Il
significato dell'Esoterismo di Mauro Colla
(1)
tratto da "Storia delle Dottrine Esoteriche", di
Jean Marques-Riviere, Edizioni Mediterranee.
(2) tratto da "Quinta Dimensione", di
Giuditta Dembech, Edizioni L'Ariete.
(3) tratto da "L'Esoterismo", di Pina
Andronico Tosonotti, Edizioni Xenia.
Non
è facile parlare di questo argomento.
Partiamo dall’etimologia del termine. J.M.Riviere in Storia delle
dottrine esoteriche collega l’origine del termine al verbo greco
eisoteo, che significa far entrare, quindi “aprire una porta,
offrire agli uomini la possibilità di penetrare nell'interiore
attraverso l'esteriore; simbolicamente, è rivelare una verità
nascosta, un senso occulto." L'esoterismo è "una dottrina
segreta, un'iniziazione, una spiegazione del mondo rivelata in un
consesso scelto, isolato dall'esterno e dalla moltitudine e spesso
tramandata in forma orale".(1)
Altre fonti individuano la radice del termine nell’aggettivo greco
esoterikòs che significa “interno, segreto”.
Qualunque sia l’esatta etimologia, l’esoterismo è da sempre la
tendenza ad “un insegnamento estremamente riservato, a cui
venivano ammessi soltanto alcuni individui che avevano ricevuto una
preparazione specifica. Gli altri, la massa, erano tagliati fuori.
Gli stessi concetti, venivano appositamente ammantati di doppi
significati, camuffati in più modi, quando addirittura i testi non
venivano nascosti completamente alla vista, nei templi o in luoghi
inaccessibili."(2)
"L'esoterismo è antico come il mondo; tutte le rivelazioni
magiche presso i primitivi venivano compiute nel mistero, lontano
dagli altri membri della tribù, all'ombra propizia di un bosco
sacro, in un luogo appartato, oppure su una sommità isolata. La
conoscenza delle tecniche che donano capacità sovrumane è sempre
stata circondata dai misteri. Da lungo tempo esiste la distinzione
tra il volgare, la moltitudine, il popolo-ritenuto ignorante,
grossolano, goffo, istintivo- e gli eletti, i saggi, gli iniziati,
gli adepti. Tale distinzione esisteva tanto in campo culturale come
in quello religioso, e spesso l'uno si trovava ad invadere l'altro.
Le tecniche di governo erano intimamente connesse con le tecniche
magiche; l'ordine sociale era il riflesso fedele dell'ordine cosmico
e magico della natura; il microcosmo, con la sua stabilità,
assicurava l'ordine del macrocosmo. I segreti di stato, i mezzi
magico-politici di dominio, i gesti rituali che asservivano il cielo
erano riservati ad una cerchia ristretta, a coloro che erano degni
di ricevere, conservare e trasmettere tali rivelazioni, esoteriche
nella loro essenza per il fatto che avrebbero potuto dar luogo a
conseguenze incalcolabili."(1)
"L'esoterismo nasce dall'assoluta conoscenza di chi ha osato
per primo affrontare il peso della sapienza trafugandola agli
antichi dei. All'alba della creazione l'uomo tradusse in conoscenze
ciò che aveva captato dall'esterno. Durante la ricerca della
ragione della propria vita il suo discernimento si svolse verso
l'imponderabile, in quanto non poteva esistere soltanto il nulla.
Tutto gli apparve improvvisamente, per trasmettersi dalla mente al
cuore. Ogni percorso intrapreso portava l'uomo verso ricordi
antecedenti: gli archetipi,
solo apparentemente immobili, si manifestarono sotto forma di
simboli tribali. Gli elementi avevano un'importanza fondamentale e
la loro energia veniva impiegata quale legame con il tutto
rappresentatati dall'universo. L'essere umano, soggetto alla grande
opera divina, fu testimone di una spiritualizzazione progressiva,
non diffusa alle masse ma riservata ad una ristretta e prescelta
casta iniziatica. Da ciò si deduce che l'esoterismo è scaturito
dalla parte più profonda dell'essere umano, restituendogli quel
mondo che non poteva ricordare. Così, subito dopo le civilizzazioni
preistoriche, si fece spazio alla luce dell'interiorità. Ogni
interrogativo trovò un riscontro con l'inizio dei culti sacrali e
delle varie manifestazioni misteriche.
I grandi sacerdoti e i sommi capi detenevano il potere della
conoscenza occulta, che esercitavano con grande segretezza, non
condividendone con i profani che i frammenti indispensabili alla
loro evoluzione. Solo chi dimostrava di essere degno di ricevere gli
insegnamenti occulti veniva ammesso nella cerchia privilegiata di
coloro che un giorno avrebbero guidato le tribù".(3)
"Le forme religiose ebbero sempre un aspetto essoterico e uno
esoterico, esistevano l'insegnamento ad uso popolare e quello
riservato a pochi. La maestà sacra del materiale religioso, dei riti
temibili ed efficaci, esigeva una gerarchia dell'esecuzione, tanto
quanto una gerarchia della conoscenza".(1)
Fin da subito l'insegnamento esoterico fu protetto. "Il
pericolo di tale insegnamento stava nel modo di affrontare le
problematiche dell'etica, della vita e della morte sotto aspetti che
differivano dalle dottrine correnti".(1)
Inoltre gli iniziati, coloro che partecipavano a questi insegnamenti
alternativi avevano l'obbligo del segreto perché queste conoscenze
in mani sbagliate potevano causare danni gravissimi. Basta leggere
alcune parole di Ermete Trismegisto.
" Richiamandoti a questi principi, ti ricorderai facilmente
delle cose che più a lungo ti spiegai e che qui sono riassunte. Ma
evita di intrattenervi alla folla; non perché io voglia impedire
che ne venga a conoscenza, ma perché non voglio esporti alle sue
derisioni. Chi si somiglia si congiunge, e tra persone dissimili non
può esistere amicizia. Queste lezioni devono essere udite da pochi,
o presto non ve ne saranno più del tutto. Esse posseggono qualcosa
di così particolare che spinge i malvagi ancor più verso il male.
Guardati dalla moltitudine, perché questa non comprende la virtù
di tali discorsi".(1)
Chiari dunque i riferimenti ad un possibile uso improprio delle
conoscenze occulte che perciò dovevano rimanere nascoste ai più.
"Queste parole di Ermete riassumono il pensiero delle diverse
scuole religiose e iniziatiche; rendono comprensibile la necessita
dell'esoterismo dei loro insegnamenti, le difficoltà
dell'iniziazione, la severa scelta degli adepti, le rigorose regole
di vita imposte ai confratelli. Esisteva l'imperiosa necessità di
celare una dottrina inaccessibile, una saggezza che non fosse
deformata dalla volgarizzazione".(1)
"A cosa serviva questa conoscenza? E' assolutamente necessario
abbandonare la concezione intellettuale e razionalista della verità
che caratterizza la nostra epoca moderna. Per quanto è possibile
giudicare dagli insegnamenti tramandati fino a oggi, una conoscenza,
per gli antichi, era ipso facto una regola di vita. Essi mal
distinguevano la conoscenza ideologica e scientifica del mondo dal
proprio personale modo d'essere; la rivelazione attraverso
l'insegnamento, l'intuizione
diretta o sopranormale, le gerarchie e le tecniche spirituali
richiedevano una specifica condotta di vita. Le dottrine non
venivano classificate, ma sperimentate. Tutto l'esoterismo era
vivente, attivo, e partecipava al sacro, al magico. Ciò spiega
altresì la ragione per cui ci sono riamaste ben poche
testimonianze, dal momento che il segreto giurato veniva osservato
rigorosamente, e gli ultimi adepti degli antichi Misteri sono
scomparsi con l'insegnamento orale ricevuto che non hanno potuto, o
voluto trasmettere".(1)
Lo studioso francese fa anche un confronto tra l'antica conoscenza e
certi sedicenti "esperti" moderni di esoterismo.
"Questa materia è piena di rischi, e ce ne rendiamo conto; per
questo abbiamo sistematicamente scartato tutte le documentazioni
fantasiose, intuitive o ipotetiche. Non abbiamo fatto appello- salvo
rarissime eccezioni-a coloro che si definiscono occultisti moderni e
che pretendono di essere i successori ufficiali o ufficiosi degli
antichi iniziati. E' sufficiente fare un paragone, anche senza
"iniziazione", fra i grandiosi resti dei Misteri e gli
insegnamenti dei moderni gerofanti; la povertà, l'ignoranza e l'indecorosità
letteraria di questi ultimi permettono facilmente di giudicare le
loro pretese. Sono singolarmente reticenti quando si tenta lealmente
di ricostruire con loro le origini delle tradizioni di cui si
ritengono i soli rappresentanti autorizzati".
E' proprio per la necessità di segretezza tipica dell'insegnamento
iniziatico che al giorno d'oggi si sa pochissimo del vero esoterismo.
O meglio diciamo che la stragrande maggioranza della popolazione
mondiale non conosce praticamente niente di quell'antico
insegnamento. Sono stati scritti molti libri. Nei secoli qualcosina
è stata fatta trapelare, ma è praticamente nulla dell'essenza
dell'esoterismo. Dall'alba dei tempi pochissimi sono stati i veri
iniziati, coloro cioè a conoscenza degli antichi segreti.
"Accanto alle religioni e alle forme sociali delle diverse
civiltà si può trovare l'esistenza di gruppi di illuminati, di
saggi, di religiosi, di filosofi, che hanno scisso la loro vita in
due parti, sacrificando a volte l'aspetto mondano per un'altra forma
di esistenza. Qualunque sia l'opinione che si può nutrire nei
riguardi di questi ricercatori di verità e di pace spirituale, essi
meritano tutto il nostro rispetto: si deve ammirare chi sacrifica
tutto per un ideale".(1)
Alcuni tra questi saggi svolgono un compito fondamentale: hanno la
loro professione e tali sono per il resto del mondo ma dietro a
questa copertura custodiscono i segreti dell'antica conoscenza.
Certi magari sono persone molto semplici, che fanno lavori umili,
altri ricoprono cariche importanti, alcune religiose, altre
politiche.
Possono quindi essere in posizioni diverse per via delle differenti
necessità evolutive.
Ma tutti, dal più piccolo al più grande, collaborano alla
realizzazione del piano divino.
"Nei secoli l'esoterismo si alterna o si confonde con altre
forme di pensiero. Nei momenti di particolare chiusura, in cui viene
messa in discussione la credibilità sia delle religioni sia delle
scienze, cresce il bisogno di approfondire il lato nascosto delle
cose. In realtà l'esoterismo è sempre esistito, conoscendo
andamenti diversi-sviluppi o restrizioni- a seconda dei momenti
storici. A fasi improntate alla tolleranza (es. il Rinascimento)
succedettero epoche di repressione, oscurantismo e fanatismo
religioso (la caccia alle streghe).
Molti scienziati studiarono a fondo le dottrine esoteriche: basti
pensare ad Ashmole, presidente e fondatore della Royal Society e
cultore di alchimia e massoneria;
oppure a Fludd e Yeats, che si interessarono al Rosacrucianesimo.
D'altra parte, anche in tempi più recenti molti scienziati si sono
avvicinati al mondo dell'esoterismo e dell'intuizione (esemplare il
caso di Jung).
La tradizione iniziatica delle antiche scuole esoteriche è andata
in gran parte perduta e non esistono scuole di livello superiore.
Nel ridare vita a questi studi, ormai sviliti e confusi, e nel
rileggittimarli secondo una dimensione più attuale fu determinante
il contributo di Corbin, che divulgò il concetto di mundus
immaginalis (un mondo intermedio che si colloca tra la materia e lo
spirito).
Anche Jung assunse un ruolo essenziale in questo senso, con la sua
definizione degli archetipi. Grazie alla sua grande sensibilità
interiore e al proprio intuito riuscì ad andare oltre l'aridità
della visione scientifica. Riportò alla luce le antiche dottrine
iniziatiche, alchemiche ed esoteriche, studiandone le origini e
restituendo la propria nobiltà a ciò che appariva inutile e
superato, sepolto sotto la polvere del tempo, schiacciato
dall'ignoranza e dal materialismo più gretti.
Va citato naturalmente anche l'apporto degli studiosi contemporanei
che si batterono per riscattare l' esoterismo, come Antoine Faivre, René
Guenon, Mircea Eliade
ed Elémire Zolla.
Non esistono, attualmente, nuove scuole esoteriche di livello
superiore, ma solo timidi tentativi compiuti individualmente o in
gruppo da persone armate di buona volontà, che attingono l'amore
per le origini della conoscenza dalla propria esperienza
spirituale".(3)
"L' esoterismo è basato sull'assioma che il mondo sensibile
non costituisce che una piccola parte della realtà. Il compito
delle dottrine esoteriche è sempre stato quello di ottenere la
conoscenza del mondo soprasensibile. Per raggiungere tale scopo non
si avvalgono di uno strumento razionale ma dell'intuizione che
l'iniziato Dante Alighieri
chiama " luce intellettual piena d'amore". Per compiere
l'indagine esoterica è indispensabile conquistare la capacità si
utilizzare la facoltà intuitiva, attraverso un lungo tirocinio ed
affinamento delle capacità latenti nell'uomo…alla radice di tutte
le cose esiste un'energia, ripartita in vari ordini e livelli, la
cui natura e sostanza devono essere comprese dall'uomo, in modo che
possa impiegarla. Proprio perché opera nel misterioso campo delle
energie, la scienza esoterica deve mantenere il segreto, riservando
agli iniziati gli insegnamenti basilari-trasmessi in genere
oralmente-ed il possesso della chiave dei misteri.
Chiunque segua la strada esoterica dev'essere scevro da settarismi e
pregiudizi e favorire i rapporti tra le varie dottrine, per
approfondirne la conoscenza. Esiste anche un filone esoterico
individuale che interessa coloro che non sentono l'esigenza di
seguire un Maestro. Si tratta soprattutto di artisti ma anche
letterati, filosofi, musicisti".(3)
"Nell'epoca antica per essere ammessi alla conoscenza dei
misteri bisognava ricevere l'iniziazione, …un insieme di riti e
insegnamenti orali, il cui scopo è la modificazione radicale dello
stato religioso e sociale del soggetto da iniziare. Al termine della
prova il neofita entrava in una condizione esistenziale
completamente diversa da quella precedente, ossia diveniva un essere
totalmente rinnovato. La maggior parte delle prove iniziatiche
implica infatti una morte rituale, seguita da una resurrezione
simbolica o da una "nuova nascita". Il momento culminante
dell'iniziazione è rappresentato dalla cerimonia che simboleggia la
morte del neofita e il suo ritorno tra i vivi. La morte iniziatica
costituisce nello stesso tempo la fine dell'infanzia, dell'ignoranza
e della condizione profana. Dunque l'iniziazione è l'ingresso in
una nuova vita, concepita come vera esistenza spirituale aperta ai
valori più profondi dell'essere, permeata dal senso divino e
dall'autentica conoscenza della vita. Tutto ciò rende possibile
l'ascesa interiore che conduce di grado in grado ad uno stato d'illuminazione
perfetta. Così avviene la rigenerazione dell'anima.
Ma per poter veramente capire che cosa sia l'iniziazione dobbiamo
riportarci agli antichi Egizi, ai Persiani, ai Frigi, ai Traci ed ai
Greci, quindi alle antiche religioni misteriche che hanno lasciato
una traccia nelle religioni e filosofie moderne"(3)
"L'Egitto è la fonte dalla quale tutto si diffuse, la terra
dove furono iniziati tutti i grandi esseri che bussarono alle porte
dei suoi templi. Pitagora apprese a Tebe la scienza dei numeri,
mentre Talete e Democrito
acquistarono le loro conoscenze a Menfi. Si dice che anche Orfeo
trovò in Egitto tutto ciò che ricercava, e che Platone
ed Eudossio passarono molto tempo ad Eliopoli per appendere sia la
morale sia le scienze matematiche. Fu a Sais che Licurgo e Solone
attinsero i segreti della legislazione. Insomma, i luoghi iniziatici
dell'Egitto erano anche scuole in cui si imparavano le arti, la
filosofia, le scienze, la morale, la legislazione, la filantropia ed
il culto".(3)
E inoltre, ma non per ultimi dobbiamo ricordare tra i vari
personaggi che furono iniziati all'ombra delle piramidi anche Mosè
e il Re dei Re, cioè Gesù Cristo.
"L'iniziato è colui che vibra all'unisono con il suono
dell'universo, quindi non ha bisogno della parola per esprimersi.
L'obbligo di non svelare i segreti dei misteri ai quali è stato
ammesso non gli è di peso, in quanto intende il silenzio come lo
spazio che separa l'uomo dalla conoscenza delle cose divine.
...Inizialmente è necessaria una grande forza d'animo per imporre a
se stesso un silenzio che spesso lo estrania dal resto del mondo.
Macerando il proprio egoismo in lunghe meditazioni, raggiungerà un
livello do coscienza del proprio sé assai notevole. La modestia e
la saggezza saranno le sue compagne di colloquio. Si spoglierà
d'ogni inutile orpello e di ogni parola offensiva, annullando se
occorre anche la propria umanità, per ricevere quello stato di
illuminazione che è il traguardo principale di tutti coloro che
cercano la verità perduta. Opererà non dal vertice della piramide
ma dalla base, solidamente, lentamente, pazientemente e con
diligenza, usando la volontà ed il senso della misura. Il silenzio
iniziatico, retaggio degli antichi misteri, fa parte anche di tutte
le regole monastiche. Permette all'individuo di ricostruire la sua
interiorità lavorando nella sacra quiete del tempio; costituisce il
preludio della Rivelazione, perché conduce al punto più intimo di
se stessi, dove l'eternità, come un mare vivificante, riporta
l'essere umano alle sue origini divine. Questa è la regola d'oro
dell'iniziato e del saggio: saper tacere. Lo stesso Pitagora
la impose ai propri discepoli.
L'iniziato non imparerà mai tanto dai mille libri quanto dal
sedersi sotto un albero ad ascoltare il proprio silenzio, che in
realtà ha un suono: una musica così remota che solo chi possiede
un cuore puro riesce a percepirla. Chi sa o ha imparato non ha
bisogno di trasmettere con la parola, perciò il neofita dovrà
comprendere che restare silenziosi non significa soltanto mantenere
un segreto, ma imparare ad ascoltare il proprio Io
e quello degli altri".(3)
"Chiunque, purché lo voglia veramente, può incontrare il
proprio Maestro interiore, che non è una guida spirituale comune ma
un'energia che fa parte di noi stessi. Quando il discepolo è
pronto, si manifesta il Maestro che dimora in lui. Nel momento in
cui il discepolo si sarà preparato, tramite l'autopurificazione e
la disciplina della conoscenza del sé,
allora anche la sua guida si renderà presente.
Tale guida insegnerà operando dentro l'allievo d avvolgendolo
completamente in tutti gli aspetti della sua esistenza. Questa
grande presenza agisce attraverso lo Spirito, ma perché ciò accada
bisogna perfezionarsi mediante il retto pensiero, la parola ed il
retto agire, usando altruisticamente i propri poteri a beneficio
dell'umanità; così si tradurrà l'immortale linguaggio cosmico nel
linguaggio e nelle idee degli uomini mortali, e l'intuizione sarà
il mezzo di questa ricezione. Quando la preparazione dell'allievo
sarà completata, la comunicazione con il Maestro supererà le
barriere fisiche e le distanze incommensurabili, quindi la verità
sarà più vicina. Nell'esoterismo si è tanto discusso del Maestro
interiore, a volte negandolo ed a volte cercando di chiarirne
l'esistenza. ...L'immersione nella parte del nostro io più
adamantina (priva di egoismo che caratterizza la vita di ogni
giorno) è l'unico mezzo per entrare in sintonia con il Maestro
interiore, che si presenterà con immagini diverse a seconda del
nostro grado evolutivo e delle nostre tendenze interiori.
Questo incontro, tanto agognato dagli esoteristi, è l'unico mezzo
per entrare in contato con il proprio archetipo
e trarne la conoscenza del proprio vero essere. Fondendosi con
questo contatto ed assimilandone l'immagine o il simbolo
si riuscirà a coglierne il significato più nascosto ed a
trasformarlo a seconda delle proprie necessità conoscitive ed
evolutive. Raggiungere la completezza dell'insegnamento iniziatico
è cominciare il dialogo con il vero Maestro che si cela in noi, in
dialogo che, se lo vorremo, non avrà mai fine".(3)
Al giorno d’oggi si sente usare frequentemente in modo errato la
parola esoterismo. Tv e mass-media, soffermandosi su operatori
dell’occulto e sette di vario tipo che spesso si dedicano a
messe-nere, orge basate sul sesso sfrenato, suicidi di massa,
sacrifici, fatture ed altro ancora,parlano di riti esoterici,
identificando quindi l’esoterismo, con questi fenomeni squallidi
ed inqualificabili che di esoterico non hanno nulla. Non si capisce
se si tratti solo di ignoranza o di precisa volontà di denigrare un
insegnamento cha ha invece origini nobilissime.
"Nella letteratura esoterica contemporanea compare il termine
occultismo, spesso accomunato a catene o a correnti spiritiche di
carattere magico-settario. Purtroppo si tratta di un aspetto
attribuito erroneamente ad un ambito esoterico meno conosciuto e più
profondo. L'esoterismo non è né una religione
né una corrente specifica, ma un insieme di significati , di
simboli, frutto di un percorso di ricerca che porta ad una
dimensione iniziatica superiore.
Ed è proprio superando le dure e difficili prove incontrate nel
corso di questo cammino che l'iniziato raggiunge la propria
illuminazione. In quel momento egli si rende conto che è avvenuto
l'incontro con il proprio maestro interiore-quell'essere spirituale
che ha sempre fatto parte di lui. Questo tipo di rinascita purifica
dalle scorie delle meschinità terrene.
Esistono e sono esistite, senza dubbio, diverse scuole esoteriche,
ma la più difficile è quella dell'acquisizione personale, tramite
al quale si può arrivare ad una vera e propria autoiniziazione. L'esoterismo
esula dal contesto mistico, in quanto l'incontro con la gnosi
trasforma qualsiasi fede in ricerca e si pone al di sopra di
qualunque forma di superstizione
o di cieco fideismo. Il confine tra esoterismo e occultismo può
essere definito come convenzionalmente come segue: esoterico è ciò
che eleva spiritualmente le capacità interiori dell'individuo,
mentre occulto è tutto ciò che viene ricercato attraverso l'aiuto
di forze estranee all'elevazione spirituale dell'uomo (quindi il
ricorso alla magia nera, al satanismo, allo spiritismo
incontrollato, alle evocazioni di anime tormentate ed alle forze
negative in genere). Rientra nell'ambito esoterico la facoltà,
conseguita elevando le proprie capacità interiori, di conoscere e
legare a sé le forze della natura, per utilizzarle in una forma
magica e naturale, sempre a fini di bene e non egoistici, come
accadeva nel Rinascimento e nella cultura
celtica.
L'occultismo è la credenza in alcune forze occulte che fanno parte
di un mondo invisibile, accessibile solo a chi pratica detta
scienza...… Fa parte di una dimensione nascosta, oscura e
pericolosa per chi non è in gradi di affrontarne la problematica;
l'esoterismo fa parte degli antichi misteri e delle conoscenze
iniziatiche segrete".(3)
"L'esoterismo, invece, è sempre stato e sempre sarà. Se
osserviamo attentamente attorno, se ascoltiamo e percepiamo, ci
rendiamo conto che tutto quanto ci circonda è permeato di sostanze
talmente vibranti e sottili che se en può avvertire l'essenza.
Inoltrandoci all'interno del nostro cuore ...possiamo assaporarne
l'impulso d'amore per la conoscenza. Ma non basta essere studiosi e
sapienti, bisogna vivere come se ogni giorno fosse il primo o
l'ultimo, perché la vita è un viaggio iniziatico che ci conduce
verso la scoperta della dimensione spirituale. Un grande faraone ha
fatto incidere sulla sua tomba la frase "Io dormo, ma il mio
cuore è sveglio": questo ci fa comprendere che grandi esseri
che vivevano in tempi lontani avevano una conoscenza superiore alla
nostra".(3)
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