Lezione Quindicesima (prima parte)

 

LE LEGGI DELLA TELEPATIA

Occorre che l'uomo ridimensioni la normale veduta sulla panoramica mentale che egli possiede, nei riflessi della vita circostante, prima di potere, con successo, penetrare l'essenza dell'argomento, che trattiamo: la telepatia ed i suoi rapporti. Ma, occorre, ancora, che egli entri, munito, nello studio che abbiamo intrapreso, di un preciso e quadrato senso della teorica, che sostanzia la scienza dell'epoca contemporanea. Difatti, le leggi della telepatia sono le leggi medesime del mondo fisico, nelle sue strutture sottili e fondamentali, adeguatamente inserite e funzionanti, a più alto livello, nel sistema biologico dell'uomo. Si tratta non già di sminuire i valori spirituali ed animici di quella meravigliosa creatura che è l'uomo, rivedendone le funzioni, nel nostro caso specifico, e rapportandone le possibilità ad un suo divenire una semplice macchina ricevente ed emittente; non si tratta di appesantirne lo slancio spirituale, nel dire che, come un apparecchio radio, con circuiti e transistors, egli può inserirsi in una precisa disposizione sovrannaturale, che lo renda assorbitore e fruitore di vasti campi magnetici, fuori della portata comune di un medesimo strumento scientifico, ed, anche, creatore di altrettanti campi magnetici. Significa, solo, sottolineare e mettere a fuoco una nuova ed infinita qualità che la famiglia umana possedette e possiede, senza rendersene conto.

Né intendiamo introdurci nella scienza della telepatia, con argomenti che ne provino la fondatezza; oramai, il fenomeno è stato localizzato, individuato e, in genere, accettato. Anzi, uno specifico settore di cultura metafisica ne ha, con l'investigazione diretta e studi appropriati, sviscerata la quasi totalità delle leggi. La presente lezione non si rivolge, quindi, al vasto gruppo di studiosi che conoscono e praticano la telepatia; ma, semplicemente, al profano, o a coloro che, pur pratici del fenomeno, ne restano ai margini. Intendiamo, semplicemente, mettere un pò d'ordine nella fragile incompletezza della conoscenza pubblica sul fenomeno. E teniamo a sottolineare, con vivezza, anzi, che, quanto scriviamo ora deve collegarsi, e non può rimanerne amputato, a quanto detto, sin qui; sarebbe, per noi, impossibile ripetere, se non in alcuni tratti essenziali, le leggi fondamentali del ciclo in divenire della natura, già esposte. Chi prendesse in mano la presente lezione, quindi, e la studiasse, senza tale debita preparazione, non ne trarrebbe che una incompleta conoscenza.

COS'È LA TELEPATIA?

Omogeneità. Unità di energia, nelle manifestazioni di tutto ciò che è descritto dalla forma e contenuto in essa.

Un principio fondamentale sorge dalla sintesi della scienza moderna. L'universo è fluido. Ciò che è coerente e fisso, in una sua immobilità statica, a partire dalla montagna, sino a giungere all'orologio, che tenete al polso, oltre che rivelarsi, all'occhio scrutatore dello strumento scientifico, un'assieme di particelle in attuale e continuo movimento tra di esse, e scambio con altre particelle dell'ambiente esterno, è destinato ad una più o meno lontana fusione con il mare, in eterno movimento, di quella onnipervadente energia che, in precedenza, postulò il suo guizzo vibrante, in una apparente staticità. Tutto è energia, ripetiamo. E noi teniamo a che lo studente non si discosti, per un attimo, dall'accurato esame razionale di quanto gli stiamo dicendo.

Se consideriamo vita ciò che risulta evidente allo sguardo penetrante dell'uomo, o della macchina elettronica, e se consideriamo morte quanto, in un processo di costante illanguidimento, ritrae il suo volto espressivo dallo scenario dell'essere, l'accavallarsi di questi due princìpi ci farà pervenire, per giocoforza, alla realtà di una terza costante: l'esistenza dell'energia, in eterno movimento. Andare ad occuparci di ciò che esiste dietro la morte e prima della vita ci porterebbe in un altro ampio discorso che, comunque, abbiamo, nelle sue generali linee, trattato, descrivendo la Cosmogenesi e l'Antropogenesi (della morte e del suo processo occulto, in ogni caso, parleremo più avanti). Quello, invece, che a noi interessa, ai fini della presente lezione quindicesima, è l'aggancio, immediato ed immanente, che ogni individuo ha - ne sia, o meno, cosciente - con l'infinito abbraccio, impalpabile ai sensi comuni, che è la plasticità delle cose tutte.

Non vogliamo spingere ad un grado di estrema e, per i più, dolorosa rarefazione, la mente degli studenti, facendo loro fissare, direttamente, nello spasmodico nucleo sostanziale, questa energia onnipervadente; né vogliamo, però, portarlo verso gli aromi pesanti, che provengono dallo strofinìo vivo che le parti materiali del suo ambiente vitale creano, di continuo. Si è fatto un troppo parlare, sull'argomento. Ma, sia da una parte, che dall'altra, si è ecceduto.

In oriente, per chi sia studioso di filoni di antica cultura esoterica, la medesima ha bruciato le anime di un vasto gruppo di individui, creando un caleidoscopio di successi e di insuccessi, nel campo. La telepatia, semplice e fondamentale legge naturale e che, da alcuni, è stata, felicemente, denominata la Legge del Rapporto Integrale, tra cose e cose, nelle loro spontanee irradiazioni, e tra uomini, nell'unione tra le loro rispettive nature elettromagnetiche, è stata, in oriente, piuttosto pesantemente ed emotivamente mescolata a sproporzionate attività mentali e spirituali. Ciò, nella maggior parte dei casi. E, nella maggior parte dei casi, incompresa, per quanto riguarda la sua origine prima ed i modi di manifestarsi. Come un tenero germoglio, che venga bruciato, nelle sconfinate lande di un pensiero filosofico, troppo vasto per poterlo umilmente far crescere e scaldare. Ogni filosofia indù, a partire dalla pura e semplice teoria, sino alla pratica yoga, porta, a fondamentale méta della sua ragion d'essere, da una parte, la mentale e soggettiva unificazione con l'Assoluto; dall'altra, il coordinamento oggettivo di un rituale fisico, che realizzi, nel corpo di chi ha raggiunto la Suprema Concezione, quella fenomenologia, che si estende, anche, alla natura esterna che circonda lo yoghi, e derivante da tanta conquista spirituale; e che, in semplici parole, è la miracolistica eccezionale, di cui determinati individui, in tali Paesi, sono padroni. Ora, se noi consideriamo quanto, in effetti, la telepatia non sia, semplicemente, una capacità intellettuale, estremamente sottile, che faccia scivolare, tra cerebro e cerebro, il profumo naturale di pensieri, senza tenere conto di distanze, ma, ci rifacciamo al concetto, esposto in precedenza, della eterna plasticità della vita e di come ogni movimento della medesima venga postulato e sostanziato da un indiscutibile tratto radicale di energia pura, constateremo che, in tal senso, la telepatia è qualcosa di più di un semplice rapporto mentale. E perverremo alla spiegazione che la telepatia, in effetti, è una scienza che, prima o poi, deve e dovrà sconfinare - e noi parliamo di un ideale ben lontano, si intende - nella crezione della tanto ben conosciuta magistica orientale.

In occidente, l'individuo è molto più preciso, più accurato; il fenomeno non può, secondo noi, esistere, in qualcosa al di là della constatazione obiettiva di una statistica fenomenologica e ben vincolata, come tanti anelli, alle dita dello scienziato, che ne segue l'espressione. Ciò, da una parte è giusto; dall'altra, poco coraggioso. Due campioni, si trovano di fronte; il sottile, rarefatto uomo dei miracoli: l'indiano. Egli parla al suo dio, non vuole intermediari e trasforma la materia, con la propria volontà. Nello spiccare il volo, nove, su dieci di essi, cadono; appunto, perché carenti di quell'ossatura razionale che, per lo più, appesantisce l'occidente; ma, quell'unico fa restare interdetti scienziati e uomini di senno europei, per l'indiscutibile evidenza, praticità, immediatezza dei suoi "miracoli". Oggetti fisici, materiali, tangibili vengono creati dal nulla e posti davanti allo sguardo attonito dell'uomo. Oggetti fisici, materiali, tangibili vengono, dal tutto circostante, fatti sparire, in un baleno, in un nulla definitivo. E, questo, non è creare? E, questo, non è essere simili a Dio? E, questa, stringi stringi, non è la méta a cui tende, anche, lo scienziato occidentale, carico ed appesantito di materiali industriali; insonne, per le nottate passate davanti agli apparecchi disgregatori degli atomi e formicolante nei laboratori chimici, attorno a fiale, nelle quali trasforma gas in altri?

Telepatia. Analizziamo bene il significato di questo termine. Esso, strettamente parlando, significa collegamento. Collegamento di atomi tra di loro; ben tenendo presente che l'atomo è energia, e che l'energia è, sempre, il prima, il durante ed il dopo di ogni nocciolo vitale, manifesto nell'universo: dal protone, alla macchina, agli organi del corpo umano, alla stessa atmosfera, più o meno viva, che circonda la terra, le stelle, i campi magnetici, tra galassie e galassie. Telepatia è sinonimo di energia; energia è sinonimo di blocco unico. E, se voi, con l'immaginazione, cercate di abbracciare l'ampio tutto che circonda il nostro globo, sino ai vertici più tenacemente distanti degli universi-anni luce, lì, dove la vostra immaginazione si aggancia al sublime punto in cui essere e non essere sono una medesima cosa, il cerchio contenitore in cui, per un attimo, il vostro spirito avrà libato quella che credevate la completezza, compierà un sussulto; e s'unirà ad altri novelli orizzonti che esistono nei risvolti luminosi, dietro la curva. Telepatia. Un nuovo rapporto telepatico si sarà inserito tra quell'universo che le vostre anime avranno toccato, ed un altro infinito, eterno "nulla", verso cui prosegue l'infaticabile stivale delle sette leghe dell'eterno Passo Universale. Un nulla, che è ENERGIA. Un nulla che è TUTTO.

Abbiamo, quindi, voluto tingere la natura dell'elemento guizzante che la telepatia governa e dirige, sia con l'ampiezza spaziale della vita cosmica, in cui ci troviamo a navigare (elemento, puramente, astratto, ma, necessario ad ogni concretezza d'atto, che noi inseriamo, nella vita quotidiana), che rendere il medesimo elemento duro e flessibile, come l'acciaio, dimostrando che esso è l'unica e costituente natura di ogni particella materiale, nei suoi intimi rapporti vitali e sensitivi. Ha, mai, pensato, l'uomo, dove vada a risolversi l'enorme fiumana di corpuscoli elettro-magnetici, che la fisica ha assodato continuino ad invadere l'atmosfera del nostro globo, e permangano, galvanizzati, di continuo, tra gli oggetti che formano il maneggio abituale della nostra espressione quotidiana? Corpuscoli elettro-magnetici, i quali, di infinita natura ed infinita gamma d'onda, non solo corrodono, da ogni parte, il blocco omogeneo della materia, quando essa viene urtata, investita, scossa da movimenti estranei, e l'alleggeriscono del loro numero, in quantità di miliardi e miliardi di entità sottili; ma, creano in essa un nucleo di invisibili, vorticosi conglomerati di gorghi-radice, che la mantengono in uno stato di fragile incostituenza. Ha, mai, considerato, l'uomo, che esistono numerosi altri aspetti di vita, dei quali, abitualmente, non è consapevole, e che formano, in una benché minima parte, oggetto delle investigazioni della scienza attuale? Parliamo dei raggi gamma, x, delle onde eteriche, dell'aspetto atomico, quantico e molecolare che, più precisamente, lo studioso può chiamare: l'elastico movimento spontaneo di linee energetiche geometriche. Parliamo di quelle forze, alcune, stagnanti, altre di sconosciuta natura, che fanno fremere l'atmosfera della nostra terra; forze, di cui una minima parte, come potenziale immanente, coprirebbe, in dinamicità, l'intero organico delle altre tutte, che costituiscono l'intelaiatura magnetica del nostro globo. In mezzo a tali energie, l'uomo si trova a compiere il proprio dovere di cittadino dell'ignoto. Basta, quindi, con criterio, ammorbidito dall'intuizione, aprire un qualsiasi libro di fisica delle particelle, per, non solo, rimanere attoniti, di fronte al colossale scenario di esse, estranee a tanta cristallizzata immobilità della materia, sbalorditi del modo in cui la tengano a galleggiare su di loro - sughero, in un mare in tempesta -, interessati alle capacità che se ne potrebbero trarre, con un intelligente uso, da parte dell'uomo, quanto comprendere che l'uomo stesso, per la qualità del fenomeno, è in diretta coestensione con la più assoluta diversità di nature sottili, e non vincolato, solo, a qualche tipo particolare delle medesime.

Cautamente - ed era giusto - abbiamo posto, tra di noi e l'universale, un ponte di macchinari, di intermediari automatici, che ci hanno rivelato l'ombra di qualcosa di impalpabile. Ma, giunti al punto in cui ci troviamo, il peso di tante macchine rischia di schiacciarci. È l'ora che l'uomo getti, dalle sue spalle, il filtro di simili grucce e fissi, direttamente, in volto, l'aureo splendore di quella luce, che rifiuta di venir addomesticata, nei laboratori di ricerca. Non dovrà e non potrà farlo, di colpo. Consideri ciò che gli veniamo esponendo, con simpatia e senza spirito di prevenzione. A noi interessa che il lettore accetti di intavolare un rapporto del tutto razionale sul problema e, pur tenendo di sottecchi, la meravigliosa, mistica visione del REALE, non rimanga invischiato nel soporifero miele di una immaginazione, troppo distante da ciò che ha conquistato, sino adesso.

Telepatia, quindi, non solo è un fatto prettamente essenziale e naturale, in tutte le cose, animate ed inanimate, trascendentali e relative, coscienti, o meno, e nasce dalla necessità di accettare, quale base vivente dell'essere, una origine energetica; ma, telepatia è, anche, creatività. Chi penetra nel mondo delle forze invisibili e pone mano alle leve che le guidano, secondo l'assioma esoterico:" al pensiero, segue l'energia ", mette in movimento i principi di un altro assioma:" all'energia, segue la sua materializzazione ". Ecco, allora, giunta la necessità di rivedere, assieme, le leggi esposte nelle prime nostre lezioni

Come dire al profano, che nulla sappia sulla reincarnazione, sul karma, e viva, isolandosi nella crosta pregiudiziale al limpido studio dell'esoterismo, che egli si trova ad aver sposato proprio quella donna, a funzionare, come una rotella, nell'industria sociale, proprio nel quadro della specifica attività che lo occupa, o frenato dall'argilla scivolosa di un destino ostile, o sbalzato sulle quinte della cronaca, in un successo pubblico, perché la legge di Economia del nostro Sistema Solare gli riunì, nella presente incarnazione, in un fascio strettamente allacciato, sotto forma della condizione su cui esprime il discorso d'esperienza d'anima, tutte le irradiazioni sottili del pensiero, i desideri monchi, più o meno benefici, che seminò, nelle vite passate? Non è un mistero affermare che la medesima struttura biologica di ogni mortale nasce, e si agglomera, partendo da particelle elettro-magnetiche, che affiorano alla cresta dell'organicità fisica, di cui dispone. Il pensiero arriva a determinare dei mutamenti quantitativi, sulla grossezza del cerebro umano. Lo studio dei cervelli di pensatori, noti, quali scopritori e studiosi, in ogni campo di attività, ha rivelato che essi possedevano un cervello molto più sviluppato, in mole, della media. Questo, a significare che il minimo pensiero che noi manifestiamo è di natura tale e di potere galvanizzatore sì efficace, da avere un dominio netto sulla materia, che ne è il veicolo.

Giunti, quindi, a tal punto della dissertazione, affermiamo che nessuno potrà dire qual'è l'esatta linea di stacco che ponga, da una parte, la materia, e, da un'altra, l'energia.