Da
sempre l'uomo si è posto domande su se stesso e sull'Universo che
lo circonda. Attraverso la filosofia e la religione
egli ha avuto due punti di vista contrapposti.
La
prima elogiava il dubbio ed il ragionamento, la seconda
l'accettazione di un dogma. Con il passar del tempo, però, la
filosofia divenne sempre più una semplice astrazione dialettica e
la religione una struttura politicizzata e stereotipata. Eppure,
ogni tanto nella storia umana, sono emersi degli individui che hanno
ravvivato la Via di Mezzo, quella che sta fra la filosofia e la
religione.
Costoro
hanno fatto riemergere il profilo di un insegnamento unitario e
sempre valido nel tempo e hanno scosso le coscienze del loro tempo.
Grazie ad essi la Ricerca alle risposte fondamentali ha avuto un
impulso in avanti.
Nel
nostro secolo G. I: Gurdjieff, ed anche altri maestri contemporanei
fra cui l'italiano G., ha fatto riemergere questo insegnamento
traendolo dal Medioriente (culla della spiritualità occidentale)
che, purtroppo, dopo solo 50 anni dalla sua morte è stato dai più
mal interpretato e utilizzato come "schema erroneo" per la
crescita di se stessi.
Questo
"schema" altro non è che l'interpretazione di un uomo su
un insegnamento assai più grande e vasto, ed oggi si è trasformato
in materiale "new age".
E'
chiaro come la succitata new age o l'occultismo siano a volte un
modo per fuggire la realtà. Si va alla ricerca di "poteri
sconosciuti" o di "entità" di un mondo parallelo
creando così individui alienati, schiavi della loro immaginazione.
Ad
esempio, la signora P. vede gli angeli e i fantasmi; parla con
queste figure invisibili. Agisce davanti agli altri come se fossero
presenti e si arrabbia o gioisce in base a quello che queste
"entità" le comunicano. La signora L. vede gli
extraterrestri e, quando incontra chicchessia, lo avverte che la sua
aurea è blu o rosa. Entrambe hanno iniziato ad avere queste
visioni dopo un evento spiacevole, ad esempio la morte di un figlio
o di un amato.
Questi
due casi mostrano che, quando non si tratta di imbroglioni, un
evento insopportabile può spingere verso sentieri di Ricerca
alienante. Se tutto ciò va giudicato con la massima
moderazione, nel rispetto della sofferenza altrui, questi sistemi
pseudospirituali devono essere considerati un pericolo per la salute
psichica dell'individuo.
Per
questo che la nostra ricerca deve partire dallo studio di noi
stessi, attraverso una nuova psicologia.
Possiamo
trovare un metodo per evolverci senza incappare in questi errori?
Stabiliamo alcuni punti:
1)
Dobbiamo partire da uno studio serio di come siamo fatti.
2)
Crescita interiore non vuol dire fuggire dal mondo, ma
imparare ad essere nel mondo.
3)
L'ambiente circostante non va ignorato; è necessario
riconciliarsi con esso.
3)
Per riconciliarsi con esso dobbiamo prima riconciliarci con noi
stessi e riempire le nostre lacune psicologiche
COME
CONOSCERSI
Quando
vogliamo conoscere noi stessi dobbiamo usare un metodo di indagine
coerente, frutto di un'osservazione sperimentale. Vediamo punto per
punto un atteggiamento giusto di osservazione:
1)
Innanzi tutto dovremmo decidere di osservare.
2)
Dovremmo mettere i nostri risultati alla prova per verificare se
essi sono reali o frutto di una nostra interpretazione.
3)
Dovremmo essere sinceri con noi stessi.
4)
Dovremmo imparare a non rifiutare tali dati ed accettarli per
quello che sono.
Il
primo dato che incontreremo, se inizieremo ad osservarci, è che
siamo incapaci di farlo. Siamo incapaci, cioè, di essere presenti a
noi stessi, di rimanere attaccati al presente, di rimanere con
l'attenzione puntata sulle nostre azioni e reazioni. Questo possiamo
definirlo "sonno inconscio". Anche se svegli fisicamente
è come se dormissimo in preda di sogni ad occhi aperti, totalmente
schiavi di una "immaginazione involontaria".
Facciamo
un piccolo test che possa aiutarci nella comprensione:
TEST
SPERIMENTALE:
Per
la prova sperimentale è sufficiente porsi queste domande:
1)
sono consapevole di come sono seduto ora?
2)
ero consapevole della postura del mio corpo delle mie braccia
prima che me lo chiedessi?
3)
sono qui e ora? Oppure fino a poco fa ero collegato in modo
automatico con altri pensieri?
4)
posso riuscire a vivere in uno stato di consapevolezza del
presente e di me stesso per prossimi 10 minuti?
Se
ci applicheremo a queste sperimentazione e saremo sinceri con noi
stessi, ci renderemo conto che non riusciamo ad essere presenti che
per pochi attimi. Infatti la nostra volontà è realmente impotente
e non possiamo prendere che piccole decisioni di
"presenza" e di ricordo di sè.
Questo
è il punto di partenza: come possiamo dare una risposta alle
domande fondamentali se colui che domanda non si conosce? Come
posso trovare una risposta reale se io stesso sono in un mondo di
sogno? |