante illanguidimento, ritrae il suo
volto espressivo dallo scenario dell'essere, l'accavallarsi di
questi due princìpi ci farà pervenire, per giocoforza, alla realtà
di una terza costante: l'esistenza dell'energia, in eterno movimento.
Andare ad occuparci di ciò che esiste dietro la morte e prima della
vita ci porterebbe in un altro ampio discorso che, comunque,
abbiamo, nelle sue generali linee, trattato, descrivendo la
Cosmogenesi e l'Antropogenesi (della morte e del suo
processo occulto, in ogni caso, parleremo più avanti). Quello,
invece, che a noi interessa, ai fini della presente lezione
quindicesima, è l'aggancio, immediato ed immanente, che ogni
individuo ha - ne sia, o meno, cosciente - con l'infinito abbraccio,
impalpabile ai sensi comuni, che è la plasticità delle cose tutte.
Non
vogliamo spingere ad un grado di estrema e, per i più, dolorosa
rarefazione, la mente degli studenti, facendo loro fissare,
direttamente, nello spasmodico nucleo sostanziale, questa energia
onnipervadente; né vogliamo, però, portarlo verso gli aromi
pesanti, che provengono dallo strofinìo vivo che le parti materiali
del suo ambiente vitale creano, di continuo. Si è fatto un troppo
parlare, sull'argomento. Ma, sia da una parte, che dall'altra, si è
ecceduto.
In
oriente, per chi sia studioso di filoni di antica cultura esoterica,
la medesima ha bruciato le anime di un vasto gruppo di individui,
creando un caleidoscopio di successi e di insuccessi, nel campo. La
telepatia, semplice e fondamentale legge naturale e che, da alcuni,
è stata, felicemente, denominata la Legge del Rapporto
Integrale, tra cose e cose, nelle loro spontanee
irradiazioni, e tra uomini, nell'unione tra le loro rispettive
nature elettromagnetiche, è stata, in oriente, piuttosto
pesantemente ed emotivamente mescolata a sproporzionate attività
mentali e spirituali. Ciò, nella maggior parte dei casi. E, nella
maggior parte dei casi, incompresa, per quanto riguarda la sua
origine prima ed i modi di manifestarsi. Come un tenero germoglio,
che venga bruciato, nelle sconfinate lande di un pensiero
filosofico, troppo vasto per poterlo umilmente far crescere e
scaldare. Ogni filosofia indù, a partire dalla pura e semplice
teoria, sino alla pratica yoga, porta, a fondamentale méta della
sua ragion d'essere, da una parte, la mentale e soggettiva
unificazione con l'Assoluto; dall'altra, il coordinamento oggettivo
di un rituale fisico, che realizzi, nel corpo di chi ha raggiunto la
Suprema Concezione, quella fenomenologia, che si estende, anche,
alla natura esterna che circonda lo yoghi, e derivante da tanta
conquista spirituale; e che, in semplici parole, è la miracolistica
eccezionale, di cui determinati individui, in tali Paesi, sono
padroni. Ora, se noi consideriamo quanto, in effetti, la
telepatia non sia, semplicemente, una capacità intellettuale,
estremamente sottile, che faccia scivolare, tra cerebro e cerebro,
il profumo naturale di pensieri, senza tenere conto di distanze, ma,
ci rifacciamo al concetto, esposto in precedenza, della eterna
plasticità della vita e di come ogni movimento della medesima venga
postulato e sostanziato da un indiscutibile tratto radicale di
energia pura, constateremo che, in tal senso, la telepatia è
qualcosa di più di un semplice rapporto mentale. E perverremo alla
spiegazione che la telepatia, in effetti, è una scienza che, prima
o poi, deve e dovrà sconfinare - e noi parliamo di un ideale ben
lontano, si intende - nella crezione della tanto ben conosciuta
magistica orientale.
In
occidente, l'individuo è molto più preciso, più accurato; il
fenomeno non può, secondo noi, esistere, in qualcosa al di là
della constatazione obiettiva di una statistica fenomenologica e ben
vincolata, come tanti anelli, alle dita dello scienziato, che ne
segue l'espressione. Ciò, da una parte è giusto; dall'altra, poco
coraggioso. Due campioni, si trovano di fronte; il sottile,
rarefatto uomo dei miracoli: l'indiano. Egli parla al suo dio, non
vuole intermediari e trasforma la materia, con la propria volontà.
Nello spiccare il volo, nove, su dieci di essi, cadono; appunto,
perché carenti di quell'ossatura razionale che, per lo più,
appesantisce l'occidente; ma, quell'unico fa restare interdetti
scienziati e uomini di senno europei, per l'indiscutibile evidenza,
praticità, immediatezza dei suoi "miracoli".
Oggetti fisici, materiali, tangibili vengono creati dal nulla e
posti davanti allo sguardo attonito dell'uomo. Oggetti fisici,
materiali, tangibili vengono, dal tutto circostante, fatti sparire,
in un baleno, in un nulla definitivo. E, questo, non è creare? E,
questo, non è essere simili a Dio? E, questa, stringi stringi, non
è la méta a cui tende, anche, lo scienziato occidentale, carico ed
appesantito di materiali industriali; insonne, per le nottate
passate davanti agli apparecchi disgregatori degli atomi e
formicolante nei laboratori chimici, attorno a fiale, nelle quali
trasforma gas in altri?
Telepatia.
Analizziamo bene il significato di questo termine. Esso,
strettamente parlando, significa collegamento. Collegamento di atomi
tra di loro; ben tenendo presente che l'atomo è energia, e che
l'energia è, sempre, il prima, il durante ed il dopo di ogni
nocciolo vitale, manifesto nell'universo: dal protone, alla
macchina, agli organi del corpo umano, alla stessa atmosfera, più o
meno viva, che circonda la terra, le stelle, i campi magnetici, tra
galassie e galassie. Telepatia è sinonimo di energia; energia è
sinonimo di blocco unico. E, se voi, con l'immaginazione, cercate di
abbracciare l'ampio tutto che circonda il nostro globo, sino ai
vertici più tenacemente distanti degli universi-anni luce, lì,
dove la vostra immaginazione si aggancia al sublime punto in cui
essere e non essere sono una medesima cosa, il cerchio contenitore
in cui, per un attimo, il vostro spirito avrà libato quella che
credevate la completezza, compierà un sussulto; e s'unirà ad altri
novelli orizzonti che esistono nei risvolti luminosi, dietro la
curva. Telepatia. Un nuovo rapporto telepatico si sarà inserito tra
quell'universo che le vostre anime avranno toccato, ed un altro
infinito, eterno "nulla", verso cui prosegue
l'infaticabile stivale delle sette leghe dell'eterno Passo
Universale. Un nulla, che è ENERGIA. Un nulla che è
TUTTO.
Abbiamo,
quindi, voluto tingere la natura dell'elemento guizzante che la
telepatia governa e dirige, sia con l'ampiezza spaziale della vita
cosmica, in cui ci troviamo a navigare (elemento, puramente,
astratto, ma, necessario ad ogni concretezza d'atto, che noi
inseriamo, nella vita quotidiana), che rendere il medesimo elemento
duro e flessibile, come l'acciaio, dimostrando che esso è l'unica e
costituente natura di ogni particella materiale, nei suoi intimi
rapporti vitali e sensitivi. Ha, mai, pensato, l'uomo, dove vada a
risolversi l'enorme fiumana di corpuscoli elettro-magnetici, che la
fisica ha assodato continuino ad invadere l'atmosfera del nostro
globo, e permangano, galvanizzati, di continuo, tra gli oggetti che
formano il maneggio abituale della nostra espressione quotidiana?
Corpuscoli elettro-magnetici, i quali, di infinita natura ed
infinita gamma d'onda, non solo corrodono, da ogni parte, il blocco
omogeneo della materia, quando essa viene urtata, investita, scossa
da movimenti estranei, e l'alleggeriscono del loro numero, in
quantità di miliardi e miliardi di entità sottili; ma, creano in
essa un nucleo di invisibili, vorticosi conglomerati di
gorghi-radice, che la mantengono in uno stato di fragile
incostituenza. Ha, mai, considerato, l'uomo, che esistono numerosi
altri aspetti di vita, dei quali, abitualmente, non è consapevole,
e che formano, in una benché minima parte, oggetto delle
investigazioni della scienza attuale? Parliamo dei raggi gamma, x,
delle onde eteriche, dell'aspetto atomico, quantico e molecolare
che, più precisamente, lo studioso può chiamare: l'elastico
movimento spontaneo di linee energetiche geometriche. Parliamo di
quelle forze, alcune, stagnanti, altre di sconosciuta natura, che
fanno fremere l'atmosfera della nostra terra; forze, di cui una
minima parte, come potenziale immanente, coprirebbe, in dinamicità,
l'intero organico delle altre tutte, che costituiscono
l'intelaiatura magnetica del nostro globo. In mezzo a tali energie,
l'uomo si trova a compiere il proprio dovere di cittadino
dell'ignoto. Basta, quindi, con criterio, ammorbidito
dall'intuizione, aprire un qualsiasi libro di fisica delle
particelle, per, non solo, rimanere attoniti, di fronte al colossale
scenario di esse, estranee a tanta cristallizzata immobilità della
materia, sbalorditi del modo in cui la tengano a galleggiare su di
loro - sughero, in un mare in tempesta -, interessati alle capacità
che se ne potrebbero trarre, con un intelligente uso, da parte
dell'uomo, quanto comprendere che l'uomo stesso, per la qualità del
fenomeno, è in diretta coestensione con la più assoluta diversità
di nature sottili, e non vincolato, solo, a qualche tipo particolare
delle medesime.
Cautamente
- ed era giusto - abbiamo posto, tra di noi e l'universale, un ponte
di macchinari, di intermediari automatici, che ci hanno rivelato
l'ombra di qualcosa di impalpabile. Ma, giunti al punto in cui ci
troviamo, il peso di tante macchine rischia di schiacciarci. È
l'ora che l'uomo getti, dalle sue spalle, il filtro di simili grucce
e fissi, direttamente, in volto, l'aureo splendore di quella luce,
che rifiuta di venir addomesticata, nei laboratori di ricerca. Non
dovrà e non potrà farlo, di colpo. Consideri ciò che gli veniamo
esponendo, con simpatia e senza spirito di prevenzione. A noi
interessa che il lettore accetti di intavolare un rapporto del tutto
razionale sul problema e, pur tenendo di sottecchi, la meravigliosa,
mistica visione del REALE, non rimanga invischiato nel
soporifero miele di una immaginazione, troppo distante da ciò che
ha conquistato, sino adesso.
Telepatia,
quindi, non solo è un fatto prettamente essenziale e naturale, in
tutte le cose, animate ed inanimate, trascendentali e relative,
coscienti, o meno, e nasce dalla necessità di accettare, quale base
vivente dell'essere, una origine energetica; ma, telepatia è,
anche, creatività. Chi penetra nel mondo delle forze invisibili e
pone mano alle leve che le guidano, secondo l'assioma
esoterico:" al pensiero, segue l'energia ",
mette in movimento i principi di un altro assioma:"
all'energia, segue la sua materializzazione ". Ecco, allora,
giunta la necessità di rivedere, assieme, le leggi esposte nelle
prime nostre lezioni
Come
dire al profano, che nulla sappia sulla reincarnazione, sul karma,
e viva, isolandosi nella crosta pregiudiziale al limpido studio
dell'esoterismo, che egli si trova ad aver sposato proprio quella
donna, a funzionare, come una rotella, nell'industria sociale,
proprio nel quadro della specifica attività che lo occupa, o
frenato dall'argilla scivolosa di un destino ostile, o sbalzato
sulle quinte della cronaca, in un successo pubblico, perché
la legge di Economia del nostro Sistema Solare gli riunì,
nella presente incarnazione, in un fascio strettamente allacciato,
sotto forma della condizione su cui esprime il discorso d'esperienza
d'anima, tutte le irradiazioni sottili del pensiero, i desideri
monchi, più o meno benefici, che seminò, nelle vite passate? Non
è un mistero affermare che la medesima struttura biologica di ogni
mortale nasce, e si agglomera, partendo da particelle
elettro-magnetiche, che affiorano alla cresta dell'organicità
fisica, di cui dispone. Il pensiero arriva a determinare dei
mutamenti quantitativi, sulla grossezza del cerebro umano. Lo studio
dei cervelli di pensatori, noti, quali scopritori e studiosi, in
ogni campo di attività, ha rivelato che essi possedevano un
cervello molto più sviluppato, in mole, della media. Questo, a
significare che il minimo pensiero che noi manifestiamo è di natura
tale e di potere galvanizzatore sì efficace, da avere un dominio
netto sulla materia, che ne è il veicolo.
Giunti,
quindi, a tal punto della dissertazione, affermiamo che nessuno potrà
dire qual'è l'esatta linea di stacco che ponga, da una parte, la
materia, e, da un'altra, l'energia.
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