Lezione Quindicesima (parte seconda)

 

Il Maya eterico, l'annebbiamento astrale, l'llusione mentale, il Guardiano della Soglia

Confusamente, allo studente può cominciare a delinearsi la causa di quel colossale fenomeno di accecamento occulto, in cui è immersa l'umanità, al giorno d'oggi. Abbiamo, spesso, ripetuto che esistono sette piani di manifestazione, in cui la Monade gioca il suo eterno ritmo di DIO in espressione. Ma, cos'è la Monade? Non vogliamo evitare la domanda, nel rispondere: tutto e nulla. E 'il tutto, se consideriamo, per tutto, l'insondabile voragine che, qualitativamente e quantitativamente, abbraccia ogni spora in manifestazione e spunta, come immediato germoglio, alla minima pressione che il nostro dito scrutatore vi imprime, quando esamina uno tra i tanti elementi frammentar che costituiscono la veste delle cose finite e relative; germoglio, che spunta da quell'unico elemento. Monade, è, anche, quell'unico elemento. Solo l'iniziazione può dimostrare, obiettivamente, al discepolo, che il finito è padre dell'infinito, quanto quest'ultimo lo è del primo.

Consideriamo l'energia, la sola componente del creato, in eterno movimento. E rappresentiamocela sotto forma di un circolo. Noi sappiamo che in tale circolo è racchiuso l'uomo e il dio, il finito e l'infinito, il fisico ed il metafisico. Dove inizia il principio del circolo, e dove la fine? Dove, l'assoluto; dove, il limitato? Ed è a questo punto esatto del proprio vibrare interiore che il dio crea; egli afferma di essere dio; egli decide di essere dio; egli pone i confini tra sé e l'ambiente, sguaina la spada della volontà inflessibile e traccia il solco, in cui avanzerà, come tale, e crea il ciclo. Il Logos Solare, così, ha fatto. Il Logos Cosmico, così, ha fatto. L'uomo, nell'istante esatto in cui si trova, incrudito e nudo di altri orpelli dogmatici, o pregiudiziali, nella necessità di inserirsi in un nuovo, originale modo di vita, così ha fatto, fa, farà. Questa, la ragione, per cui la volontà integrale è, indiscutibilmente, la dote unica richiesta ad ogni discepolo. La Monade, quindi, è, semplicemente, Volontà di Essere; e, certamente, la Meravigliosa Dama, la Gerarchia Bianca, è costretta a celare il Suo candido volto, dietro al nero ventaglio del segreto, quando lo sguardo le si posa su tanti uomini che sono ben lontani da questa Volontà di Essere. E porge loro, comunque, delle linee indicatrici a che raggiungano, i migliori, una vittoria assoluta sulla vita e sulla morte; i secondi, la stupenda lezione, alla loro ignorante presunzione, di un completo fallimento. Lo sforzo, è richiesto. Uno sforzo armonioso, amorevole, tenace, illuminato. E non esistono miglior direzione e miglior ginnastica per ottenere il premio dell'iniziazione se non quello di praticare la telepatia, seguendo i principi insegnati dai Maestri dell'Occulto: Figli della Gerarchia Bianca, e Gerarchia Bianca Essi stessi.

In proposito a quanto sopra detto, citiamo le parole di un Adepto, il quale ebbe occasione di scrivere: "Il mondo, al giorno d'oggi, è pieno di discepoli, esperti nella conoscenza teorica dell'Antico, e sempre attuale, Esoterismo, pieni di buona volontà, altruisti, positivi in quanto al possesso dei sentimenti universali necessari all'animo per procedere ancora oltre, a più elevate tappe sul Sentiero. Essi, però, difettano dei rudimenti necessari a che il maestro possa elevarli nel campo della padronanza occulta della materia nei tre mondi. In ciò (rendendo vacillante la superbia dei popoli occidentali) l'oriente ha superato, di gran lunga, l'occidente." Uno di tali rudimenti è la telepatia. La telepatia, intesa a sintesi e compimento finale di ogni attività protagonista nei precedenti cicli reincarnativi; a qualità naturale e spontanea dell'essersi, l'uomo, trasumanato ed aver attuato la trasformazione che ha enucleato ogni punto dell'universo in un minimo comun denominatore: la sua mente; a indice indiscutibile dell'unificazione, in lui, di spirito e di materia, ove tempo e spazio sono ridotti ad una costante conquista, immanente ed attuale. Con la telepatia, i Campioni delle precedenti, della presente e delle future evoluzioni guidano l'intero assieme delle vite naturali. È telepatia cosmica quella che riunisce "nella reciproca Sfera delle Loro Aure" i sistemi solari, che procedono verso sentieri cosmici sconosciuti: è telepatia il palpitante cordone di forza vitale e sublimifica che inserisce, separatamente, in un'unica unità di propositi, il nostro Logos Solare ai Sette Pianeti Sacri; telepatia, ma di natura quasi impossibile a comprendersi alla media evoluzione, è il congiungersi di impressioni celesti, dai porti estranei al sistema solare, sino al nostro globo. Telepatia è l'unificazione di ragione, di sentimenti, di corpo che si attua tra i Sette Kumara, le Forze Splendenti che costituiscono il cervello dirigente della nostra Gerarchia, e la Gerarchia medesima. Telepatia, infine, è il rapporto diretto, o, indiretto, costante, o, meno, che intercorre tra l'Adepto e i Suoi discepoli. I quali è gioco forza che apprendano, non solo ad essere recettivi alle onde vitali di tanta suggestiva maestrìa spirituale, ma, a loro volta, che apprendano a creare, secondo il loro Raggio individuale (Sottoraggio di quello monadico), sgranantesi nei Raggi della personalità, del corpo mentale concreto, del corpo astrale e del corpo fisico, una gamma totale di vibrazioni impressive, che renda loro stessi, a lungo andare, poli-guida del ritmo occulto della telepatia cosmica.

Come abbiamo visto nel caos delle energie da noi analizzate, agli inizi della seconda parte della lezione, Coloro che, oramai, abbiamo imparato a considerare come i divini fattori di ogni evoluzione, a partire dal Logos Cosmico, sino a giungere al semplice iniziato di grado inferiore, elevano il tono dello splendido potere che li svincola dalla placenta materiale e si unificano, sempre più, alla Luce solare dell'Essere, con il seguire dei metodi di geometria naturale animica, e che, in gergo umano, possiamo chiamare del ritmo gerarchico.

La Monade si è individualizzata. L'amplesso meraviglioso dei Sette Kumara, proiezione diretta dei Sette Pianeti Sacri, a loro volta congiunti a sette Sistemi Solari, di cui uno è il nostro, tutti dipendenti e parti vive dell'incommensurabile Stella chiamata "Colui che non si deve nominare", durante l'epoca Lemurica dette nascita a sette gruppi umani (dopo due razze intangibili ed umanoidi) e che possedevano, per la prima volta, sul nostro Pianeta, il corredo di un corpo animale. Narra la tradizione esoterica che una lingua di fuoco, proveniente dal livello Mentale Cosmico, unendosi, in un automatico dualismo di riflessi, con la luce direttiva della Sublimale Coscienza che vibra dalla lontana Stella Sirio, venne inserita nel nostro pianeta e si fissò in Shamballa, determinando tutto il corollario di successivi dualismi, i quali, provocarono anche la nascita dell'Anima nell'uomo. E, sebbene, a rigor di termini e per quanto riguarda la nostra coscienza planetaria, la Monade sia quella latente e totalitaria armonia che sgorga dalle più intime fibre d'ogni forma che costituisce l'organismo del nostro Pianeta (cioè, il nostro Logos Planetario), il frantumarsi del Suo sacrificio, con la volontà che Egli aveva di veder risplendere la Sua Natura in nuove esistenze simili a Lui, creò degli altri appigli che non è inesatto chiamare: successive Monadi. L'uomo-animale dimenticò la propria origine divina, separato come si trovava dal Seme che lo originò. Sette gruppi di umanità nacquero, nei remoti tempi che vanno da venti milioni a quindici milioni di anni fa; sette gruppi di innumerevoli gocce di sangue fremente, sprizzate dal costato dei Sette Dei Planetari, riunite in sette ordini compatti, dalla volontà super-umana dei Sette Kumara, collocati nel materno giaciglio dell'amore del nostro Logos Planetario, e riscaldati dall'alito dei Pitri lunari, provenienti dalla precedente Catena vitale. Fu necessario che l'uomo dimenticasse tale origine, per poter raggiungere, con il proprio sforzo, raffinato dal dolore reincarnativo, l'identità di potere, amore, sapere del suo Genitore Divino. Unione, ma, anche, giusta separazione da Esso, vennero fatte dal Re del Mondo, con l'aiuto dei Suoi sei discepoli, e di un gruppo di Alti Iniziati che collaborarono - e, in un buon numero, ancora, collaborano - con Lui. L'uomo si trovò orbato d'ogni potere. Imprigionato in una forma animale e in attesa di ricongiungere la propria coscienza alla Primordiale. Lo avrebbe fatto molti milioni di anni dopo. Prima, inconsciamente; tutelato, guidato dalle sottili Impressioni che, durante tutto il tempo in cui si manifestò come lemuriano, atlantideo, ariano gli provennero e gli provengono dalla Gerarchia Bianca che, man mano, venne ad accrescersi del numero di coloro i quali, divenuti recettivi ad esse, fecero tesoro delle vibrazioni che contenevano, vennero iniziati, e si staccarono dal gruppo umano.

Racchiusa nei tre inferiori, dei sette piani che costituiscono la nota di ogni forma manifesta, la Monade iniziò ad inerpicarsi verso l'alto. Durante l'epoca Lemurica, veramente cieca, gattino appena nato, si dette a conoscere il primo grado dell'esperienza animica: il materiale. Sviluppò il corpo fisico, fece esperienze d'ogni sorta, strettamente appigliata alla natura circostante, quasi un tutt'uno con essa. Alcuni rudimenti della razza li possiamo rintracciare nei selvaggi boscimani, nei pigmei, nei cacciatori di teste, ecc.. E, per la nota legge dell'energizzazione, quale abbiamo appena studiata in precedenza, simile a frutto maturo che venga spremuto, la materia fisica esalò i suoi effluvi eterici, lasciandoli gravitare e rimanere, purulenti, nell'atmosfera del globo. Questa, è la ragione del primo tipo di accecamento occulto (il Maya eterico) in cui si trova immersa, ora, l'umanità e di cui rivelammo l'esistenza all'inizio della lezione. Troppo sottile è lo spiegarne l'espressione, nel quotidiano ritmo che ci circonda. Da una parte, l'amore accentuato per ogni attività prettamente biologica, il profondo fascino (spiccata rivelazione di un tipo speciale di energia che rimane, ancora ansimante, a chiamare l'uomo bambino) che egli prova verso la crosta materiale delle cose, lo psicopatico munirsi di medicine, per l'inesistere della certezza che la carne e lo spirito sono un tutt'uno di divino; la ignorante mancanza di amore per la forma, che viene sottoposta a sforzi incruenti; dall'altra parte, in una assoluta mancanza di sensibilità psichica, tutto ciò è l'accento di illusione mayavica. Diciamo, fuggevolmente, che è appunto da tale tenaglia possessiva che l'aspirante cerca di sfuggire, definitivamente, quando devitalizza le sue troppo potenti funzioni biologiche, adattandosi a ritmi di rieducazione fisica, come il celibato, il vegetarianismo, il distacco da abitudini alcooliche, dal fumo, ecc..

È cosa risaputa dagli esperti in esoterismo che le malattie veneree furono un ammonimento dato dal Logos Planetario all'umanità Lemurica, affinchè la medesima cessasse di galvanizzare il suo centro sacrale, che è l'allineamento diretto dell'uomo con il piano eterico, ed in cui, tra l'altro, si rinfocola l'agglomerato erotico dell'Io.

Lentamente nacque l'Atlantide. Il baricentro delle attività interiori dell'uomo si spostò, dal piano puramente eterico-denso, a quello emotivo. L'immaturità sua, la mancanza di esperienza e, quindi, il desiderio di essere esclusivo, in ogni forma delle medesime, determinò la manifestazione di una razza che - e molti lo sanno - fu la più grassamente nutrita di lussi, la più egoista, la più delittuosa che apparve sul globo. Ciò nondimeno, il secondo dei corpi di manifestazione dell'uomo si consolidò, si strutturò, prese possesso dell'ambiente esterno; ora, allineato al secondo, a partire dal basso, dei piani di manifestazione. Al secondo dei tre regni della forma. Il mondo astrale è ben esistente; altri trattati ne hanno parlato, il più delle volte errando nelle loro conclusioni. Un mondo che, salvo nella sua limitata natura, squisitamente divina, per il novanta su cento è costituito dalle pesanti emanazioni emotive ed energetiche che colano, resina dall'albero, dal sentimento estroverso dell'uomo. Ogni esperto chiaroveggente, nel guardare, dalla giusta posizione occulta, il nostro stupendo globo, lo vede foscamente ammantato, nei suoi aspetti astrali e che non toccano affatto la Grande Natura del nostro Logos Planetario, di una oscura nube energetica, che ancora sfugge alle analisi degli strumenti scientifici. In essa l'uomo vive, di costante. Tale piano di esistenza è il primo che emerge davanti allo sguardo attonito dell'Anima, allorquando lascia il corpo fisico. Ma, la circonda, tuttavia, in ogni suo attimo di vita incarnata. Il "fumo" è talmente denso che gli Adepti si stupiscono, non già che l'uomo ne venga soltanto inibito nelle doti spirituali, ma che, addirittura, possa sopravvivere ad esso. Tale entità involutiva costituisce l'annebbiamento spirituale. La paura dell'ignoto, l'eccessivo materialismo, l'attaccamento cieco ed ossessivo ad affetti per cose e persone, il dualismo, che costringe l'uomo a mordersi continuamente la coda, la cecità, che si sovrappone a colui che inizia a calcare il Sentiero, sono tutte forme di questo annebbiamento. È in tale annebbiamento che si dibatte il discepolo atlantideo Arjuna, nella Baghavad Gita, prima di iniziare il grande combattimento nel campo Kurukshetra.

Inorridita dalla malattia venerea, la Lemuria, confluendo nella razza atlantidea, vi si ribellò troppo violentemente, in vaste zone sociali, e spostò il perno delle sue linee di attività nel campo puramente emotivo, tralasciando, a mezzo di precise inibizioni, gli eccessi materialistici. Tale strappo violento, come era naturale, creò una distonìa nei corpi dell'uomo; mise in eccessiva attività il sopìto corpo astrale, le cui cellule, riflettendosi nella loro controparte lenta (il corpo fisico), la sovraeccitarono, acutizzando all'eccesso il ritmo di alcuni agglomerati organici, e facendo nascere la malattia del cancro. D'altra parte, già si profilava al mondo un nuovo monito del Logos Planetario. Allo scopo di arginare la tendenza, del tutto emozionale ed egocentrica, alla ricerca delittuosa delle sensazioni che il lusso sproporzionato poteva dare, il nostro Logos pronunciò la fatale frase, che nei trattati esoterici è riportata, sotto parole umane, così: L'anima che pecca, morrà". Apparve la tubercolosi. È notorio che, di solito, i tubercolotici si sentono, ancora adesso, per sottili questioni karmiche, orbati quasi di un diritto alla vita ed il ramo, ancora ricco di linfe vitali, illanguidisce, fino a morire. Immaginiamo, ora, milioni di anni, in cui milioni di esseri emanavano, di continuo, per la nota legge dell'energizzazione, dei determinati tipi di irradiamenti pesanti, psichici, colloginosi, e non rimarremo stupiti della nube occulta che tanto acceca l'attuale umanità. Inoltre, aggiungiamo a ciò il fatto che, da quelle lontane epoche, una innumerevole quantità di cadaveri, affetti da sifilide, cancro, tubercolosi è stata sepolta nella terra, tanto da infettarla, essa stessa, di germi nocivi, che, tutt'ora, le brulicano in seno, e comprenderemo come la razza umana dovrà, per forza di cose, risolvere il problema, accettando la cremazione, per unico metodo naturale a salvaguardarsi nel futuro.

La razza Ariana sta, quasi, terminando di sviluppare le sue facoltà mentali e, quindi, rende attivo il terzo dei suoi corpi, in manifestazione: il mentale. Nel dire: corpo, riferendoci agli organismi che possediamo, invisibili fino a quando l'uomo non abbia acquistato la chiaroveggenza, non desideriamo che il lettore cada nell'errore di credere che essi siano minimamente da confondersi con la natura e il modo di apparire del corpo fisico. Nel nostro caso, si tratta di congiungimenti energetici del tutto fuori la portata di una visualizzazione fisica.

La possibilità di giungere a creare ben determinate forme geometriche, qualità dei pensatori, per lo più non rigonfie della pesante sostanza del mondo emozionale, con celerità incredibile ha riempito l'atmosfera quadridimensionale del nostro globo di un fitto intreccio di un altro tipo di energie addomesticate: le cosiddette forme-pensiero. Pietre miliari, che un tempo furono utili, continuano a fare incespicare il passo dei pensatori che addentrino le loro linee telepatiche in tali alte zone magnetiche rutilanti. Ed appare il fenomeno della illusione mentale, in tutte le sue molteplici forme e stature. Con gli errori di direzione intellettuale, errori di originalità pensativa, errori di adattamento alle circostanze, errori di valutazione, ecc.

Risulterà chiara, più avanti, la ragione per la quale noi abbiamo intrapreso la trattazione della presente, specifica problematica, anche se a taluni può sembrare che non entri affatto nell'argomento della telepatia.

Le malattie nervose, le malattie del cuore, ed è facile presumerlo, sono il parto della nostra attuale razza.

Essa, bene o male, ha integrato, in un triangolo abbastanza coordinato, i suoi tre corpi inferiori di manifestazione: il corpo eterico denso, l'astrale, il mentale concreto. Ed ha creato la personalità. È stato, altrove, ben giustamente, affermato che la personalità, non è la somma matematica delle qualità derivanti dai tre corpi, con le loro naturali attività, possedute dall'uomo; ma, è qualcosa di più. È il ponte, vivo e dinamico, che unisce l'uomo all'anima. Agli inizi del suo manifestarsi, è la personalità che, in modo autorevole, prepotente, secco e istintivo ha il dominio sull'entità spirituale. L'anima luminosa è involucrata da tale tinta fuligginosa ed autarchica. Se noi ci guardiamo in giro, quante anime doloranti troviamo, uncinate dall'impossibilità di mostrar la propria natura dolce e divina, da una rete di orpelli, di acerbe immaturità d'esperienza, di concetti non allineati all'universale?

La personalità è il Guardiano della Soglia, dunque. L'ultimo ostacolo che il discepolo deve superare, prima di riconoscersi pura e semplice anima immortale, perfetta, unificata alla Monade, o Vita Universale, latente in sé e nell'universo. Non si tratta, ora, da parte sua, di ribellarsi ad un maya, ad un annebbiamento, ad un'illusione. Si tratta di porsi in condizioni tali da fare in modo che la Luce del Sé Superiore lo raggiunga, prima, tramite sporadiche intermittenze, poi, sino ad inondarlo. Questi impulsi, come dice un Maestro, giungeranno a dargli una indefettibilità di pensiero e di azione, del tutto divina. Ed egli comprenderà, al termine della fatica, che essi gli giungevano telepaticamente, prima dal suo gruppo di comunità di discepoli, poi dal suo Maestro, poi dal Signore del suo Raggio specifico, poi da Shamballa, ed oltre.

Perché abbiamo voluto parlare di una serie di campi magnetici negativi, in cui si trova circondato l'uomo? Il lettore intuitivo lo potrà comprendere. La telepatia è il respiro del Grande Tutto, fluente nello straordinario organo che è la mente umana. E, ogni volta che l'individuo allunga la sua antenna psichica, in qualunque direzione, mette in movimento un determinato fluidismo che si unisce, automaticamente, al maya eterico, all'annebbiamento, all'illusione mondiali. Inoltre, una vera e propria telepatia, per delle ragioni del tutto tecniche e occulte, non può essere fatta, sino a quando, come dice uno degli Adepti, la forma-pensiero della personalità non viene dissolta: fino a quando il guardiano della soglia non si riadatta in grembo alla sua madre naturale, l'Anima.