In
questo discorso Bhagavan Baba ci illustra il segreto della vita che
risiede nella legge delle cause e delle conseguenze o legge del «karma»,
legge sulla quale si fonda tutto l'Universo e che permette la
creazione, il mantenimento e la distruzione di tutti gli esseri e
cose create. La vita dell'uomo è imperniata sull'azione, e quindi
è attraverso di essa che egli si può liberare dalla catena che lo
lega all'incessante ruota delle vite e delle morti.
La
forza vitale, il Karma
Il
peccato non esiste e non c'è nessun frutto delle vostre buone
azioni che potete dichiarare «vostro».
Le
vostre azioni sono le sole responsabili delle conseguenze che
maturano nel tempo.
Se
piantate un seme particolare, l'albero sarà della natura del seme
piantato.
La
nascita di un individuo è il prodotto del frutto delle sue azioni.
Questo
mondo è una manifestazione di Brahma ed è governato dalla legge
dell'azione o karma.
Brahma
è la base ed il supporto per essa è il corpo.
Karma
virtualmente vuol dire: la forza vitale. Questa forza ha preso
questa forma karmica che è il nostro corpo.
Qualunque
cosa uno faccia, si dice che svolge karma e per ricevere i frutti di
questo karma, si prende un corpo. Pertanto la vita è legata alle
azioni fatte dal corpo. Ciò che chiamate «vita» è il prodotto
del bene ed il male fatto svolgendo le azioni.
Spesso
incontriamo il bene ed il male, la verità ed il falso, i peccati ed
i meriti.
Quando
svolgiamo dei «riti» o facciamo la carità, o intraprendiamo delle
austerità (come il digiuno ed altre) pensiamo di svolgere nobili
azioni per scopi nobili.
In
questo modo coinvolgiamo il nostro corpo, la nostra mente, il nostro
intelletto ed il nostro ego e diciamo: «Io faccio queste cose
sacre!»
Ma
quando invece facciamo azioni cattive o feriamo il prossimo o
compiamo atti di ingiustizia, dimentichiamo che siamo noi a farli, e
non diciamo più: «Io ho fatto queste cose! ».
Tuttavia,
che le azioni siano buone o che siano cattive, la vita è qualcosa
che appare inevitabile.
Possiamo
avere una catena d'oro o una catena di ferro, ma entrambe legano.
Così,
allo stesso modo, che le azioni siano buone o cattive, esse hanno il
potere di farvi ritornare qui, su questa terra e non vi sbarazzerete
della vostra schiavitù.
Queste
azioni appartengono al vostro corpo, alla vostra mente ed al vostro
intelletto. Esse sono «esterne» e non «interne». Quando
sterminerete questo senso dell'ego, del desiderio e
dell'attaccamento, sarete in grado di volgervi al vostro interno.
Sia la liberazione, che la vicinanza a Brahma, o divenire Uno con
Lui, non devono essere ricercati nello svolgimento dell'azione.
Colui
che evita il senso del «mio», cercherà veramente di diventare Uno
con Brahma.
Il
giorno in cui avrete messo termine a questo senso di dualismo sarà
il giorno in cui vi troverete faccia a faccia con questa «entità»
non dualistica.
Pertanto
se desiderate fare azioni altruistiche dovete incominciare ad avere
in testa uno scopo chiaro.
Poi,
prima di poterle svolgere, dovrete passare dal cattivo al buono e
dal buono all'idea del servizio disinteressato. Allora sarete sicuri
di ottenere questa conoscenza suprema e la liberazione e ciò
attraverso la purezza delle vostre azioni. Queste azioni sono state
stabilite per purificare voi stessi, quindi, per prima cosa é
imperativo entrare nel campo del karma o dell'azione.
Gradualmente
dovete cercare di fare azioni buone e nobili e non desiderarne i
frutti.
Il
corpo, la mente e l'atma sono le tre componenti principali che
costituiscono l'uomo. Esse sono interdipendenti e inseparabili. Il
corpo deve seguire la mente e la mente deve seguire l'atma.
Questo
é il modo di portare a compimento l'esistenza.
Seguire
ciecamente il corpo é vivere come animali.
Seguendo
la mente, diventerete uomini, e se seguirete l'atma, diventerete
Dio.
La
Ghita ha perciò stabilito il triplice cammino del karma, upasana e
jnana.
Il
corpo, per svolgere il karma o l'azione con l'aiuto della mente.
Pensare
al Signore per nutrire buoni pensieri, cioè l'Upasana, nella quale
l'uomo deve condurre la propria esistenza.
Come
il fiume diverrà un giorno «uno» con l'oceano, così attraverso
questa upasana, la mente s'immergerà nell'atmajnana (la conoscenza
suprema).
Per
la mente, questi pensieri e desideri rappresentano il conducente,
quindi è necessario che siano buoni e nobili. La mente è la
responsabile del bene e del male che fate perché i pensieri ed i
desideri sono responsabili delle vostre azioni.
Ecco
perché si dice che essa ci può dare la liberazione come la
schiavitù.
L'uomo
non ha queste idee e questi pensieri sacri, non pensa alla sua
destinazione. La sua vita si scioglie come un pezzo di ghiaccio,
mentre il tempo scorre veloce come il vento. Prima di conoscere il
proprio dovere egli abbandona il suo corpo. Leggere una quantità di
libri e di testi sacri, svolgere una quantità di «sadhana»,
visitare una quantità di luoghi sacri sarà inutile sino a quando
l'uomo non eliminerà il male nella sua mente. Solo cosi potrà
raggiungere lo scopo della propria esistenza.
L'essenza
di tutte le azioni, la chiave, la pietra angolare di tutto il karma,
la destinazione di tutte le strade, è la purezza del proprio cuore
ed è questo che noi dobbiamo anzitutto capire.
Il
dire di compiere una azione senza badare ai frutti, avrà certamente
un significato!
I
doveri verso il corpo e i doveri verso l'atma
La
Bhagavad Ghita fa una distinzione fra swa-dharma e para-dharma. Lo
swa-dharma trascende le limitazioni dello spazio, del tempo, della
casta, della religione e del credo.
Swa
vuol dire atma così questo dharma è relativo all'atma.
Il
Paradharma è qualcosa in relazione con il corpo. Tutti i dharma che
hanno rapporto con il corpo come tale sono para-dharma.
Potete
essere certi che un giorno o l'altro questi dharma vi legheranno e
vi faranno cadere. Queste azioni compiute come Paradharma vi
porteranno qualche gioia e qualche conforto, ma nel corso del tempo,
vi riempiranno di timore. Quando voi svolgete riti e cerimonie, fate
la carità, fate attività benefiche, dovete farle senza uno «yota»
di ego, altrimenti queste vi legheranno sempre di più al ciclo
delle vite e delle morti.
Questi
karma svolti con il senso di attaccamento ai frutti vi daranno nuove
nascite ancora ed ancora, così come quelli svolti con il senso
dell'ego.
Anche
il Paradiso che raggiungiamo, a causa di attività benefiche, non è
permanente. Una volta esauriti i meriti dovremo tornare sulla terra.
Dovremmo
invece raggiungere la destinazione dalla quale non c'è ritorno e
quindi capire la nostra vera natura, la nostra vera forma, la nostra
verità.
Una
volta che avrete realizzato voi stessi, non vi sarà più bisogno di
cercare niente altro. Questo supremo sapere si ottiene attraverso il
Nishkama karma, cioè attraverso azioni prive di ego.
Queste
sono le azioni che vi possono legare a Dio.
Le
cose che fate con la pretesa di raggiungere Dio non hanno senso.
Qualunque
cosa desideriamo fare, dovremo chiederci qual è lo scopo che ci
prefiggiamo.
Abbiamo
ascoltato la Bhagavad Ghita, siamo venuti a Prashanti Nilayam, tutti
i nostri pensieri sono concentrati in Dio. Qual è il risultato di
ciò?
Il
risultato non sarà certo in accordo con il vostro sforzo. Perché?
Noi
lo facciamo per ottenere la padronanza su qualcosa e per vincere la
acclamazione del prossimo, non certo per capire a fondo gli
insegnamenti della Ghita e derivarne gioia.
Ognuno
dà la propria interpretazione. Ma la sola interpretazione non è in
grado di dare gioia, la vera gioia è mettere in pratica ed
esperimentare ciò che si è capito. Solamente parlare di una
medicina non curerà il malato, solamente mostrando la ricchezza ad
un povero, non lo salverà dalla sua povertà, se un uomo ha fame,
la sola descrizione di piatti saporosi e deliziosi non calmerà la
sua fame.
È
un futile esercizio leggere la Bhagavad Ghita decine di volte senza
cercare di capirne il significato profondo e una volta capito,
sperimentarlo.
Fino
a quando le cose non entrano nella mente e la purificano di tutte le
tendenze maligne, non vi sarà beneficio possibile. C'è un
proverbio che dice: «Piuttosto che parlare di cento buone azioni è
meglio farne una, e mostrare come deve essere fatta!».
Così,
invece di divenire padroni di 700 slokas (versetti), cercate di
capirne uno solo.
Questo
corpo è legato all'idea del tempo e la vita consiste nello svolgere
il proprio dovere, in accordo con i dettami della Ghita.
Vedere
l'unità nella diversità
Le
vostre azioni, qualunque esse siano, fare rituali o pellegrinaggi o
imparare le sacre scritture sono fatte per purificare il cuore e per
raggiungere lo stadio in cui potrete svolgerle senza il desiderio
dei loro frutti.
Il
cuore di un uomo che riesce a purificare la sua mente dalle tendenze
maligne, diventa veramente il tempio di Dio.
È
stato detto che il controllo dei sensi per far volgere la mente
verso l'interno non è possibile perché la mente stessa è come una
scimmia pazza che lo impedisce.
Pertanto
la verità di come Dio può essere raggiunto ha bisogno di essere
approfondita e capita.
Tutte
le azioni benefiche produrranno dei frutti che dovremo mangiare un
giorno.
Manavasa
vuol dire «colui che crede in se stesso».
Chi
crede nella propria forma? Qual è questa forma? Non certamente il
corpo, fatto dei cinque elementi e perituro, che è solo uno
strumento! Qualunque azione fatta con questo corpo non potrà certo
portarvi faccia a faccia con Dio.
La
trasformazione della mente invece è indispensabile.
Da
tempi immemori, per intere ere (Yuga) l'uomo ha compiuto azioni che
lo hanno portato ad essere coinvolto in questo ciclo vita-morte.
Pochi sono stati capaci di capire la vera esistenza che è
permanente ed eterna.
Gente
altamente istruita, scolastici ed intellettuali ad alto livello,
hanno compiuto nobili atti e perseguito nobili scopi, ma non sono
stati capaci di capire la loro destinazione. Essi non hanno fatto
nessuno sforzo per capire il segreto della vita.
Ecco
ciò che deve essere fatto per prima cosa.
È
risaputo che si debba tornare da dove si è partiti, ma da dove
siamo partiti? Qual è il primo luogo? Qual è la nostra
destinazione?
Noi
consideriamo il nostro corpo una cosa permanente ma esso è come una
casa affittata. Noi stiamo facendo un viaggio e su questo non c'è
dubbio, ma dove stiamo andando?
Coloro
che lo sanno conoscono l'atma.
Il
mondo che vedete intorno a voi non è che illusione.
Ma,
dovete sapere, che in questa illusione c'è anche la verità.
Fino
a quando avete questo senso di dualità, questo mondo si profilerà
all'orizzonte ma quando riuscirete a vedere l'Unità in questa
diversità, allora potrete capire la Divinità.
Ora
vedete questa diversità nell'Unità ed è per questo che siete
schiavi. Dovremmo invece cercare di andare al di là e vedere il
mondo dal punto di vista di Dio.
Sia
il buono che il cattivo, andrebbero presi come doni di Dio.
Il
giorno in cui avremo questa equanimità, sarà il giorno della
nostra realizzazione. Qualunque cosa facciamo dovremmo compierLa per
amore di Dio, per piacere a Lui e dire:
«Questa
azione è il mio dovere, questo è il mio dharma».
Questo
dovrebbe essere il vostro sentimento, e non
«lo
faccio questo perché cosi mi viene in ritorno quest'altro.»
Questo
sentimento egoico non dovrebbe esistere in voi. Le azioni che fate
con il corpo devono essere fatte per piacere a Dio e solo così il
sadhana (disciplina spirituale), dhana (la carità) Yajnas (riti) e
Yagas (austerità) avranno significato. Se sentite che cercate
qualcosa con l'azione, dovete anche sapere che, in futuro, il suo
frutto sarà la vostra nascita. Quindi non sarete liberi dal ciclo.
Con il karma vi legate e con il Dharma santificate la vostra vita.
Eliminate
il senso dell'ego
Le
azioni motivate dal senso dell'ego e dell'attaccamento vi faranno
rinascere, quelle motivate dal senso di Dio e per amore Suo, vi
porteranno a lui.
Nell'uomo,
e principalmente nel Sadhaka (aspirante alla spiritualità) questo
senso dell'ego non dovrebbe essere presente.
L'ego
vi porterà al disastro, non solo, ma vi porterà lontano dal
principio dell'Atma e quindi sarà causa di innumerevoli nascite.
Cercate
di essere umili ed obbedienti e considerate questi atteggiamenti
come quelli di Dio.
Cercate
di dominare tutti gli attaccamenti ed il desiderio.
L'uomo
ha un numero sorprendente di desideri, e a causa loro, è schiavo ed
il suo intelletto è intorpidito.
La
via sicura è dominare i propri attaccamenti e desideri e sterminare
l'ego. Ciò
che invece voi fate è
nutrire questi attaccamenti.
Queste
sono le malattie principali dell'uomo.
Per
chi ne è afflitto non vi è medicina valida.
A
causa dell'attaccamento altre brutte cose entrano in noi, come la
gelosia e l'invidia, e tutti gli altri nemici interiori dell'uomo.
Cercate invece di ascoltare cose buone, di leggere cose buone e di
esperimentare ciò che avete letto ed udito. Se volete che uno vi
rispetti, cercate voi anzitutto di rispettarlo. Cercate di fare
azioni nobili ed attività sante per purificare il vostro cuore.
In
questo modo, potrete ricevere la conoscenza ed attraverso di essa
potrete arrivare alla liberazione. Le azioni sono quindi molto
importanti. Se esse sono sacre e nobili e fatte senza senso dell'ego
e per fare piacere a Dio, per amor Suo, senza aspettarsi niente in
cambio, santificherete la vostra vita e non poserete nessuna pietra
di fondazione per nuove nascite.
Questi
riti che si svolgono a Prashanti Nilayam vengono svolti senza badare
ai frutti che produrranno, ma per il benessere di tutti in generale
e per la loro prosperità e la loro pace.
Ma
di quale pace e prosperità parlate?
La
vera pace e prosperità sono date dalla presenza di Dio.
Sviluppate
questo senso di altruismo ed abbandonate la mente centrata su voi
stessi, in questo modo potrete arrivare a Dio.
Io
spero e vi benedico affinché possiate procedere su questa strada.
Festa
del «Dasara» - Prashanti Nilayam
Poorna
Chandra 28-9-1984
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