Osho
è un mistico contemporaneo la cui vita e il cui insegnamento hanno
influenzato milioni di persone di ogni età e in ogni percorso di
vita.
Parlando del proprio lavoro Osho ha detto che aiuta a creare le condizioni
per la nascita di un nuovo genere di essere umano.
Spesso ha descritto questo nuovo essere umano come “Zorba il Buddha”,
capace di godere sia i piaceri terreni come uno “Zorba il greco” sia
la silenziosa serenità di un Gautama il Buddha.
Tutti gli aspetti del lavoro di Osho sono permeati dalla sua visione che
abbraccia sia la saggezza senza tempo dell’Oriente che le più alte
espressioni della scienza e della tecnologia occidentali.Egli è noto
anche per il suo rivoluzionario contributo alla scienza della
trasformazione interiore, con un approccio alla meditazione che riconosce
il ritmo accelerato della vita contemporanea.
Le sue originali “meditazioni attive” sono concepite per lasciar
andare, prima di tutto, lo stress accumulato nel corpo e nella mente in
modo da facilitare l’esperienza dello stato di meditazione, senza
pensieri nè tensioni.
Osho ha lasciato il corpo il 19 gennaio 1990. Qualche settimana prima di
morire gli fu chiesto che cosa sarebbe accaduto al suo lavoro quando se ne
fosse andato. Egli rispose:
“La mia fiducia nell’esistenza è assoluta.
Se esiste una qualsiasi verità in ciò che dico, mi sopravviverà. Le
persone che restano interessate al mio lavoro si limiteranno a
trasportarne la torcia accesa, senza però imporre nulla a nessuno. Io
rimarrò una fonte di ispirazione per la mia gente.
Ed è ciò che la maggioranza dei sannyasin sentirà. Io voglio che essi
crescano in quanto individui e che sviluppino qualità come l’amore,
intorno a cui non si può erigere alcuna chiesa; come la consapevolezza,
una cosa che nessuno può manipolare; come la celebrazione, la gioia e la
fresca meraviglia che caratterizza gli occhi di un bambino.
Io voglio che la mia gente conosca se stessa, non che viva in funzione di
qualcun altro. E la strada è dentro di sé.” |