La
morte ed il suo meccanismo
Chi
non ha capito il messaggio della vita, non può affrontare quello
della morte. La prigione composta dai concetti errati che l'uomo ha
riguardo ai fatti fondamentali dell'esistenza è stata sempre la
causa principale che ha mosso a misericordia i Grandi Maestri
dell'Arcano. Come fare a spiegare ad un uomo, modello di un
particolare tipo di società, la musicalità dell'essere universale,
ove la melodica danza di due eterne componenti - vita e morte -
compongono l'architettura di tutto ciò che è manifesto? Come
spiegare a colui che, per oggetto delle sue analisi quotidiane, ha
una mente in cui non filtra il raggio di sole dell'intuizione, che
trema al pensiero di cosa possa accadergli l'indomani, che si
avviticchia ai pochi anni di vita terrestre, considerandoli fini a sè
stessi e non trampolino a qualcosa di molto più vasto, che egli è,
effettivamente ed improrogabilmente, un'anima immortale, destinata
ad un futuro luminoso, che mente umana non può ancora immaginare,
da lui intessuto giorno per giorno, con le sue azioni, ed anche con
le sue inazioni?
Non
esiste angolo della nostra terra, in cui la morte non combaci
esattamente con tutte le più piccole e più grandi attività della
vita. Senza ricorrere alla descrizione della lotta quotidiana
dell'esistenza, nella giungla, ove la gazzella soccombe al leone, il
bruco all'uccellino, il selvaggio alle più forti tribù (e, per non
parlare della giungla d'asfalto!..). Fermiamo la nostra attenzione,
lì, dove pare che la distruzione non entri affatto: sui colori, ad
esempio, lucidi e vivi, di una mela, di un albero, o, sulla carne
tenera di un bambino, protetto dall'amplesso materno, in una casa
invernale; o, sul tronco di una secolare quercia, lontana da ogni
attività, nel pieno silenzio di una foresta, immune da pericoli
esterni. Visti sotto l'occhio indagatore di uno strumento
scientifico, tutti questi tessuti vitali si dimostrano,
nascostamente, sottoposti ad una legge continua di distruzione; non
passa minuto, non passa istante che un numero incalcolabile di
cellule evitino di restare distrutte dall'afflusso prepotente di
altre cellule, in nuova nascita. La mela, così tonda, così bella,
così profumata è arrivata a maturità, sull'albero, solo grazie al
ritmo di una legge inflessibile, e che regna latente in ogni atomo
del nostro pianeta: l'avvicendarsi della morte, che spiana il
terreno alla vita. Ha acquistato il dolce sapore, solo grazie alla
morte ed al rinnovamento delle vecchie cellule, durante il processo
di maturazione; solo grazie alla morte del fiore precedente. E solo
alla sua morte, quando spargerà i semi sul terreno, nasceranno
altri alberi. È più forte la morte della vita? O, la vita, della
morte? V'è un equilibrio perfetto. Un equilibrio che è latente,
sia nell'immanifesto che nel manifesto. La vita è; e la
morte, come normalmente intende l'uomo profano, pur se in apparenza
può sembrare distruzione, è rinnovamento, catarsi. Vediamo che,
quindi, anche la reincarnazione appare in argomento. Ma, l'anima
intuitiva dei più ispirati studenti di queste lezioni si renderà
conto che la reincarnazione è qualcosa di molto più vasto, di
quanto ne pensino molti esoterici. La incarnazione è evoluzione, è
ritmo nuovo, è forma sempre migliore. Non appartiene soltanto
all'uomo; ma, a tutte le specie di vita. Il fiore si reincarna, e
diventa mela; la mela diventa albero; l'albero crea fiori. Quindi,
il fiore, da creato, diventa creatore. Il ciclo è compiuto. Dio,
incarnato nell'albero, ha dato la sua qualità alla propria
creatura. Prima, tramite la vita; poi, con la morte. È chiaro che
il processo, quale noi lo abbiamo descritto, è più lento, più
ritmico; ma, invariato.
Ad
ogni periodo d'espressione, quando l'uomo è pervenuto alla massima
apoteosi delle proprie energie ed attività creatrici, le medesime
illanguidiscono ed egli inizia a morire, decine di anni prima della
fine fisica. La morte, Meravigliosa Sorella, incomincia a baciarlo
verso i 45 anni, trasmutandone le energie fisiche e le esperienze
fatte, in saggezza, in potere mentale, in essenza melodiosa e
spirituale. E, già, la personalità comincia a percepire,
misteriosamente, suggestivamente, il richiamo dell'Angelo Solare,
che le aveva allentato le briglie sul collo, lasciandole una quasi
totale libertà, nel campo dell'espressione reincarnativa. Il legame
tra l'anima e la personalità, che i discepoli saldano molto tempo
prima, quando intraprendono lo scosceso Sentiero dell'Illuminazione,
comincia a palpitare e ad avvolgere l'uomo, in modo naturale, alle
soglie della vecchiaia.
È
stato detto, giustamente, che l'anima, nella sua profetica natura,
non solo conosce il momento della morte dell'io fisico, che nutre,
durante un'incarnazione, dall'alto; ma, è la protagonista di tale
fenomeno definitivo. Difatti, benchè l'uomo creda di essere, nel
suo aspetto cosciente, padrone del campo espressivo in cui si trova
a fare esperienze, ben piccola parte egli ha in tutto ciò. La
scienza moderna ha diviso le funzioni psichiche dell'uomo e quelle
biologiche in due parti. Per quanto riguarda la sfera delle sue
attività corporali, si studia che l'uomo ne detiene il controllo
con il proprio sistema nervoso; il quale si divide in due parti: il
cerebro spinale e il gran simpatico. Il cerebro spinale è il fulcro
ad ogni movimento voluto e dinamico dell'essere umano. È sotto la
presa diretta del comando della propria coscienza. Mentre, il gran
simpatico dà movimento e ritmo a tutte le funzioni prettamente
biologiche; quali, le digestive, il movimento della corrente
sanguigna, la funzione del cuore, ecc.. Le scuole di yoga orientale,
tramite il ponte diretto del sistema cerebro-spinale, sono riuscite
a controllare il gran simpatico, facendo sì che molti yogi
riuscissero, a volontà, a fermare il battito del cuore, senza
pericolo, ad accelerare la corrente sanguigna, ad accelerare il
processo digestivo. In tutto ciò entra la volontà. La duplice
divisione di cui, solo per accenno, abbiamo parlato, è il riflesso
fisico dell'altra frattura che esiste, nell'interno dell'uomo, tra
mente cosciente e mente subconscia. Freud fu il primo scienziato
moderno che si accorse dell'importanza della psiche umana, oltre che
della sua natura duale, vista sotto tale aspetto. E, quando affermò,
facendosi inconsapevole rivelatore di antichissime e tradizionali
verità esoteriche, che il subconscio era la radice prima di ogni
funzione della mente conscia, destò un vivo interesse; ma, anche,
molta incredulità, molto scetticismo e sarcasmo nel campo degli
scienziati accademici di allora. Eppure, egli intuì delle verità
fondamentali: e chi scrive non si stupirebbe se, inconsciamente,
Freud fosse entrato in contatto supernormale con qualche rivelazione
inviatagli dall'alto.
(nota:
vorremmo che lo studente non fraintendesse quanto gli diciamo, circa
le "intuizioni dall'alto". V'è sempre uno scambio di
energie tra gli antipodi. Una mente recettiva è necessaria, quanto
una mente impressiva. Nessun Maestro può ispirare un genio della
specie umana, se quest'ultimo non possiede una natura, anche se
appena abbozzata, pari alla natura dell'Adepto. Ciò diciamo, per
togliere l'illusione che l'uomo sia strumento passivo di Forze
Superiori).
Ciò
nondimeno, molto poco si sa sulla sfera misteriosa delle funzioni
animiche. Difatti, l'dentità del subconscio-conscio e sistema
nervoso spinale-gran simpatico non sono altro che il riverbero
diretto dell'anima. Ed essa ha funzioni molto più vaste di quanto
non si creda. L'investigazione dell'immenso territorio che le
compete e la larvata intuizione dei poteri con i quali si trova a
contatto hanno determinato, lungo i tempi, colorati dagli aspetti
negativi del Sesto Raggio, o del Raggio della devozione, la nascita
delle religioni, l'affermazione dell'innata divinità dell'uomo, il
ritmo coordinato e confuso, per spostare il baricentro dell'umanità,
dal piano puramente materiale, a quello spirituale. L'Epoca dell'Aquario
(di cui, la descrizione viene data nelle prossime lezioni sui
pleniluni) ha fatto nascere la scienza dell'anima. Che è,
semplicemente, la moderna psicologia. Tale scienza è allo stato
embrionale; è come una conchiglia dalle valve serrate; ma, che sta
per mostrare la perla di una rivelazione che lascerà attoniti
scienziati e mondo futuri. Diamo, quindi, qualche accenno a ciò che
sarà tale conoscenza; non si tratta di rivelazioni, o, di profezie.
Ma, di semplici, improrogabili deduzioni, alla base di quanto è
stato esposto nel trattato.
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