Il
Maya eterico, l'annebbiamento astrale, l'llusione mentale, il
Guardiano della Soglia
Confusamente,
allo studente può cominciare a delinearsi la causa di quel
colossale fenomeno di accecamento occulto, in cui è immersa
l'umanità, al giorno d'oggi. Abbiamo, spesso, ripetuto che esistono
sette piani di manifestazione, in cui la Monade gioca il suo eterno
ritmo di DIO in espressione. Ma, cos'è la Monade? Non vogliamo
evitare la domanda, nel rispondere: tutto e nulla. E 'il tutto, se
consideriamo, per tutto, l'insondabile voragine che,
qualitativamente e quantitativamente, abbraccia ogni spora in
manifestazione e spunta, come immediato germoglio, alla minima
pressione che il nostro dito scrutatore vi imprime, quando esamina
uno tra i tanti elementi frammentar che costituiscono la veste delle
cose finite e relative; germoglio, che spunta da quell'unico
elemento. Monade, è, anche, quell'unico elemento. Solo l'iniziazione
può dimostrare, obiettivamente, al discepolo, che il finito è
padre dell'infinito, quanto quest'ultimo lo è del primo.
Consideriamo
l'energia, la sola componente del creato, in eterno movimento. E
rappresentiamocela sotto forma di un circolo. Noi sappiamo che in
tale circolo è racchiuso l'uomo e il dio, il finito e l'infinito,
il fisico ed il metafisico. Dove inizia il principio del circolo, e
dove la fine? Dove, l'assoluto; dove, il limitato? Ed è a questo
punto esatto del proprio vibrare interiore che il dio crea; egli afferma
di essere dio; egli decide di essere dio; egli pone i confini tra sé
e l'ambiente, sguaina la spada della volontà inflessibile e traccia
il solco, in cui avanzerà, come tale, e crea il ciclo.
Il Logos Solare, così, ha fatto. Il Logos Cosmico, così, ha fatto.
L'uomo, nell'istante esatto in cui si trova, incrudito e nudo di
altri orpelli dogmatici, o pregiudiziali, nella necessità di
inserirsi in un nuovo, originale modo di vita, così ha fatto, fa,
farà. Questa, la ragione, per cui la volontà integrale è,
indiscutibilmente, la dote unica richiesta ad ogni discepolo. La
Monade, quindi, è, semplicemente, Volontà di Essere;
e, certamente, la Meravigliosa Dama, la Gerarchia Bianca, è
costretta a celare il Suo candido volto, dietro al nero ventaglio
del segreto, quando lo sguardo le si posa su tanti uomini che sono
ben lontani da questa Volontà di Essere. E porge loro, comunque,
delle linee indicatrici a che raggiungano, i migliori, una vittoria
assoluta sulla vita e sulla morte; i secondi, la stupenda lezione,
alla loro ignorante presunzione, di un completo fallimento. Lo
sforzo, è richiesto. Uno sforzo armonioso, amorevole, tenace,
illuminato. E non esistono miglior direzione e miglior ginnastica
per ottenere il premio dell'iniziazione se non quello di
praticare la telepatia, seguendo i principi insegnati dai Maestri
dell'Occulto: Figli della Gerarchia Bianca, e Gerarchia Bianca Essi
stessi.
In
proposito a quanto sopra detto, citiamo le parole di un Adepto, il
quale ebbe occasione di scrivere: "Il mondo, al giorno
d'oggi, è pieno di discepoli, esperti nella conoscenza teorica
dell'Antico, e sempre attuale, Esoterismo, pieni di buona volontà,
altruisti, positivi in quanto al possesso dei sentimenti universali
necessari all'animo per procedere ancora oltre, a più elevate tappe
sul Sentiero. Essi, però, difettano dei rudimenti necessari a che
il maestro possa elevarli nel campo della padronanza occulta della
materia nei tre mondi. In ciò (rendendo vacillante la superbia dei
popoli occidentali) l'oriente ha superato, di gran lunga,
l'occidente." Uno di tali rudimenti è la telepatia. La
telepatia, intesa a sintesi e compimento finale di ogni attività
protagonista nei precedenti cicli reincarnativi; a qualità naturale
e spontanea dell'essersi, l'uomo, trasumanato ed aver attuato la
trasformazione che ha enucleato ogni punto dell'universo in un
minimo comun denominatore: la sua mente; a indice
indiscutibile dell'unificazione, in lui, di spirito e di materia,
ove tempo e spazio sono ridotti ad una costante conquista, immanente
ed attuale. Con la telepatia, i Campioni delle precedenti, della
presente e delle future evoluzioni guidano l'intero assieme delle
vite naturali. È telepatia cosmica quella che riunisce "nella
reciproca Sfera delle Loro Aure" i sistemi solari, che
procedono verso sentieri cosmici sconosciuti: è telepatia il
palpitante cordone di forza vitale e sublimifica che inserisce,
separatamente, in un'unica unità di propositi, il nostro Logos
Solare ai Sette Pianeti Sacri; telepatia, ma di natura
quasi impossibile a comprendersi alla media evoluzione, è il
congiungersi di impressioni celesti, dai porti estranei al sistema
solare, sino al nostro globo. Telepatia è l'unificazione di
ragione, di sentimenti, di corpo che si attua tra i Sette Kumara, le
Forze Splendenti che costituiscono il cervello dirigente della
nostra Gerarchia, e la Gerarchia medesima. Telepatia, infine, è il
rapporto diretto, o, indiretto, costante, o, meno, che intercorre
tra l'Adepto e i Suoi discepoli. I quali è gioco forza che
apprendano, non solo ad essere recettivi alle onde vitali di tanta
suggestiva maestrìa spirituale, ma, a loro volta, che apprendano a
creare, secondo il loro Raggio individuale (Sottoraggio di quello
monadico), sgranantesi nei Raggi della personalità, del corpo
mentale concreto, del corpo astrale e del corpo fisico, una gamma
totale di vibrazioni impressive, che renda loro stessi, a lungo
andare, poli-guida del ritmo occulto della telepatia cosmica.
Come
abbiamo visto nel caos delle energie da noi analizzate, agli inizi
della seconda parte della lezione, Coloro che, oramai, abbiamo
imparato a considerare come i divini fattori di ogni evoluzione, a
partire dal Logos Cosmico, sino a giungere al semplice iniziato di
grado inferiore, elevano il tono dello splendido potere che li
svincola dalla placenta materiale e si unificano, sempre più, alla
Luce solare dell'Essere, con il seguire dei metodi di geometria
naturale animica, e che, in gergo umano, possiamo chiamare del
ritmo gerarchico.
La
Monade si è individualizzata. L'amplesso meraviglioso dei Sette
Kumara, proiezione diretta dei Sette Pianeti Sacri, a loro volta
congiunti a sette Sistemi Solari, di cui uno è il nostro, tutti
dipendenti e parti vive dell'incommensurabile Stella chiamata "Colui
che non si deve nominare", durante l'epoca Lemurica dette
nascita a sette gruppi umani (dopo due razze intangibili ed
umanoidi) e che possedevano, per la prima volta, sul nostro Pianeta,
il corredo di un corpo animale. Narra la tradizione esoterica che
una lingua di fuoco, proveniente dal livello Mentale Cosmico,
unendosi, in un automatico dualismo di riflessi, con la luce
direttiva della Sublimale Coscienza che vibra dalla lontana Stella
Sirio, venne inserita nel nostro pianeta e si fissò in Shamballa,
determinando tutto il corollario di successivi dualismi, i quali,
provocarono anche la nascita dell'Anima nell'uomo. E, sebbene, a
rigor di termini e per quanto riguarda la nostra coscienza
planetaria, la Monade sia quella latente e totalitaria armonia che
sgorga dalle più intime fibre d'ogni forma che costituisce
l'organismo del nostro Pianeta (cioè, il nostro Logos Planetario),
il frantumarsi del Suo sacrificio, con la volontà che Egli aveva di
veder risplendere la Sua Natura in nuove esistenze simili a Lui, creò
degli altri appigli che non è inesatto chiamare: successive Monadi.
L'uomo-animale dimenticò la propria origine divina, separato come
si trovava dal Seme che lo originò. Sette gruppi di umanità
nacquero, nei remoti tempi che vanno da venti milioni a quindici
milioni di anni fa; sette gruppi di innumerevoli gocce di sangue
fremente, sprizzate dal costato dei Sette Dei Planetari, riunite in
sette ordini compatti, dalla volontà super-umana dei Sette Kumara,
collocati nel materno giaciglio dell'amore del nostro Logos
Planetario, e riscaldati dall'alito dei Pitri lunari, provenienti
dalla precedente Catena vitale. Fu necessario che l'uomo
dimenticasse tale origine, per poter raggiungere, con il proprio
sforzo, raffinato dal dolore reincarnativo, l'identità di potere,
amore, sapere del suo Genitore Divino. Unione, ma, anche, giusta
separazione da Esso, vennero fatte dal Re del Mondo, con l'aiuto dei
Suoi sei discepoli, e di un gruppo di Alti Iniziati che
collaborarono - e, in un buon numero, ancora, collaborano - con Lui.
L'uomo si trovò orbato d'ogni potere. Imprigionato in una forma
animale e in attesa di ricongiungere la propria coscienza alla
Primordiale. Lo avrebbe fatto molti milioni di anni dopo. Prima,
inconsciamente; tutelato, guidato dalle sottili Impressioni che,
durante tutto il tempo in cui si manifestò come lemuriano,
atlantideo, ariano gli provennero e gli provengono dalla Gerarchia
Bianca che, man mano, venne ad accrescersi del numero di coloro i
quali, divenuti recettivi ad esse, fecero tesoro delle vibrazioni
che contenevano, vennero iniziati, e si staccarono dal gruppo umano.
Racchiusa
nei tre inferiori, dei sette piani che costituiscono la nota di ogni
forma manifesta, la Monade iniziò ad inerpicarsi verso l'alto.
Durante l'epoca Lemurica, veramente cieca, gattino appena nato, si
dette a conoscere il primo grado dell'esperienza animica: il
materiale. Sviluppò il corpo fisico, fece esperienze d'ogni sorta,
strettamente appigliata alla natura circostante, quasi un tutt'uno
con essa. Alcuni rudimenti della razza li possiamo rintracciare nei
selvaggi boscimani, nei pigmei, nei cacciatori di teste, ecc.. E,
per la nota legge dell'energizzazione, quale abbiamo appena studiata
in precedenza, simile a frutto maturo che venga spremuto, la materia
fisica esalò i suoi effluvi eterici, lasciandoli gravitare e
rimanere, purulenti, nell'atmosfera del globo. Questa, è la ragione
del primo tipo di accecamento occulto (il Maya eterico) in cui si
trova immersa, ora, l'umanità e di cui rivelammo l'esistenza
all'inizio della lezione. Troppo sottile è lo spiegarne
l'espressione, nel quotidiano ritmo che ci circonda. Da una parte,
l'amore accentuato per ogni attività prettamente biologica, il
profondo fascino (spiccata rivelazione di un tipo speciale di
energia che rimane, ancora ansimante, a chiamare l'uomo bambino) che
egli prova verso la crosta materiale delle cose, lo psicopatico
munirsi di medicine, per l'inesistere della certezza che la carne e
lo spirito sono un tutt'uno di divino; la ignorante mancanza di
amore per la forma, che viene sottoposta a sforzi incruenti;
dall'altra parte, in una assoluta mancanza di sensibilità psichica,
tutto ciò è l'accento di illusione mayavica. Diciamo,
fuggevolmente, che è appunto da tale tenaglia possessiva che
l'aspirante cerca di sfuggire, definitivamente, quando devitalizza
le sue troppo potenti funzioni biologiche, adattandosi a ritmi di
rieducazione fisica, come il celibato, il vegetarianismo, il
distacco da abitudini alcooliche, dal fumo, ecc..
È
cosa risaputa dagli esperti in esoterismo che le malattie veneree
furono un ammonimento dato dal Logos Planetario all'umanità
Lemurica, affinchè la medesima cessasse di galvanizzare il suo
centro sacrale, che è l'allineamento diretto dell'uomo con il piano
eterico, ed in cui, tra l'altro, si rinfocola l'agglomerato erotico
dell'Io.
Lentamente
nacque l'Atlantide. Il baricentro delle attività interiori
dell'uomo si spostò, dal piano puramente eterico-denso, a quello
emotivo. L'immaturità sua, la mancanza di esperienza e, quindi, il
desiderio di essere esclusivo, in ogni forma delle medesime,
determinò la manifestazione di una razza che - e molti lo sanno -
fu la più grassamente nutrita di lussi, la più egoista, la più
delittuosa che apparve sul globo. Ciò nondimeno, il secondo dei
corpi di manifestazione dell'uomo si consolidò, si strutturò,
prese possesso dell'ambiente esterno; ora, allineato al secondo, a
partire dal basso, dei piani di manifestazione. Al secondo dei tre
regni della forma. Il mondo astrale è ben esistente; altri trattati
ne hanno parlato, il più delle volte errando nelle loro
conclusioni. Un mondo che, salvo nella sua limitata natura,
squisitamente divina, per il novanta su cento è costituito dalle
pesanti emanazioni emotive ed energetiche che colano, resina
dall'albero, dal sentimento estroverso dell'uomo. Ogni esperto
chiaroveggente, nel guardare, dalla giusta posizione occulta, il
nostro stupendo globo, lo vede foscamente ammantato, nei suoi
aspetti astrali e che non toccano affatto la Grande Natura del
nostro Logos Planetario, di una oscura nube energetica, che ancora
sfugge alle analisi degli strumenti scientifici. In essa l'uomo
vive, di costante. Tale piano di esistenza è il primo che emerge
davanti allo sguardo attonito dell'Anima, allorquando lascia il
corpo fisico. Ma, la circonda, tuttavia, in ogni suo attimo di vita
incarnata. Il "fumo" è talmente denso che gli Adepti si
stupiscono, non già che l'uomo ne venga soltanto inibito nelle doti
spirituali, ma che, addirittura, possa sopravvivere ad esso. Tale
entità involutiva costituisce l'annebbiamento spirituale. La paura
dell'ignoto, l'eccessivo materialismo, l'attaccamento cieco ed
ossessivo ad affetti per cose e persone, il dualismo, che costringe
l'uomo a mordersi continuamente la coda, la cecità, che si
sovrappone a colui che inizia a calcare il Sentiero, sono tutte
forme di questo annebbiamento. È in tale annebbiamento che si
dibatte il discepolo atlantideo Arjuna, nella Baghavad Gita, prima
di iniziare il grande combattimento nel campo Kurukshetra.
Inorridita
dalla malattia venerea, la Lemuria, confluendo nella razza
atlantidea, vi si ribellò troppo violentemente, in vaste zone
sociali, e spostò il perno delle sue linee di attività nel campo
puramente emotivo, tralasciando, a mezzo di precise inibizioni, gli
eccessi materialistici. Tale strappo violento, come era naturale,
creò una distonìa nei corpi dell'uomo; mise in eccessiva attività
il sopìto corpo astrale, le cui cellule, riflettendosi nella loro
controparte lenta (il corpo fisico), la sovraeccitarono, acutizzando
all'eccesso il ritmo di alcuni agglomerati organici, e facendo
nascere la malattia del cancro. D'altra parte, già si
profilava al mondo un nuovo monito del Logos Planetario. Allo scopo
di arginare la tendenza, del tutto emozionale ed egocentrica, alla
ricerca delittuosa delle sensazioni che il lusso sproporzionato
poteva dare, il nostro Logos pronunciò la fatale frase, che nei
trattati esoterici è riportata, sotto parole umane, così: L'anima
che pecca, morrà". Apparve la tubercolosi. È notorio che,
di solito, i tubercolotici si sentono, ancora adesso, per sottili
questioni karmiche, orbati quasi di un diritto alla vita ed il ramo,
ancora ricco di linfe vitali, illanguidisce, fino a morire.
Immaginiamo, ora, milioni di anni, in cui milioni di esseri
emanavano, di continuo, per la nota legge dell'energizzazione, dei
determinati tipi di irradiamenti pesanti, psichici, colloginosi, e
non rimarremo stupiti della nube occulta che tanto acceca l'attuale
umanità. Inoltre, aggiungiamo a ciò il fatto che, da quelle
lontane epoche, una innumerevole quantità di cadaveri, affetti da
sifilide, cancro, tubercolosi è stata sepolta nella terra, tanto da
infettarla, essa stessa, di germi nocivi, che, tutt'ora, le
brulicano in seno, e comprenderemo come la razza umana dovrà, per
forza di cose, risolvere il problema, accettando la cremazione, per
unico metodo naturale a salvaguardarsi nel futuro.
La
razza Ariana sta, quasi, terminando di sviluppare le sue facoltà
mentali e, quindi, rende attivo il terzo dei suoi corpi, in
manifestazione: il mentale. Nel dire: corpo, riferendoci agli
organismi che possediamo, invisibili fino a quando l'uomo non abbia
acquistato la chiaroveggenza, non desideriamo che il lettore cada
nell'errore di credere che essi siano minimamente da confondersi con
la natura e il modo di apparire del corpo fisico. Nel nostro caso,
si tratta di congiungimenti energetici del tutto fuori la portata di
una visualizzazione fisica.
La
possibilità di giungere a creare ben determinate forme geometriche,
qualità dei pensatori, per lo più non rigonfie della pesante
sostanza del mondo emozionale, con celerità incredibile ha riempito
l'atmosfera quadridimensionale del nostro globo di un fitto
intreccio di un altro tipo di energie addomesticate: le cosiddette
forme-pensiero. Pietre miliari, che un tempo furono
utili, continuano a fare incespicare il passo dei pensatori che
addentrino le loro linee telepatiche in tali alte zone magnetiche
rutilanti. Ed appare il fenomeno della illusione mentale, in tutte
le sue molteplici forme e stature. Con gli errori di direzione
intellettuale, errori di originalità pensativa, errori di
adattamento alle circostanze, errori di valutazione, ecc.
Risulterà
chiara, più avanti, la ragione per la quale noi abbiamo intrapreso
la trattazione della presente, specifica problematica, anche se a
taluni può sembrare che non entri affatto nell'argomento della
telepatia.
Le
malattie nervose, le malattie del cuore, ed è facile
presumerlo, sono il parto della nostra attuale razza.
Essa,
bene o male, ha integrato, in un triangolo abbastanza coordinato, i
suoi tre corpi inferiori di manifestazione: il corpo eterico denso,
l'astrale, il mentale concreto. Ed ha creato la personalità.
È stato, altrove, ben giustamente, affermato che la personalità,
non è la somma matematica delle qualità derivanti dai tre corpi,
con le loro naturali attività, possedute dall'uomo; ma, è qualcosa
di più. È il ponte, vivo e dinamico, che unisce l'uomo all'anima.
Agli inizi del suo manifestarsi, è la personalità che, in modo
autorevole, prepotente, secco e istintivo ha il dominio sull'entità
spirituale. L'anima luminosa è involucrata da tale tinta
fuligginosa ed autarchica. Se noi ci guardiamo in giro, quante anime
doloranti troviamo, uncinate dall'impossibilità di mostrar la
propria natura dolce e divina, da una rete di orpelli, di acerbe
immaturità d'esperienza, di concetti non allineati all'universale?
La
personalità è il Guardiano della Soglia, dunque. L'ultimo ostacolo
che il discepolo deve superare, prima di riconoscersi pura e
semplice anima immortale, perfetta, unificata alla Monade, o Vita
Universale, latente in sé e nell'universo. Non si tratta, ora, da
parte sua, di ribellarsi ad un maya, ad un annebbiamento, ad
un'illusione. Si tratta di porsi in condizioni tali da fare in
modo che la Luce del Sé Superiore lo raggiunga, prima, tramite
sporadiche intermittenze, poi, sino ad inondarlo. Questi impulsi,
come dice un Maestro, giungeranno a dargli una indefettibilità di
pensiero e di azione, del tutto divina. Ed egli comprenderà, al
termine della fatica, che essi gli giungevano telepaticamente, prima
dal suo gruppo di comunità di discepoli, poi dal suo Maestro, poi
dal Signore del suo Raggio specifico, poi da Shamballa, ed oltre.
Perché
abbiamo voluto parlare di una serie di campi magnetici negativi, in
cui si trova circondato l'uomo? Il lettore intuitivo lo potrà
comprendere. La telepatia è il respiro del Grande Tutto,
fluente nello straordinario organo che è la mente umana. E, ogni
volta che l'individuo allunga la sua antenna psichica, in qualunque
direzione, mette in movimento un determinato fluidismo che si
unisce, automaticamente, al maya eterico, all'annebbiamento,
all'illusione mondiali. Inoltre, una vera e propria telepatia, per
delle ragioni del tutto tecniche e occulte, non può essere fatta,
sino a quando, come dice uno degli Adepti, la forma-pensiero della
personalità non viene dissolta: fino a quando il guardiano della
soglia non si riadatta in grembo alla sua madre naturale, l'Anima.
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