Secondo
il pensiero taoista l'uomo è impregnato di tre energie interiori
che costituiscono le radici della vita.
La
prima è detta essenza, ed è la più esterna; la seconda,
intermedia, è detta energia interna; la terza, la più
interna. è detta energia spirituale.
Le
tre energie possono essere più o meno raffinate, cioè possedere un
grado maggiore di purezza e possono trasformarsi l'una nell'altra.
Secondo
un metodo di vita, che include pratiche meditative, spirituali,
respiratorie, fisiche, proprie dello Zen Do Ishi, ma anche di molte
altre pratiche meditative,si possono accumulare e conservare in noi
le tre energie, non solo senza disperderle, ma anche purificarle e
trasformarle, così, in forme più raffinate.
E'
possibile, quindi, trasformare l'energia essenza in quella interna
ed infine in quella spirituale: da questa si arriverà al
"vuoto mentale", la forma meditativa più elevata.
L'energia
essenza
rappresenta la quintessenza di una sostanza; è simile alla pulsione
sessuale, ma non
corrisponde
perfettamente a questa. E' costituita da due parti: - una energia
prenatale, quella ereditata dai genitori, come fusione delle energie
del padre e della madre; non si può accrescere in quanto viene
determinata all'atto della nascita, ma non deve essere dispersa. La
medicina cinese vede la collocazione a livello reni.- una energia
postnatale, deriva dall'energia del cibo e dall'energia
respiratoria. Può accrescersi sia da un punto di vista quantitativo
che da un punto di vista qualitativo.
L'energia
essenza può indebolirsi a causa di una vita dissoluta, con un
grande spreco di energia, dalle malattie e porta ad un
invecchiamento precoce e ad un declino dell'organismo.Siccome tale
tipo di energia declina con l'avanzare dell'età, si deve arrivare a
trasformarla in energia interna: per arrivare a questo traguardo si
deve cercare di vivere serenamente, nutrirsi senza esagerazione con
cibi sani e naturali (cucina macrobiotica o cucina mediterranea),
praticare meditazione.
L'energia
interna,
secondo il pensiero taoista, permea tutto l'universo e riempie il
contenuto della terra.
Come
esiste una energia interna dell'universo, esiste una energia interna
dell'uomo. L'energia interna dell'uomo è influenzata dall'energia
del cielo e della terra per cui l'uomo deve vivere in natura ed
accordo con l'universo e la terra, evitando le disarmonie e le
influenze negative, rispettando i cicli. L'energia complessiva
dell'uomo è carica di varie nature: respiratoria, alimentare,
originaria. I taoisti indicano tre punti del corpo, indicati come
TAN TIIEN: il primo punto corrisponde al classico tan den; è
collegato con i reni; il secondo punto è sito al plesso solare dove
avviene la trasformazione del cibo e si raccoglie l'energia
dell'aria inspirata: il terzo punto è sito a livello del terzo
occhio ed è considerato la residenza dell'energia mentale.
Per
effettuare una respirazione a livello tan den bisogna effettuare una
respirazione di tipo addominale e nel fare questo la mente gioca un
ruolo importante.
L'energia
interna può essere coltivata attraverso pratiche meditative, sia di
tipo statico (esempio, effettuando zazen), sia di tipo cinetico (ad
esempio kata).
Il
flusso di KI interno può essere generato sia esternamente (ad
esempio dopo una contrazione muscolare si forma un accumulo di Ki il
quale, in seguito, fluirà in altre parti del corpo non appena la
contrazione cessa) sia internamente.
I
flussi di Ki possono essere stimolati dallo Shiatzu e
dall'Agopuntura.Il flusso interno si genera dal tan den e circola
nel corpo guidato dal pensiero. L'energia interna, quindi, scorre
nel corpo ed è guidata dal pensiero; essa segue dei percorsi ben
definiti, i più importanti dei quali sono chiamati piccola e
grande circolazione.
La
piccola circolazione
ha luogo durante la meditazione in posizione seiza o in un'altra
posizione idonea. Si libera la mente da ogni pensiero estraneo e la
si concentra sul fluire del Ki; si concentra sul tan den, raggiunge
la base della nuca ed esce dal naso. Dopo varie volte si inizia ad
avere la sensazione fisica del Ki; dopo si supera anche questo
stadio e si arriva ad uno stadio di simbiosi con la coscienza
universale (L'Io entra in contatto con l'Io cosmico). E' difficile
evitare l'insorgere di pensieri durante la meditazione mentre è più
facile pervenire al vuoto mentale concentrandosi sul movimento di un
kata.
La
grande circolazione
si differenzia dalla precedente perchè il Ki viene fatto fluire
anche negli arti. Seguendo varie metodiche si inizierà a percepire
il Ki che è in noi; si possono sentire fremiti, calore, corrente
elettrica, ecc. Tuttavia bisogna imparare a sentire il flusso del Ki
perchè solo in seguito si può potenziare e controllare; bisogna
subito dire che non è semplice sentire il Ki, ma è semplice
sentire la reazione del corpo al suo passaggio. In seguito si
imparerà a visualizzare il Ki e a guidarlo dove vogliamo: ogni
parte del nostro corpo è guidata dal Ki e noi possiamo rendercene
conto.Con questa respirazione dobbiamo sentire l'aria che entra nel
nostro naso e gonfia il nostro addome. Quando si espira si chiudono
i glutei ed il flusso del Ki va guidato con il pensiero da una parte
lungo le gambe sino ai piedi, con la conseguenza che il corpo viene
piantato in terra, dall'altra lungo la colonna vertebrale ed il
collo sino alla nuca; infine, il Ki rimasto esce dal naso. Se,
invece, si effettua una qualsiasi tecnica o anche un semplice
movimento, una parte del Ki viene spinto verso il movimento che si
effettua.
Quando
si compiono tecniche apposite per accrescere il KI come i Kata
(movimenti tecnici che hanno lo scopo di accrescere il Ki del nostro
corpo; il Tai Chi è una Arte Marziale sotto forma di Kata che
potremmo definire Kata di energia), questi devono essere eseguiti
lentamente (come appunto il Tai Chi) per dare tempo alla mente di
seguire i processi mentali che seguono la respirazione. Si può, per
questo scopo, eseguire una tecnica e, poi, rimanere immobili su una
tecnica per dare tempo alla mente di concentrarsi sul fluire del Ki
interno.E' necessario, comunque, per divenire padroni della
"grande circolazione" conoscere il significato e l'esatta
applicazione di ogni tecnica, altrimenti non sarà possibile
incanalare correttamente negli arti il flusso del Ki e neppure farlo
fuoriuscire dove e quando è necessario.
Quando
è un arto che si muove, il KI deve bilanciare anche l'altro arto;
solo quando si è raggiunto uno stato di "Ki supremo" dove
il Ki scorre autonomamente si 'può smettere di muoversi pensando al
Ki: questo è uno stadio che si raggiunge solo dopo anni di
allenamento. Il Karate, unito allo Zen, è una forma di meditazione
dinamica, al contrario dello Yoga, dove la meditazione è statica.
Una
modalità semplice per sentire il Ki nei muscoli è quello di
contrarre i muscoli durante l'inspirazione e di rilassarli nella
espirazione; si inizierà a percepire varie reazioni per arrivare,
in seguito, a sentire, dopo lunga pratica, dei tremiti simili a
scariche elettriche in tutto il corpo. Vi sono 5 parti tramite i
quali il Ki fuoriesce dal corpo e comunicare con l'esterno: - punto
sito alla sommità del capo; - due punti siti al centro delle palme
delle mani; - due punti situati al centro della pianta dei piedi.
Il
proprio Ki può essere esteso oltre il proprio corpo in varie
occasioni: - durante l'esecuzione di varie tecniche, nelle quali
possiamo spingere con la mente il Ki affinchè esca nei punti dove
le tecniche colpiscono, anche se si colpisce con delle armi; -
per rendere le posizioni più stabili, in quanto il flusso di Ki che
fuoriesce dal centro delle piante ancora fortemente la posizione a
terra conferendo grande stabilità a terra; - per creare una sfera
di energia intorno a noi, in questo caso si deve immaginare di
estendere il proprio Ki in una sfera più grande del corpo ed avente
come centro il tan-den: si può arrivare a contrastare il Ki di
un'altra persona coprendolo con il nostro Ki come per
neutralizzarlo. Tale forma di Ki può essere posseduta solo da chi
è retto nella vita con se stesso, con gli altri, con la natura, con
Dio.
L'energia
spirituale mentale
è la forma di energia più raffinata che l'uomo possa produrre o possedere.
Anche in questo caso il KI spirituale-mentale può dividersi in un
Ki ereditato dai nostri genitori ed in un Ki post.natale, ma è
verso quest'ultimo cui dobbiamo rivolgere la nostra attenzione perchè
è il Ki che può essere accresciuto. L'energia spirito-mente può
essere attivata solo dopo una grande attività del Ki; si deve
essere diritti di busto, di collo, di testa ed avere la sensazione
che il Ki salga lungo la spina dorsale ed il collo sino alla cima
della testa rendendoci concentrati e consapevoli: perchè questo
accada la mente deve essere vuota e rilassata, e per questo bisogna
abolire le preoccupazioni ed i desideri inutili; é la forma più
difficile da ottenere perchè la sua percezione è sempre guidata in
qualche modo dalla nostra volontà. anche se in maniera più o meno
partecipe.
Vuoto
e rilassato non significa essere addormentato in quanto questo sarà
negativo poiché la mente deve essere pronta e concentrata perchè
questa energia possa essere attivata. Una volta attivata l'energia
deve essere concentrata all'interno perchè possa essere recepita
nella maniera ottimale e possa scorrere per tutto il corpo. La vera
forza si ottiene quando si ha un perfetto bilanciamento tra il Ki
che scende e si localizza nel tan-den e l'energia s.m la quale deve
salire sino alla sommità del capo. E' la mente che deve focalizzare
i due flussi di energia.
Grazie
a questo tipo di energia la mente è in grado di ottenere quello
stato di perfetta concentrazione che la rende stabile, capace di
focalizzare, insomma di entrare in quella condizione per la quale si
possa, in seguito, entrare nello stato di supercoscienza, in cui il
proprio Ki si fonde con il Ki cosmico e si diviene un tutt'uno con
la natura.
Per
giungere a questo bisogna arrivare ad uno stadio precedente di vuoto
mentale, lo stato meditativo più elevato in cui la mente è
presente, ma libera da preoccupazioni e pensieri estranei.
La
forza esterna o muscolare si ottiene con la contrazione dei muscoli;
può essere potenziata con l'esercizio fisico, ma solo sino ad un
certo punto e diminuisce con il passare degli anni.
La
forza interna è la forza che si ottiene essenzialmente con la
canalizzazione e concentrazione dell'energia interna. Se invece di
usare la forza muscolare usiamo il pensiero si può far giungere il
Ki sino al punto in cui è arrivato il pensiero: è un tipo di forza
che aumenta con l'età.
E'
sempre essenziale il ruolo della mente che, tramite il pensiero,
guida il flusso del Ki. La forza interna può non essere percepita
da noi; per applicarla correttamente dobbiamo applicare
continuamente il Ki perchè se il Ki si interrompe l'energia interna
perde la sua efficacia. Se, come può succedere, il Ki interno viene
meno questo deve sempre fluire guidato dalla mente: solo così il Ki
interno si ripristina. Il Ki interno si serve spesso dei tendini per
cui una contrazione muscolare specie se prolungata ostacola il
fluire del Ki e quindi la generazione dell'energia interna: pertanto
risulta importante una estrema morbidezza ad una estrema
concentrazione. Il Ki interno quando si manifesta è come un colpo
di frusta la quale, per essere efficace, deve essere portata senza
contrarre i muscoli del braccio con un movimento elastico ed il
corpo estremamente rilassato. Il Ki interno ha radice nei piedi, si
sviluppa nelle gambe ed è controllata dalle anche e si manifesta
nelle dita. E', quindi, necessario avere una base molto solida,
sentire il Ki svilupparsi per mezzo del corretto uso delle gambe e
dirigerla tramite lo spostamento o rotazione delle anche. Sono per
lo più le mani, infine, che trasmettono la nostra forza
interiore.E' importante, però, caricarsi di questa energia; è
importante anche non scaricarla mai del tutto ed avere sempre una
parte in riserva; questo si ottiene non distendendo mai
completamente l'arto nella esecuzione di una tecnica.
L'emissione
di forza interna può talvolta manifestarsi come una vera e
propria esplosione di energia, mentre in altri casi avviene in
maniera meno esplosiva ma con un ritmo lento e continuo come un'onda
di marea che sembra staccarsi dalla sua immobilità mentre, in realtà,
travolge tutto. La forza interna è unica, ma può differenziarsi in
varie forme secondo l'occasione. E' bene per un suo ottimale
sviluppo allenarsi in coppia o a abituarsi a visualizzare un
avversario quando ci si allena da soli ed in questo viene in aiuto
il Kata
Noi,
in genere, sappiamo bene quello che vogliamo e ciò di cui abbiamo
veramente bisogno, ma non sempre riusciamo a conciliare la volontà
del fare bene da ciò che in realtà noi facciamo: la nostra azione
non sempre segue la nostra volontà. Pensiamo a quante volte abbiamo
deciso di fare una certa cosa e poi abbiamo finito con il fare
un'altra. Tutto questo disequilibrio porterà ad un disequilibrio
nella nostra energia. Spesso si parla di persone
"negative" intendendo con questo termine quelle persone
che non riescono a vivere in armonia con se stesse,e, di conseguenza
con gli altri.
Si
genera nel nostro "io" un modo di vedere le cose che porta
ad uno stato esagerato di emotività interna in quanto non si riesce
ad essere in pace ed in equilibrio con se stessi. Si corre così
alla ricerca dell'avere e non dell'essere: si cerca di essere sempre
di più ciò che si ha e non ciò che si è veramente. Si genera nel
nostro organismo un sottile veleno che và a colpire la nostra
energia. Anche gli animali che vivono in uno stato di stress
producono adrenalina, ma una volta cessato il motivo dello stress,
come ad esempio cessato il pericolo, il livello di adrenalina scende
e l'animale è rilassato; l'uomo, al contrario, specialmente l'uomo
moderno, vive sempre in una situazione di stress continuo (vedere
Condizione umana e Zen Do Ishi); di conseguenza una piccola parte di
tale veleno rimane nel nostro organismo e mina la nostra energia.
Per
sorpassare questo stato di energia negativa si può praticare
meditazione, ma sempre sotto la guida di una persona esperta;
inizialmente sarà utile praticare una idonea respirazione che
permetterà al corpo di essere libero dalle tensioni. Così facendo,
l'uomo inizierà a sentirsi libero, ma questo sarà solo il primo
passo. In seguito dovrà imparare ad essere libero non solo nel
fisico, ma anche nella mente e nello spirito. Sappiamo bene la
fatica di molte persone che vorrebbero liberarsi dalla schiavitù
del fumo o della droga, e di quanto soffrano nei momenti di
astinenza, ma si sa anche benissimo che lo sforzo maggiore sarà di
liberarsi dalla dipendenza psicologica.Si deve lottare su entrambi i
fronti, fisico e spirituale-mentale, per risolvere i problemi
dell'uomo.
Il
Ki (energia) è vita, è ciò che spinge l'uomo al movimento. Tutto
è retto e governato dal Ki. Il sole è Ki, l'amore è Ki, lo
spirito è Ki, l'odio è Ki. Il Ki è neutro e siamo noi che lo
guidiamo verso una accezione negativa o positiva.Tutto parte della
mente, come dicono i cinesi, ma la mente guida noi dentro un cammino
preparato dal nostro spirito; se viviamo in maniera angusta, i
nostri pensieri saranno angusti; se camminiamo guardando sempre in
terra senza mai alzare lo sguardo al cielo come possiamo pretendere
che i nostri pensieri siano elevati? Finiamo sempre per essere delle
pecore che vogliono muggire per assomigliare a dei leoni che
ruggiscono.
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