Primo discorso a Saanen ... 1985

 

Posso io, può colui che vi parla, raccontarvi di una conversazione avuta con un certo
signor X, durata parecchi giorni? Il signor X ha viaggiato più o meno in tutto il
mondo, come ha detto a chi vi parla. E' alquanto istruito, è stato in varie
organizzazioni, talvolta aderendovi, per poi uscirne in tutta fretta. 

Ha seguito questo o quel guru per poi abbandonarli. Per alcune settimane ha tentato di
diventare un monaco, e ancora una volta se ne è andato. Poi ha preso in considerazione
i vari partiti politici, l'intero spettro delle attività politiche, e alla fine mi ha
detto:"Sono venuto a parlarle. Vorrei avere una conversazione con lei, sullo stesso
livello: non intendo dire che lei è pretenzioso, non conosco la sua reale Cognome nè
che cosa lei sia anche se ho letto qualcosa di lei"(....)"Discutiamo insieme, come due
amici, lei e io - come due amici che hanno vissuto insieme nel mondo, che hanno dovuto
afforntare fatiche di ogni tipo. Che senso ha tutto questo? Perchè l'uomo è nato così?
Perchè dopo tanti, tanti, tanti millenni è diventato come è ora - sofferente, ansioso,
solo, disperato, afflitto dalla malattia e dalla morte e sempre circondato dagli dèi?
Dimentichiamoci del tutto di questi dèi e parliamo insieme come due esseri umani,che
vivono in questo mondo, in questo meraviglioso paese, sulla terra, che è così bella, che
è madre di tutte le cose".(....)

"Perchè ogni essere umano vive in continuazione in questo conflitto, dal momento della
nascita fino al momento della morte?"(....) 

Per secoli, prima del Cristianesimo, le religioni hanno parlato a non finire della pace -
siate calmi, siate quieti, siate gentili, generosi, affettuosi, amate. Nonostante la loro
propaganda il conflitto continua.

(.....)La domanda è: gli esseri umani debbono avere pazienza, abituarvisi, sostenerlo,
senza mai, mai esere capaci di di allontanarlo completamente, così che i loro cervelli
possano funzionare come dovrebbero, completamente svincolati, completamente liberi,
senza programmazioni e condizionamenti?.

(.....)Da dove si può incominciare per capire tutto il meccanismo del conflitto?

(.....)Laddove c'è divisione tra svizzeri e tedeschi,tra francesi e inglesi, io e tu, noi e
loro - dovunque c'è divisione ci deve essere conflitto. Non è che la divisione di fatto
non esista; i ricchi sono davvero potenti. Ma se noi creiamo soggettivamente una
divisione -io faccio parte di questo e tu fai parte di quello, io sono un cattolico, tu sei
un protestante, io sono un ebreo e tu sei un arabo - allora c'è un conflitto.

Pertanto ogni volta che c'è divisione tra due persone, tra uomo e donna, tra Dio e la
terra, tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è - mi chiedo se il signor X sta seguendo
tutto questo, non solo verbalmente, intellettualmente, cosa che ha un valore
insignificante, ma con il cuore, con il suo essere, con la sua vitalità, energia e passione
- dovunque c'è divisione c'è conflitto.

(.....) il nostro cervello, che è il centro della nostra coscienza, con tutte le reazioni
nervose, le reazioni sensoriali, che è il centro di tutta la nostra conoscenza, di tutta
la nostra esperienza, di tutta la nostra memoria (la vostra memoria può venirvi da un
altro, eppure è ancora memoria; anche se voi siete molto istruito e l'altro non
possiede alcuna istruzione, può persino non sapere nè leggere nè scrivere, e tuttavia
fa ancora parte del tutto) - pertanto la vostra consapevolezza è condivisa da ogni
essere umano su questa terra. Dunque voi siete l'intera umanità, capite signori? Voi lo
siete in realtà, non in teoria o per una prpresupCognome teologica, o agli occhi di Dio
- probabilmente gli dèi non hanno occhi! - ma in realtà accade questo strano
irrevocabile fatto che siamo tutti fatti dello stesso stampo, che facciamo esperienza
della stessa angoscia, speranza, paura,morte, solitudine che causano una tale
disperazione. E così noi siamo l'umanità. e quando si comprende questo profondamente,
il conflitto con gli altri cessa perchè tu sei come me.

(....)siamo consapevoli che stiamo raccogliendo, raccogliendo, raccogliendo, che stiamo
accumulando abitudini? E quando si è raccolto troppo è molto difficile sbarazzarsene.
Questo accumulo condiziona il cervello. L'essere nato in India, l'appartenenza a un
certo tipo di persone, di tradizione, di religione o l'essere molto, molto ortodosso,
tutto questo è stato accumulato. E per liberarsene occorre un'intensa indagine e
ricerca, occorre guardare, osservare, essere attenti.

(.....)L'amore è la qualità di un cervello che non raccoglie nulla, e allora ciò che viene
detto è ciò che si è scoperto non la ripetizione di quello che hanno detto gli altri. 

E in questo c'è una tremenda passione, non brama, passione. 


tratto da: "Gli ultimi discorsi" Ubaldini editore