Secondo
alcuni psicologi le angosce notturne sono legate ai meccanismi
profondi della psiche umana.
"Fra
tutte le esperienze che terrorizzano l'uomo e invitano all'umiltà
di fronte all'ignoto, gli incubi sono forse la più diffusa e la più
caratteristica, perché gli esseri umani sono le uniche creature
viventi pienamente consapevoli della precarietà della loro
esistenza. E' precisamnete questo senso di vulnerabilità a
costituire la struttura essenziale di qesto tipo di sogni. L'incubo
è, insomma, il prototipo del terrore umano". E' il giudizio di
un esperto, il dottor John E. Mack.
Mack
proprio dal suo studio sugli incubi ha tratto materiale per indagare
sul fenomeno dei rapimenti di terrestri da parte di alieni e, con
grande coraggio intellettuale, ha preso posizione in favore delle
necessità di studiare a fondo i casi, senza trascurare alcuna
ipotesi.
"Incubus"
era, anticamente, il nome di un dèmone che si diceva perseguitasse
nottetempo gli uomini, turbandone i sonni. Oggi è il nome che si
assegna a un turbamento della parte inconscia della psiche, il cui
oscuro agitarsi si rivela simbolicamente nel corso dei sogni. In
ogni caso, l'incubo è da sempre fonte di continua meraviglia.
Per
il dottor Mack esiste un rapporto fra incubi e creatività umana.
"Se il processo creativo è un tentatico di risolvere un
conflitto, o di realizzare un desiderio, o di recuperare un bene
perduto, o di eliminare le proprie limitazioni e inettitudini, i
sogni sono uno dei terreni più favorevoli nei quali tutte queste
attività possono essere esplicate". Nel sogno si manifestano
gli elementi emotivi vividi e intensi, c'è impiego dei simboli
ricco e flessibile, il senso della percezione è completo e si ha
accesso a contenuti mentali inconsci; questi sono precisamente i
meccanismi psicologici essenziali del processo creativo. Di
conseguenza nei sogni si può "creare" altrettanto bene
che in stato di veglia: e non è impossibile che molte creazioni
diurne si basino in realtà su un lavoro già in parte compiuto nei
sogni. Comunque le più recenti ricerche sembrano indicare che gli
incubi sono legati non solo al nostro cervello, quanto ai nostri
geni. In un recente numero del "British Journal of Psychiatry",
il dottor Anthony Kales e i suoi collaboratori sostengono che una
serie di fattori genetici predisporrebbero gli individui non
soltanto ai terrori notturni, ma anche ad altri disturbi del sonno,
come il sonnambulismo.
Queste
conclusioni discendono da una serie di studi condotti dal fisiologo
francese Jouvet, che ha analizzato il comportamento durante il sonno
di animali cui erano stati bloccati i centri cerebrali incaricati di
mantenere rilassato il corpo anche quando il cervello, sognando,
ordina una serie di movimenti, come la fuga o l'attacco. Jouvet ha
osservato che gli animali sembrano riprodurre, durante le visioni
notturne, una serie di comportamenti standard, come se agissero in
risposta a situazioni già pre-programmate nel cervello stesso.
Questa
pre-programmazione può essere solo di tipo genetico, e Jouvet ne ha
avuto la conferma facendo incrociare fra di loro i topolini di ceppi
diversi, ciascuno caratterizzato da uno schema di
"comportamento onirico" differente: i nuovi nati
presentavano comportamenti di tipo intermedio fra quelli dei due
genitori, da cui li avevano ereditati.
Il
sogno, dunque, secondo Jouvet e quanti la pensano come lui, sarebbe
una specie di riprogrammazione del cervello, un riassetto degli
schemi di comportamento della specie di fronte agli eventi
fondamentali, compresi quelli che l'individuo non usa più.
L'incubo
corrisponderebbe appunto a schemi di comportamento ancestrali,
risalenti all'uomo primitivo, vittima quotidianamente di pericoli
ignoti, cui doveva reagire con la lotta o con la fuga.
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