La
reincarnazione: che cosa è?
Le
anime "sorelle", o binomi d'anima
Il
processo della morte e della vita in tutto l'universo.
Gli
iniziati, o yoghi, che non conoscono morte.
Morire
e rinascere a volontà.
Le
ragioni della reincarnazione
L'anima
dell'uomo è dualista, nella sua natura. Questo dualismo non è
qualcosa di antagonistico, anche se, all'inizio dell'evoluzione
umana, può sembrar tale. Il dualismo, quale noi lo intendiamo, è
di vibrazione occulta. Se, da una parte, simile ad una radio
emittente, l'anima fa "terra", con il mondo oggettivo, con
la sua personalità, nei suoi tre corpi (eterico denso, astrale,
mentale), essa, contemporaneamente, appartiene ad un reame di
energie, per la maggior parte sconosciute al mondo d'oggi. Possiamo,
difatti, paragonare l'essere umano ad un vulcano. Di tanto in tanto,
dalle profondità, nelle viscere della terra, scaturisce fuori della
lava, del fumo, e, di tanto in tanto, il vulcano è scosso da
brontolii e da tremolii, che lo pervadono tutto. Ma le leggi della
natura ritmano l'immensa quantità di fuoco liquido ed equilibrano
il mondo interno del pianeta, mandandone fuori quel tanto che
occorre, attraverso gli squarci esterni che esistono, disseminati
nel territorio di essa. Quindi, ogni vulcano non è una entità a sè
stante, ma è sottoposto ad una legge comune a tutti i vulcani; la
"sua anima interiore" è tutt'una con le anime degli altri
vulcani. Così, per l'uomo. Il filo di luce che vitalizza, come
abbiamo visto, il suo aspetto cosciente ed incosciente, dopo averne
controllate le evoluzioni biologiche e psicologiche, durante tutta
una vita, ne causa la morte fisica. Ed è qui che noi ci
riallacciamo a quanto scrivemmo poco prima; cioè, che l'anima è
profetica, nella sua natura e recide i legami definitivi che tengono
in vita la personalità. Bisogna, però, comprendere quali altre
forze entrano in azione; a quali cicli essa obbedisce; a quali
Comandi Gerarchici si rifà
A
ondate ben dosate e volute, gruppi di ego entrano in incarnazione.
V'è il caso, come spesso, avviene, che si trovino a contatto
ambientale per tutta una vita; o, si rintraccino, dopo molti anni
dalla nascita reciproca nella materia, per varie, ovvie ragioni;
tutte attinenti all'evoluzione reciproca, o, dell'uno a favore
dell'altro, o, viceversa. Spesso, però, ego che hanno passato un
lungo numero di reincarnazioni assieme, non si incontrano
nell'ultima. Malgrado questo, un filo magnetico li unirà per
l'intera durata della vita; le personalità resteranno incoscienti
del fatto, ma, "in alto", ambedue le anime palpiteranno
all'unisono, aiutandosi a vicenda. In ciò non entra la coscienza,
quale di solito s'intende. Gli ego sono sottoposti ad una legge di
attrazione, che travalica la normale comprensione. Attrazione
costituita da cause remote personali; ma, anche, di raggio, di
Economia Cosmica, ecc.. In ciò, all'origine, sono attivamente
funzionali le tre leggi occulte del nostro sistema solare: quella
di Sintesi (Primo Raggio), di Attrazione (Secondo Raggio), di
Economia (Terzo Raggio). Per obbedire alla legge di flusso e di
riflusso, di attività materiale e di attività spirituale, molti
ego si incontrano, durante la separazione dal corpo fisico, nel
pieno della notte, nei campi sottili dell'esistenza. A titolo di
rilassamento mentale, scriviamo che, spesso, dopo la morte, l'entità,
oltre che i suoi cari, già trapassati, incontra delle anime, a lei
molto amiche, con le quali ebbe rapporti di lavoro occulto, durante
il sonno fisico. Quei gruppi di ego che si incarnano, per karma,
assieme, solitamente, e salvo rare eccezioni, muoiono a breve
distanza l'uno dall'altro. E quale grande avventura hanno passato!
Quale grande esperienza! È come se un velo di torpore fosse stato
tolto, improvvisamente, da loro addosso; molte verità appaiono
chiare, il Piano Divino si estende davanti al loro occhio, in tutta
la sua maestosa sinfonia. Il piacere per ciò che è piccolo e per
ciò che è grande li invade lentamente. Inizia l'avventura del dopo
morte.
Ma,
ne parleremo più in là, durante la lezione. Ciò che a noi
interessa affermare, adesso, sono due cose: in primo luogo, la
natura duale dell'anima; in secondo luogo, l'immutabilità della
stessa, lungo gli eoni, quando si è fusa con la Monade. Perché
dualità dell'anima? Perché essa è un microcosmo, con piena e
completa autonomia; ma, riflette, anche, le più vaste Leggi
dell'universo, di cui è una spirilla luminosa. Il fatto noi lo
rileviamo dall'inflessibilità delle leggi organiche, le quali
ritmano la vita biologica di ogni corpo fisico e dalle leggi
spirituali che danno la nota alla sfera psichica. Come fa, l'anima,
anche se di natura divina, a controllare tutti i suoi processi
fisiologici, mentre è incarnata; a guidare il destino della
personalità, in funzione esperimentativa lungo il Sentiero; a
collegare questa ultima con gli ego del proprio gruppo karmico; a
dirigerla, in alto, nell'evoluzione; e, finalmente, a dare la morte
fisica, salvo che non si tratti di incidenti violenti (ma, tutti,
determinati da un karma precedente)? Semplicemente perché essa è
sottoposta alla marea della legge di gruppo, sotto il controllo
della Gerarchia Bianca. In seguito, l'Iniziato, raggiunta la piena
padronanza del suo destino, unificate Monade, anima e personalità,
decide, di sua propria volontà, la cessazione della vita. Questo,
lo vediamo nelle biografie di molti yoghi e di molte figure
sovrumane, nel campo dello spiritualismo. Ma, come un liquido -
versato su di una serra, ove sono piantati una grande quantità di
fiori - si estende, all'inizio, in modo omogeneo, ma, penetra, poi,
in ogni radichetta, secondo la quantità esatta, e determina la
morte dei tessuti vecchi e la crescita di quelli nuovi, così la
legge sovrana dell'Energia, immessa nel mondo della manifestazione,
secondo dei ritmi esatti ed una fissa logica cosmica, dalla
Gerarchia, crea quelle reazioni capillari e insindacabili, che si
riflettono - in un meraviglioso dipanarsi di vita e di morte - nelle
anime dei viventi, e staccano dalla materia i frutti maturi,
ammorbidiscono gli acerbi, risvegliano coloro che non vogliono
avanzare. Quest'altro aspetto dell'anima, diafana forma di vitale
elettricità sublime, unita, delicatamente e tenacemente, alle leggi
del mondo occulto, la rende unita e vibrante all'Ordine che pulsa
nel centro del nostro pianeta, da Shamballa; la rende profetica,
potente, collaboratrice al Decreto e al Disegno Superiore. Ecco
perché l'anima non fallisce mai, sia quando è ospitata da una
personalità inferiore, sia quando è risvegliata e sfolgorante di
luce.
Ma,
troppo vasto è il mondo delle cause, e noi possiamo dare solo brevi
cenni di esortazione all'intuito dello studente.
Così
come le maree si alzano e si abbassano, secondo un ritmo
preordinato, nella stessa maniera, ondate di ego entrano in
manifestazione reincarnativa, e ne escono. Da tale breve accenno si
può risalire al disegno delle ronde, delle catene, e così via.
Il
fenomeno della morte, quindi, nel suo aspetto tenebroso è una
chimera creata dagli animi sensibili e poco evoluti, che non ne
comprendono il vero significato. Più in là, nell'evoluzione,
spesso, la morte è invocata. Ma, anche qui si cade nell'ignoranza
del fenomeno. Come dicemmo, morte e vita, nel loro aspetto cosmico,
sono i protagonisti di quell'entità attuale, immanente, che vive
nell'eterno presente, e che è l'uomo. Desiderare la vita è un
errore; desiderare la morte è un errore. Essere vita e morte,
contemporaneamente, è un'esperienza che solo le Alte Iniziazioni
permettono di provare. In tal caso, l'Iniziato è un "nirvana
vivente". Ha scoperto il segreto di KALA HANSA; cioè, di
vivere, contemporaneamente, nel tempo e nello spazio, e fuori di
essi. Egli si crea un corpo di manifestazione, a volontà; lo
adopera, finché è necessario e costituisce un'immensa forza attiva
nell'esecuzione del Piano Gerarchico.
Noi
parleremo della morte: ma, della sua manifestazione esteriore;
parleremo della morte, quale tecnica dell'anima di svincolo graduale
dalla materia. Questo fenomeno riguarderà soltanto ciò che avviene
per la media umanità. La morte, per l'Iniziato, non esiste. Egli ha
spezzato il cerchio delle rinascite e quelle dell'oblio, con la
distruzione, alla quarta iniziazione, dell'unico laccio che lo
legava al ciclo reincarnativo: il corpo causale. Unificato alla
Monade, che non muta - come afferma Alice A. Bailey, nel Suo:
"Trattato di Magia Bianca" - attraverso gli eoni.
L'uomo
si è incarnato per due ragioni, quindi. Per proseguire esperienze
portate sino alla precedente incarnazione e per farne delle nuove.
Il caso di immersione nella materia per missione, non ci riguarda,
ora. Basti dire che avviene al di fuori delle normali leggi
evolutive. E, durante la vita fisica, due sono gli effetti che
l'uomo crea. Il primo è la trasformazione vera e propria dei suoi
corpi sottili, con l'impronta evolutiva che ne consegue, per
l'anima. L'altro, la creazione di vari "campi magnetici",
negli ambienti in cui egli ha vissuto; campi magnetici che, per la
stessa loro natura, si uniscono tra di essi, nel mondo della quarta
dimensione, creando una invincibile rete di cause, che lega l'uomo
ad una nuova manifestazione fisica ed oggettiva. Tali entità, che
formano la struttura geometrica dei vasti campi magnetici, sono
quelle che H.P.Blavatsky chiama i sotto-agenti del karma e che
allentano la morsa sull'uomo, quando il suo spirito si libera dai
lacci della carne. Ma, pronti e puntuali, si presentano a lui,
mentre sta per incarnarsi nuovamente, dopo avergli preparato, per
linee generali, la nuova vita.
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