Lezione Diciannovesima (parte prima)

 

La morte ed il suo meccanismo

Chi non ha capito il messaggio della vita, non può affrontare quello della morte. La prigione composta dai concetti errati che l'uomo ha riguardo ai fatti fondamentali dell'esistenza è stata sempre la causa principale che ha mosso a misericordia i Grandi Maestri dell'Arcano. Come fare a spiegare ad un uomo, modello di un particolare tipo di società, la musicalità dell'essere universale, ove la melodica danza di due eterne componenti - vita e morte - compongono l'architettura di tutto ciò che è manifesto? Come spiegare a colui che, per oggetto delle sue analisi quotidiane, ha una mente in cui non filtra il raggio di sole dell'intuizione, che trema al pensiero di cosa possa accadergli l'indomani, che si avviticchia ai pochi anni di vita terrestre, considerandoli fini a sè stessi e non trampolino a qualcosa di molto più vasto, che egli è, effettivamente ed improrogabilmente, un'anima immortale, destinata ad un futuro luminoso, che mente umana non può ancora immaginare, da lui intessuto giorno per giorno, con le sue azioni, ed anche con le sue inazioni?

Non esiste angolo della nostra terra, in cui la morte non combaci esattamente con tutte le più piccole e più grandi attività della vita. Senza ricorrere alla descrizione della lotta quotidiana dell'esistenza, nella giungla, ove la gazzella soccombe al leone, il bruco all'uccellino, il selvaggio alle più forti tribù (e, per non parlare della giungla d'asfalto!..). Fermiamo la nostra attenzione, lì, dove pare che la distruzione non entri affatto: sui colori, ad esempio, lucidi e vivi, di una mela, di un albero, o, sulla carne tenera di un bambino, protetto dall'amplesso materno, in una casa invernale; o, sul tronco di una secolare quercia, lontana da ogni attività, nel pieno silenzio di una foresta, immune da pericoli esterni. Visti sotto l'occhio indagatore di uno strumento scientifico, tutti questi tessuti vitali si dimostrano, nascostamente, sottoposti ad una legge continua di distruzione; non passa minuto, non passa istante che un numero incalcolabile di cellule evitino di restare distrutte dall'afflusso prepotente di altre cellule, in nuova nascita. La mela, così tonda, così bella, così profumata è arrivata a maturità, sull'albero, solo grazie al ritmo di una legge inflessibile, e che regna latente in ogni atomo del nostro pianeta: l'avvicendarsi della morte, che spiana il terreno alla vita. Ha acquistato il dolce sapore, solo grazie alla morte ed al rinnovamento delle vecchie cellule, durante il processo di maturazione; solo grazie alla morte del fiore precedente. E solo alla sua morte, quando spargerà i semi sul terreno, nasceranno altri alberi. È più forte la morte della vita? O, la vita, della morte? V'è un equilibrio perfetto. Un equilibrio che è latente, sia nell'immanifesto che nel manifesto. La vita è; e la morte, come normalmente intende l'uomo profano, pur se in apparenza può sembrare distruzione, è rinnovamento, catarsi. Vediamo che, quindi, anche la reincarnazione appare in argomento. Ma, l'anima intuitiva dei più ispirati studenti di queste lezioni si renderà conto che la reincarnazione è qualcosa di molto più vasto, di quanto ne pensino molti esoterici. La incarnazione è evoluzione, è ritmo nuovo, è forma sempre migliore. Non appartiene soltanto all'uomo; ma, a tutte le specie di vita. Il fiore si reincarna, e diventa mela; la mela diventa albero; l'albero crea fiori. Quindi, il fiore, da creato, diventa creatore. Il ciclo è compiuto. Dio, incarnato nell'albero, ha dato la sua qualità alla propria creatura. Prima, tramite la vita; poi, con la morte. È chiaro che il processo, quale noi lo abbiamo descritto, è più lento, più ritmico; ma, invariato.

Ad ogni periodo d'espressione, quando l'uomo è pervenuto alla massima apoteosi delle proprie energie ed attività creatrici, le medesime illanguidiscono ed egli inizia a morire, decine di anni prima della fine fisica. La morte, Meravigliosa Sorella, incomincia a baciarlo verso i 45 anni, trasmutandone le energie fisiche e le esperienze fatte, in saggezza, in potere mentale, in essenza melodiosa e spirituale. E, già, la personalità comincia a percepire, misteriosamente, suggestivamente, il richiamo dell'Angelo Solare, che le aveva allentato le briglie sul collo, lasciandole una quasi totale libertà, nel campo dell'espressione reincarnativa. Il legame tra l'anima e la personalità, che i discepoli saldano molto tempo prima, quando intraprendono lo scosceso Sentiero dell'Illuminazione, comincia a palpitare e ad avvolgere l'uomo, in modo naturale, alle soglie della vecchiaia.

È stato detto, giustamente, che l'anima, nella sua profetica natura, non solo conosce il momento della morte dell'io fisico, che nutre, durante un'incarnazione, dall'alto; ma, è la protagonista di tale fenomeno definitivo. Difatti, benchè l'uomo creda di essere, nel suo aspetto cosciente, padrone del campo espressivo in cui si trova a fare esperienze, ben piccola parte egli ha in tutto ciò. La scienza moderna ha diviso le funzioni psichiche dell'uomo e quelle biologiche in due parti. Per quanto riguarda la sfera delle sue attività corporali, si studia che l'uomo ne detiene il controllo con il proprio sistema nervoso; il quale si divide in due parti: il cerebro spinale e il gran simpatico. Il cerebro spinale è il fulcro ad ogni movimento voluto e dinamico dell'essere umano. È sotto la presa diretta del comando della propria coscienza. Mentre, il gran simpatico dà movimento e ritmo a tutte le funzioni prettamente biologiche; quali, le digestive, il movimento della corrente sanguigna, la funzione del cuore, ecc.. Le scuole di yoga orientale, tramite il ponte diretto del sistema cerebro-spinale, sono riuscite a controllare il gran simpatico, facendo sì che molti yogi riuscissero, a volontà, a fermare il battito del cuore, senza pericolo, ad accelerare la corrente sanguigna, ad accelerare il processo digestivo. In tutto ciò entra la volontà. La duplice divisione di cui, solo per accenno, abbiamo parlato, è il riflesso fisico dell'altra frattura che esiste, nell'interno dell'uomo, tra mente cosciente e mente subconscia. Freud fu il primo scienziato moderno che si accorse dell'importanza della psiche umana, oltre che della sua natura duale, vista sotto tale aspetto. E, quando affermò, facendosi inconsapevole rivelatore di antichissime e tradizionali verità esoteriche, che il subconscio era la radice prima di ogni funzione della mente conscia, destò un vivo interesse; ma, anche, molta incredulità, molto scetticismo e sarcasmo nel campo degli scienziati accademici di allora. Eppure, egli intuì delle verità fondamentali: e chi scrive non si stupirebbe se, inconsciamente, Freud fosse entrato in contatto supernormale con qualche rivelazione inviatagli dall'alto.

(nota: vorremmo che lo studente non fraintendesse quanto gli diciamo, circa le "intuizioni dall'alto". V'è sempre uno scambio di energie tra gli antipodi. Una mente recettiva è necessaria, quanto una mente impressiva. Nessun Maestro può ispirare un genio della specie umana, se quest'ultimo non possiede una natura, anche se appena abbozzata, pari alla natura dell'Adepto. Ciò diciamo, per togliere l'illusione che l'uomo sia strumento passivo di Forze Superiori).

Ciò nondimeno, molto poco si sa sulla sfera misteriosa delle funzioni animiche. Difatti, l'dentità del subconscio-conscio e sistema nervoso spinale-gran simpatico non sono altro che il riverbero diretto dell'anima. Ed essa ha funzioni molto più vaste di quanto non si creda. L'investigazione dell'immenso territorio che le compete e la larvata intuizione dei poteri con i quali si trova a contatto hanno determinato, lungo i tempi, colorati dagli aspetti negativi del Sesto Raggio, o del Raggio della devozione, la nascita delle religioni, l'affermazione dell'innata divinità dell'uomo, il ritmo coordinato e confuso, per spostare il baricentro dell'umanità, dal piano puramente materiale, a quello spirituale. L'Epoca dell'Aquario (di cui, la descrizione viene data nelle prossime lezioni sui pleniluni) ha fatto nascere la scienza dell'anima. Che è, semplicemente, la moderna psicologia. Tale scienza è allo stato embrionale; è come una conchiglia dalle valve serrate; ma, che sta per mostrare la perla di una rivelazione che lascerà attoniti scienziati e mondo futuri. Diamo, quindi, qualche accenno a ciò che sarà tale conoscenza; non si tratta di rivelazioni, o, di profezie. Ma, di semplici, improrogabili deduzioni, alla base di quanto è stato esposto nel trattato.