"..."Voi
tutti siete dei.." - (Cristo).
Ogni
cosa vibra.
Ciò
che attornia il nostro universo
"In
principio era il verbo...."
La
religione cattolica dà l'avvio al vangelo di S. Giovanni, con tali
parole. Ed il Grande Iniziato d'amore, che è Giovanni, secondo la
storia spirituale degli ultimi due millenni occidentali, inizia la
sua rivelazione. Verbo è parola divina. Nel nostro caso, parola
divina che crea un universo. Verbo, qui, ha lo stesso significato di
mantram. Con la differenza che, in seguito, l'ignoranza della classe
cattolica occidentale e del suo clero limitò il verbo divino ad
un'unica espressione, l'originale, manipolando ed antropomorfizzando
il principio di movimento universale - che incessantemente crea - in
un dio, il quale, una tantum, modellò tutti gli universi, con il
potere magico e ritmico della sua voce. I più saggi indiani,
invece, allineati al vero senso del concetto, non cristallizzati in
un narcisistico e statico orgoglio di classe, da millenni, avendo
capito il vero significato della leggenda, e, più umilmente, uniti
all'Eterno Verbo della Increata Causa, ne perpetuano la natura ed il
ritmo, con la scienza dei mantrams. Ovvero, per essi, ogni
vibrazione ha un potere assoluto. Cosa che la scienza ha
recentemente scoperto. Ogni uomo è Dio e la differenza tra potere e
non potere è la conoscenza. Come disse Cristo: "Voi tutti
siete dei", e come disse Buddha: "L'ignoranza è alla
radice di ogni male e, quindi, di ogni dolore". Non basta,
quindi, sapere che ogni vibrazione crea. Bisogna realizzare che
TUTTO VIBRA. Nel movimento incessante, la marèa dell'essere fa
scaturire, da sè medesima, onde sempre vergini di nuove esperienze
e di nuovi contatti. L'uomo vive in un oceano di energie, che non
aspettano altro se non di apparire in manifestazione tangibile.
Tutti i regni della natura preesistono in un aspetto archetipico e
caotico, prima di emergere nell'ordine costituito dall'oggettività.
Ma, non solo la panoramica dell'orizzonte esistenziale, quale ci
appare nella sua immensità terrestre, è legata alla legge del
divenire, dall'invisibile al visibile; anche i minuti aspetti della
vita, in senso umano e non umano, scaturiscono da precedenti
movimenti interiori ed invisibili. Ciò lo constatiamo dal fenomeno
del potere del pensiero; dal fenomeno del karma; dal fenomeno della
legge che afferma: "all'energia segue la materia"; dal
fenomeno dell'elettricità, che si tramuta in solidificazione di
atomi, e viceversa.
Se
tali leggi effettive, a partire dal maestoso universo in
espressione, sino a giungere al movimento luccicante di mille e
mille palpitii personali del pensiero umano, che si dovranno
tradurre in carattere ben definito, in desideri, in acquisizioni,
nella società aperta, da parte di colui che le origina, restassero
apertamente disciolte, senza argine, senza un ritmo imposto da parte
di Intelligenze Superiori, o, di poteri angelici, non avremmo,
attorno a noi, l'effettiva solidità e l'omogeneo blocco di una
materia ambientale, colorita da forme minerali, vegetali, animali e
umane.
Tre
circoli conclusi bisogna analizzare, prima di procedere, allora,
ulteriormente. Ciò che attornia il nostro universo; il nostro
universo; e l'uomo.
Ciò
che attornia il nostro universo.
Allontaniamoci
da una visione mistico-astratta delle cose e cerchiamo di inserire i
nostri concetti di studio e di analisi in una ferma utilità
pratica. L'uomo va alla ricerca di una produzione spirituale, di
cause ai suoi primordi, che alimentino il suo potenziale attivo, la
sua evoluzione immanente, la sua personale sfera d'incidenza e
quella della comunità. Le idee che le religioni di massa hanno,
sinora, proposto al credente non sono servite allo scopo. Pur
avendo, esse, una radice morale, indiscutibilmente necessaria alla
razza, un'esortazione al bene, all'amore, si sono limitate a questo.
Ma la marèa del pensiero umano, ora come ora, ne è del tutto
insoddisfatta. Accetta il dio antropomorfico, o, per atavica
abitudine, o, per inerzia intellettiva, o, per rifiuto di andare
oltre.
Nessuno
dei pensatori dei grandi movimenti di pensiero etico-filosofico ha
mai parlato nei termini in uso nella classe di coloro che presumono
di seguirne gli Insegnamenti. Nessuno dei fondatori di religioni
note ed antiche, a partire da Buddha, sino ad arrivare a Gesù, ha
parlato di un dio antropomorfico, a cui si rifaccia la responsabilità
totale dell'essere. I buddisti sono nel vero, quando riconoscono in
Buddha un uomo di natura tanto elevata, quanto nessuno mai, nella
nostra terra. Un uomo, dal contenuto divino, a tutti gli effetti;
ma, pur sempre, un uomo. Gli esoterici vanno più in là; essi
affermano che Egli fu il primo, tra i nati di donna, che raggiunse
delle mète che altri non avevano mai raggiunto, in questo ciclo
evolutivo; inoltre, gli esoterici sanno che Buddha ha un raggio
smisurato di potere, ma ben preciso e individuabile, tra le Luci-
Guida della nostra Gerarchia. Gesù non disse mai di essere un Dio;
ma, un uomo tra gli uomini. Inoltre, la sua idea circa le origini
dell'universo era categorica e definita. Tale idea gli pervenne da
Autorità Esoteriche, che, a loro volta, la ricevettero da
tradizionali fonti precedenti, nei secoli.
La
mente umana, di fronte al graduale dipanarsi delle origini del
sistema solare, si rende conto, man mano che procede
nell'evoluzione, che non si può enucleare l'infinito, che tende,
invece, ad espandersi in circoli sempre più ampi, ed in cicli di
evoluzione caratteristici. Non lo si può vincolare in un termine
fisso ed eterno. Essa si limiterà a constatare la verità
dell'affermazione di Gotamo Buddha: "
La
Legge sola è eterna. La legge del ritmo e del movimento universale,
che si perpetua, identica, ovunque e sempre".
Quindi,
ciò che attornia il nostro universo è ignoto. Riporta la
tradizione che neppure la Gerarchia Bianca conosce oltre determinati
limiti dello stesso. Sappiamo, per deduzione, che altri sistemi
solari sono abitati come il nostro, e che non può essere
altrimenti. L'idea strana della terra cattolica, unico punto
privilegiato dal dio ebreo, che la scelse fra le stelle tutte del
cielo, a patria di se stesso, unica abitata dall'uomo, comincia ad
assumere il suo vero aspetto. E sappiamo che Cause Eterne
collaborarono alla nascita del nostro sistema solare. Quali furono
queste Cause Esterne - lungo i millenni - secondo la tradizione
esoterica del nostro pianeta?
Per
quanto l'uomo possa sforzare la sua mente mentre cerca di penetrare
il silenzio di una zona spirituale originale, dovrà fermarsi sempre
all'impersonale. Comunque, al suo udito interno, una lieve traccia
di movimento fisso ed immutabile apparirà. Un movimento musicale;
un fluttuare di energie, tese a ripetere una nota ben definita:
l'ARMONIA DELLA MUSICA DELLE SFERE. Pitagora la percepì, quando il
suo sovrumano intelletto figgeva lo sguardo in "ciò che sta
oltre". Egli affermò che, latente nell'ovunque, esiste un
ritmo, insondabile nella sua completezza; ma, sgranantesi a cicli.
Questa musica delle sfere è ben nota a tutti coloro che sono
immersi, di costante, nella soluzione dei grandi problemi. Non
nasce; è. È la radice di ogni movimento. È l'educatrice e l'impiantatrice
di ogni sistema galattico, di ogni sistema universale, di ogni
sistema solare, di ogni pianeta, di ogni entità umana, di ogni
pianta. È latente ovunque vi sia vita. Quindi, onnipresente. È un
assioma. Nessuno l'ha fatta nascere, nessuno interrompe il suo
canto. Gli indiani, gli orientali, la chiamano la Voce del silenzio.
Inutile volerle dare una forma, un viso. Ha tutte le forme, tutti i
visi. È una realtà; l'unica realtà. Nelle sue origini, rimane
celata ad ogni occhio investigatore. Nei suoi effetti, è la
modellatrice del creato. Non è quel dio cattolico, o, religioso di
cui si parlava prima; ma, preesiste a tutti gli dei di cui si possa
avere nozione. È creatore impersonale ed è creato. Ma, appare
distinguibile solo quando la si analizza, nel pieno di un ciclo
evolutivo, e secondo autocoscienza. In tal caso, essa estende le sue
ali musicali, sia a sè medesima, che al creato. In tal caso,
coesiste con il creato, ed è creatrice e creato. Ha le leggi
ritmiche stabilite. La prima è quella del dualismo. Colui che ne
percepisce l'ovunquità universale sente di esserne parte; ma, può
staccarsene, per perpetuarla, a sua volta. La sua gamma d'onda è
geometrica e matematica. Le sette note, quali noi conosciamo in
senso umano, sono il suo potenziale attivo. I regni della natura
sono l'orchestrazione di tale potenziale. Ed è al numero magico
sette che la nostra attenzione deve fissarsi. Tale musica astratta
delle sfere è ciò che precede e attornia il nostro universo,
latente, o, meno. È la protagonista di tutte le galassie, visibili,
o, distanti anni-luce; di tutti i sistemi mentali e archetipici,
esistenti oltre le barriere del nostro campo interiore ed esteriore.
È il dio impersonale dei veri esoterici. E gli orientali non le
danno un nome; la chiamano "CIÒ". Gli antichi
osservatori del divino, usavano - a proposito - tenere, in mezzo ai
templi di pellegrinaggio, una pietra circolare, con cui
simboleggiavano simile assoluto, esistente di per sè; ma,
indecifrabile, per sempre, a mente umana
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