Lezione Diciassettesima (parte terza)

 

Tutti i chiaroveggenti, nell'osservare un uomo in atteggiamento cogitabondo, ne hanno visto le idee: sono entrati in contatto con le energie sottili che egli trattava inconsciamente. E tutti sono rimasti d'accordo nel dire che ciò che veniva pensato da quell'uomo essi lo vedevano "galleggiare", in linee armoniose, o, confuse, a seconda della potenza del pensatore, a pochi centimetri davanti ai suoi occhi. Fate una prova. Sceglietevi una rappresentazione mentale di qualche esperienza, da voi vissuta, e che, tuttora, continui ad interessarvi, vitalmente. Diciamo: "che continui ad interessarvi, vitalmente", perché è necessario che, per avere una potenza efficace, il pensiero vibri secondo una tonalità forte. Rappresentatevi l'esperienza, mentalmente, fino a fissare un solo particolare. Sarà una mano, saranno le rotaie di un tram, sarà il candelabro di una chiesa; non importa cosa. Voi sentirete, distintamente, che tale piccola figurina, partorita dal vostro immaginare, vi vellicherà la fronte, a pochi centimetri davanti agli occhi, sostenuta dal chakra ajna. Ricordatevi, è molto difficile saper pensare egregiamente. È, anche, pericoloso intraprendere degli esperimenti telepatici, nella direzione sbagliata e senza dei graduali allenamenti e con una saggia previsione degli ostacoli a cui si vada incontro. Quando l'uomo intensifica la sua tonalità magnetica, poiché, purtroppo, si trova a dover superare delle barriere di forze stagnanti, sia in lui, che fuori di lui, e poiché, anche, non ha la volontà necessaria a spazzar via ogni impedimento energetico che gli viene dall'atmosfera celata del nostro globo, potranno succedergli vari inconvenienti. Se noi sfreghiamo un pezzetto di ambra, esso si elettrizzerà ed attrarrà dei corpuscoli di polvere, che ne appanneranno la levigatezza. Se noi tuffiamo in una scatola di limatura di ferro una calamita, essa resterà appesantita da una considerevole quantità di ferro. Lo stesso accadrà all'uomo, che inizia la telepatia. Indiscutibilmente, gli sforzi che egli compie per il suo desiderio di aumentare il potenziale magnetico lo elettrizzano e, prima o poi, senza le debite precauzioni, egli si troverà circondato da una massa vibrante di corpuscoli energetici, che ammanteranno la sua natura ancora impura, rendendo argilloso il terreno su cui cammina. Ecco perché i Maestri insistono molto che, prima di addentrarsi in esperienze di carattere occulto, il discepolo purifichi i propri moventi e la propria natura. V'è, poi, ancora, un altro inconveniente, per chi comincia a praticare l'arte della telepatia. La sua debolezza psichica. Esistono pochi individui che riescano a forare la placenta di forze in cui si trovano tutelati, o quelle della loro aura, e a toccare un'altra aura: l'aura, cioè, con cui vogliono entrare in contatto. Ciò fa sì che gli incauti, credendo di procedere con successo sulla strada della telepatia, gonfino di sostanze-pensiero, sempre rinnovate, simile a un palloncino colorato, la loro aura. E raggiungano gli stessi insuccessi di cui abbiamo parlato poco fa. Uno dei Maestri afferma che, tra coloro i quali, al giorno d'oggi, si dicono telepatici, o, medium, il novanta per cento cade nell'illusione piena. Essi manipolano e rimanipolano forme-pensiero, o, vibrazioni del loro subconscio, attorno, e nella loro stessa zona astro-mentale. Mettono insieme, in una cecità poco intelligente, dei messaggi, quasi tutti nello stesso tono; poi, affermano che l'entità ha parlato, o, l'amico ha risposto, da una città distante. Per lo più, si tratta di persone in buona fede; quindi, ancor più pericolose. Ma, lo stesso Maestro, esorta, nel contempo, a rinnovare gli sforzi, e dice che la Gerarchia ha bisogno di discepoli, i quali sappiano impressionare e siano telepatici.

L'abitudine a pensare rettamente, con precisione e con maturità, darà il sottostrato necessario ad avere un pensiero efficace, per venire proiettato e per ricevere. Solo adesso può risultare chiaro perché, con ampiezza di dettagli, abbiamo parlato del maya lemurico, dell'annebbiamento atlantideo e dell'illusione ariana: impedimenti energetici che devono essere conosciuti e "sentiti" prima e durante l'atto telepatico.

I METODI DELLA TELEPATIA

Si è fatto un gran parlare, negli studi di esoterismo, della PACE, tanto che l'uomo pensa che essa esista, in qualche angolo dell'universo, in maniera integrale. Con ciò, perdendo di vista il messaggio dei Grandi Illuminati. Quello del ritmo, quello del Movimento Eterno, quello del grande Respiro del Tutto. Un sottile senso di egoismo e di pigrizia mentale viene, ogni volta, alimentato nel neofita, quando egli inserisce lo sguardo verso la direzione della "Luce che è oltre"; pensa che, lì, si metterà seduto, superiore alla problematica minuta dell'Essere, dimentico del dolore e della sofferenza. Eppure, tali individui non hanno capito il messaggio del Cristo, il Grande Dolente, l'Incessante Lavoratore. È un Dolore Soggettivo, il Suo; un "Dolore di identificazione", di natura così alta, da riuscire incomprensibile alla massa.

Quale pace, quindi, dovrà cercare l'uomo, prima di dedicarsi all'esercizio di una proiezione, o, di una ricezione telepatica? La pace dell'amore, la quale è un'attività così intensa, che non viene percepita dal pigro occhio di chi non sappia amare. Lo Spirito, la cui natura è amore, è stato paragonato, dagli indiani, ad una ruota che giri, su sè stessa, ad incredibile velocità. I suoi raggi non sono visibili, e pare che, addirittura, se ne stiano immobili. Questa, è la pace che occorre possedere, mentre si applica la telepatia. Là, ove tutti i sensi mentali, spirituali, eterici sono desti. Là, ove non esiste differenza tra soggetto ed oggetto; là, ove l'uomo si riconosce chiaramente TUTTO IN TUTTO.

Egli possiede un'idea. Egli sa che il sussurrìo delle linfe vitali, nel suo corpo eterico, è la eco dei campi Eterico-Cosmici; la eco del Logos. Egli sa che egli è uno con il Logos. Il chakra brahmarandra e l'ajna, già da tempo, hanno unito le loro scintille vitali, e, tramite il matrimonio nei cieli, l'unificazione tra il Cristo in lui, e l'uomo in lui, ha avuto luogo. Egli sa che, nella quarta dimensione, non v'è separazione tra il soggetto e l'oggetto; tra di lui e l'essere con cui vuole entrare in rapporto telepatico. Dal chakra brahmarandra introduce l' idea nella zona magnetica del centro ajna, le dà consistenza oggettiva e, tramite la parola, sussurrata leggermente, mette in funzione il chakra della gola. La parola è l'involucro di quell'idea, la parola diviene discorso telepatico. Il suono fa vibrare il corpo eterico, preludio al denso. Il Verbo si fa Carne. Chi ha orecchie per udire ascolti.

Dall'altro capo del filo, il ricevente terrà aperto, come un fiore, il centro posto tra le sopracciglia, ed inerte quello alla sommità del capo: e, nitida, la vibrazione si circoscriverà nell'ajna, la fusione avverrà, il messaggio sarà stato accolto, la parola percepita. Questi rapporti, condurranno, in breve, ad eliminarli completamente. L'uomo preesisterà alla manifestazione. E sarà, prima di essere. Un Maestro afferma che è vicino il tempo beato in cui le parole, sia mentali che materiali, verranno abolite. E chi può descrivere la sfera di beatitudine, ove tutto è compiuto e il Fiore della Vita si erge, splendido e maestoso, senza sostegni che lo reggano? Questa, è la mèta a cui deve giungere ogni discepolo. Questo, il vertice del Sentiero.