..
È stato erede bambino di una casata senza regno, poi playboy non
brillantissimo e amante di fuoriserie (con attitudine a uscire di
strada), poi ancora imputato d'omicidio. .. Si chiama Vittorio
Emanuele Savoia, ma lui preferisce di Savoia. Il suo rientro in
Italia è un tormentone, un problema che periodicamente ritorna
d'attualità - come se il Paese non avesse altri problemi. Ogni
volta si torna a parlare (anche se sempre più flebilmente) degli
impedimenti a questo ritorno: della norma transitoria della
Costituzione; o della non brillante storia di una dinastia che ha
consegnato l'Italia al fascismo, che ha accettato le infami leggi
razziali, che dopo l'8 settembre ha tagliato la corda lasciando il
Paese al suo destino. [Ma il] signor Vittorio Emanuele Savoia uomo
d'affari .. in Italia è già rientrato. Anzi, non ne è mai uscito.
Fa parte a pieno titolo della storia recente del Paese: non quella
alta, quella dei suoi avi, ma quella invisibile e sotterranea che ha
a che fare con lobby riservate, logge segrete, aristocrazie occulte
impegnate in affari internazionali sul crinale dell'illegalità.
[Vittorio Emanuele Savoia è stato capace] di andare oltre i
confini, di aggirarli anzi, con l'aiuto di qualche società
off-shore. Da giovane, ebbe una carriera scolastica un po'
difficile. .. Allora gli amici lo chiamavano "Toto la Manivelle"
(potremmo tradurlo "Vittorino il Volantino") per via della
sua eccezionale capacità a perdere il controllo del volante e a
uscire di strada, con gran danno per le carrozzerie delle sue belle
auto. .. Ma, poiché le fuoriserie non gli bastavano, prese anche il
brevetto di pilota e acquistò un biplano con una testa di tigre
disegnata sulla fusoliera. Infine divenne .. ("per ricostruire
il patrimonio di famiglia") .. mediatore d'affari, piazzista di
lusso, ponte nobile tra grandi imprese occidentali e satrapie
orientali, sempre all'ombra di qualche strana consorteria
politico-affaristica. I quarti di nobiltà di Vittorio Emanuele ..
sono la griffe che garantisce .. l'accesso ai personaggi utili, alle
lobby giuste. Così negli anni Settanta il signor Savoia fu preso
sotto l'ala dal conte Corrado Agusta, l'ex marito di Francesca
Vacca, allora padrone di una fabbrica d'elicotteri e mercante
internazionale d'armi. Agusta, in verità, era conte per modo di
dire: non per lignaggio, ma per decreto di Mussolini. Gli era utile
avere attorno un nobile vero, .. ben introdotto nelle dinastie
grandi acquirenti dei suoi prodotti. Lo Scià di Persia, per
esempio: Vittorio Emanuele era suo amico di famiglia, e in più
all'epoca lo Scià Reza Pahlevi corteggiava Gabriella di Savoia.
Insomma, il signor Savoia riuscì a piazzare allo Scià una quantità
di elicotteri e armi, guadagnandosi, come ogni piazzista, le sue
brave provvigioni. Non tutto però è alla luce del sole, quando si
tratta di armi. Il giudice di Venezia Carlo Mastelloni, .. in una
sua indagine [scoprì] che Vittorio Emanuele, insieme al conte
Corrado, .. si occupava .. anche di triangolazioni proibite
dall'embargo: centinaia di elicotteri Agusta 205 e Agusta 206,
sistemi d'arma e pezzi di ricambio partivano dall'Italia
ufficialmente destinati all'Iran dello Scià, ma finivano in
Giordania o all'Olp; indirizzati alla Malesia e a Singapore,
arrivavano invece a Taiwan o nella Sudafrica dell'apartaid. Il tutto
non senza il beneplacito dei servizi segreti dei Paesi coinvolti.
L'inchiesta del giudice Mastelloni .. poi approdò alla Procura di
Roma e lì .. si insabbiò.
..
Nel giro d'affari era coinvolta, oltre l'Agusta, anche la
statunitense Bell, quella degli elicotteri d'assalto Cobra. Le armi
giravano il mondo, Somalia, Congo, Zaire... [Il] giovane giudice di
Trento, Carlo Palermo, .. aveva messo gli occhi su un doppio
traffico: armi dall'Occidente verso Oriente, droga in direzione
opposta. Anche Palermo fu bloccato, e in malo modo, probabilmente
proprio perché questi traffici non si possono fare senza il
consenso di poteri molto forti, che per certi lavori sporchi usano i
servizi segreti e che comunque non gradiscono che si metta il naso
nei loro affari e che si portino alla luce i loro traffici, dove
ragioni di Stato si mischiano spesso a ragioni di soldi...
Comunque
Vittorio Emanuele era attorniato e ben sostenuto da una compagnia di
personaggi eccellenti, come si conviene nei commerci internazionali
d'armi: faccendieri, politici, militari, uomini dell'intelligence.
Tra gli altri, c'erano il colonnello Massimo Pugliese, fedelissimo
di casa Savoia; .. il generale Giuseppe Santovito, .. direttore
nientemeno che del Sismi, il servizio segreto militare; l'ex attore
Rossano Brazzi, massone, approdato dal cinema all'entourage di un
altro attore che aveva cambiato mestiere, Ronald Reagan. .. I
servizi segreti vegliavano sugli affari, .. ma anche i loro padrini
della Cia e dalla Nsa, le due massime agenzie spionistiche
americane. .. Molti dei soci di questa bella compagnia
[appartenevano alla] loggia P2 di Licio Gelli, il circolo degli
oltranzisti atlantici italiani. Alla lettera S dell'elenco
sequestrato nel marzo 1981 dai magistrati milanesi .. si legge:
"Savoia Vittorio Emanuele, casella postale 842, Ginevra".
La tessera era la numero 1621. In una delle cartellette allegate
agli elenchi, sempre alla lettera S, accanto a "Sindona
Michele, banchiere", .. e tanti altri (Berlusconi Silvio no,
era in un altro documento), compare il nome "Savoia Vittorio,
numero 516". Il principe, si seppe poi, aveva raggiunto il
terzo grado della gerarchia massonica, quello di Maestro, e oltre
alla loggia P2 aveva frequentato un altro esclusivo club massonico:
la superloggia di Montecarlo. Almeno secondo quanto testimonia
nell'ottobre 1987 Nara Lazzerini, amica molto intima di Gelli:
"Licio mi disse che della loggia facevano parte anche Vittorio
Emanuele di Savoia e il principe Ranieri".
..
Vittorio Emanuele si era avvicinato a .. Bettino Craxi [alla] fine
degli anni Settanta [tramite] Silvano Larini, l'uomo che aveva fatto
conoscere Craxi e Berlusconi e che all'epoca era uno dei cassieri
dei conti segreti del segretario socialista. .. Larini .. all'inizio
frequentava per lo più Marina Doria, la consorte del principe, ma
da cosa nasce cosa. Silvano e Vittorio Emanuele si conoscono e
decidono di fare business insieme: lanciare l'isola come luogo
esclusivo di vacanze. Ancora una volta, Vittorio Emanuele e il suo
blasone funzionano come spot pubblicitario per attirare una
selezionata folla di nuovi ricchi e consumati tangentomani a caccia
di patenti per entrare nel jet set. [Ma] nell'agosto 1987, ..
durante un litigio ad alto tasso alcolico con il playboy Nicky
Pende, a Vittorio Emanuele scappa uno sparo nella notte e a farne le
spese è un giovane velista tedesco, Dick Hammer, che dormiva
tranquillo nella sua barca. Il processo in Francia mandò libero il
principe (sola condanna: sei mesi con la condizionale per porto
abusivo d'arma), con qualche protesta dell'opinione pubblica e
l'indignazione dei parenti del ragazzo morto. .. Ma intanto Vittorio
Emanuele era entrato, grazie a Larini, nel nuovo giro. Affari e
politica, sempre, ma questa volta all'ombra di Craxi. L'industria
italiana delle armi, del resto, era finita nell'orbita socialista;
l'Agusta, per esempio, era passata dal conte Corrado alle
Partecipazioni statali, sotto la guida di un manager craxiano doc,
Roberto D'Alessandro. Quante intermediazioni, quanti miliardi sono
arrivati sui conti riservati all'estero di Corrado Agusto e del
signor Savoia! .. Il manager Vittorio Emanuele di Savoia .. fece
intermediazioni per Italimpianti e Condotte, entrambe aziende Iri.
Il metodo di quegli affari, in piena Tangentopoli, è conosciuto: un
fiume di miliardi esce dalle casse dello Stato, va a finanziare
opere e imprese spesso inutili, e infine torna in parte nelle casse
dei partiti e nei conti all'estero dei loro leader, attraverso
l'intermediazione di personaggi compiacenti. Questo in generale,
s'intende; sui comportamenti finanziari del principe in particolare,
niente d'irregolare è emerso. Del resto, il signor Savoia è un
italiano speciale, è l'unico italiano off-shore. Dunque questo
manager particolare operò all'estero, all'ombra della
Partecipazioni statali. Ebbe un ruolo, per esempio, negli affari
realizzati a Bandar Abbas, in Iran: lì gli italiani buttarono
parecchi soldi (pubblici) per costruire un'acciaieria (Italimpianti)
e un porto (Condotte). Fu un disastro industriale. Ma fece girare
molti miliardi. .. Alla fine degli anni Settanta comprò il 30% di
un'azienda .. che produceva villette prefabbricate e godeva degli
aiuti della Cassa per il Mezzogiorno. Niente di più. Trasparenza
zero: degli affari Savoia si riesce a sapere qualcosa soltanto
quando qualche socio si sente fregato o dai rari documenti
giudiziari di qualche magistrato coraggioso. .. Qualcuno continuerà
forse a chiedergli conto degli errori storici della dinastia.
Nessuno gli ha mai chiesto nulla sulla sua poco edificante storia
personale.
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