Nulla
dev’essere gettato fuori di te; tutto va trasformato e assorbito.
La mente non è brutta; è il modo in cui la usi che è orrendo.
Cambia l’uso che ne fai. La mente non è brutta – sei tu che sei
inconsapevole. Il cocchio è bellissimo, è un cocchio dorato, ma
l’auriga è ubriaco e immerso in un sonno profondo; e insulta il
cocchio, lo condanna. Se finisce in un fosso, batte i cavalli,
condanna il cocchio, condanna chi l’ha costruito. È colpa sua –
è lui che era ubriaco, che era addormentato profondamente. È
naturale che il carro sia caduto in un fosso, la responsabilità è
tua.
Il punto non è distruggere la mente o buttare fuori la mente. La
mente è un meccanismo splendido, il più bello che esista, ma tu
sei diventato il suo servitore. Tu sei il padrone, ma il padrone si
sta comportando da servitore; la mente è il servo e tu ne hai fatto
il padrone.
Ho sentito raccontare un’antica storia:
Un re era molto contento di uno dei suoi servi. Quest’uomo era
devoto al re, assolutamente devoto; era sempre pronto a sacrificare
la sua vita per il re. Il re era immensamente felice – tante volte
il servo gli aveva salvato la vita, rischiando la propria. Era la
guardia del corpo del re.
Un giorno il re si sentiva così contento di quest’uomo che gli
disse: “Se desideri qualcosa, se hai qualche desiderio, dimmelo e
io lo realizzerò. Hai fatto tanto per me che non potrò mai esserti
grato abbastanza. Non potrò mai ripagarti, tuttavia oggi vorrei
soddisfare un tuo desiderio, qualunque esso sia”.
Il servo replicò: “Mi hai già dato troppo. Per me è una
benedizione essere sempre con te. Non ho bisogno di nulla”.
Ma il re insistette e più il servo affermava: “Non occorre”, più
il re insisteva. Alla fine il servo disse: “Va bene, allora fammi
diventare il re per ventiquattr’ore e tu sarai la guardia”.
Il re era un po’ timoroso, agitato, ma era un uomo di parola e
doveva soddisfare il desiderio. Per ventiquattr’ore divenne la
guardia del corpo e la guardia divenne il re. E sai cosa fece la
guardia? La prima cosa che fece, fu di ordinare che il re fosse
messo a morte, lo condannò a morte
Il re disse: “Ma che fai?”
E l’altro rispose: “Fai silenzio! Sei solo la guardia, niente di
più. Questo è ciò che desidero, e ora io sono il re!”
Il re venne ucciso, e il servo divenne per sempre il re.
I servitori hanno i loro modi tortuosi di diventare padroni.
La mente è uno dei meccanismi più belli, più complessi, più
evoluti. Ti ha servito bene, ti serve ancora bene. Ma grazie ai suoi
servizi hai ripetuto nella tua vita la stessa storia, tutti hanno
ripetuto la stessa storia: hai fatto diventare la mente il padrone e
ora il padrone ti tratta come un servo. Questo è il problema, non
che la mente dev’essere buttata fuori.
Questo è il significato della meditazione: è l’arte di uscire
dalla mente, di rimanere al di sopra della mente, di trascendere la
mente, di sapere che: “Non sono la mente”. Questo non vuol dire
che devi buttare fuori la mente. Sapere che: “Non sono la mente”
ti fa ridiventare il padrone. Puoi usare la mente. In questo momento
la mente non è nelle tue mani. Non sei un bravo auriga.
Osho:
The Dhammapada: The Way of the Buddha, Vol. 6, #10
La mente non deve affatto essere rifiutata; se la rifiuti, persiste.
Rifiutarla significa reprimerla. Tutto ciò che viene rifiutato non
può lasciarti mai; si sposta semplicemente dal conscio
all’inconscio, dalla parte luminosa del tuo essere agli strati più
oscuri dove non sei in grado di affrontarla. Te ne dimentichi, ma è
là presente, più viva che mai. È meglio affrontare il nemico che
averlo alle spalle; questo è molto più pericoloso.
Non ti ho detto di rifiutare la mente. La mente è un meccanismo
bellissimo, uno dei miracoli dell’esistenza. Non siamo mai
riusciti a creare qualcosa che si possa nemmeno lontanamente
paragonare alla mente umana. Persino i computer più sofisticati non
sono nulla se li paragoni con la mente. Un’unica mente umana può
contenere tutte le biblioteche del mondo – le sue capacità sono
quasi infinite. Ma è una macchina, non sei tu. Essere identificati
con essa è sbagliato, essere guidati da essa è sbagliato. Ma
essere il padrone e la guida è assolutamente corretto. La mente è
un servitore di immenso valore, quindi non rifiutarla. Rifiutarla
vuol dire impoverirti – non è una cosa che ti può arricchire.
Non sono contro la mente; sono a favore della trascendenza. E se
rifiuti non puoi trascendere. Usala come trampolino. Dipende tutto
da te: puoi farla diventare un ostacolo, se inizi a pensare che devi
rifiutarla, negarla, distruggerla; o puoi farla diventare un
trampolino di lancio se l’accetti, se cerchi di comprenderla.
Nello sforzo stesso di comprensione, accade la trascendenza. Vai
oltre, diventi un testimone.
Osho:
The Dhammapada: The Way of the Buddha, Vol. 9, #6