Una
vecchia definizione di filosofo è quella che un filosofo è un
cieco che in una notte scura cerca in una casa buia un gatto nero
che non c'è. Ma questo non è tutto: il fatto è che riesce a
trovarlo! E poi scrive grandi trattati, crea sistemi, per provare
con la logica l'esistenza del gatto nero.
Guardati dalla mente: è cieca. Non sa nulla, non ha mai saputo
nulla, ma è bravissima a fingere. Pretende di sapere tutto.
Socrate ha diviso l'umanità in due classi. La prima è quella degli
ignoranti istruiti: quelli che pensano di sapere, ma
fondamentalmente sono ignoranti. Questo è il lavoro della mente. E
la seconda categoria è di quelli che chiama gli ignoranti che
sanno: sono le persone che pensano di non sapere. Nella loro umiltà
e innocenza, arriva la saggezza.
Quindi ci sono quelli che fingono di sapere - questa è la funzione
della mente - e ci sono gli umili che dicono: "Non
sappiamo". In questa innocenza risiede il sapere, e questo è
il lavoro della meditazione e della consapevolezza.
Tratto
da: From Medication to Meditation
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