Secondo discorso a Saanen ... 1985

 

Questa mattina ci chiediamo: chi è il responsabile di tutto questo (conflitto)? Responsabilità
implica cura, attenzione, non solo a ciò che sta accadendo fuori nel mondo, ma anche dentro tutti noi:
chi è il responsabile? Sono responsabili i politici? (......) Le religioni? Il mondo islamico? Il mondo
cristiano? Il mondo induista? I Buddhisti, e così via? O non siamo noi i responsabili, ciascuno di
noi? Per favore prendete in considerazione quanto vi dico. Siamo noi responsabili di tutto ciò,
ognuno di noi che vive in questo mondo.....?

(.......)Siamo noi responsabili della creazione che ci circonda, della cultura, della religione, degli dèi,
e di tutti gli altri effetti e ripetizioni rituali, perchè siamo irati, avidi, violenti, disordinati,pieni di
odio e limitiamo il nostro affetto solamente a un numero molto, molto ridotto di persone - questa
società in cui viviamo è stata creata da ognuno di noi?

(.....) Siamo noi differenti dalla società, da ciò che abbiamo creato? Non è forse che ci deve essere
ordine in primo luogo nella nostra casa - non solo nei muri esterni della casa e nel giardino, ma anche
nel mondo interiore in cui tutti viviamo, nel mondo soggettivo e psicologico? C'è disordine in esso?
Capite la mia domanda? Spero che chi parla si stia spiegando abbastanza chiaramente. Fino a che
noi, ciascuno di noi, viviamo nel disordine, psicologicamente, interiormente, qualunque cosa facciamo
creerà disordine.

(.....)Noi viviamo nel disordine, questo è certo, Perchè preoccuparsi dell'ordine? Vediamo se
possiamo liberarci del disordine. Se possiamo liberarcene allora c'è ordine. 

(......)Allora che cos'è il disordine? Dire una cosa e pensarne un'altra,agire in un certo modo,
nascondendo i propri pensieri e sentimenti che sono opposti. E' davvero molto semplice. Dire le cose
che si pensano - non quello che gli altri vi hanno detto di pensare,richiede una grande onestà.
Probabilmente tutti voi avete letto abbondantemente, e così i vostri cervelli sono pieni di
conoscenza degli altri, dei loro pregiudizi che si aggiungono ai vostri. E così ripetete. Non vi sedete
mai, né camminate nei boschi per scoprire che cos'è il disordine: Per scoprirlo, si deve possedere
un'enorme onestà - affrontare le cose così come sono. 

(.....)Pertanto(.....)possiamo, ciascuno di noi, che viviamo in questo mondo, in questa società, essere
completamente liberati del disordine? Ciò significa la fine definitiva del conflitto, la fine di questa
sensazione di dualità dentro di noi - della dualità degli elementi che si contrappongono dentro di noi.
Pertanto non si tratta forse di essere enormemente attenti - di essere consapevoli di ogni pensiero?
Possiamo esserlo?

Questo rimanda alla prossima domanda: che cos'è il pensiero? (.....) Il bambino dice: "Il mio libro",
"Quella è la mia altalena" - questo è pensare. Grazie al pensiero l'umanità ha inviato un razzo sulla
luna. Ma lo stesso pensiero vi ha anche piantato una bandiera! No, non ridete. osservate che cosa fa
il pensiero.

(....)Che cosa significa pensare? Senza la memoria non potete pensare. E allora che cos'è la
memoria?

(....)E' tutto molto semplice. La memoria non può esistere senza la conoscenza. (....) la conoscenza si
fonda sull'esperienza, e l'esperienza è sempre limitata, sempre. non posso fare esperienza
dell'immenso ordine dell'universo. Non posso farne esperienza ma posso immaginarlo. E'
meraviglioso.

(....) Dunque, può il pensiero essere fonte di ordine, quando il pensiero stesso nella sua limitazione,
può essere la causa del disordine? Mi chiedo se afferrate. capite la mia domanda? E' molto
interessante. Prendetela in esame. Tutto ciò che è limitato non può che creare disordine; se sono un
israelita, non posso che creare disordine, e così se sono un induista, un buddhista, un cristiano, e
tutto il resto. Allora è forse il pensiero la radice stessa del disordine? Esaminate questo signori.
Siate scettici, per favore, non accettate nulla di ciò che dice chi vi parla. 

(....) Così in quanto esseri umani, abbiamo vissuto per milioni di anni in uno stato di violenza, di
disordine, di conflitto - e tutto ciò è stato causato dal pensiero. Tutto. Allora ci si comincia a
chiedere: c'è qualcos'altro che è altrettanto attivo, chiaro, preciso ed energico quanto il pensiero?

(.....)esiste un altro strumento che non è affatto pensiero - che non è messo assieme dal pensiero, o
da esso concepito, o costruito sottilmente dal pensiero? Scopritelo. Questo richiede la
comprensione del tempo. Posso continuare? Non siete stanchi?

Dovete capire che cos'è il tempo. Non il tempo che va dal sorgere al tramontare del sole, non il
tempo della luna nuova, non il tempo del giorno dal mattino alla sera. E' tempo anche tutto ciò che ci
è accaduto nella vita, che è fatta di mille ieri, e tutto quello che potrebbe succederci domani.

(....) C'è un tempo fisico e anche un tempo psicologico: sono questo, ma in seguito sarò quello. Per
divenire quello ho bisogno del tempo. State seguendo tutto questo? Dunque il cervello vive nel
tempo. Il cervello è stato coltivato, cresciuto, sviluppato nel tempo.

(.....) ieri, i mille ieri, leggermente modificati dalle circostanze, dalle pressioni è ora. Tutto quello
che è accaduto a partire da mille ieri viene leggermente ripulito, leggermente modificato e va nel
futuro - giusto? Il passato che si modifica da sé tramite il presente diviene il futuro. Dunque il
futuro è ora. Mi chiedo se capite. Per favore, concedetevi un po' di tempo per capire.

(....) Due milioni di anni fa uccidevano con la clava, poi inventarono le frecce. Le frecce, pensarono,
sarebbero state la fine di ogni guerra. Ora possediamo i terribili mezzi di distruzione d'oggi. Ma è
lo stesso che due milioni di anni fa; stiamo ancora uccidendo. Questa è la norma che il cervello ha
accettato, con la quale ha vissuto; il cervello ha creato la norma. Se il cervello può capire da sé, non
per pressioni esterne, non per costrizione, ma capire da sé che il tempo non ha alcun valore nel
movimento del cambiamento, allora avete infranto la norma. Allora inizia un modo di vivere
totalmente differente.

 

Citazioni da "Gli ultimi discorsi - Saanen 1985" Ubaldini editore