Introduzione

 

Le antiche e abbondantemente citate parole di Paracelso (1493-1541): "tutti i prati e i pascoli, tutte le montagne e le colline sono farmacie" hanno mantenuto anche nel nostro tempo il loro significato. E' vero che la raccolta individuale e l'uso popolare di molte piante medicinali si è ridotto a relativamente pochi rimedi casalinghi, ma per i medicinali prodotti industrialmente, con le possibilità di stabilizzazione e standardizzazione, molte droghe vegetali e i loro principi attivi hanno tutt'ora un ruolo importante. Solo in pochi casi è meno costoso produrre per via sintetica sostanze naturali attive invece che estrarle dalla pianta. Sono migliaia di prodotti medicinali disponibili sul mercato e di questi più del 20% contengono principi vegetali attivi oppure sono costituiti interamente da preparati vegetali. La percentuale di piante esaminate con metodi moderni è ancora molto bassa e il principio attivo di certe piante medicinali usate nell'antichità non è sufficientemente conosciuto. Così anche nelle piante del nostro paese è ancora nascosto qualche tesoro medicinale, come continuano a dimostrare i risultati di nuove ricerche scientifiche. Un intento di questa opera è di essere una guida alle piante medicinali europee, sia selvatiche che coltivate. Nella scelta delle specie è stata data la priorità a quelle che ancora oggi vengono utilizzate dall'industria farmaceutica, per consentire al paziente di avere informazioni sulle droghe contenute nel suo medicamento e sulle loro piante d'origine. Sono state poi inserite, per ragioni di completezza, alcune specie usate ancora raramente solo dalla medicina popolare, oppure ritenute, fin dall'antichità, piante medicinali. E' stata tenuta anche in considerazione l'omeopatia, che si serve in modo non irrilevante delle piante a scopi curativi. Con ciò non si intende dare una valutazione di questo metodo curativo. La presenza di una droga o di un principio attivo in un medicinale non dà, inoltre, alcuna garanzia sulla sua efficacia.

 

ALLOPATIA, FITOTERAPIA E OMEOPATIA

  Il termine allopatia nacque in contrapposizione all'omeopatia e caratterizza il trattamento con medicinali che sfrutta il principio contrario. Questo è il metodo in uso nella cosiddetta "medicina di scuola"; così, ad esempio, un'indigestione viene curata con un purgante e la pressione alta con una sostanza per abbassare la pressione sanguigna. Come fitoterapia , si indica l'uso di medicinali puramente vegetali; molte di queste terapie possono venire usate per parecchio tempo senza effetti collaterali nocivi, come ad esempio la camomilla per i dolori di stomaco persistenti o il biancospino per certe malattie di cuore. L'opinione diffusa che i prodotti curativi vegetali non siano pericolosi è, però, falsa. Si pensi soltanto a preparati fortemente attivi tratti dalla digitale, dalla belladonna o dal colchico, che nel loro impiego sono pericolosi al pari di medicinali di origine chimica molto attivi. Anche sostanze vegetali più leggere possono provocare effetti collaterali se usate per lungo tempo, come, ad esempio, qualche droga purgante, la radice di liquerizia o la salvia. L'uso di piante nella medicina è temporaneamente sparito in concomitanza con la diffusione di molte sostanze ottenute per sintesi chimica, più attive dal punto di vista medico. Nel frattempo, però, l'analisi più approfondita di molte sostanze contenute nelle piante ha portato a nuove possibilità di standardizzazione e stabilizzazione e i nuovi metodi di preparazione a un forte rilancio della botanica medioevale. Inoltre, ancora oggi vengono usati con buoni risultati preparati vegetali, la cui efficacia è da tempo nota, senza che le sostanze contenute siano conosciute a fondo. I medicinali vegetali hanno un ulteriore campo di impiego nell'omeopatia, la quale, sebbene non ufficialmente riconosciuta, ha una parte considerevole nel giro di affari dell'industria farmaceutica e delle farmacie. Dal momento che i principi dell'omeopatia sono generalmente poco noti al profano, verranno ora brevemente esposti. La teoria omeopatica, fondata dal medico Samuel Hahnemann (1755-1843), si basa sul principio \Simila similibus curentur\ (il simile si cura col simile). Questi significa che un medicinale in un organismo sano, deve poter guarire una malattia che presenta un quadro sintomatico simile. Per applicare questa regola di similarità è necessario conoscere l'azione del medicinale. Essa si basa innanzitutto sulla sperimentazione di queste sostanze su individui sani e viene completata da un vasto materiale di esperienza, dati tossicologici e farmacologici. Le composizioni dei medicinali così creati sono state riassunte nelle dottrine farmacologiche di diversi autori. La ricerca della composizione medicinale che presenta la maggior somiglianza con il quadro clinico è la base per la scelta del medicamento. Più il quadro medicinale è simile al quadro clinico, tanto maggiore può essere la proprietà curativa. Un esempio può chiarire questo tipo di prescrizioni mediche: i sintomi che appaiono tagliando una cipolla sono conosciuti a tutti. Così, un raffreddore acuto che si manifesta con abbondante secrezione acquosa, che provoca escoriazioni al naso e al labbro superiore, con numerosi starnuti e lacrimazione, che peggiora alla sera e a temperatura ambiente e che migliora all'aria fresca e al freddo, viene trattato con tintura di cipolla. Dal numero dei sintomi che devono essere presi in considerazione per la scelta del medicinale, risulta chiaro che le indicazioni omeopatiche fornite in questo libro possono dare solo un breve cenno sull'efficacia delle piante. L'omeopatia classica utilizza solo raramente un medicinale, dato che questo è sperimentato solo su persone sane e solo su quelle se ne conoscono gli effetti. Nella pratica sono state però sperimentate anche delle combinazioni di medicinali (i cosiddetti complessi) che vengono offerti in grande quantità dall'industria farmaceutica. Dal principio di similarità risulta che la dose usata può essere solo tale da non portare alla fine a un peggioramento della malattia. Considerato che l'organismo ammalato è molto più sensibile di quello sano, è sufficiente una piccola quantità della sostanza, indicata esattamente per attivare le forze di difesa dell'organismo; così sono state create particolari forme di medicina omeopatica, che rispondono alle dosi minime necessarie. Preferibilmente vengono utilizzate piante o parti di piante fresche, ma anche animali, minerali e sostanze chimiche. Miscele di succhi vegetali con etanolo e estratti di piante o parti di piante fresche o secche vengono indicate come tinture. Queste servono da base per la produzione di diversi gradi di diluizione (potenze). Alcuni medicinali omeopatici hanno portato a indiscutibili successi terapeutici e oggi vengono ordinati non solo da guaritori, ma anche da medici.

 

Preparati tratti da droghe

  Nei medicinali in commercio (compresse, confetti, gocce, pomate, infusi, ecc.) le droghe contenute sono preparate in modo diverso, tale da manifestare il loro effetto ottimale. Sulla confezione dei medicinali viene indicata la rispettiva formula di preparazione, il più delle volte in abbreviazioni insieme al nome della droga e alla quantità, o più precisamente alla concentrazione. Il materiale di partenza è normalmente la droga spezzata. Frutti e semi vengono spesso aperti con urti meccanici o mediante pressione. Vengono usate anche polveri di droghe. A causa delle oscillazioni spesso considerevoli nella concentrazione di principi attivi, per alcune droghe è necessario determinare il contenuto attraverso un procedimento con sostanze non reattive (ad esempio polvere di digitale, \Digitalis purpureae pulvis normatus\). A questo scopo possono essere usati diversi tipi di amido, lattosio o una droga con maggiore o minore contenuto di principi attivi. Normalmente vengono distinti i seguenti estratti di droghe:

 

 

DECOTTI (Decocta): la droga viene versata in acqua a temperature superiori ai 90°C e viene tenuta a bagno per 30 minuti continuando a mescolare; quindi viene filtrata a caldo. Questo metodo è particolarmente indicato per l'estrazione di droghe da materiali ruvidi come legni, cortecce, radici, gambi, anche foglie di uva orsina, oppure per le droghe con sostanze resistenti al calore (alcune alcaloidi, saponine e materiali da concia).

 

INFUSI (Infusa): la droga viene impastata con una piccola quantità di acqua, viene lasciata riposare per 15 minuti, viene quindi versato il resto all'acqua portata ad ebollizione e viene lasciata a bagno per 5 minuti a una temperatura di oltre 90°C, continuando a rimescolare. In seguito viene lasciata per 30 minuti a una temperatura di circa 30°C e viene infine filtrata. Gli infusi vengono prodotti con droghe facilmente estraibili da materiali come foglie e fiori, oppure da quelle con principi attivi sensibili (glicosidi, oli eterei, alcaloidi di solanacee).

 

MACERATI (Macerationes): viene versato sulla droga il quantitativo indicato di acqua a temperatura ambiente e la si lascia per 30 minuti, mescolando di tanto in tanto, sempre a temperatura ambiente; successivamente si filtra. Utilizzazione per droghe mucillaginose estratte da materiali come la radice dell'altea e i semi di lino. Gli estratti acquosi descritti, che vengono normalmente preparati con 1 parte di droga e 10 parti di acqua, hanno perso molto del loro valore a causa del differente contenuto di principi attivi e della elevata alterabilità. Nelle farmacie vengono realizzati preparati destinati ad un uso nel breve termine. Nell'industria farmaceutica vengono lavorati a compresse o confetti come prodotti intermedi, dopo un processo di essiccamento per congelamento o polverizzazione.

 

TINTURE (Tincturae): sono estratti di droghe, con varie concentrazioni di alcool, etere o miscele dei due, con eventuale aggiunta di determinati additivi, che vengono prodotti in modo tale che una parte di droga venga estratta con un numero di parti di liquido di estrazione variabile da un minimo di 2 ad un massimo di 10. La produzione viene ottenuta o attraverso macerazione (in determinate condizioni la droga viene lasciata riposare con la sostanza di estrazione) o tramite percolazione. In questo caso la sostanza di estrazione viene fatta gocciolare in continuazione attraverso la droga, situata in contenitori lunghi e stretti, cilindrici o conici (percolatori) .

 

ESTRATTI (Extracta): vengono così definiti i preparati concentrati, eventualmente prodotti in base ad un determinato contenuto di principio attivo. A seconda della natura vengono differenziati in:

ESTRATTI FLUIDI (Extracta fluida) prodotti con etanolo o con miscele di etanolo e acqua, eventualmente con determinati additivi, in modo che da una parte di droga vengano ricavate al massimo 2 parti di estratto fluido. Produzione tramite macerazione, percolazione o altri procedimenti.

ESTRATTI SPESSI (Extracta spissa) che sono interamente o parzialmente privi di solventi. Sono viscosi e vengono preparati esclusivamente attraverso la concentrazione degli estratti di droghe.

ESTRATTI SECCHI (Extracta sicca) che si ottengono tramite la concentrazione e l'essiccamento di estratti fluidi. L'eliminazione del liquido di estrazione avviene normalmente in apparecchiature speciali sotto pressione ridotta, in modo che la temperatura dell'estratto non superi i 50°C.

Ancora più protettiva verso i principi attivi è la produzione con processo di essiccamento tramite nebulizzazione o polverizzazione. Il liquido, pressato attraverso gli spruzzatori o finemente polverizzato attraverso dischi in rotazione veloce, giunge in grandi camere su un flusso di aria calda, che elimina istantaneamente tutto il liquido. Il prodotto cosi ottenuto è di nuovo velocemente solubile in acqua e senza rimanenze (infusi in polvere). L'essiccamento per congelamento, si svolge in totale assenza di calore; viene però impiegato solo per sostanze di valore o per alcuni beni di consumo (caffè) a causa degli elevati costi.

 

CATAPLASMI: sono costituiti da paste contenenti oli, amidi, mucillagini i quali vengono applicati per lo più a caldo sotto forma di impacchi. Questi impasti curativi sono usati principalmente a scopo emolliente, sedativo o revulsivo.

 

SUCCHI (Succi): si ottengono spremendo i frutti freschi. Essi servono in prevalenza come materia prima per gli sciroppi relativi.

 

SCIROPPI (Sirupi): contengono una buona parte di zuccheri e additivi medicinali o estratti vegetali (Sciroppo di lamponi - \Sirups rubi idaei\). Essi servono generalmente per migliorare i sapori.

 

MARMELLATA Dl FRUTTA (Pulpae): viene preparata con parti di frutta schiacciata e concentrata (Marmellata di prugne - \pulpa prunorum\).

Infine, alcuni estratti che vengono prodotti tramite macerazione con olio (Olio iperico - Oleum hyperici).