Il Bar-do

 

In Tibetano, "bar" significa "tra" e "do" "due". Questa parola designa generalmente lo stato intermedio tra il mondo dei viventi e quello degli spiriti. Il "Libro tibetano dei morti" si chiama in tibetano Bar-do’ thos-grol che vuol dire liberazione dal bar-do’ attraverso l’udire.

Il Bar-do’ thos-grol fa parte di una serie di testi composti da Padmasambhava, in particolare questo testo fu nascosto da lui stesso, nell’VIII secolo d.C. L'origine di questo testo è comunque da attribuirsi al sistema tibetano Bon, pre buddista.

Questo testo, classificato come gTer-ma (tesoro nascosto), è stato in seguito ritrovato dal gTer-ston (scopritore di tesori) Karma gLing-pa, praticante della tradizione bKa’-brgyud, poi entrato a far parte della tradizione rNying-ma.

Questo libro descrive le situazioni incontrate dai defunti che hanno abbandonato i loro corpi fisici.

In effetti si parla di quattro differenti tipi di bar-do’ :

a. il ‘skyes-gnas bar-do’, il bar-do’ naturale, lo stato che intercorrente tra una nascita ed una morte ;

b. il ‘chi-kha’i bar-do’, il bar-do’ doloroso del momento della morte, esperienza delle visioni che si manifestano da quando cominciano i sintomi della morte sino al cessare delle pulsazioni interne ;

c. il ‘chos-nyid bar-do’, il bar-do’ luminoso che pochi praticanti esperti possono riconoscere; il bar-do’ luminoso è lo stato durante il quale, svaniti i sensi, si manifestano le proiezioni della propria mente. Questo stato di luce può durare da attimo (comune a tutti gli esseri viventi) o sino a tre giorni e mezzo. Se non si è in grado di gestirlo l’essere rimane come "svenuto" sino al termine dei tre giorni e mezzo, termine dei quali si risveglia ed ha inizio il

d. ’srid-pa’i bar-do’, il bar-do’ karmico del divenire, che può durare alcune settimane o anni (mediamente 9 settimane), è la visione del cosiddetto "corpo mentale". Tale visione si protrae finché l’essere non si imprigiona nuovamente in una visione karmica, sperimentando così un nuovo stato intermedio tra la nascita e la morte.

Il bar-do’ luminoso ed il bar-do’ del divenire corrispondono, esattamente, nel sonno, al periodo che intercorre l’addormentarsi e l’inizio del sogno ed il periodo del sogno.

A questi quattro bar-do’ occorre aggiungerne altri due, tipici dei praticanti : il bar-do’ della contemplazione, pratica diurna, e quello della luce naturale, pratica notturna.

 

Lo spirito del defunto, dopo aver abbandonato il corpo, ha queste possibilità:

a. riconoscimento dello stato luminoso, quindi Nirvana:

b. riconoscimento del corpo mentale, quindi una delle terre pure (Paradiso): sia nel primo che nel secondo caso si ha la cessazione delle rinascite, il secondo caso è uno stato intermedio per può durare più o meno a lungo prima di guadagnare il Nirvana;

c. karma del divenire, quindi trasmigrazione in uno dei sei stati di esistenza di questo cosmo, che sono rappresentati dai sei Loka o sei mondi:

            1° Dei mondani (come esempio ci si può riferire agli dei dell'Olimpo), vivono migliaia anni e non sono soggetti ad alcuna necessità. ogni desiderio è esaudito, però al momento della morte finiscono direttamente all'inferno (punto 6°) perché hanno esaurito tutto il karma positivo. Non è quindi una buona rinascita.

            2° Asura (come esempio ci si può riferire agli dei del ciclo di Tor).

            3° Rinascita Umana (che è considerata la più fortunata)

            4° Rinascita animale

                    n.b. sia la rinascita umana sia l'animle sono le uniche che hanno il corpo fisico.

            5° Preta (non c'è equivalente nei sistemi occidentali)

            6° Inferno (in cui si esaurisce tutto il karma negativo)

d. trasferimento in un altro cosmo (Che poi in fondo è il vero inferno);

e. o, nel peggiore dei casi, permanenza nel bar-do’.

Da quanto sopra sono esclusi gli "incarnati" o i "reincarnati", i quali decidono, per loro scelta, in quale mondo o Loka rinascere per poter aiutare il prossimo.

Alcuni esseri attraversano questa tappa senza difficoltà mentre altri, ancora attaccati ai beni di questo mondo, provano molte pene perché avvertono ancora lo stesso attaccamento, lo stesso odio, le stesse sofferenze fisiche e mentali che hanno provato durante la loro morte.

Non bisogna pensare al dolore come un qualcosa di etremamente negativo, il dolore può essere un buon aiuto per pulire il karma negativo, una specie di scopa, e può essere molto utile.

Alcuni esseri che si trovano in questa tappa, vi rimangono perché non accettano la morte.

Spesso sono indicati come esseri impuri perché non abbandonano l’attaccamento né l’avversione, i desideri, l'odio, la cupidigia, l'egoismo e le inclinazioni materialistiche che avevano sulla terra.

Un esempio tipico è quando gli eredi litigano sull’eredità o non esaudiscono i desideri del morente: una tale situazione può creare nello spirito del defunto una tale rabbia che diviene fantasma e perseguita per anni gli eredi.

Ciò che è interessante è che molti di questi esseri non hanno coscienza del fatto di essere morti anche dopo molto tempo, in particolare quelli che si sono suicidati.

 

Gli esseri sofferenti situati nel bar-do’ karmico del divenire (’srid-pa’i bar-do’), divengono un peso considerevole per i loro discendenti poiché proiettano delle energie negative e delle vibrazioni estremamente dannose.

Essi tendono a obbligare la loro progenie a compiere un percorso di vita e di morte identico a quello che essi stessi hanno sperimentato, anche se non hanno alcuna cattiva intenzione nei loro confronti, un po’ come i genitori che proiettano sui figli i loro desideri incompiuti di riuscita nel mondo.

Questa tendenza può essere assai marcata negli esseri morti in modo violento, di cancro, di apoplessia, ecc. A questo riguardo il cancro, la leucemia, l’AIDS e simili, sono delle malattie di origine sottile, e possono essere combattute in modo efficace con l'aiuto del livello spirituale.

Coloro che sono morti in questo modo, possono divenire degli esseri sofferenti nel bar-do’ e tormentano i propri congiunti e i discendenti sino al giorno in cui possono trasmigrare nuovamente nel livello più basso dei mondi. Questo circolo vizioso continuerà fino a quando tutti gli esseri che sono nel bar-do’ non vengono inviati nel "bar-do’ dell’esistenza" da un sacerdote, da uno yogin spiritualmente potente, o sino a quando tutta la stirpe familiare si è estinta, o, in ultimo, quando la specie umana si è estinta. Sarebbe interessante esaminare se la proibizione per una certa casta sacerdotale di avere progenie non nasca da questa situazione.

In occidente, un comune individuo deve sopportare un numero considerevole (qualcuno dice circa cinquemila) di antenati diretti o indiretti. La sua vita sarà caratterizzata da una serie di disgrazie e di malattie se anche uno soltanto di questi esseri soffre gravemente.

Inutile dire che alcune religioni, come pure numerosi religiosi, che non credono agli spiriti, sono senza potere e hanno da tempo perduto una delle loro principali ragion d'essere che era quella di aiutare gli esseri nel bar-do’ (vedi i riti funebri eseguiti meccanicamente, la pratica allucinante di seppellire i morti in bare sigillate, la illogicità di non aiutare gli spiriti dei suicidi).

La sopravvivenza della razza umana come pure del pianeta Terra sarà determinata dal successo o dall'insuccesso dei tentativi effettuati da un piccolo numero di yogin di rinviare nel "bar-do’ dell’esistenza" questi esseri che soffrono nel bar-do’.

Per esempio gli esseri dei feti abortiti recano gravi pregiudizi alla loro famiglia. Le madri soffrono in modo caratteristico di nevrosi, di isteria, di instabilità mentale e di malattie ginecologiche. Si può ugualmente attribuire una certa parte della delinquenza giovanile alla pratica corrente dell'aborto poiché i giovani sono particolarmente sensibili alle vibrazioni negative emesse da coloro che avrebbero dovuto essere loro fratelli, loro sorelle ed anche loro cugini.

Poiché certi esseri nel bar-do’ sono molto attaccati a determinati oggetti, bisogna fare attenzione quando si acquistano pezzi di antiquariato e gioielli antichi, in ogni caso è sempre meglio evitarli. E’ bene investigare se i vecchi proprietari di questi oggetti non siano per caso morti in modo strano.

Molte malattie, come l'AIDS, il cancro, l'apoplessia, la nevrosi, il mal di testa, ecc., sono provocate dagli esseri che soffrono nel bar-do’, come pure una buona parte dei problemi fisici e mentali possono essere imputati agli esseri del bar-do’.

In un Tantra tibetano si dice che le quattro energie che contribuiscono a formare la malattia sono:

        1.clima,

        2.cibo,

        3.comportamento,

        4.energie negative causate da alcuni tipi di esseri invisibili.

Gli individui che devono temere di più di divenire degli esseri sofferenti nel bar-do’ sono quelli che già si trovano sotto l'influenza di tali esseri come pure gli atei, gli scienziati e i religiosi che negano l'esistenza degli spiriti.

E’ privo di senso dire che gli spiriti non esistono con la scusa che la nozione di spirito non è scientifica. In effetti, la scienza di oggi sarà probabilmente l'equivalente di una fiaba domani, come lo è stata quella di ieri.

 

Un essere umano è composto da tre elementi fondamentali: il corpo, l’anima e lo spirito. In un certo senso si può dire che lo spirito crea l'anima, l'anima crea il corpo.

Si fa riferimento agli ultimi due (anima e spirito) in modo assai vago, confondendo l’anima con lo spirito e viceversa, in modo da differenziarli dal corpo. L’anima è una sostanza sottile e fluida che serve ad unificare e ad avvolgere il corpo e lo spirito.

Al momento della morte, lo spirito abbandona il corpo senza sapere esattamente dove deve andare. Più l'individuo ha delle inclinazioni materialiste, più gli è difficile lasciare i luoghi in cui ha vissuto prima di morire. L’attaccamento, l'odio o il rimorso, come pure i dolori fisici provati al momento della morte possono anche impedire ad uno essere di proseguire secondo il proprio karma.

L’anima invece permane nel mondo in forma più o meno condensata, a seconda della elevazione spirituale dell’individuo, questa anima in occidente è chiamata "cadavere astrale", i riti funebri servono anche per distruggere questo "cadavere astrale".

L’unione dello spirito errante nel bar-do' col cadavere astrale forma il fantasma.

Esistono delle leggi precise e una gerarchia ben definita nel mondo spirituale. Esistono esseri (Angeli/Yidam, Santi/Bodhisattwa, ecc.) che sono collocati sufficientemente in alto nella gerarchia per adempiere al compito di proteggere degli esseri umani essendone i loro custodi o le loro guide.

La presenza di eventuali esseri superiori fra gli antenati di una persona, assicurano incontestabilmente una protezione e un efficace orientamento.

Questi esseri sono generalmente invisibili perché le vibrazioni che emettono sono superiori (Vajradhatu) o inferiori (Garbhadhatu) alla portata della visione umana. Un Maestro, in una qualunque arte esoterica può acquistare la capacità di vedere e di percepire delle cose impercettibili agli occhi e alle orecchie del volgo, anche se questa non è una delle capacità più gradita a chi pratica l’esoterismo. Tuttavia, alcuni di questi esseri possono manifestarsi p.e. nelle fiamme o nelle fotografie. Il mezzo per comunicare con questi esseri varierà a seconda di quale chakra sia stato attivato dalle pratiche e dalla meditazione. Il primo passo verso l'acquisizione della capacità di vedere degli spiriti può essere la capacità di riconoscere l'aura di un essere umano.

 

Le sedute di spiritismo effettuate da dilettanti possono rivelarsi assai pericolose perché non si sa mai quali specie di spiriti impuri possano manifestarsi e rifiutare di andarsene, con tutte le gravi conseguenze del caso.

 

I 9 Mewa (o Forze Astrali) rappresentano un aspetto delle energie che interagiscono con i morti ed i vivi. Ogni Mewa è associato ad un colore, ma ciò è ingannevole giacché i colori per come li designavano gli Antichi non corrispondono al nostri specifici concetti di colore. Per esempio, noi preferiamo designare il bianco degli Antichi con i termini di "trasparente", di "opaco" e di "grigio perla".

Le Forze Astrali non sono stelle, sono forze che ci influenzano direttamente per agire.

I Mewa sono spesso rappresentati in tabelle che permettono di comprendere realmente le loro funzioni di contributo alla morte e alla rinascita degli organismi.

 

Il C’ì del C’ì-xue corrisponde al termine sanscrito "prana", che non è il respiro, anche se è strettamente collegato con esso. E’ rappresentato dalla sinergia dei nove Mewa attraverso il tempo e lo spazio.

 

Un aspetto importante è il karma o forza del destino.

 

Il karma è il termine sanscrito che designa "atto" o "azione", non vuol dire assolutamente fatalità; il karma o forza del destino è fatale per l’ateo, per l’ignorante (nel senso cosmologico), in tibetano ignorante si traduce marigpa, che parafrasato vuol dire "non conoscere se stesso".

Il karma è l'energia inerente agli oggetti, alle piante, agli animali, agli esseri umani, ai gruppi di esseri umani come la famiglia e la nazione, alla terra, al sistema solare, all'universo intero.

Anche gli esseri invisibili sono soggetti al karma.

Il karma è la forza attiva della trasmigrazione, il ciclo indefinito della morte e della rinascita. Il Buddhismo offre la metodologia con la quale gli esseri umani possono essere completamente liberati da questa forza per mezzo dello Yoga o Unione (che nulla a che vedere con certe speudo ginnastiche importate dall'Oriente) e della Meditazione, con o senza l'aiuto di divinità.

E bene constatare che questa metodologia è attualmente importata in occidente, ma non bisogna ignorare che non è facile da praticare.

 

Il raggiungimento dello stato di Liberazione è conosciuto con il nome di Nirvana. Deve essere perfettamente chiaro che degli esseri umani ordinari non possono raggiungere il Nirvana semplicemente morendo perché il karma, generato dalle parole, dai pensieri e dalle azioni, li obbligherà a trasmigrare per un tempo indefinito. La qualità della nuova esistenza (non necessariamente umana) dipende dal karma che è stato accumulato anche nelle esistenze anteriori.

Vivere sotto l'influenza degli esseri del bar-do’ fa anche parte della compensazione karmica. La compensazione karmica, secondo certi celebri medium occidentali, può esprimersi in questi termini:

 

"Se dovete piangere nella vita presente, è perché voi avete fatto piangere gli altri nella vostra (nelle vostre) vita (vite) passata (e)" ;

 

secondo il Buddha:

 

"Se vuoi sapere cosa hai fatto guarda cosa sei, se vuoi sapere cosa sarai, guarda casa fai"

 

Il karma si divide in karma primario e karma secondario.

 

Affinché si produca un karma primario occorre che siano presenti tre condizioni : il desiderio dell’azione, l’azione (diretta o indiretta), la soddisfazione dell’azione. Il risultato dell’azione non dipende dal suo grado ma dall’intenzione o motivazione che la stimola. Se sono presenti solo una o due di queste condizioni è karma secondario.

Nessun karma primario può agire se non è presente il karma secondario. Si può dire, in generale, che i Mewa sono collegati all’aspetto del karma secondario: quando si uniscono le cause secondarie, quando una forza contiene tutte queste possibilità, questa stessa forza è chiamata Mewa: allora è presente il karma secondario ed il karma primario può agire.

L’azione del karma primario si può produrre immediatamente dopo l'atto, relativamente tardi nel corso della vita o nelle vite seguenti, ma comunque secondo le leggi del karma secondario.

Né un buon karma, né un cattivo karma possono accompagnare per sempre l'individuo considerato; un buon karma può esaurirsi a poco a poco e un cattivo karma può essere interrotto radicalmente grazie alle pratiche relative. Non c’è crimine o crudeltà che un sincero rimorso ed una vera pratica spirituale non siano in grado di purificare. Così, è sempre possibile un miglioramento o un deterioramento del karma.

 

Il karma della Terra e dell'umanità sembra che in questo secolo vada a rotoli poiché sia l'uno che l'altro devono far fronte ad una seria minaccia di estinzione. La specie che ha avuto l'audacia di chiamarsi essa stessa sapiens è capace di uccidere milioni di suoi membri e di far saltare in aria il proprio pianeta. Uno dei fattori decisivi che hanno condotto a questa condizione è l’ignoranza insita in importanti religioni.

La conseguenza di un cattivo karma per l'essere umano è quello di morte violenta, di suicidio, di morte accidentale, per crimini e più di recente per AIDS, ecc. Coloro che non possiedono un tale karma non hanno assolutamente niente da temere.

Si può ritrovare un tale karma negli spiriti degli antenati che sono ancora nello stato di bar-do’. Questi esseri, volenti o nolenti, lanciano delle vibrazioni negative ai loro discendenti senza aver l'intenzione di nuocere loro, e li spingono in uno schema identico a quello della loro vita e morte. Questo circolo vizioso senza miglioramento karmico richiede compensazione fino a quando l'ultimo membro della famiglia sia annientato, oppure annullato dalla pratica esoterica. La prima tappa per spezzare un tale karma, evidentemente, è di inviare gli esseri sofferenti che si trovano del bar-do’.

Un grave esempio di karma nazionale sembra essere quello degli Ebrei. Il loro Messia, quale che sia, sarà impedito a venire e le loro capacità si volgeranno così a lungo in ossessioni che trascineranno dietro a loro sia gli esseri ancestrali del bar-do’, sia gli spiriti di ossessione.

La Bibbia non sembra offrire un'efficace metodologia per inviare gli esseri sofferenti nel mondo del bar-do’. Incidentalmente, il Buddhismo esoterico non possiede alcun Dio Creatore (Demiurgo), poiché l'universo non è che una rinascita ripetuta e su grande scala sotto forma di espansione e di contrazione, nel corso della quale il Big Bang non è che un episodio. Per i buddhisti esoterici, dunque, le narrazioni concernenti la creazione del Cielo e della Terra da parte del Demiurgo, non sono altro che racconti per bambini, in quanto noi stessi siamo "Demiurgo", solo che non siamo in grado di riconoscerlo.

 

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Mandala della buona morte

 

Mandala della buona morte, utilizzato nei Riti Tantrici Tibetani per ottenere una buona rinascita, tovato dal gTer-ston Karma Ling-pa.

Potrebbe essere utile copiarlo, ritagliarlo e metterlo addosso ad un morente, a contatto col corpo e col disegno verso il corpo.

Non sono importanti le dimensioni.