Occorre
comprendere alcune cose. Prima di tutto, si deve tener presente che,
da un punto di vista scientifico, l’intero sistema solare è nato
dal Sole. La Luna, Marte, Giove, e tutti gli altri pianeti, inclusa
la Terra, sono parti organiche del Sole.
Pian piano, sulla Terra nacquero gli esseri viventi: dai
microorganismi, alle piante all’uomo. L’uomo è una parte
organica della Terra, che a sua volta è una parte organica del
Sole. È come una madre che abbia una figlia, che a sua volta abbia
una figlia: in tutte e tre scorre lo stesso sangue, i loro corpi
sono formati dalle stesse cellule. Gli scienziati usano una parola
per definire tutto questo: ‘empatia’, che significa
‘sensibilità condivisa’; le cose nate dalla stessa fonte, hanno
una sorta di esperienza interiore condivisa.
Dal Sole è nata la Terra, dalla Terra sono nati i nostri corpi, dei
quali il Sole, per quanto lontano sia, è il trisnonno ancestrale:
qualsiasi cosa accada sul Sole, crea una vibrazione in ogni cellula
del nostro corpo. Deve essere così, in quanto tutte le nostre
cellule sono atomi di Sole.
Il Sole sembra enormemente distante, ma non lo è poi così tanto.
In ogni cellula del nostro sangue e delle nostre ossa, dimorano
atomi di Sole; noi ne siamo parti integranti. Pertanto, non deve
stupire che il Sole influenzi tanto le nostre vite: esiste una sorta
di empatia tra noi e il Sole; se la si comprende nella sua giusta
prospettiva, entreremo in una delle dimensioni dell’astrologia.
Si possono fare esperimenti di empatia con gemelli monovulari, posti
in stanze diverse; simili esperimenti sono stati fatti negli ultimi
quindici anni con risultati sorprendenti. I gemelli si trovano in
stanze diverse, viene suonata una campana e ai due viene detto di
disegnare la prima cosa che quel suono fa venire loro in mente.
Esperimenti ripetuti fino a venti volte, hanno portato a notare che
nel novanta per cento dei casi i disegni sono simili: questa
similarità di esperienza è stata descritta dagli scienziati come
empatia. In questi gemelli esiste una somiglianza incredibile, a
vari livelli: essi parlano perfino nello stesso modo. Tra i loro
corpi esiste una comunicazione interna, o meglio un dialogo che
scorre lungo canali sconosciuti.
Anche tra la Terra e il Sole esistono ponti di comunicazione simili,
lungo i quali ad ogni istante vengono scambiati messaggi. E, allo
stesso modo, simili ponti di comunicazione esistono tra la Terra e
l’uomo; pertanto, esiste una continua comunicazione tra l’uomo,
la Terra e il Sole. Ma quella comunicazione è estremamente
misteriosa, è interna e molto sottile. Cerchiamo di capirne alcuni
aspetti.
In America esiste un centro di ricerca conosciuto come ‘Centro di
ricerche sugli anelli degli alberi’. Se tagliate un albero vedrete
all’interno del tronco una serie di anelli. I disegni naturali dei
mobili sono dovuti a questi anelli; e questo Centro di ricerche ha
studiato, negli ultimi quindici anni, la loro formazione.
Il professor Douglas, direttore del Centro, che ha speso la maggior
parte della sua vita in questi studi, ha scoperto una serie di fatti
interessanti. Di solito, noi tutti crediamo che dal numero di questi
anelli sia possibile stabilire l’età di un albero: ogni anno si
forma un nuovo anello, quindi un albero di cinquant’anni avrà
cinquanta anelli.
D’altro canto, può stupire sapere che questi anelli indicano
quale stagione quell’anno ha prevalso: se è stato più caldo del
solito, l’anello sarà più spesso; se è stato più freddo, sarà
più sottile. Quindi è possibile sapere quando è piovuto di più,
quando è ghiacciato, quando c’è stata siccità. Se Buddha diceva
che in un certo anno era piovuto molto, l’albero del bodhi sotto
cui era seduto lo confermava. Buddha poteva fare errori, l’albero
no: il suo anello corrispondente a quell’anno indicava con
precisione cos’era accaduto.
Nelle sue ricerche, il professor Douglas ha scoperto anche
un’altra cosa, che supera ogni immaginazione: vide che ogni undici
anni, gli anelli erano più ampi degli altri, e ogni undici anni sul
Sole si verifica un massimo di attività nucleare: diventa più
attivo, quasi esistesse un ritmo periodico e la sua radioattività
in quel momento toccasse un culmine.
Questo ispessimento degli anelli, ogni undici anni, non si limita a
un solo albero, o a una sola foresta del pianeta, tutti gli alberi
della Terra, per proteggersi dall’aumento di radioattività,
creano questa barriera, come fosse una pelle più spessa.
A causa di questo fenomeno, Douglas ha creato una nuova dicitura:
‘clima globale’.
Nelle diverse zone del pianeta, esistono climi diversi: da qualche
parte piove, da qualche altra parte è molto freddo, da qualche
altra parte ancora è molto caldo. Ma per ciò che riguarda
quell’undicesimo anno, il professor Douglas ha coniato questa
dicitura: ‘clima globale’, poiché in quel periodo esiste
un’esperienza simile su tutta la Terra che noi forse non notiamo,
ma che gli alberi avvertono.
Lo spessore diminuisce gradualmente dopo l’undicesimo anno, per
cinque anni, poi aumenta sempre gradualmente, fino a toccare il
punto massimo l’undicesimo anno.
Se gli alberi sono così sensibili da avvertire con tanta precisione
ciò che accade sul Sole, non è forse possibile che anche nella
mente dell’uomo esista uno strato che segnali l’attività
solare? Non è possibile che nel corpo umano possa esistere una
forma di sottile sensibilità in grado di percepire l’attività
solare? Non è possibile che simili anelli si formino nelle
profondità della personalità umana? Finora gli scienziati non sono
riusciti a trovare simili registrazioni nel corpo umano. D’altro
canto, sembra impossibile che esso non preveda alcuna registrazione
di questo tipo.
L’astrologia indaga sulla possibilità che i cambiamenti
dell’universo siano registrati anche nell’uomo.
Tuttavia, non è così facile indagare nel corpo umano, perché non
lo si può sezionare, come si fa con gli alberi: tagliare un corpo
umano è una cosa molto delicata e pericolosa. D’altro canto
l’uomo ha una mente, ed è la mente che registra questi eventi,
non il corpo. L’albero non ha una mente, per cui è il corpo che
deve registra ciò che accade.
Vale la pena sottolineare un altro punto: così come, ogni undici
anni, sul Sole avviene una tempesta radioattiva; esistono delle
rivoluzioni che accadono ogni novant’anni. È stato scoperto solo
di recente, ma si tratta di un fatto scientifico, sorprendente
quanto il precedente. Gli astrologi non ne fanno menzione, ma io
vorrei parlarvene, per farvi capire più facilmente l’astrologia
da un punto di vista scientifico: esiste un ciclo di novant’anni,
da sempre sperimentato, la cui storia è alquanto affascinante.
Quattromila anni fa, un faraone egiziano disse ai suoi scienziati di
tenere un registro dei periodi di piena e di secca del fiume Nilo, e
della quantità di acqua presente nei diversi periodi. Il fiume Nilo
è il solo fiume ad avere una biografia che risale a quattromila
anni fa; le registrazioni furono accurate al decilitro, e vengono
tenute ancor oggi.
‘Faraone’, il nome dato agli imperatori egiziani, significa
‘il Sole’ in egiziano. In Egitto si credeva che tra il Sole e il
Nilo avvenisse un dialogo costante. Quel faraone, devoto del Sole,
disse: “Oggi non sappiamo nulla sul Sole, ma queste registrazioni
un giorno torneranno utili”.
Pertanto si annotò ogni cosa per quattromila anni: l’aumento del
livello dell’acqua, l’epoca delle inondazioni, i periodi di
siccità. Oggi, uno studioso egiziano, Tasman, ne ha redatta la
storia: alcune cose, sconosciute all’epoca dei faraoni, vennero
alla luce, e si poté paragonare ciò che accadde al fiume con gli
eventi sulla superficie solare. È stato così che si è potuto
notare chiaramente un ritmo di novant’anni, del tutto simile a ciò
che noi chiamiamo morte e nascita.
Cerchiamo di capirlo: il Sole resta giovane per quarantacinque anni,
e invecchia per altri quarantacinque: nei primi la sua energia
aumenta fino a toccare un picco, quindi il flusso di energia
regredisce, proprio come accade in un essere umano. Raggiunti i
novant’anni il Sole diventa molto vecchio, e nel periodo di
regressione solare la Terra è sconvolta da terremoti. Sembra quindi
che anche i terremoti siano collegati a questo ciclo solare.
Si tratta di un evento ciclico estremamente importante.
Durante i quarantacinque anni di recessione, sulla superficie solare
avvengono cambiamenti di notevoli proporzioni, è naturale che anche
la Terra ne venga sconvolta. E se un corpo vasto come la Terra né
è sconvolto al punto da tremare, come potrà non esserne colpito un
corpo fragile come quello dell’uomo? È questo l’interrogativo
che si sono posti gli astrologi, e la loro risposta è che esiste
una correlazione: i bambini che nascono durante i quarantacinque
anni in cui il Sole sta crescendo, sono incredibilmente sani;
viceversa, i bambini che nascono nei quarantacinque anni in cui il
Sole invecchia, non possono essere molto in salute. Il loro stato di
salute è simile a quello di una nave che deve andare a Oriente,
mentre i venti soffiano a Occidente: occorre una gran quantità di
energia per farla muovere; le vele non funzionano e i rematori
devono spingere sui remi. È come nuotare controcorrente: il Sole è
l’energia vitale dell’intera famiglia del sistema solare. Quando
sta invecchiando, qualsiasi cosa si trovi a essere giovane, deve
nuotare controcorrente: deve compiere uno sforzo immane.
Viceversa, quando il Sole è giovane, l’intero sistema solare è
colmo di energie e si muove verso un picco. Chiunque nasca in questo
periodo si troverà nelle stesse condizioni di una nave che navighi
in direzione dei venti: non deve fare alcuno sforzo. In queste
epoche sulla Terra esiste un numero minimo di malattie, mentre
quando il Sole invecchia, il loro numero aumenta.
Nelle registrazioni delle acque del Nilo, si nota che esiste un
aumento del flusso nei quarant’anni in cui il Sole è giovane;
mentre quando invecchia, il livello delle acque decresce, e il suo
corso diventa più debole, quasi fosse invecchiato.
L’uomo non è separato da questo ritmo, perché non è separato da
questo mondo: è un’unità organica, è intimamente unito al
Tutto.
Il tempo non è scandito con tanta precisione, neppure dal nostro
miglior orologio. La Terra compie una rivoluzione sul suo asse in
ventitré ore e cinquantasei minuti. Partendo da questo calcolo,
abbiamo fissato la durata del giorno in ventiquattro ore: i nostri
orologi possono essere approssimati, ma la Terra non ha mai
impiegato un solo secondo in più o in meno per compiere la sua
rivoluzione. Noi non avevamo strumenti molto accurati per studiare
questo fenomeno, per cui abbiamo fatto dei calcoli approssimati.
Tuttavia, quando il Sole completa il suo ciclo di novant’anni, e
si prepara a partire per un nuovo ciclo, i nostri orologi ne vengono
disturbati.
Anche nel periodo di intensa attività radioattiva, ogni undici
anni, i nostri orologi vengono disturbati. Ogni volta che la Terra
si trova sotto le influenze di simili forze esterne, il suo ritmo
interno ne viene disturbato. E questo vale anche per altre influenze
cosmiche, quali una stella, una meteora, o una cometa che le passi
vicino. Su scala cosmica, cose estremamente distanti tra loro sono
di fatto molto vicine, poiché ogni cosa è interconnessa in maniera
sottile.
Purtroppo, le capacità del linguaggio di esprimere tutto questo
sono molto deboli: quando diciamo che una stella si è avvicinata un
po’ di più al Sole, lo pensiamo in base a un parametro a noi
comune, quello di due persone che si avvicinano l’una all’altra,
mentre invece si tratta sempre di distanze astronomiche.
Tuttavia, perfino il più piccolo cambiamento nelle distanze tra
oggetti cosmici disturberà l’asse terrestre, anche se noi non ce
ne rendiamo conto. Per disturbare la Terra occorre una forza
immensa; anche per mutarne la rotta di un solo centimetro, corpi
celesti potentissimi devono passare vicino alla sua orbita; quando
accade, essi passano anche vicino a noi. E quando la Terra viene
scossa, non è possibile che un albero che cresce sulla sua
superficie non lo sia. Né è possibile che non sia scosso un essere
umano che vive e cammina su di essa; ma si tratta di una scossa
molto sottile, e fino ad oggi non abbiamo avuto strumenti in grado
di registrarla. Oggi però abbiamo strumenti elettronici così
sofisticati che si può registrare perfino una vibrazione di un
millisecondo… tuttavia, anche così, non è ancora possibile
registrare la vibrazione dell’essere umano: ancora non abbiamo
creato strumenti in grado di misurarla.
L’uomo è una creatura estremamente limitata, ed è inevitabile
che sia così, altrimenti non potrebbe vivere sulla Terra. Se
fossimo in grado di sperimentare e percepire tutte le influenze
delle forze che ci circondano e che operano su di noi nell’arco
delle ventiquattro ore, non potremmo sopravvivere. Possiamo vivere
solo perché non percepiamo tutto ciò che ci accade intorno.
Esiste poi un’altra legge, connessa alla precedente: se infatti
non arriviamo a percepire le influenze al di sopra di un certo
limite, non percepiamo neppure quelle al di sotto di un certo
limite. L’arco della nostra esperienza è estremamente limitato.
Ad esempio, supponiamo di misurare la temperatura del corpo: il
punto minimo sarebbe trentacinque gradi, quello massimo quarantadue,
dunque la nostra vita esiste all’interno di questi sette gradi, se
si fissa a quel minimo, o a quel massimo, moriremmo. Ma siamo in
grado di capire che anche la temperatura della Terra esiste
all’interno di questi sette gradi? Se uscisse da questi parametri,
morirebbe: noi viviamo all’interno di quell’equilibrio,
fluttuiamo tra una temperatura massima e una minima, la Terra fa la
stessa cosa.
Io parlo e voi mi sentite. Se abbassassi la voce al minimo, oltre un
certo tono non mi sentireste più: è una cosa ovvia che capite
facilmente, ma non riuscite a immaginare che esiste anche un tono
massimo, al di sopra del quale non mi sentireste più. È difficile
immaginare che un urlo possa essere così alto da non essere udito.
Gli scienziati affermano che abbiamo una soglia di ascolto al di
sotto, o al di sopra della quale non sentiamo nulla. Tutt’intorno
a noi, esplodono rumori assordanti, ma noi non li sentiamo. Se una
stella si disintegra, o nasce un nuovo pianeta, tutt’intorno alla
Terra echeggiano rumori spaventosi; se li udissimo, in quello stesso
istante diventeremmo sordi. Poiché non siamo in grado di sentirli,
non accade nulla.
Esistono perfino dei limiti alla nostra vista. I sensi di tutti gli
esseri umani operano all’interno di una particolare frequenza. Ad
esempio, un cane ha un odorato più sottile del nostro. Un cavallo
ha un udito più sottile del nostro, e il suo odorato è più fine:
può sentire l’avvicinarsi di un leone a circa un chilometro di
distanza; all’improvviso si immobilizza, e noi non ne capiamo il
motivo. Ma se avessimo un odorato simile, in grado di farci sentire
tutti gli odori che ci circondano, impazziremmo.
Un essere umano è rinchiuso all’interno di una certa capsula. Ha
dei confini. Quando accendi una radio, puoi ascoltare molte
stazioni; ma credi che esse inizino a trasmettere quando
l’accendi? Le onde radio che portano musiche e parole corrono
continuamente nell’aria, non importa se il tuo apparecchio è
acceso o spento. Ma tu puoi sentire qualcosa solo se lo accendi.
In questo mondo tutt’intorno a noi corrono suoni di ogni tipo: in
questa stanza, proprio ora, corrono le onde radio di tutte le
stazioni del mondo! È un tumulto di suoni: noi non li sentiamo, ma
non possiamo non esserne affetti. Ogni nostro nervo, ogni nostro
battito cardiaco, ogni muscolo, ne sono influenzati. Questi rumori
operano su di noi senza che ce ne si renda conto. La stessa cosa
vale per gli odori che non sentiamo: se certi miasmi portano con sé
una malattia, ci colpirà. Non serve la vostra consapevolezza o il
vostro riconoscimento perché qualcosa esista.
L’astrologia afferma che intorno a noi esistono campi di energia
che continuano a influenzarci incessantemente. Non appena un bambino
nasce, viene a essere soggetto a tutte le influenze del mondo. Nel
linguaggio della scienza, possiamo descrivere la nascita come un
processo di ‘esposizione’. Accade la stessa cosa che si verifica
in una pellicola fotografica esposta alla luce, all’interno di una
macchina fotografica: viene impressionata. Tu schiacci
l’otturatore e in una frazione di secondo esso si apre e si
richiude e qualsiasi cosa si trovava di fronte all’obiettivo,
viene registrata immediatamente sulla pellicola. Quell’immagine è
catturata per sempre.
La stessa cosa accade al bambino, già nel ventre della madre:
quella è una prima esposizione. Il giorno in cui nasce ne avviene
una seconda. Queste due esposizioni sono registrate sulla mente
sensibilissima del bambino, come fosse una pellicola fotografica. La
realtà del mondo di quel momento viene tracciata sul bambino, nel
quale sorge un’empatia per il mondo così com’è in quel
momento.
Vi stupirà sapere che il novanta per cento dei bambini nasce di
notte. Una percentuale normale, funzionale al principio matematico
delle probabilità, dovrebbe dare un cinquanta per cento di notte e
l’altro di giorno. Potrebbe esserci una diversità del cinque per
cento, ma a cosa si deve quel novanta per cento di bambini nati di
notte? Deve esserci una ragione. E ve ne sono molte, lasciate che ve
le spieghi.
Quando un bambino nasce di notte, la sua prima esposizione al mondo
è il buio e non la luce. Sto semplificando, perché la realtà è
molto più profonda e complessa. Il Sole è assente, l’energia
solare non è presente. Tutt’intorno il mondo dorme, di fatto
nulla è sveglio: questo è il primo impatto del bambino sul mondo.
Se chiedessimo una spiegazione a Buddha o a Mahavira, direbbero che
la maggior parte delle anime nascono di notte, perché sono tutte
addormentate, dunque non possono scegliere il momento in cui
nascere. Esistono centinaia di altri motivi, ma questo è il più
importante: la maggior parte delle persone è addormentata, vive
nell’oscurità e nell’inazione.
Chiunque nasca dopo il sorger del Sole sarà ricco di energia. Dopo
il tramonto, nell’oscurità della notte, solo esseri addormentati
possono venire al mondo. La nascita che avviene al sorger del Sole,
avverrà sotto l’influenza dell’energia; quella che avviene dopo
il tramonto, sarà soggetta all’influenza del sonno.
L’esposizione sarà diversa, ed è necessario capirlo chiaramente,
perché l’astrologia è profondamente intessuta intorno a questo
concetto.
Gli scienziati che hanno fatto degli studi su questa esposizione al
momento della nascita, affermano che si tratta di un evento di
estrema importanza: quel fissaggio iniziale ti accompagnerà per
tutta la vita. Quando un pulcino nasce vicino alla chioccia,
immediatamente si mette a seguirla. Noi diciamo che segue la madre,
ma gli scienziati affermano che non ha nulla a che vedere con la
madre: si tratta solo del primo fissaggio.
Sono stati fatti centinaia di esperimenti. In un esperimento a dei
pulcini sul punto di nascere veniva mostrato un pallone: non appena
le uova stavano per schiudersi, la madre veniva allontanata e al suo
posto veniva messo un pallone. Quando aprirono gli occhi, i pulcini
videro il pallone e, per quanto stupefacente vi possa sembrare, lo
amarono come se fosse la loro madre. Ovunque il pallone veniva
lanciato, loro lo seguivano. Non si preoccuparono di cercare la
madre, seguivano solo il pallone. Quando si sentivano stanchi, si
andavano a sedere vicino al pallone, cercarono perfino di farsi
allattare da lui!
Konrad Lorenz è stato un pioniere in questi studi: egli afferma che
l’attimo del fissaggio è il più importante. In quel momento il
bambino entra in intima relazione con la madre, e la segue solo
perché la sua immagine lo ha impressionato in quel primo istante di
vita.
In altri esperimenti si è visto che i maschi non allevati alla
presenza della madre, non erano in grado di amare nessuna donna. Non
era avvenuta la giusta esposizione: l’immagine di una donna non
era stata fissata nel giusto modo, nella mente di quei bambini.
Se in Occidente l’omosessualità è in continuo aumento, una delle
ragioni fondamentali è un’insufficiente esposizione a uno dei
genitori. In Occidente l’amore eterosessuale sta diminuendo sempre
di più, si privilegia l’amore con partner dello stesso sesso:
anche se si tratta di un evento innaturale, è inevitabile che
accada.
L’attrazione sessuale tra un uomo e una donna è condizionata
anche in un altro modo. Si dovrebbe considerare a quale dei due
genitori il bambino dovrebbe essere mostrato per primo: una donna
non sarà mai felice in questo mondo, se alla nascita è stata
esposta prima di tutto alla presenza della madre. Dovrebbe essere
‘esposta’ a un uomo: il primo impatto sulla mente di una bambina
dovrebbe essere quello di suo padre. Solo in quel caso sarà in
grado di amare un uomo pienamente. Il motivo per cui gli uomini
superano sempre le donne è dovuto proprio al fatto che entrambi, al
momento di nascere, sono mostrati alla madre.
L’esposizione dei maschi è giusta, non quella delle femmine. Per
cui, fino a quando non si esporrà la bambina al padre, non potrà
esistere alcuna parità tra i sessi: non la si potrà ottenere
tramite leggi politiche, né tramite parità di impiego, né
attraverso l’indipendenza economica. La donna non potrà mai avere
un’eguaglianza, poiché da un punto di vista psicologico rimarrà
sempre una debolezza nella sua personalità, e nessuna civiltà,
fino a oggi, è riuscita a vincere questa debolezza.
Se un semplice pallone può esercitare tanta influenza su un
pulcino, al punto da diventare parte integrante della sua mente, gli
astrologi affermano che anche tutto ciò che ci circonda –
l’intero universo – penetra nella nostra consapevolezza
nell’istante in cui nasciamo: quell’esposizione risulta essere
l’esposizione della nostra pellicola mentale al mondo intero.
Quell’istante determina per sempre le nostre simpatie e le nostre
antipatie.
Anche tutte le costellazioni che ruotano intorno alla Terra in quel
momento, in maniera molto profonda, fissano la loro influenza sulla
nostra consapevolezza appena nata. Le stelle si trovano in una
posizione particolare, e il loro significato essenziale si trova
nell’influenza delle radiazioni che colpiscono la Terra al momento
della nascita di un essere umano.
Oggi gli scienziati credono che ogni corpo celeste abbia una propria
radioattività, unica nel suo genere. Il pianeta Venere lancia raggi
di quiete, laddove la Luna ha radiazioni del tutto diverse. Le
radiazioni di Giove sono diverse da quelle del Sole. E la ragione va
ricercata nel fatto che sui diversi pianeti esistono diversi
equilibri gassosi.
Quando un bambino nasce, tutte le costellazioni, tutte le stelle, i
pianeti e gli altri corpi celesti che si trovano sull’orizzonte,
penetrano profondamente all’interno della sua mente nell’attimo
in cui egli si trova esposto al mondo. La situazione cosmica di quel
momento, con tutte le sue debolezze, le sue forze e le sue
potenzialità, influenzeranno il bambino per il resto della sua
vita.
È come sapere l’esatto effetto di un atomo esploso tra gli
abitanti di una zona popolata come Hiroshima. Prima che venisse
lanciata quella bomba atomica, si sapeva solo che sarebbero morte
centinaia di migliaia di persone; però non si sapeva che ciò
avrebbe avuto ripercussioni anche nelle generazioni a venire, e
sull’ambiente in quanto tale.
Per chi morì in quell’esplosione tutto finì in un attimo. Ma
rimasero gli alberi, gli animali, gli uccelli, i pesci, alcuni
esseri umani: tutti questi esseri viventi rimasero permanentemente
colpiti in maniera ancora sconosciuta. L’effetto globale di quella
bomba si potrà sapere solo quando saranno passate dieci
generazioni, perché alcuni degli effetti radioattivi più profondi
stanno ancora operando delle conseguenze.
Una donna avrà tutti i suoi ovuli colpiti dalla radioattività, e
ora non potrà più dar vita a bambini normali: qualcuno nascerà
cieco, qualcuno storpio, qualcuno avrà malformazioni. Il loro
cervello potrebbe avere deformazioni, oppure potrebbe essere
amplificato; da quella donna potrebbe nascere un genio quale non si
è mai conosciuto. Non possiamo dire cosa accadrà: una cosa è
certa, non nascerà più un essere umano normale.
Se il potere atomico di una bomba, che al confronto non è una forza
così grande, è in grado di creare tanti scombussolii nella vita
sulla Terra, potete immaginare quale sconvolgimento può operare il
potere del Sole, sul quale a ogni istante esplodono l’equivalente
di milioni di bombe atomiche? A Hiroshima e Nagasaki morirono
centoventimila esseri umani, a causa di una sola bomba atomica:
potete immaginare quanta radioattività esiste, in confronto, sul
Sole? Il Sole riscalda la Terra da quattro miliardi di anni, e gli
scienziati dicono che per diversi milioni di anni non si raffredderà.
Ogni giorno emana il suo calore che ci arriva da centocinquanta
milioni di chilometri di distanza. Ciò che accadde a Hiroshima
rimase limitato a quindici chilometri… malgrado il calore emesso
dal Sole, per così tanto tempo, esso non si è ancora esaurito!
Se poi paragoniamo il nostro Sole ad altri presenti nell’universo,
vediamo che si tratta di una stella di media grandezza: le stelle
che vediamo nel firmamento sono molto più grandi, e ognuna di loro
ha una propria vibrazione che scorre verso di noi.
Un grande scienziato, Michael Gacquilin, ha fatto alcune ricerche
sulle forze dell’universo e ha affermato che noi non siamo in
grado di capire neppure l’uno per cento di ciò che quelle forze
provocano su ciò che sperimentiamo.
Da quando abbiamo iniziato a lanciare satelliti nello spazio,
abbiamo raccolto un bagaglio di informazioni impressionanti, che non
possono essere spiegate nel linguaggio comune, né essere decifrate
poiché ancora la scienza non è tanto avanzata da poterlo fare. Non
avremmo mai immaginato che esistesse tanta energia, né che
esistessero tante forze operanti intorno a noi.
A questo proposito, cerchiamo di comprendere un’altra cosa.
L’astrologia non è una nuova scienza in via di evoluzione. Al
contrario, la situazione è proprio l’opposto. Se avete visto il
Taj Mahal, avrete notato delle mura incomplete sull’altra riva del
fiume Yamuna. Storicamente si dice che Shahjehan non si limitò a
costruire il Taj Mahal, quale mausoleo per la moglie, Mumtaj, ma che
avesse anche iniziato a costruire la propria tomba sull’altra
sponda dello Yamuna, ma che questa non fu mai completata.
Ora però alcuni storici, dopo attente ricerche, affermano che
quelle mura sono molto più antiche, e che sembrano essere i resti
di un palazzo che esisteva in quel luogo molto tempo prima: è
difficile decidere con esattezza cosa possano essere quelle mura; le
mura di un mausoleo e quelle di un palazzo sono in apparenza
identiche. Qualche storico va ancora più in là: afferma che
neppure il Taj Mahal fu costruito da Shahjehan: era un antico
palazzo di stile hindu, trasformato dal re nella tomba della moglie.
È difficile credere a qualcosa che contraddice ciò che abbiamo
sempre sentito ripetere. Una tomba come il Taj Mahal non ha
confronti nel mondo intero: nessuna tomba assomiglia a questo
edificio. Tutt’intorno al Taj Mahal vi sono garitte per le
guardie, torrette e punti strategici che nessuna tomba richiederebbe
mai. Di certo era un vecchio palazzo riconvertito in tomba, e sulla
riva opposta dello Yamuna si trovano i resti di un palazzo ancor più
antico, del quale restano solo delle rovine.
Anche l’astrologia assomiglia a delle rovine di un edificio
maestoso che esisteva molto tempo fa: era una scienza completa, che
è andata perduta. Non si tratta di una scienza alle prime armi, né
è nella sua fase evolutiva. Dalle mura rimaste non si può
stabilire quanto vasto e imponente fosse questo edificio: molte
volte si scoprono delle verità, solo per perderle di nuovo.
Circa duecento anni prima di Cristo, Aristarco, uno scienziato
greco, scoprì che il Sole è il centro del nostro universo, e non
la Terra. Ma circa cento anni dopo, Tolomeo mutò questa scoperta,
sostenendo che era la Terra al centro dell’universo. Da lì in poi
ci vollero mille anni prima che Keplero e Copernico stabilissero di
nuovo che è il Sole al centro del nostro universo.
La verità scoperta da Aristarco rimase nascosta per un tempo
lunghissimo, fino a quando Copernico non riaprì quel vecchio libro,
scritto da Aristarco, e tornò a riaffermarne la scoperta… e la
gente ne fu sconvolta.
Gli occidentali dicono che l’America fu scoperta da Colombo. Oscar
Wilde, quando andò in America, ne trasse spunto per un famosissimo
aneddoto, affermando che era stata scoperta da qualcun altro molto
tempo prima.
È vero! L’America fu scoperta molte volte, e poi dimenticata,
allorché le relazioni con quel paese furono interrotte.
Qualcuno, dicevo, ribatté all’affermazione di Oscar Wilde: “Se
non fu Colombo a scoprire l’America, perché mai andò perduta?”
E lui ridendo rispose: “Ogni volta che fu scoperta, la cosa venne
messa a tacere. Ogni volta divenne indispensabile non parlarne più,
perché era solo fonte di guai, al punto che era meglio mettere
tutto a tacere e dimenticarsene!”
Esistono riferimenti all’America nella grande epopea del
Mahabharata: una delle mogli di Arjuna era messicana, e in Messico
esistono antichissimi templi hindu, sui quali sono scolpite effigi
del dio Ganesh.
Molte volte accade che la verità giunga alla portata delle nostre
mani, per poi andare perduta. L’astrologia era una di queste
grandi verità. Un tempo era conosciuta, poi venne perduta. E ora
esistono complicazioni nel ricostruirla: ecco perché ve ne sto
parlando da varie prospettive.
La mia intenzione nel parlarvi dell’astrologia potrebbe essere
fraintesa: non ne parlo come potrebbe farlo un comune astrologo a
cui voi date dei soldi perché vi predica la fortuna. Forse voi
pensate che io vi parlerò di quel tipo di persone, o che ne
sostenga l’operato. In nome dell’astrologia, il novantanove per
cento degli astrologi sono dei bluff. Solo l’uno per cento non sarà
dogmatico, saprà che l’astrologia è un terreno molto vasto, al
punto che in questo campo si può solo esitare.
Parlandovi dell’astrologia voglio solo mostrarvi la magnifica
struttura che essa è, mettendola in luce dalle prospettive più
diverse, in modo tale che voi possiate decidere di entrarvi senza
paura o esitazioni.
Quando parlo di astrologia, non parlo del comune astrologo, quello
è un terreno di poco conto anche se la maggior parte degli uomini
si interessa all’astrologia solo per sapere se la figlia si sposerà
oppure no…
L’astrologia può essere divisa in tre parti. La prima è il suo
nucleo centrale, l’essenza, e come tale non può essere mutata: è
anche la parte più difficile da comprendere. La seconda parte è lo
strato intermedio, nel quale è possibile operare tutti i
cambiamenti che si desiderano. È la porzione semiessenziale, in cui
si possono operare dei mutamenti, sapendo come fare, altrimenti non
è possibile. La terza parte è lo strato più esterno, del tutto
non essenziale, che però attira maggiormente la nostra curiosità.
Il primo strato è l’essenza, in cui non si può operare mutamento
alcuno. Quando lo si arriva a conoscere, si può solo cooperare con
esso. Le religioni hanno istituito l’astrologia per conoscere e
decifrare questo destino essenziale. La parte semi-essenziale
dell’astrologia è tale per cui, conoscendola, può permetterci di
cambiare le nostre vite, altrimenti non è possibile. Se non la
conosciamo, qualsiasi cosa è destino che accada, accadrà: sapendo,
esistono alternative tra cui scegliere; esiste una possibilità di
trasformazione, qualora si faccia la scelta giusta. E la terza
parte, quella non essenziale, è solo periferia, uno strato
esteriore in cui non esiste nulla di essenziale, tutto è
semplicemente connesso alle circostanze.
Purtroppo noi continuiamo a consultare gli astrologi solo sulle cose
non essenziali: qualcuno vuol sapere se otterrà un impiego, ma non
esiste alcuna relazione tra il tuo impiego e la Luna o le stelle.
Qualcuno chiede se si sposerà: ma può esistere una società in cui
il matrimonio non esista affatto. Qualcuno chiede se rimarrà
povero, oppure se arricchirà: ma possono esistere società di tipo
socialista o comunista in cui non ci sono ricchi né poveri.
Pertanto, tutte queste domande non sono essenziali.
Un bambino di otto anni, mentre camminava per strada è scivolato
sulla buccia di un arancio: com’è possibile chiedere a un
astrologo, in base alla posizione della Luna e delle stelle, su
quale strada è successo, e su quale arancio?!
Domande simili sono sciocche. Tuttavia, molti vogliono sapere in
anticipo se scivoleranno mai su una buccia d’arancio… anche
questo non è essenziale! E non ha nulla a che vedere con la tua
anima: questi eventi accadono alla periferia, e l’astrologia non
ha nulla a che vedere con essi. D’altro canto, poiché gli
astrologi si sono sempre lasciati andare a trattare queste
tematiche, la grande struttura dell’astrologia crollò.
Nessuna persona intelligente crederebbe mai che al momento della
nascita sul suo destino venne scritto che in un certo giorno, sul
lungomare il suo piede sarebbe scivolato su una buccia d’arancio e
lei sarebbe caduta. Non esistono relazioni tra quella caduta e
quella buccia d’arancio con la Luna e le stelle: l’astrologia ha
perso ogni rispettabilità poiché è stata associata a cose come
questa. Ma noi tutti, in un senso o in un altro, prima o poi, ci
rivolgiamo a un astrologo per sapere cose come questa: si tratta di
domande non essenziali.
D’altro canto, esistono questioni semiessenziali, come la nascita
o la morte di una persona. Se si riesce a conoscere pienamente
queste cose, si possono prendere precauzioni. Se non le si
conoscono, non si può fare nulla.
Se si ha una maggior comprensione di questi fenomeni, è possibile
aumentare la longevità degli esseri umani; così come la nostra
ricerca di modi sempre più efficaci per uccidere, ci ha portato a
scoprire la bomba atomica, permettendoci di abbreviare la vita di
centinaia di migliaia di esseri umani!
Questo mondo semiessenziale, ci offre l’opportunità di fare certe
cose, se sappiamo in anticipo quali saranno le conseguenze. Se non
sappiamo ciò che accadrà, non potremo intervenire affatto, poiché
non avremo alternative tra cui scegliere.
Oltre questo livello, esiste il mondo della sfera essenziale: in
proposito non si può fare nulla. D’altro canto, la nostra
curiosità si limita solo a ciò che non è essenziale, raramente si
arriva alla sfera della semi-essenzialità, ma i nostri desideri e
la nostra curiosità non vanno mai oltre, non raggiungono mai ciò
che è essenziale e per sua natura inevitabile, ciò che non si può
mutare, neppure se lo si conosce.
Mahavira stava attraversando un villaggio con Goshalak, il discepolo
che in seguito divenne un suo fermo oppositore. Si imbatterono in
una pianticella e Goshalak disse: “Cosa dici? Questa pianta
crescerà fino a fiorire, oppure morirà senza aver mai prodotto un
fiore? Qual è il suo destino?”
Mahavira chiuse gli occhi e si sedette di fronte alla pianta.
Goshalak lo rintuzzò: “Non evitare la mia domanda. Perché chiudi
gli occhi?” Non capiva il motivo per cui Mahavira fosse diventato
silenzioso, e avesse chiuso gli occhi: stava osservando
l’essenziale. Per farlo, era necessario che scendesse
profondamente nell’essere, nell’anima della pianta. Altrimenti,
non gli sarebbe stato possibile vedere ciò che poteva succedere.
Dopo un po’ Mahavira riaprì gli occhi e disse: “Questa pianta
sopravviverà fino a fiorire”.
Subito Goshalak strappò la pianta e la gettò via ridendo
sprezzante. Esisteva modo migliore per falsificare l’affermazione
di Mahavira? A quel punto Mahavira non aveva altro da aggiungere: il
gesto di Goshalak era una sfida. Lui rideva, ma anche Mahavira
sorrideva.
Entrambi ripreso il cammino, ma poiché si mise a piovere a dirotto
dovettero fermarsi in un villaggio. Per sette giorni vi fu tempesta,
caddero piogge torrenziali, per cui dovettero fermarsi in quel
posto.
Quando la pioggia smise, ed essi tornarono indietro, sulla strada
arrivarono nello stesso luogo in cui, sette giorni prima, Mahavira
aveva chiuso gli occhi per conoscere l’essere interiore di quella
pianta… videro che era di nuovo salda nel terreno: a causa delle
piogge, infatti, il terreno era diventato molle e le radici della
pianta si erano saldate di nuovo in esso.
Di nuovo Mahavira chiuse gli occhi, ritto di fronte alla pianta.
Goshalak era molto imbarazzato e quando Mahavira riaprì gli occhi
disse: “Sono sorpreso e confuso: avevo sradicato questa pianta, ed
ora è di nuova salda nel suolo!”
Mahavira replicò: “Sopravviverà fino a fiorire. Ho chiuso di
nuovo gli occhi per vedere il suo potenziale interiore e la
condizione del suo seme, e capire se è riuscita a ricreare il
contatto delle radici con il terreno, sebbene fosse stata sradicata,
volevo capire se esiste un principio suicida, se la pianta ha un
profondo istinto o desiderio di morte. Ma se lo avesse avuto,
avrebbe già utilizzato il tuo gesto, come un aiuto a morire. Anche
la prima volta ho voluto guardare se aspirava a vivere, se era
determinata a vivere… sapevo che tu l’avresti sradicata e
gettata via!”
Goshalak lo interruppe sgomento: “Cosa dici?”
E Mahavira spiegò: “Quando ho guardato la prima volta
nell’essere interiore di questa pianta ho visto anche te, ritto di
fronte a lei, determinato a sradicarla: sapevo che l’avresti
strappata. Per questo ho voluto verificare la capacità interiore
della pianta di vivere: quanta fiducia in se stessa e quanta volontà
avesse! Se voleva morire, e stava solo aspettando una scusa, il tuo
gesto sarebbe stato più che sufficiente a decretarne la morte.
Altrimenti, la pianta avrebbe trovato il modo di rimettere radici
nel terreno”.
Goshalak non ebbe il coraggio di sradicare la pianta una seconda
volta. Aveva paura. La volta precedente aveva riso, questa volta fu
Mahavira ad avviarsi con un sorriso di comprensione sulle labbra.
Goshalak gli chiese perché sorridesse, e Mahavira gli disse:
“Stavo osservando, per vedere se avevi il coraggio di sradicare la
pianta una seconda volta, oppure no”.
Goshalak disse: “Potevi vedere anche questo?”
E Mahavira replicò: “Non era essenziale. Avresti anche potuto
farlo. Ciò che era essenziale era il desiderio della pianta di
vivere. Tutto il suo essere, tutta la sua vitalità, volevano
vivere: questa era la cosa essenziale. Ma tu ti sei dimostrato più
debole, e meno determinato di quella pianta. Sei stato sconfitto!”
Uno dei motivi per cui Goshalak, in seguito, si allontanò da
Mahavira fu questo incidente, che lo ferì profondamente.
L’astrologia di cui vi parlo si riferisce a ciò che è
essenziale, al fondamento della vita. Ma il vostro interesse arriva,
al massimo, a ciò che è semiessenziale: volete sapere quanto
vivrete, se morirete all’improvviso. Ma non vi interessa affatto
sapere cosa farete vivendo, come vivrete. Volete sapere quando
morirete, non cosa farete nell’istante della morte. La vostra
curiosità tocca gli eventi, non l’anima. Il fatto che io viva è
solo un evento, ma ciò che faccio mentre sono vivo, o cosa sono,
questo appartiene alla mia anima. Quando muoio, sarà un evento, ma
come sarò, cosa farò nel momento in cui muoio, quella è la mia
anima.
Noi tutti siamo destinati a morire. L’evento della morte è simile
per tutti, ma il modo in cui si muore, l’attimo della morte,
quello sarà diverso per ciascuno di noi; qualcuno potrebbe perfino
morire ridendo.
Mentre stava morendo, qualcuno chiese a Mulla Nasruddin: “Cosa
pensi, Mulla? Quando la gente nasce, da dove viene?”
E il Mulla rispose: “Per esperienza posso dire che ho sempre visto
piangere ogni bambino che veniva al mondo, così come ho sempre
visto piangere la gente che muore. Pertanto ho il sospetto che la
gente non viene da un buon posto, né credo che vada in un buon
posto! Piange in entrambi i casi!”
Ma persone come Nasruddin muoiono ridendo.
La morte è un evento, ma ciò che ride nel momento della morte è
l’anima. Pertanto, quando vai da un astrologo, chiedigli come
morirai: piangendo o ridendo? Questa è una domanda che vale la pena
chiedere, ma è connessa con l’astrologia essenziale. Nessuno su
questa terra ha mai chiesto a un astrologo se morirà piangendo o
ridendo.
Tutti chiedono quando moriranno, come se quello fosse un valore in sé.
Tutti chiedono quanto vivranno, come se fosse sufficiente vivere.
Perché vivrò? A che scopo? Cosa devo fare vivendo? Cosa devo
diventare vivendo? Domande simili nessuno le pone. Ed è per questo
che la struttura dell’astrologia crollò. Qualsiasi cosa sia
costruita su fondamenta non essenziali crollerà inevitabilmente.
L’astrologia di cui parlo, è diversa da ciò che voi intendete in
quanto astrologia: si tratta di diversità qualitative e di
profondità diverse, le loro dimensioni sono diverse. Io sto
parlando di ciò che è essenziale nella vostra vita di questo
mondo, in relazione a una piena armonia: non si tratta di cose
separate, il mondo intero partecipa alla vostra esistenza, in esso
non siete soli.
Quando Buddha si illuminò, unì le mani in segno di saluto e si
piegò finché la sua testa non toccò il terreno. E si dice che gli
Dei del cielo vennero a porgere il loro saluto a Buddha, perché
aveva trovato la verità suprema, ma quando videro che era piegato a
terra, con la fronte che toccava il suolo, rimasero stupefatti.
Chiesero a Buddha a chi si stava inchinando. Dissero che erano
venuti dal cielo per porgergli i loro saluti, visto che si era
illuminato, e proseguirono dicendo che non sapevano esistesse
qualcosa a cui il Buddha dovesse offrire un saluto, visto che
l’illuminazione era la realizzazione suprema.
Allora Buddha aprì gli occhi e disse: “Qualsiasi cosa mi sia
accaduta, non è solo una mia esperienza: anche il mondo intero vi
partecipa. Per questo mi inchino fino a terra, quale segno di
gratitudine per il mondo intero”.
Questo gesto si collega all’astrologia essenziale. Ed è per
questo che Buddha disse ai suoi discepoli di ringraziare
immediatamente il mondo intero, ogni volta che gioivano per il
conseguimento di una beatitudine interiore; dovevano mostrare
gratitudine, perché in quell’esperienza non erano soli. Se il
Sole o la Luna non fossero sorti, oppure se la catena di eventi che
li aveva accompagnati fosse stata anche solo minimamente diversa,
l’esperienza che avevano avuto non sarebbe accaduta: ogni cosa,
dunque, era stata strumentale alla loro realizzazione, l’intera
esistenza vi aveva contribuito… il nome di queste interconnessioni
cosmiche è ‘astrologia’.
Buddha non avrebbe mai detto: “Io mi sono illuminato”. Avrebbe
detto soltanto: “Il mondo ha sperimentato attraverso di me questo
evento dell’illuminazione; questa luce suprema è stata conosciuta
dal mondo, per mio tramite. Io sono solo una scusa, un pretesto. Io
sono solo un incrocio da cui passano tutte le strade del mondo”.
Avete mai pensato che un incrocio, per quanto importante possa
sembrare, in sé non è nulla? Se le quattro strade che si
incontrano lì venissero tolte, tutta l’importanza di
quell’incrocio scomparirebbe. Ognuno di noi è un incrocio in cui
si incontrano tutte le forze del mondo: in quel punto prende forma
un bambino, nasce una persona.
Il significato e l’essenza dell’astrologia è che nessuno di noi
è qualcosa di separato, noi siamo uniti all’universo. Non solo,
noi partecipiamo anche a ogni situazione, a ciascuno degli eventi
dell’universo. Ecco perché Buddha disse agli Dei che stava anche
salutando tutti i Buddha che erano comparsi prima di lui, e tutti
quelli che sarebbero venuti dopo di lui.
Qualcuno allora obiettò che era comprensibile il suo saluto ai
Buddha che lo avevano preceduto, perché consciamente o
inconsciamente poteva dover loro qualcosa: il loro sapere poteva
essergli stato d’aiuto; ma perché salutare i Buddha che ancora
non erano nati? Cosa poteva ottenere da loro? Cosa doveva loro?
Buddha replicò che aveva ricevuto aiuto anche da loro, e non solo
da quelli nati prima di lui, perché il punto in cui si trovava in
quel momento era l’incontro di passato e futuro: lì si erano
uniti e fusi insieme. I Buddha passati incontravano, in quel punto
preciso in cui lui si trovava, coloro che sarebbero giunti. L’alba
e il tramonto si incontravano proprio in quel punto; pertanto Buddha
salutava anche coloro che non erano ancora nati, che si trovavano
ancora nel futuro. Era in debito anche con loro, perché se essi non
si fossero proiettati nel futuro, Buddha non si sarebbe potuto
illuminare.
È un punto un po’ difficile da comprendere, ed è connesso con
l’astrologia essenziale. Se una qualsiasi cosa avvenuta nel mio
passato venisse a mancare, o andasse perduta, io non esisterei: io
sono un anello di una lunga catena… è comprensibile che, se mio
padre non fosse nato, io non sarei nato, in quanto mio padre è un
anello essenziale della catena che arriva fino a me. Lo stesso
dicasi per mio nonno. Più difficile è capire che, se non
esistessero altri anelli connessi a me nel futuro, anche in questo
caso io non sarei mai nato.
Cos’ho io a che vedere con un anello nel futuro? In realtà io
sono già nato… ma Buddha afferma che, se ciò che accadrà in
futuro non fosse già presente, anche in quel caso io non potrei
essere nato, perché io sono un anello che collega il passato al
futuro. Dunque, se avvenisse il minimo cambiamento, sia nel passato
che ne futuro, io non potrei essere ciò che sono ora.
Sia il passato che il futuro mi hanno formato: questo è astrologia.
Sia il Sole che è sorto, sia il Sole che sorgerà domani hanno
partecipato alla mia realizzazione: le estensioni del futuro servono
anch’esse a determinare i momenti presenti: solo grazie al
sostegno del futuro, questo attimo presente può esistere. Le nostre
mani sono appoggiate sulle spalle del futuro, i nostri piedi sulle
orme del passato. È ovvio che se il terreno su cui mi trovo
scivolasse via, io cadrei. Ma se anche le spalle del futuro
venissero a mancare e le mie mani protese verso di esse perdessero
la presa, io cadrei.
Solo quando una persona si ritrova collegata a questa unità
interiore di passato e futuro, solo allora sarà in grado di
comprendere l’astrologia. In quel caso l’astrologia diventa una
religione, solo allora si trasforma in spiritualità. Altrimenti, se
viene a interagire solo con ciò che non è essenziale, diventa
semplice divinazione, che qualsiasi indovino di strada usa, ma che
non ha alcun valore. Perfino la scienza più evoluta non è altro
che polvere, nelle mani di persone ignoranti: il suo valore è
stabilito dall’uso che si riesce a fare del sapere in essa
racchiuso.
Ecco perché sto cercando di spingervi ad avvicinarvi
all’astrologia dal numero di soglie più vasto possibile, in modo
che possiate capire come ogni cosa sia unita a tutte le altre, come
tutto sia interconnesso. Questo universo è come una famiglia, è un
organismo: quando io respiro, tutto il mio corpo ne è affetto; allo
stesso modo, quando il Sole respira, la Terra ne è affetta. La
Terra viene influenzata perfino da ciò che fa quel Sole remoto:
perfino le più piccole cellule viventi respirano in armonia con i
Soli più remoti che noi vediamo come stelle. Se riuscite a capirlo,
riuscirete a entrare nell’astrologia essenziale, e potrete
dimenticarvi ciò che non è essenziale, e pertanto è inutile.
All’astrologia sono state associate le cose più triviali. Le cose
più insignificanti hanno fatto nascere molte complicazioni e
diverse difficoltà, a causa delle nostre associazioni. Ad esempio,
abbiamo collegato all’astrologia il fatto che una persona sia nata
in una famiglia povera, oppure in una ricca. Se non capite che
queste cose non sono essenziali, l’astrologia resterà collegata a
esse e non diventerà mai uno strumento valido nelle vostre mani.
Vi narrerò un episodio molto interessante, in modo che possiate
comprendere.
Maometto aveva un discepolo di nome Alì che una volta gli chiese
cosa pensasse dell’uomo: era libero e indipendente, e quindi in
grado di fare ciò che voleva, oppure era legato a un destino,
qualunque cosa facesse.
È una domanda che gli uomini pongono da sempre. E Alì proseguì:
“Se un uomo non può fare ciò che vuole, è inutile e sciocco
insegnargli a non rubare, a non mentire, a non essere disonesto.
Oppure è solo un destino che un Maestro sia sempre presente a
insegnare queste cose, ben sapendo che è il destino di un ladro
rimanere un ladro, di un assassino rimanere un assassino, di un
disonesto rimanere disonesto? Sembra una situazione assurda: se ogni
cosa è predestinata, allora ogni educazione è inutile, e sono
inutili tutti i profeti e i santi e i Maestri!”
Domande simili sono state poste anche a Mahavira e a Buddha: se ogni
cosa è predestinata, perché Mahavira e Buddha dovevano prendersi
tanto fastidio di spiegare agli uomini cosa è giusto e cosa è
sbagliato?
Se una domanda simile fosse stata posta a Mahavira o a Buddha, ne
sarebbe seguita una risposta molto complessa e profonda. Ma Maometto
diede una risposta che Alì potesse capire: molte delle risposte di
Maometto erano semplici e dirette.
Di solito, le risposte date a persone di poca cultura sono franche e
dirette. Persone come Kabir, Nanak, Maometto o Gesù risposero
sempre così. Viceversa, le risposte di persone come Buddha,
Mahavira o Krishna erano molto complesse: erano uomini che
provenivano dalla classe migliore e più sofisticata di una civiltà
molto evoluta.
Le parole di Gesù erano dirette. E Kabir addirittura cantava:
“Kabir è fermo in mezzo alla piazza del mercato con un martello
in mano, pronto a colpire”, chiunque gli si avvicinava veniva, per
così dire, colpito, la sua testa era sfasciata e tutto il pattume
in essa accumulato veniva eliminato.
Maometto non diede una riposta metafisica. Chiese ad Alì di alzare
una gamba e stare in piedi solo sull’altra. Alì stupì: cosa
c’entrava questo con la domanda? Ma Maometto gli disse che come
prima cosa doveva alzare una gamba… il povero Alì lo fece e
rimase lì, ritto su una sola gamba.
A quel punto Maometto gli disse di alzare anche l’altra.
Perplesso, Alì disse che non era possibile. Allora Maometto
concluse: “Se lo avessi voluto, avresti potuto alzare prima
l’altra gamba, ora non puoi più. L’uomo è sempre libero di
alzare la prima gamba, e può scegliere quale delle due sollevare.
Ma non appena lo ha fatto, l’altra resterà inevitabilmente legata
al suolo”.
Per ciò che riguarda la parte non essenziale della vita, noi siamo
sempre liberi di alzare la prima gamba. Ma una volta che lo abbiamo
fatto, diventa un legame che impedisce di sollevare la parte
essenziale. Poiché facciamo passi non essenziali, ci invischiamo e
non siamo più in grado di operare nella sfera essenziale. Ecco
perché Maometto disse ad Alì che una volta esercitata la libertà
di alzare una gamba, proprio quell’atto impediva poi di alzare
l’altra. Pertanto, entro certi limiti, esiste la libertà, oltre
quei limiti c’è schiavitù.
È un conflitto molto antico per ciò che riguarda la mente
dell’uomo. Se l’uomo è schiavo del proprio destino, come sembra
dicano gli astrologi, se ogni cosa è predestinata e accade
inevitabilmente, allora nessuna religione ha una utilità.
Ma se l’uomo è libero di fare qualsiasi cosa, come dicono i
cosiddetti razionalisti, e se nulla è predestinato, la vita
diventerebbe solo casualità, sarebbe solo anarchia. In questo caso,
sarebbe possibile per un uomo rubare eppure conseguire la
realizzazione spirituale, potrebbe uccidere e realizzare al tempo
stesso il divino. Se si ritiene che nulla sia collegato alle altre
cose, e nessun passo sia collegato all’altro, non ci sarebbero
leggi e nulla ci legherebbe ad alcunché.
Ricordo un episodio della vita di Mulla Nasruddin.
Il Mulla stava passando nei pressi di una moschea, quando
all’improvviso qualcuno cadde dal minareto, sul quale era salito
per pregare. L’uomo cadde proprio sulle spalle del Mulla e gli
ruppe la schiena.
Nasruddin venne portato all’ospedale. Alcuni suoi discepoli lo
andarono a trovare, e poiché il Mulla era solito interpretare tutto
ciò che accadeva, gli chiesero come interpretava quel fatto, che
significato avesse.
Il Mulla replicò: “È chiaro che non esiste alcuna relazione tra
l’azione e i suoi frutti. Una persona cade, e la spina dorsale di
un’altra si rompe. Pertanto, d’ora in poi non fatevi più
prendere da discussioni sulla dottrina del karma. È stato provato
che una persona può cadere, ma è la spina dorsale di un’altra
che si rompe! Io non ero affatto salito sul minareto a pregare, me
ne stavo tornando a casa, non mi curavo affatto di quelle preghiere,
eppure sono rimasto coinvolto. Quindi, d’ora in poi non parlatemi
più della dottrina del karma: può succedere di tutto, non esiste
alcuna legge, la vita è pura anarchia”.
Ma queste parole di sconforto erano dettate da quel caso fortuito
che lo aveva visto suo malgrado coinvolto.
Le ipotesi sono due. Da un lato c’è l’astrologo divinatore,
seduto all’angolo della strada, che viene interrogato su cose non
essenziali. Non importa che sia l’astrologo di un poveretto o del
primo ministro indiano: tutti gli astrologi comuni vengono
interrogati su cose non essenziali. I politici gli chiedono se
vinceranno le elezioni… ma come possono essere legate alla Luna e
alle stelle delle votazioni? E l’astrologo che risponde: “È
scritto, è predeterminato, non si può cambiare il destino”,
mente.
Dall’altra parte c’è il razionalista che afferma che non
esistono connessioni: tutto è casuale, frutto di casi fortuiti. Non
ci sono leggi, la vita è anarchia. Anche lui sta dichiarando il
falso.
Esiste una legge: non troverai mai un razionalista colmo di gioia e
di beatitudine come lo è un Buddha.
Il razionalista nega Dio, l’anima e la religione con l’aiuto
della logica, ma non riesce mai a conseguire la felicità di un
Mahavira. È fuor di dubbio che Mahavira ha fatto qualcosa per
guadagnarsi tale beatitudine, Buddha deve aver fatto qualcosa che lo
ha liberato, anche Krishna deve aver fatto qualcosa che gli ha reso
possibile infondere una magica unicità alle note del suo flauto.
La verità si trova in questo terzo caso, che è la quintessenza di
ogni cosa, che appartiene all’essenza più intima
dell’esistenza, e che è del tutto predestinata: più una persona
si avvicina al centro del proprio essere, più si avvicina a ciò
che è essenziale, e questa è una cosa predestinata.
Viceversa, più ci avviciniamo alla periferia, più ci spostiamo
verso la casualità. Più parliamo degli eventi esterni, più ci
troviamo di fronte a coincidenze.
Quando parliamo dei fenomeni interiori, tutto sembra scientifico,
fondato su leggi ben precise, e le cose appaiono sempre più
organizzate.
Tra queste due dimensioni – la sfera essenziale e quella
periferica – esiste un ampio spazio di mutamenti, dettati dalla
scelta. In questo terreno intermedio, una persona saggia fa la
scelta giusta, mentre una persona inconsapevole, immersa nelle
tenebre dell’ignoranza, va alla deriva verso il suo destino.
Nell’oscurità, le circostanze l’afferrano.
Dunque, esistono tre regioni esistenziali. Nella prima, l’essenza
più intima, ogni cosa è predestinata. Se lo si sa, si conosce
l’essenza dell’astrologia. Nella terza, quella periferica, ogni
cosa è incerta: saperlo, significa conosce l’imprevedibilità del
mondo quotidiano. Esiste poi una terza regione, esattamente nel
mezzo: conoscendola, una persona si può risparmiare di tentare
l’impossibile, per fare ciò che è possibile.
Se una persona vive nell’area periferica o in quella intermedia in
modo da iniziare a incamminarsi verso il centro, diventerà
religiosa. Ma se vive in modo da non potersi mai avvicinare al
centro, la sua vita rimarrà irreligiosa.
Ad esempio, una persona si prepara a rubare. Il furto non è
predestinato: non c’è mezzo alcuno per sostenere che il furto è
inevitabile; esiste la libertà più completa di rubare oppure no.
Ma una volta che si è commesso un furto, è come se un piede fosse
stato sollevato e l’altro fosse rimasto piantato a terra: dopo
aver fatto questa prima azione, non la si può disfare. L’effetto
globale di quel furto si diffonderà in tutta la personalità di
colui che ha rubato.
Ma fino a quando non si è rubato, è presente l’altra
alternativa. La mente della persona ondeggia tra il sì e il no: se
dice di sì, verrà ributtata verso la periferia. Se dice di no, si
incamminerà verso il centro. Dunque, nel mezzo esiste una scelta.
Se quella persona opera la scelta sbagliata, verrà ributtata verso
la periferia; se fa quella giusta, verrà ributtata verso il centro,
verso quella parte dell’astrologia che, nella vita, è essenziale.
Vi ho accennato alcune cose. Vi ho detto che noi siamo estensioni,
prolungamenti del Sole, e questo perché la Terra è nata dal Sole e
noi siamo nati dalla Terra. Non siamo entità separate, siamo tutti
uniti al Tutto: noi siamo rami e foglie spuntate dal Sole. Qualsiasi
cosa accada nelle radici del Sole vibrerà e si diffonderà
tutt’intorno, e all’interno di ciascun essere; si irradierà
attraverso ogni cellula e ogni filamento nervoso. Se lo si riesce a
comprendere nella giusta prospettiva, allora scopriremo che in
questo mondo noi siamo un’unica famiglia, per cui non è
necessario vivere ingabbiati nel proprio ego, nel proprio orgoglio.
L’astrologia infligge una mazzata mortale all’ego: se ha
ragione, l’ego è un errore indiscutibile. Proviamo a capirlo in
questo modo: se l’astrologia sbaglia, solo l’ego può aver
ragione. Se l’astrologia ha ragione, allora il mondo ha ragione e
io solo posso sbagliare: io sono solo una parte infinitesimale e
insignificante del mondo; sono così minuscolo da essere del tutto
trascurabile. Se l’astrologia ha ragione, io non esisto: esiste un
immenso flusso di forze nelle quali io sono solo una piccolissima
onda.
A volte, quando cavalchiamo un cavallone marino, abbiamo
l’impressione di essere anche noi qualcosa di speciale e ci
dimentichiamo l’onda. Anch’essa sta cavalcando l’oceano, ma
perfino quell’immensa distesa d’acqua viene dimenticata: se
quell’acqua rifluisse, l’onda scomparirebbe, e anche noi
svaniremmo.
Inutilmente ci rattristiamo per quello scomparire, perché ci
eravamo artificialmente rallegrati credendo nella nostra esistenza
in quanto entità separate. Avremmo dovuto renderci conto che esiste
solo un’onda maestosa in un vasto oceano, in cui non esistiamo in
quanto entità separate: è il desidero dell’acqua che ci fa
salire, ed è il suo desiderio che ci fa ricadere.
Se in noi sorge un’attitudine esistenziale che ci porta a
comprendere che siamo solo un frammento dell’immenso desiderio
dell’infinito, non saremo mai più infelici.
Con questa attitudine, anche la cosiddetta felicità che noi
vogliamo godere, non sarà presente. La sensazione di felicità in
pensieri come: “ho vinto”, “ho guadagnato”, non sarà più
presente. Ma non sarà neppure presente una sensazione di infelicità,
in pensieri del tipo: “sto morendo”, “sono finito”, “sto
affogando”, “sono stato distrutto”, “sono stato
sconfitto”, “ho perso”!
Quando non esistono più né la felicità, né l’infelicità,
entriamo in un mondo di realtà – l’essenziale – in cui ogni
cosa è beatitudine. In questo caso, l’astrologia diventa la
soglia della beatitudine. E se noi guardiamo l’astrologia come uno
strumento per fondere il nostro orgoglio, per disintegrare l’ego,
allora essa diventa religione.
Ma noi andiamo da un comune indovino e, per proteggere il nostro
ego, gli chiediamo: “Sto per mettermi in un affare fallimentare?
Vincerò alla lotteria? Avrò successo nell’investimento che sto
per trattare?” Tutte queste domande sono poste per salvare il
nostro ego, ma in realtà la vera astrologia è in assoluta
opposizione, rispetto a qualsiasi prospettiva egoica.
Il senso dell’astrologia è unicamente questo: tu non esisti, solo
l’universo esiste; tu non esisti, solo il cosmo esiste. Forze
potentissime stanno operando nell’universo, e tu sei del tutto
insignificante.
Potrete vedere l’astrologia in questa luce solo se riuscite a
pensare e a sentire di essere una particella minuscola in questo
vasto mondo. Ed è per questo che vi ho illustrato in che modo
l’intera famiglia del sistema solare è interconnessa e unita al
Sole. Se riuscirete a cogliere il senso di queste mie parole, vi
renderete anche conto che il nostro Sole è a sua volta unito a
molti altri Soli più grandi, presenti nell’universo.
Gli scienziati affermano che esistono quaranta milioni di Soli,
tutti nati da un Sole primordiale gigantesco. Non sappiamo dove
questo Sole possa trovarsi… non sappiamo come questa Terra possa
ruotare intorno al proprio asse, e al tempo stesso intorno al Sole,
né sappiamo dove sia il centro di questo universo, intorno al quale
il nostro Sole e la sua famiglia di pianeti ruota… in questo
infinito universo sta avvenendo un allegro girotondo!
Nei templi hindu si compie il rituale detto ‘pradakshina’, che
consiste nel girare intorno all’immagine della divinità:
simboleggia il fatto che ogni cosa ruota intorno a se stessa e al
tempo stesso intorno a qualcos’altro. Quindi queste due cose
ruotano intorno a una terza, e le tre cose prese insieme intorno a
una quarta, e così via all’infinito.
Il centro supremo dell’infinito viene definito da coloro che sanno
come ‘il centro supremo di Brahma’: questo centro assoluto non
ruota, né gira intorno a qualcos’altro. Qualsiasi cosa ruoti,
inevitabilmente girerà intorno a qualcos’altro. Ma ciò che non
ruota né gira è l’Assoluto, ed è anche conosciuto come il
silenzio supremo, o il vuoto assoluto. Questo è l’asse: il perno
intorno al quale tutto l’universo si espande e si contrae.
Gli hindu credono che, così come una gemma diventa un fiore, e il
fiore poi appassisce e muore, anche il mondo prima si espande e poi
si disintegra. Così come esistono il giorno e la notte, anche per
il mondo esistono un giorno e una notte. Vi ho accennato ai cicli
solari di undici e di novant’anni… ebbene, gli hindu credono che
esistano anche cicli di milioni di anni: durante questi cicli, un
universo nasce, cresce e invecchia; nascono terre, lune e stelle che
si diffondono in tutto l’universo, crescono popolazioni, e si
sviluppano milioni di esseri viventi.
Non è un fenomeno che accade solo sulla Terra. Oggi gli scienziati
affermano che, come minimo, devono esistere cinquantamila pianeti
sui quali esiste la vita. Forse ne esistono di più, ma questo è il
minimo: in un universo così infinito, non è possibile che solo
sulla Terra esista la vita… si tratta di un’espansione infinita.
A un certo punto, questa espansione torna a contrarsi. Questa Terra
non esisteva all’inizio e non esisterà alla fine: così come io
sono nato e un giorno non esisterò più, anche questa Terra e
questo Sole non ci saranno più, e verrà un giorno in cui non
esisteranno più le lune, le stelle e i pianeti: il cerchio del loro
essere e del loro non essere proseguirà… noi siamo solo esseri
infinitesimali, che girano e ruotano in un punto minuscolo di questa
ruota cosmica.
Se ancora pensiamo di essere entità separate, assomigliamo a Mulla
Nasruddin, quando prese l’aeroplano per la prima volta.
Non appena decollò, il Mulla iniziò a camminare all’interno
dell’aereo, perché aveva fretta e voleva arrivare a destinazione
il più presto possibile! Ovviamente, se vuoi arrivare prima, devi
muoverti di corsa…!
Gli altri viaggiatori lo fermarono e gli chiesero cosa stesse
facendo, ma il Mulla disse loro che non aveva tempo per
chiacchierare: aveva fretta!
Era il suo primo viaggio e applicava all’aeroplano la stessa
logica che funziona al suolo dove, quando si corre si arriva sempre
prima! Non capiva che correre su un aereo è inutile: l’aereo
stesso stava già volando; se camminava si stancava e basta, di
certo non sarebbe mai arrivato prima.
Quasi certamente, sarebbe arrivato così stremato da non riuscire a
stare in piedi. Qualcuno tento di spiegarglielo, e lo invitò a
sedersi, a chiudere gli occhi e a rilassarsi. Ma il Mulla non diede
retta a quel consiglio, così come nessuno studioso darà mai retta
a consigli simili.
Io definisco religiosa la persona che consegue il riposo
all’interno di questa cosmica rotazione. È religioso colui che sa
che sono all’opera forze universali, e che dunque non c’è
fretta alcuna: la sua fretta non sarebbe di alcuna utilità.
Se riuscissimo a essere semplicemente uniti all’armonia
universale, non occorrerebbe altro: saremmo beati.
Se riuscirete a comprendere le cose che vi ho detto in merito
all’astrologia, essa diventerà una soglia per la realizzazione
spirituale.
Osho,
I misteri occulti dell'Oriente, ECIG #6
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