Di
festività in Stregoneria ce ne sono parecchie, alcune importanti,
altre meno, certe solamente celebrative e certe altre operative. I
Festivals si possono raggruppare in 5 gruppi principali: solennità,
feste, memorie obbligatorie, memorie facoltative e ferie. Solennità
Sono le più importanti ricorrenze dell'anno di una strega e vanno
celebrate sempre, in ogni caso, da soli o in compagnia. Sono
esclusivamente celebrative, salvo rare eccezioni che vedremo in
seguito, e durano due notti e un giorno. Le solennità cominciano
dal vesper crepusculum del giorno prima e finiscono con il matutinum
diluculum del giorno dopo. Feste Vengono immediatamente dopo, in
ordine di importanza, alle solennità e sono prevalentemente
operative sul piano pratico perchè risentono più delle leggi della
Natura che della tradizione magica. In questi giorni di festa, di
solito si opera magicamente per ottenere qualcosa a lunga scadenza,
nel giro di alcuni mesi o di un anno. Vanno celebrate anch'esse in
ogni caso, anche se non si ha nulla da chiedere, con una cerimonia
di ringraziamento o di offerta. Come le solennità anche le feste
sono obbligatorie. Cominciano con il matutinum diluculum (la prima)
e finiscono con il matutinum diluculum del giorno dopo. Memorie
obbligatorie Sono feste minori che possono assumere l'aspetto di
veri e propri Festivals quando la cerimonia magica è molto
importante o l'occasione richiede un grande apporto di energia. Come
le feste, le memorie obbligatorie cominciano all'aurora e finiscono
all'aurora del giorno dopo. Di solito la celebrazione avviene di
media nox (notturno). Sono obbligatorie e vanno sempre celebrate,
anche in forma minore, magari accendendo un bastoncino d'incenso o
recitando una preghiera. Memorie facoltative Seguono regole
individuali che variano da congrega a congrega. Ferie Tutti gli
altri giorni dell'anno, in ordine decrescente di importanza.
Solennità
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31 ottobre - Calenda o Hallowmas - Capodanno magico
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- 21 dicembre - Saturnalia o Farlas - Solstizio d'inverno
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- 2 febbraio - Candelora o Candlemas - Primavera magica
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- 21 marzo - Primiera o Talui - Giorno della Signora
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- 30 aprile - Calendimaggio o Rodmas o Valpurgis - Estate
magica
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- 24 giugno - San Giovanni - Festa dell'acqua
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- 2 agosto - Il Raccolto o Lammas - Festa del raccolto
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- 23 settembre - Secunda o Adarcel - Equinozio d'autunno
Feste
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7 gennaio - Carnevale - La più antica tra le feste pagane
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- 21 giugno - Le Erbe o Casmaran - Solstizio d'estate
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- 15 agosto - Mezzestate - Ferragosto
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- 29 settembre - Michaelmas - Festa della verbena
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- Tutti gli Esbah - Plenilunio - Luna piena
Memorie
obbligatorie
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13 dicembre - Santa Lucia - Benedizione delle candele
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- 6 gennaio - Epifania - Festa di Ecate
Memorie
facoltative
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22 novembre - Inizio del Sagittario secondo l'Astrologia
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- 6 dicembre - San Nicola - Antica festività pagana
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- 21 gennaio - Inizio dell'Acquario secondo l'Astrologia
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- 19 febbraio - Inizio dei Pesci secondo l'Astrologia
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- 20 aprile - Inizio del Toro secondo l'Astrologia
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- 21 maggio - Inizio dei Gemelli secondo l'Astrologia
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- 22 luglio - Inizio del Leone secondo l'Astrologia
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- 23 agosto - Inizio della Vergine secondo l'Astrologia
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- 23 ottobre - Inizio dello Scorpione secondo l'Astrologia
Nome
Tradizionale
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Nome
in Stregoneria
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Samhain
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Calenda
o Hallowmas
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Yule
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Saturnalia
o Farlas
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Imbolc
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Candelora
o Candlemass
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Eostara
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Primiera
o Talui
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Beltaine
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Calendimaggio
o Rodmas
|
Erbis
|
Le
Erbe o Casmaran
|
Lughnasadh
|
Il
Raccolto o Lammas
|
Mabon
|
Secunda
o Adarcel
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Gennaio
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Afteyule
|
Febbraio
|
Solmonath
|
Marzo
|
Hertha
|
Aprile
|
Eostra
|
Maggio
|
Thrinilc
|
Giugno
|
ForelithaF
|
Luglio
|
Afterlitha
|
Agosto
|
Veodmonath
|
Settembre
|
Haligmonath
|
Ottobre
|
Vintirfyllith
|
Novembre
|
Blothmonath
|
Dicembre
|
Foreyule
|
La
concezione ciclica del tempo
Per
gli antichi ogni cosa era inserita all'interno di un ciclo, ognuna
con il proprio ritmo e la propria energia particolare: dal ciclo
lunare mensile a quello stagionale-annuale fino ai cicli maggiori
del Grande Anno e delle Grandi Ere. Secondo quest'ultima dottrina,
comune a moltissime civiltà antiche, l'umanità era passata da una
mitica epoca di beatitudine e di armonia con il cosmo ad ere sempre
più degradate, fino al caos e alla dissoluzione. Questa era la
dottrina greca delle quattro ere (dell'Oro, dell'Argento, del Bronzo
e del Ferro), rispecchiante quella induista dei quattro Yuga (Krita,
Treta, Dvapara e Kali). Anche i Nativi Americani narravano di un
bisonte cosmico che si reggeva sulle sue quattro zampe: ad ogni era
ne perdeva una. Per inciso oggi ci troviamo nell'Era del Ferro o
Kali Yuga (Età Oscura) e il bisonte a fatica si regge su una sola
zampa... Ma in tutte queste visioni la fine di ogni ciclo non
conduce ad una fine assoluta bensì ad un nuovo inizio, dove gli
esseri ricominciano ad animare la trama di un cosmo rigenerato,
diverso dal precedente eppure uguale ad esso. Quella che a noi può
sembrare una ripetizione ossessiva di gesti, azioni e cicli, per gli
antichi non era altro che la conferma rassicurante delle eterne
leggi del cosmo, leggi che fondono in un'armonia perfetta sia
l'ordine che il caos, la luce e la tenebra, la vita e la morte. Gli
antichi forse sarebbero rimasti sgomenti di fronte alla nostra
moderna concezione lineare di un tempo che sorge dal nulla e in una
linea ascendente di "progresso" termina ugualmente nel
nulla, lasciando il posto a nebulosi regni ultraterreni, paradisi,
inferni o nirvana che siano. Per gli antichi ogni fine era un inizio
e ogni inizio una fine, dove ogni cosa esistente era coinvolta, non
solo a livello spirituale ma anche a livello materiale. La Natura
ricomincia in ogni ciclo il suo corso nel fluire delle acque e nella
vita degli animali. Questa è una verità che tutti possono
constatare di persona nello scorrere delle stagioni e nei cicli
astronomici. Ad ogni inverno segue una primavera, a ogni luna
vecchia segue una luna nuova. Per gli uomini e le donne dei tempi
antichi tutto ciò non era un dogma di fede ne un'astratta teoria
scientifica, ma era una realtà concreta che creava e modellava le
loro vite. La dottrina ciclica del tempo può essere benissimo
rappresentata da una ruota, la Ruota dell'Anno che percorre il suo
cammino lungo sentieri sempre diversi eppure sempre uguali. Dalle
concezioni pre-cristiane dell'antica Europa emerge così l'immagine
di una ruota a otto raggi, ciascuno dei quali corrisponde ad un
momento critico di passaggio, ad una festa sacra. L'esistenza di
questo calendario è stata a volte criticata come una moderna
ricostruzione, una fantasia poetica. Ma queste critiche non colgono
due aspetti importanti:
1)
Ciascuna delle otto feste ha dietro di se una storia antichissima di
tradizioni e di mitologie.
2)
Tutti i popoli hanno riformato e adattato continuamente i loro
calendari nel corso della storia, per adeguarli ai propri bisogni
materiali e spirituali: seppure non sempre e non tutte le
popolazioni europee abbiamo celebrato tutte le otto feste sacre,
seppure non a tutte le feste sia stata attribuita pari importanza
nelle varie epoche, è pur vero che i calendari antichi sono in gran
parte modellati su questo semplice, ottuplice schema.
La
Ruota dell'Anno è un calendario sacro che unisce e fonde in sé due
separati eppure connessi cicli: il primo ciclo è quello del mistico
viaggio del Sole attraverso il cielo, che si snoda attraverso i due
solstizi e i due equinozi, narrandoci la nascita, la giovinezza, la
maturità e la vecchiaia dell'astro. Il secondo ciclo è quello
stagionale, che ci mostra le vicissitudini delle divinità agrarie e
pastorali attraverso il tema di
semina-fioritura-maturazione-raccolto. Queste ultime feste sono
chiamate col loro nome celtico perchè i Celti ci hanno lasciato un
ricco patrimonio mitico e folklorico su di esse anche se, come
vedremo, le medesime date erano celebrate con diversi nomi presso
altre civiltà europee e mediterranee. I due cicli sono in realtà
tra loro collegati e interdipendenti, poiché le stagioni dipendono
dai moti del Sole e il Sole si manifesta attraverso i mutamenti
stagionali. Essi formano un insieme armonioso e coerente,
suddividendo l'intero anno in otto "spicchi" di uguale
durata. Occorre ricordare però che l'ottuplice ruota non ha solo un
significato esteriore, materiale, "naturalistico", poiché
i momenti critici di passaggio nello scorrere del tempo hanno una
risonanza anche a livello dell'interiorità umana. Risonanza
psicologica perché ogni fase del ciclo influisce indubbiamente sul
nostro umore e sul nostro comportamento (anche se purtroppo al
giorno d'oggi raramente ce ne rendiamo conto). E anche risonanza a
livello spirituale, dal momento che le feste sacre ci offrono la
possibilità di riconnetterci alle energie divine del cosmo e della
Natura, rispettando la funzione principale di tutti i calendari così
come erano stati ideati nell'antichità. Per tutti questi motivi la
Ruota dell'Anno ha conservato tutta la sua validità nel corso dei
secoli, e ancora oggi è il calendario sacro di tutti quei movimenti
spirituali che si rifanno alle religioni della Natura: Neo-Druidismo,
Neo-Paganesimo, Wicca e Stregoneria Tradizionale, Spiritualità
della Dea e altri ancora. Inoltre il suo schema è sottinteso ancora
a moltissime celebrazioni folkloriche o cristiane, anche se di ciò
ovviamente non sempre siamo consapevoli. Quello che verrà esaminato
all'interno di questo link, per quanto sorprendente possa essere per
molti, non è quindi un ricordo di un passato ormai remoto, ma è
ancora oggi una realtà viva e operante. Di tutto ciò si è tenuto
conto nell'esposizione di ciascuna delle otto feste: infatti ai
miti, al simbolismo, alle espressioni storiche e folkloriche, si
aggiungono anche alcuni semplici modi di celebrare questi momenti di
passaggio e anche vari suggerimenti sul come entrare in sintonia con
le loro differenti energie. Ci è sembrato questo il modo migliore
per conoscere le feste sacre: quello di viverle, attingendo per
quanto ci è possibile alle forze cosmiche e naturali che in esse si
manifestano, spezzando almeno temporaneamente l'orribile ritmo
artificiale di produzione-consumo-tempo vuoto che ormai domina le
nostre vite.
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