I
tre tipi di morte naturale, in riferimento alle tre diverse forme di
personalità umana: la lemuriana, l'atlantidea, l'ariana.
Cosa
succede sul letto di morte
Cos'è
la continuità di coscienza
Il
coma di morte, visto nei suoi lati occulti
Il
"filo argenteo" che lega il corpo eterico a quello denso
Analizziamo,
allora, il caso dell'uomo, di fronte al fenomeno della morte. Non
trattiamo di incidenti violenti, in cui l'io viene sbalzato oltre la
quinta dello scenario della vita relativa, in modo improvviso. Si
tratta di cause volute da un karma antico, e che hanno soddisfazione
solo in tal senso. L'anima, quasi avesse subìto un elettro-shock,
si trova in condizioni nuove, dall'"altra parte" e, dopo
un faticoso e, spesso, dolorosa assuefazione, si riassesta
nell'ordine e nell'equilibrio e segue il destino comune ad ognuno.
Tre
sono i tipi di personalità umane, che esistono sul pianeta, al
giorno d'oggi. Furono analizzate, lungamente, nella lezione sulla
telepatia: il lemuriano, che ha in funzione soltanto i chakras sotto
il diaframma e, parzialmente, quello del plesso solare; l'atlantideo,
il cui ritmo biopsichico nasce dalla radice occulta del suo plesso
solare, e di cui il centro del cuore è appena funzionante;
l'ariano, che ha il centro del cuore in movimento ed in fase
evolutiva ascendente, ma, che, già, volge le forze istintive a
manifestarsi attraverso i centri del capo. Questa triplice divisione
si rivela della massima importanza all'atto decisivo della morte.
L'anima ha raggiunto il vertice dell'esperienza, avendo immerso nel
lago della vita il remo della personalità ed avendone frugato il
fondo. Ora, sta per riporlo in barca. Il movimento accade, nella
maggior parte dei casi, meccanicamente. Ed ogni morte, nella maggior
parte dei casi, può considerarsi un comando meccanico dell'anima,
proprio come, senza cognizione diretta, essa, durante l'evoluzione,
mette in movimento gli organi del corpo e controlla il subconscio ed
il conscio della propria psiche. Ciò non significa che il fenomeno
di cui parliamo non avvenga in maniera mirabile e armoniosa, in
tutti i suoi particolari. È un istinto superiore, quello che guida
l'anima, proprio come un istinto divino guida le api a cercare il
polline, la farfalla ad uscir dal bozzuolo, i castori a costruirsi
la casa. Ripetiamo: il fenomeno della fusione tra il volere
dell'anima e la consapevolezza del cerebro fisico, di cui essa si
avvale, avviene soltanto da parte di Iniziati, dal terzo grado in
su. Costoro, abituati ad avere la "continuità di
coscienza" per molti anni, durante la vita, avevano sciolto i
legami con il corpo fisico, e, anche se il fatto era ignorato dagli
stessi intimi, nella notte lavoravano, sapendolo, assieme al Maestro
di Raggio, nei mondi invisibili; e, naturalmente, abbandonavano, a
volontà e quando la necessità lo richiedeva, il corpo fisico,
anche durante il giorno. Dopo avere esaurito la missione terrena,
essi decidono di non ritornare più nel loro corpo; avvisano i cari,
e l'ultimo volo lascia la spoglia inerte, sul giaciglio. È il caso
di quelli yoghi che hanno dato l'ora esatta della loromorte ai
discepoli.
Solitamente,
l'uomo medio, che muore di morte naturale, o, complicata da malattie
(che servono a rosicchiare, con più celerità, il legame karmico
che li lega alla terra), presagisce la fine.
È
il momento in cui l'anima sta agendo, istintivamente, nella
direzione fatale. Essa, accentuando il diapason del suo ritmo
musicale innato, mette in vibrazione sottilissima i nadis (vedi
la lezione sul corpo eterico) che, a milioni, formano la fitta
intrecciatura energetica del corpo eterico. La vibrazione, allora,
si riflette nella controparte densa degli stessi nadis:il sistema
nervoso. Quando questo contatto tra corpo eterico e aspetto
denso è avvenuto, la Scienza Esoterica sa che mancano poche ore, o,
pochi giorni, in genere, alla morte. V'è il caso in cui il fenomeno
si ritragga, alle Origini, e non avvenga. Lo noteremo più in là.
Il sistema nervoso, percorso da una insolita corrente di energia, la
trasmette a quello endocrino che, come abbiamo visto, nelle sette
principali ghiandole (pineale, ipofisi, tiroide, timo, pancreas,
surrenale, gonadi) è la solidificazione obiettiva dei sette chakras
maggiori. E nasce un fenomeno, appena intravisto dalla scienza
medica ufficiale, da parte dei suoi più intuitivi membri, ma,
secolarmente conosciuto da quella esoterica: le ghiandole secernono
un liquido biologico e tossico che, attraverso la corrente
sanguigna, penetra in tutto l'organismo. Tale liquido ormonico è
venefico ed è il vero generatore del trauma chiamato
"coma". Il corpo eterico intraprende lo sforzo di
distaccarsi da quello fisico denso ed una lotta, chiaramente
significata dal coma, si determina tra le vite sottili che
coordinano i corpi invisibili dell'uomo e la vita della rudimentale
coscienza, chiamata l'anima elementale dell'organismo. Inoltre,
quell'altra vasta coscienza misteriosa, l'Elementale della terra (da
non confondersi con il Logos Planetario) tende a riassorbire in sè
la propria particella, esotericamente "prestata" all'uomo,
e costituita dalla sostanza materiale. Il coma è la lotta, quindi,
tra tutto ciò che di fisico esiste nell'uomo ed il comando
inflessibile dell'anima. A volte, come accennammo, tali forze
convergenti rimandano al futuro l'opposizione reciproca. È il caso
del coma neutro, che tanto spavento evoca attorno ad un letto di
malato, creduto, lì lì, per andarsene; ma, che cessa, senza
complicazioni. La scienza ufficiale accetta e convalida l'esistenza
di questi due tipi di coma.
Nel
caso del processo letale, il movimento prosegue. I due primi chakras
che vengono corrosi dall'acido della Grande Amica sono quelli dietro
gli occhi; gli ultimi due, sono quelli connessi con i polmoni. Sino
a quando questi non vengono, definitivamente, trattati dalla Natura,
l'anima può essere tenuta ancora in contatto con il mondo delle
apparenze. Il massaggio clinico al cuore, la respirazione
artificiale sono metodi allineati, in modo inconscio, ai chakras dei
polmoni. Giunge, però, il momento definitivo. La vibrazione,
scaturita da lontane regioni animiche, raccolta dal mirabile
strumento di ricezione che è il corpo eterico, racchiusa nel
sistema nervoso, estesa nel liquido ormonico venefico e ripercossa
in tutto l'organismo, nella lotta tra l'anima elementale del corpo
denso e le forze vive degli organismi sottili, distacca l'eterico,
ridotto ad una coerente sfera luminosa, da ogni sua controparte
solida. L'anima rimane racchiusa in esso. Entra in attività
l'evoluzione del triplice genere umano, che noi conosciamo. Coloro
che postulano ogni propria attività sul piano puramente emotivo,
fluiranno nel mondo della quarta dimensione, esalando se stessi, nel
globo eterico, dal plesso solare; coloro che hanno in funzione il
chakra del cuore, useranno lo stesso, come "foro
d'uscita": i più evoluti del genere umano adopereranno la
sutura parietale del capo, per prendere possesso del mondo oltre il
velo. Molti veggenti, davanti ad un letto di morte, hanno veduto (ed
i casi sono centinaia) il globo di luce eterica sollevarsi a pochi
metri di altezza, su colui che era appena morto e, indi, sparire.
Impropriamente, lo hanno scambiato per l'anima.
La
morte avviene quando si spezza il filo sottile argenteo che lega il
corpo eterico al corpo denso. Questo filo, di natura
quadrimensionale, e, quindi, non sottoposto ad un computo metrico
tridimensionale, è la garanzia, se rimane saldo ed integro, del
ritorno nel corpo di ogni yoghi, mentre egli, durante la
meditazione, va in estasi; è la garanzia del ritorno nel corpo di
tutti coloro che, durante la notte, vanno in quelle regioni che,
alla morte, abiteranno definitivamente. V'è un legame magnetico tra
il corpo fisico e la sostanza eterica. La cremazione, una volta
garantita in maniera indiscussa l'effettiva morte fisica, è il
sistema più adatto per far sì che l'anima, spesso intorpidita,
indolenzita, ancora dormiente si stacchi dall'attrazione innata
verso il suo veicolo; nella maggiore, circondato da persone
piangenti, affrante, che immergono il defunto in una atmosfera di
tristezza e di sconforto. Il fuoco distrugge ogni residuo materiale
inutile, e non dà, ovviamente, dolore agli organismi energetici che
adopera l'anima, mentre l'aiuta ad avvicinarsi ad una visione più
accosta al Reale.
Il
processo descritto sin qui - cioè quello che riguarda il puro e
semplice distacco dell'anima, ancora racchiusa nei suoi corpi
sottili, dal piano della forma - è chiamato, secondo i termini
esoterici, di RESTITUZIONE. Non solo
simbolicamente, ma, anche, materialmente, l'Ego
"restituisce" il corredo fisiologico che il Logos
Planetario gli aveva "prestato", o "per diritto,
dato". L'anima, ora, si trova in un mondo sconosciuto, eppure
istintivamente conosciuto.
A
tal punto vogliamo sottolineare un concetto molto importante. Lo
studente comprenderà che l'immensa Luce, con la quale si trova
ancora in contatto indiretto il disincorporato, è di natura, sia
personale, da una parte, che universale, dall'altra. I termini:
Luce, Reale, Angelo Solare, Supremo, Assoluto sono, spesso,
ripetuti, dai discepoli, senza una vera cognizione di cosa
significhino. Si ha l'intuito che tali termini rappresentino la meta
ultima dell'evoluzione; rappresentino ciò che di più giusto esiste
nella vita, ciò che spetta a tutti, giunti alla beatitudine
universa. Se, da un lato, l'astratto fa del bene a menti troppo
concrete che intraprendono il Sentiero dell'Evoluzione, a lungo
andare, il medesimo diventa una lama a doppio taglio. Termini come :
la Realtà Una, l'Assoluto, la Luce, ostacolano, quando l'anima è
matura, la necessità che lo spirito ha di fondere, in un monismo
sostanziale, ogni binomio e di recuperare l'aureo splendore della
perfezione, nella definizione formale, oggettiva. Ecco perché,
raggiunte le migliori condizioni, dopo la morte, da parte
dell'anima, a che essa constati personalmente il vero Disegno
Divino, la medesima si trova di fronte a particolari aurei, a realtà
evidenti e nominali e non più a qualcosa di sfuggente e di
astratto. Se essa è povera di esperienze reincarnative, il colore
smorto del primo cerchio che dovrà superare, nell'al di là, o, il
mondo astrale, la deluderà di molto. Essa dirà, come Oscar Wilde:
"Non v'è esperienza più noiosa della morte! Aiutate Oscar
Wilde". È il momento in cui inizia un secondo processo: quello
di ELIMINAZIONE.
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