Lezione Diciannovesima (parte terza)

 

I tre tipi di morte naturale, in riferimento alle tre diverse forme di personalità umana: la lemuriana, l'atlantidea, l'ariana.

Cosa succede sul letto di morte

Cos'è la continuità di coscienza

Il coma di morte, visto nei suoi lati occulti

Il "filo argenteo" che lega il corpo eterico a quello denso  

Analizziamo, allora, il caso dell'uomo, di fronte al fenomeno della morte. Non trattiamo di incidenti violenti, in cui l'io viene sbalzato oltre la quinta dello scenario della vita relativa, in modo improvviso. Si tratta di cause volute da un karma antico, e che hanno soddisfazione solo in tal senso. L'anima, quasi avesse subìto un elettro-shock, si trova in condizioni nuove, dall'"altra parte" e, dopo un faticoso e, spesso, dolorosa assuefazione, si riassesta nell'ordine e nell'equilibrio e segue il destino comune ad ognuno.

Tre sono i tipi di personalità umane, che esistono sul pianeta, al giorno d'oggi. Furono analizzate, lungamente, nella lezione sulla telepatia: il lemuriano, che ha in funzione soltanto i chakras sotto il diaframma e, parzialmente, quello del plesso solare; l'atlantideo, il cui ritmo biopsichico nasce dalla radice occulta del suo plesso solare, e di cui il centro del cuore è appena funzionante; l'ariano, che ha il centro del cuore in movimento ed in fase evolutiva ascendente, ma, che, già, volge le forze istintive a manifestarsi attraverso i centri del capo. Questa triplice divisione si rivela della massima importanza all'atto decisivo della morte. L'anima ha raggiunto il vertice dell'esperienza, avendo immerso nel lago della vita il remo della personalità ed avendone frugato il fondo. Ora, sta per riporlo in barca. Il movimento accade, nella maggior parte dei casi, meccanicamente. Ed ogni morte, nella maggior parte dei casi, può considerarsi un comando meccanico dell'anima, proprio come, senza cognizione diretta, essa, durante l'evoluzione, mette in movimento gli organi del corpo e controlla il subconscio ed il conscio della propria psiche. Ciò non significa che il fenomeno di cui parliamo non avvenga in maniera mirabile e armoniosa, in tutti i suoi particolari. È un istinto superiore, quello che guida l'anima, proprio come un istinto divino guida le api a cercare il polline, la farfalla ad uscir dal bozzuolo, i castori a costruirsi la casa. Ripetiamo: il fenomeno della fusione tra il volere dell'anima e la consapevolezza del cerebro fisico, di cui essa si avvale, avviene soltanto da parte di Iniziati, dal terzo grado in su. Costoro, abituati ad avere la "continuità di coscienza" per molti anni, durante la vita, avevano sciolto i legami con il corpo fisico, e, anche se il fatto era ignorato dagli stessi intimi, nella notte lavoravano, sapendolo, assieme al Maestro di Raggio, nei mondi invisibili; e, naturalmente, abbandonavano, a volontà e quando la necessità lo richiedeva, il corpo fisico, anche durante il giorno. Dopo avere esaurito la missione terrena, essi decidono di non ritornare più nel loro corpo; avvisano i cari, e l'ultimo volo lascia la spoglia inerte, sul giaciglio. È il caso di quelli yoghi che hanno dato l'ora esatta della loromorte ai discepoli.

Solitamente, l'uomo medio, che muore di morte naturale, o, complicata da malattie (che servono a rosicchiare, con più celerità, il legame karmico che li lega alla terra), presagisce la fine.

È il momento in cui l'anima sta agendo, istintivamente, nella direzione fatale. Essa, accentuando il diapason del suo ritmo musicale innato, mette in vibrazione sottilissima i nadis (vedi la lezione sul corpo eterico) che, a milioni, formano la fitta intrecciatura energetica del corpo eterico. La vibrazione, allora, si riflette nella controparte densa degli stessi nadis:il sistema nervoso. Quando questo contatto tra corpo eterico e aspetto denso è avvenuto, la Scienza Esoterica sa che mancano poche ore, o, pochi giorni, in genere, alla morte. V'è il caso in cui il fenomeno si ritragga, alle Origini, e non avvenga. Lo noteremo più in là. Il sistema nervoso, percorso da una insolita corrente di energia, la trasmette a quello endocrino che, come abbiamo visto, nelle sette principali ghiandole (pineale, ipofisi, tiroide, timo, pancreas, surrenale, gonadi) è la solidificazione obiettiva dei sette chakras maggiori. E nasce un fenomeno, appena intravisto dalla scienza medica ufficiale, da parte dei suoi più intuitivi membri, ma, secolarmente conosciuto da quella esoterica: le ghiandole secernono un liquido biologico e tossico che, attraverso la corrente sanguigna, penetra in tutto l'organismo. Tale liquido ormonico è venefico ed è il vero generatore del trauma chiamato "coma". Il corpo eterico intraprende lo sforzo di distaccarsi da quello fisico denso ed una lotta, chiaramente significata dal coma, si determina tra le vite sottili che coordinano i corpi invisibili dell'uomo e la vita della rudimentale coscienza, chiamata l'anima elementale dell'organismo. Inoltre, quell'altra vasta coscienza misteriosa, l'Elementale della terra (da non confondersi con il Logos Planetario) tende a riassorbire in sè la propria particella, esotericamente "prestata" all'uomo, e costituita dalla sostanza materiale. Il coma è la lotta, quindi, tra tutto ciò che di fisico esiste nell'uomo ed il comando inflessibile dell'anima. A volte, come accennammo, tali forze convergenti rimandano al futuro l'opposizione reciproca. È il caso del coma neutro, che tanto spavento evoca attorno ad un letto di malato, creduto, lì lì, per andarsene; ma, che cessa, senza complicazioni. La scienza ufficiale accetta e convalida l'esistenza di questi due tipi di coma.

Nel caso del processo letale, il movimento prosegue. I due primi chakras che vengono corrosi dall'acido della Grande Amica sono quelli dietro gli occhi; gli ultimi due, sono quelli connessi con i polmoni. Sino a quando questi non vengono, definitivamente, trattati dalla Natura, l'anima può essere tenuta ancora in contatto con il mondo delle apparenze. Il massaggio clinico al cuore, la respirazione artificiale sono metodi allineati, in modo inconscio, ai chakras dei polmoni. Giunge, però, il momento definitivo. La vibrazione, scaturita da lontane regioni animiche, raccolta dal mirabile strumento di ricezione che è il corpo eterico, racchiusa nel sistema nervoso, estesa nel liquido ormonico venefico e ripercossa in tutto l'organismo, nella lotta tra l'anima elementale del corpo denso e le forze vive degli organismi sottili, distacca l'eterico, ridotto ad una coerente sfera luminosa, da ogni sua controparte solida. L'anima rimane racchiusa in esso. Entra in attività l'evoluzione del triplice genere umano, che noi conosciamo. Coloro che postulano ogni propria attività sul piano puramente emotivo, fluiranno nel mondo della quarta dimensione, esalando se stessi, nel globo eterico, dal plesso solare; coloro che hanno in funzione il chakra del cuore, useranno lo stesso, come "foro d'uscita": i più evoluti del genere umano adopereranno la sutura parietale del capo, per prendere possesso del mondo oltre il velo. Molti veggenti, davanti ad un letto di morte, hanno veduto (ed i casi sono centinaia) il globo di luce eterica sollevarsi a pochi metri di altezza, su colui che era appena morto e, indi, sparire. Impropriamente, lo hanno scambiato per l'anima.

La morte avviene quando si spezza il filo sottile argenteo che lega il corpo eterico al corpo denso. Questo filo, di natura quadrimensionale, e, quindi, non sottoposto ad un computo metrico tridimensionale, è la garanzia, se rimane saldo ed integro, del ritorno nel corpo di ogni yoghi, mentre egli, durante la meditazione, va in estasi; è la garanzia del ritorno nel corpo di tutti coloro che, durante la notte, vanno in quelle regioni che, alla morte, abiteranno definitivamente. V'è un legame magnetico tra il corpo fisico e la sostanza eterica. La cremazione, una volta garantita in maniera indiscussa l'effettiva morte fisica, è il sistema più adatto per far sì che l'anima, spesso intorpidita, indolenzita, ancora dormiente si stacchi dall'attrazione innata verso il suo veicolo; nella maggiore, circondato da persone piangenti, affrante, che immergono il defunto in una atmosfera di tristezza e di sconforto. Il fuoco distrugge ogni residuo materiale inutile, e non dà, ovviamente, dolore agli organismi energetici che adopera l'anima, mentre l'aiuta ad avvicinarsi ad una visione più accosta al Reale.

Il processo descritto sin qui - cioè quello che riguarda il puro e semplice distacco dell'anima, ancora racchiusa nei suoi corpi sottili, dal piano della forma - è chiamato, secondo i termini esoterici, di RESTITUZIONE. Non solo simbolicamente, ma, anche, materialmente, l'Ego "restituisce" il corredo fisiologico che il Logos Planetario gli aveva "prestato", o "per diritto, dato". L'anima, ora, si trova in un mondo sconosciuto, eppure istintivamente conosciuto.

A tal punto vogliamo sottolineare un concetto molto importante. Lo studente comprenderà che l'immensa Luce, con la quale si trova ancora in contatto indiretto il disincorporato, è di natura, sia personale, da una parte, che universale, dall'altra. I termini: Luce, Reale, Angelo Solare, Supremo, Assoluto sono, spesso, ripetuti, dai discepoli, senza una vera cognizione di cosa significhino. Si ha l'intuito che tali termini rappresentino la meta ultima dell'evoluzione; rappresentino ciò che di più giusto esiste nella vita, ciò che spetta a tutti, giunti alla beatitudine universa. Se, da un lato, l'astratto fa del bene a menti troppo concrete che intraprendono il Sentiero dell'Evoluzione, a lungo andare, il medesimo diventa una lama a doppio taglio. Termini come : la Realtà Una, l'Assoluto, la Luce, ostacolano, quando l'anima è matura, la necessità che lo spirito ha di fondere, in un monismo sostanziale, ogni binomio e di recuperare l'aureo splendore della perfezione, nella definizione formale, oggettiva. Ecco perché, raggiunte le migliori condizioni, dopo la morte, da parte dell'anima, a che essa constati personalmente il vero Disegno Divino, la medesima si trova di fronte a particolari aurei, a realtà evidenti e nominali e non più a qualcosa di sfuggente e di astratto. Se essa è povera di esperienze reincarnative, il colore smorto del primo cerchio che dovrà superare, nell'al di là, o, il mondo astrale, la deluderà di molto. Essa dirà, come Oscar Wilde: "Non v'è esperienza più noiosa della morte! Aiutate Oscar Wilde". È il momento in cui inizia un secondo processo: quello di ELIMINAZIONE.