Lezione Diciannovesima (parte seconda)

 

La reincarnazione: che cosa è?

Le anime "sorelle", o binomi d'anima

Il processo della morte e della vita in tutto l'universo.

Gli iniziati, o yoghi, che non conoscono morte.

Morire e rinascere a volontà.

Le ragioni della reincarnazione

L'anima dell'uomo è dualista, nella sua natura. Questo dualismo non è qualcosa di antagonistico, anche se, all'inizio dell'evoluzione umana, può sembrar tale. Il dualismo, quale noi lo intendiamo, è di vibrazione occulta. Se, da una parte, simile ad una radio emittente, l'anima fa "terra", con il mondo oggettivo, con la sua personalità, nei suoi tre corpi (eterico denso, astrale, mentale), essa, contemporaneamente, appartiene ad un reame di energie, per la maggior parte sconosciute al mondo d'oggi. Possiamo, difatti, paragonare l'essere umano ad un vulcano. Di tanto in tanto, dalle profondità, nelle viscere della terra, scaturisce fuori della lava, del fumo, e, di tanto in tanto, il vulcano è scosso da brontolii e da tremolii, che lo pervadono tutto. Ma le leggi della natura ritmano l'immensa quantità di fuoco liquido ed equilibrano il mondo interno del pianeta, mandandone fuori quel tanto che occorre, attraverso gli squarci esterni che esistono, disseminati nel territorio di essa. Quindi, ogni vulcano non è una entità a sè stante, ma è sottoposto ad una legge comune a tutti i vulcani; la "sua anima interiore" è tutt'una con le anime degli altri vulcani. Così, per l'uomo. Il filo di luce che vitalizza, come abbiamo visto, il suo aspetto cosciente ed incosciente, dopo averne controllate le evoluzioni biologiche e psicologiche, durante tutta una vita, ne causa la morte fisica. Ed è qui che noi ci riallacciamo a quanto scrivemmo poco prima; cioè, che l'anima è profetica, nella sua natura e recide i legami definitivi che tengono in vita la personalità. Bisogna, però, comprendere quali altre forze entrano in azione; a quali cicli essa obbedisce; a quali Comandi Gerarchici si rifà

A ondate ben dosate e volute, gruppi di ego entrano in incarnazione. V'è il caso, come spesso, avviene, che si trovino a contatto ambientale per tutta una vita; o, si rintraccino, dopo molti anni dalla nascita reciproca nella materia, per varie, ovvie ragioni; tutte attinenti all'evoluzione reciproca, o, dell'uno a favore dell'altro, o, viceversa. Spesso, però, ego che hanno passato un lungo numero di reincarnazioni assieme, non si incontrano nell'ultima. Malgrado questo, un filo magnetico li unirà per l'intera durata della vita; le personalità resteranno incoscienti del fatto, ma, "in alto", ambedue le anime palpiteranno all'unisono, aiutandosi a vicenda. In ciò non entra la coscienza, quale di solito s'intende. Gli ego sono sottoposti ad una legge di attrazione, che travalica la normale comprensione. Attrazione costituita da cause remote personali; ma, anche, di raggio, di Economia Cosmica, ecc.. In ciò, all'origine, sono attivamente funzionali le tre leggi occulte del nostro sistema solare: quella di Sintesi (Primo Raggio), di Attrazione (Secondo Raggio), di Economia (Terzo Raggio). Per obbedire alla legge di flusso e di riflusso, di attività materiale e di attività spirituale, molti ego si incontrano, durante la separazione dal corpo fisico, nel pieno della notte, nei campi sottili dell'esistenza. A titolo di rilassamento mentale, scriviamo che, spesso, dopo la morte, l'entità, oltre che i suoi cari, già trapassati, incontra delle anime, a lei molto amiche, con le quali ebbe rapporti di lavoro occulto, durante il sonno fisico. Quei gruppi di ego che si incarnano, per karma, assieme, solitamente, e salvo rare eccezioni, muoiono a breve distanza l'uno dall'altro. E quale grande avventura hanno passato! Quale grande esperienza! È come se un velo di torpore fosse stato tolto, improvvisamente, da loro addosso; molte verità appaiono chiare, il Piano Divino si estende davanti al loro occhio, in tutta la sua maestosa sinfonia. Il piacere per ciò che è piccolo e per ciò che è grande li invade lentamente. Inizia l'avventura del dopo morte.

Ma, ne parleremo più in là, durante la lezione. Ciò che a noi interessa affermare, adesso, sono due cose: in primo luogo, la natura duale dell'anima; in secondo luogo, l'immutabilità della stessa, lungo gli eoni, quando si è fusa con la Monade. Perché dualità dell'anima? Perché essa è un microcosmo, con piena e completa autonomia; ma, riflette, anche, le più vaste Leggi dell'universo, di cui è una spirilla luminosa. Il fatto noi lo rileviamo dall'inflessibilità delle leggi organiche, le quali ritmano la vita biologica di ogni corpo fisico e dalle leggi spirituali che danno la nota alla sfera psichica. Come fa, l'anima, anche se di natura divina, a controllare tutti i suoi processi fisiologici, mentre è incarnata; a guidare il destino della personalità, in funzione esperimentativa lungo il Sentiero; a collegare questa ultima con gli ego del proprio gruppo karmico; a dirigerla, in alto, nell'evoluzione; e, finalmente, a dare la morte fisica, salvo che non si tratti di incidenti violenti (ma, tutti, determinati da un karma precedente)? Semplicemente perché essa è sottoposta alla marea della legge di gruppo, sotto il controllo della Gerarchia Bianca. In seguito, l'Iniziato, raggiunta la piena padronanza del suo destino, unificate Monade, anima e personalità, decide, di sua propria volontà, la cessazione della vita. Questo, lo vediamo nelle biografie di molti yoghi e di molte figure sovrumane, nel campo dello spiritualismo. Ma, come un liquido - versato su di una serra, ove sono piantati una grande quantità di fiori - si estende, all'inizio, in modo omogeneo, ma, penetra, poi, in ogni radichetta, secondo la quantità esatta, e determina la morte dei tessuti vecchi e la crescita di quelli nuovi, così la legge sovrana dell'Energia, immessa nel mondo della manifestazione, secondo dei ritmi esatti ed una fissa logica cosmica, dalla Gerarchia, crea quelle reazioni capillari e insindacabili, che si riflettono - in un meraviglioso dipanarsi di vita e di morte - nelle anime dei viventi, e staccano dalla materia i frutti maturi, ammorbidiscono gli acerbi, risvegliano coloro che non vogliono avanzare. Quest'altro aspetto dell'anima, diafana forma di vitale elettricità sublime, unita, delicatamente e tenacemente, alle leggi del mondo occulto, la rende unita e vibrante all'Ordine che pulsa nel centro del nostro pianeta, da Shamballa; la rende profetica, potente, collaboratrice al Decreto e al Disegno Superiore. Ecco perché l'anima non fallisce mai, sia quando è ospitata da una personalità inferiore, sia quando è risvegliata e sfolgorante di luce.

Ma, troppo vasto è il mondo delle cause, e noi possiamo dare solo brevi cenni di esortazione all'intuito dello studente.

Così come le maree si alzano e si abbassano, secondo un ritmo preordinato, nella stessa maniera, ondate di ego entrano in manifestazione reincarnativa, e ne escono. Da tale breve accenno si può risalire al disegno delle ronde, delle catene, e così via.

Il fenomeno della morte, quindi, nel suo aspetto tenebroso è una chimera creata dagli animi sensibili e poco evoluti, che non ne comprendono il vero significato. Più in là, nell'evoluzione, spesso, la morte è invocata. Ma, anche qui si cade nell'ignoranza del fenomeno. Come dicemmo, morte e vita, nel loro aspetto cosmico, sono i protagonisti di quell'entità attuale, immanente, che vive nell'eterno presente, e che è l'uomo. Desiderare la vita è un errore; desiderare la morte è un errore. Essere vita e morte, contemporaneamente, è un'esperienza che solo le Alte Iniziazioni permettono di provare. In tal caso, l'Iniziato è un "nirvana vivente". Ha scoperto il segreto di KALA HANSA; cioè, di vivere, contemporaneamente, nel tempo e nello spazio, e fuori di essi. Egli si crea un corpo di manifestazione, a volontà; lo adopera, finché è necessario e costituisce un'immensa forza attiva nell'esecuzione del Piano Gerarchico.

Noi parleremo della morte: ma, della sua manifestazione esteriore; parleremo della morte, quale tecnica dell'anima di svincolo graduale dalla materia. Questo fenomeno riguarderà soltanto ciò che avviene per la media umanità. La morte, per l'Iniziato, non esiste. Egli ha spezzato il cerchio delle rinascite e quelle dell'oblio, con la distruzione, alla quarta iniziazione, dell'unico laccio che lo legava al ciclo reincarnativo: il corpo causale. Unificato alla Monade, che non muta - come afferma Alice A. Bailey, nel Suo: "Trattato di Magia Bianca" - attraverso gli eoni.

L'uomo si è incarnato per due ragioni, quindi. Per proseguire esperienze portate sino alla precedente incarnazione e per farne delle nuove. Il caso di immersione nella materia per missione, non ci riguarda, ora. Basti dire che avviene al di fuori delle normali leggi evolutive. E, durante la vita fisica, due sono gli effetti che l'uomo crea. Il primo è la trasformazione vera e propria dei suoi corpi sottili, con l'impronta evolutiva che ne consegue, per l'anima. L'altro, la creazione di vari "campi magnetici", negli ambienti in cui egli ha vissuto; campi magnetici che, per la stessa loro natura, si uniscono tra di essi, nel mondo della quarta dimensione, creando una invincibile rete di cause, che lega l'uomo ad una nuova manifestazione fisica ed oggettiva. Tali entità, che formano la struttura geometrica dei vasti campi magnetici, sono quelle che H.P.Blavatsky chiama i sotto-agenti del karma e che allentano la morsa sull'uomo, quando il suo spirito si libera dai lacci della carne. Ma, pronti e puntuali, si presentano a lui, mentre sta per incarnarsi nuovamente, dopo avergli preparato, per linee generali, la nuova vita.