Deformazioni craniche: analisi ed ipotesi

 

Esistono nei cataloghi di anatomia umana e di antropologia

nonche’ nell’ambito dell’archeologia di frontiera

descrizioni di ossa,

specialmente craniali,

che differiscono notevolmente dalla norma .

Per alcune di esse si e’ fatto richiamo

alla vastissima patologia dello scheletro umano,

per altre alla pratica della deformazione rituale,

come per i piedi delle geishe, in Giappone, …

 

.… o per la fasciatura rituale del cranio dei neonati per favorirne lo sviluppo secondo canoni estetici e religiosi rispetto ad un modello che non e’ stato ancora definito precisamente ma sicuramente associato ad un grande cranio allungato o dolicocefalico.

Quest’ultimo tipo di pratica sembrerebbe diffusa in molti luoghi della Terra anche molto lontani fra loro ed in merito ritengo che ci sia un certo rischio nella deformazione sostanziale di un cranio infantile mediante la “fasciatura” cosiddetta rituale.

 

(Figura 1: un chiaro esempio di allungamento cranico in un teschio trovato a Paracas)

 

La mia obbiezione sorge constatando che e’ necessario sia esercitare una discreta pressione esterna sul segmento osseo per ottenere la deformazione sia mantenerla per un lungo periodo di tempo, probabilmente degli anni.

Tutti conosciamo la delicatezza della cute di un bimbo o ancor piu’ di un neonato; questo tipo di pressioni applicate al cuoio capelluto per deformare il tavolato osseo sottostante provocherebbe, come conseguenza, uno stato ischemico cronico locale della cute con l’insorgenza di una piaga in tutto simile a quelle da decubito.

Questo tipo di lesioni sarebbero state molto rischiose per la vita del neonato poiché avrebbero causato un’infezione locale e delle delicatissime strutture vicine, come l’encefalo o le meningi, difficilmente risolvibile per la presumibile indisponibilita’ di antibiotici per curare l’infezione stessa.

Per rendere verosimile una tale teoria si dovrebbe ipotizzare che questo tipo di pratica prevedesse il sacrificio della salute di un certo numero di bambini per ottenerne alcuni con la testa molto allungata.

Per tale ragione ritengo che tale pratica non fosse molto diffusa e sono ragionevolmente propenso anche a ipotizzare l’esistenza, in passato, di un raro tipo di uomo che avesse un cranio piu’ allungato e capiente dei suoi coinquilini terrestri di tipo sapiens.

In quest’ottica recentemente il dott. Forgione, direttore del mensile Hera, ha pubblicato un bellissimo articolo sulla scoperta di alcuni crani anomali nelle cantine del museo Antropologico di Malta.

Di essi e in particolare di quello mostrato nelle foto, viene subito notata la forma molto allungata e le dimensioni maggiori del cranio umano normale.

Altra anomalia e’ data dalla apparente assenza della scissura cranica sagittale. Il fenomeno potrebbe essere associato a vari tipi di patologia delle ossa del cranio, in particolare alla scafocefalia. Nella tabella schematica riportata nella pagina seguente si possono vedere un cranio normale, del quale vengono indicate le ossa e le suture e crani che evidenziano alcune patologie.

Rimane il dubbio sulla apparente armonicita’ anatomica dei reperti e ritengo che una piu’ attenta analisi di questi crani potrebbe essere utile per indicare l’origine di tali anomalie.

Piu’ vicini alla possibilita’ di un “altro” tipo di uomo sono i reperti di Merida e Ica con il ritrovamento di alcuni crani decisamente anomali e studiati magistralmente dai professori Robert Connolly e Lumir Janku.

Tali reperti sono stati e sono oggetto di una furiosa bagarre scientifica e mostrano crani anomali per la loro forma e per la capacita’ volumetrica della scatola cranica.

Alcuni ricercatori ipotizzano che la morfologia di questi crani sia da mettere in relazione alla famosa fasciatura rituale.

Personalmente tendo a ripudiare tale ipotesi; la fasciatura rituale , se riesce, determina una deformazione del cranio in alcuni suoi diametri, mantenendo pero’ inalterato il rapporto fra essi in relazione al volume della scatola cranica. Insomma la fasciatura rituale deforma il cranio ma non ne aumenta la capacita’ volumetrica.

Questi crani potevano ospitare cervelli fino a 2000 ml e oltre, sono appartenuti a esemplari maturi, sani, di persone divenute adulte e decedute per ragioni apparentemente naturali.

Mediante i potentissimi mezzi offerti dai programmi di ritocco fotografico e morphing, disponibili attualmente, ho effettuato una ricostruzione delle fattezze del viso e della testa di uno di questi esemplari di uomo che verosimilmente tanto hanno influenzato il concetto estetico dell’antichita’ per cio’ che riguarda l’aspetto del viso umano.

L’esperimento e’ stato eseguito modificando la forma della testa di una sapiens secondo le proporzioni craniche di uno dei reperti in oggetto, raffigurato in basso a sinistra.Il risultato ottenuto e’ molto interessante.

Si segnala la presenza di grandi occhi, risultato della maggiore ampiezza del forame orbitario di quei crani, una fronte sfuggente che si prolunga in un naso piu’ lungo, il mento piu’ prominente per la presenza di una mascella piu’ sviluppata e cosi’ via. Tutto e’ stato rapportato in modo preciso alla morfologia dei crani in oggetto.

L’insieme e’ straordinariamente armonico e una simile creatura, a meno che non presentasse una cute verde e squamosa, sarebbe stata sicuramente reputata bella o perlomeno interessante anche al giorno d’oggi.

Il pensiero va alle teste di principesse del periodo “ amarniano “ della storia dell’antico Egitto.

Ma ancor piu’ interessante e’ il raffronto iconografico con le fattezze del faraone Akhenaton della XVIII dinastia.

 

(Figura 2 sinistra: uno dei crani trovati da Shapiro e conservati al museo  Archeologico di Lima, in Perù)

 

In esse sembra sicuramente lecito riconoscere le fattezze del modello elettronico creato sulle dimensioni dei crani peruviani esposto nella figura di questo articolo.

Stessa fronte sfuggente , stesso cranio allungato e piu’ voluminoso che di norma.

Akhenaton e’ stato il nonno di Tutankhamon e anche in esso e’ possibile riconoscere questi tratti somatici, anche se molto mitigati, in alcune raffigurazioni in pietra. Cosa nascondevano sotto le sontuose tiare questi formidabili uomini?

Uomini che hanno sovvertito l’ordine religioso del tempo, cambiando la sede della capitale, riconoscendo e imponendo il monoteismo.

Nascondevano forse un cranio anomalo? E perche’ l’iconografia classica dell’antico Egitto mostra re e sacerdoti con questi copricapo che probabilmente mimavano un cranio anomalo come segno di regalita’ o superiorita’ di casta o sacerdozio.

E perche’ le donne si truccavano gli occhi allungandone e ingrandendone la forma ?

 Una limitata e obbligatoriamente superficiale analisi comparativa, da me effettuata, con la morfologia del cranio umano comune e la morfologia del cranio di Tutankhamon ha messo in evidenza alcune verosimili anomalie.

 

Non e’ possibile evidenziare con certezza la presenza della Sella Turcica che, nell’uomo normale, e’ una entita’ anatomica della superficie interna del cranio, una sorta di nicchia indovata nelle ossa del massiccio facciale e che serve a contenere la ghiandola ipofisaria e probabilmente a proteggerla da traumatismi.

Nella patologia umana un tale fenomeno prevede una origine malformativa o la presenza di un tumore ipofisario che ingrandendosi progressivamente in questo spazio ne erode le pareti slargandole fino alla loro scomparsa. Questo e’ un segno radiologico sicuro di neoplasia ipofisaria.

Nel cranio di Tutankhamon e’ abbastanza visibile tale anomalia e sarebbe interessante poter verificare se tale aspetto e’ stato segnalato nella letteratura scientifica. Il tumore ipofisario piu’ comune e’ l’adenoma che e’ un tumore benigno generalmente associato a disfunzioni ormonali gravi che prevedono anche l’Acromegalia che consiste , fra l’altro, in un allungamento delle ossa piatte e loro ispessimento come la mascella che diviene ipertrofica o l’ispessimento delle ossa della volta cranica. In questo RX tali anomalie non sono evidenti e lasciano aperto il campo alle ipotesi.

Altra anomalia riscontrata in questo RX e’ una accentuata dolicocefalia, cranio allungato in senso anteroposteriore, senza diminuzione dei restanti diametri cranici.La conseguenza e’ un aumento del volume cranico fino a 1600-1750 ml contro i 1300-1400 del cranio umano normale. Escludendo per ragioni di spazio, ma rimandando l’argomento in un secondo eventuale articolo, l’esistenza di crani o scheletri completi che suggeriscono una loro origine ancora piu’ misteriosa, concluderei facendo alcune considerazioni personali.

 

1)     e’ possibile che in passato siano coesistiti sulla terra due tipi di uomini, l’Homo Sapiens Sapiens e l’uomo macrocefalico.

 

2)     All’uomo macrocefalico e’ stata attribuita una natura superiore e probabilmente benevola, venerata e riprodotta nei tratti somatici, attraverso l’abbigliamento e la deformazione rituale del cranio in quei soggetti che piu’ rappresentavano l’autorita’ e il sacro.

 

3)     Anche attualmente nelle gerarchie piu’ elevate e’ d’uso indossare copricapo che mimano questo aspetto anatomico come a voler continuare l’associazione tra autorita’ benevola e guida spirituale e la presenza di  una testa grande e allungata.

 

4)     E’ possibile che questi antichissimi e scomparsi esseri siano stati gli ultimi di una grande razza decaduta e probabilmente cultural-mente molto avanzata, una razza caratterizzata da un alto senso morale che li ha spinti a governare e a consigliare, fino alla loro fine, l’umanità’ primitiva di quei tempi e, in tale ottica, ad indirizzarla verso il progresso.

 

5)     Potrebbe essere verosimile la possibilita’ di incrocio di tali esseri con i Sapiens con, come conseguenza, una rarefazione dei tratti somatici piu’ appariscenti del loro volto con il passare delle generazioni, con un meccanismo genetico puramente mendeliano.

 

Rimane aperto il campo delle ipotesi sulla loro origine e sulle vicende che li hanno portati ad abitare il nostro pianeta, a decadere e ad estinguersi nel lontanissimo passato appartenuto al primo regno degli shemsu hor o al mitico tempo di Tubalkhain, Thoth-Ermete o …