Notte
del 31 luglio su 1 agosto
La
festa del grano
Uno
dei più importanti eventi dell'anno agrario nell'antica Europa era
ed è ancora il raccolto del grano. Risalente all'Età Neolitica, la
coltivazione dei cereali ha letteralmente plasmato tutte le civiltà
europee e mediterranee. La farina e il pane erano letteralmente la
vita per le antiche popolazioni. La mitologia più antica narrò di
due entità femminili, madre e figlia, che rappresentavano forse il
raccolto maturo e il futuro raccolto da seminare, entrambe
simboleggiate dall'ultimo covone mietuto quasi a raffigurare la loro
somiglianza e identità. Il folklore europeo ne parlò come la
Vecchia del Grano, il vecchio spirito o la vecchia divinità che
moriva al momento del raccolto per incarnarsi nella Fanciulla del
Grano, raffigurata come una bambola formata con le spighe
dell'ultimo covone e conservata come un talismano per tutto l'anno.
In epoche precristiane queste due figure venivano chiamate Demetra e
Persefone, o Cerere e Proserpina. Ma non era solo una storia di
raccolti e di vegetazione quella che raccontavano gli antichi miti.
No, era una storia di morte e resurrezione che coinvolgeva tutti i
regni della natura, compreso quello umano. I misteri iniziatici in
onore di Demetra e Persefone che si tenevano ogni anno nell'antica
città greca di Eleusi rivelavano che la morte è solo un passaggio
verso una diversa esistenza. Così come Persefone ritornava dal
regno dei morti, anche gli iniziati potevano aspirare alla
resurrezione. Il chicco di grano muore ma per rinascere come nuova
spiga. Più tardi la divinità del grano assunse aspetto maschile,
il Re o Dio del Grano, figlio o amante delle grandi dee. Tali furono
Tammuz e Adone, il primo riportato in vita dalla sua sposa Ishtar,
il secondo destinato a trascorrere metà dell'anno con la Regina
dell'Oltretomba e l'altra metà con Afrodite, dea dell'amore e della
fertilità. Entrambi erano giovani dei che morivano per risuscitare
a nuova vita, come il grano. Suggerisce nulla tutto ciò? C'era un
bosco sacro dedicato ad Adone nei pressi di Betlehem ("Casa del
Pane")... In molti templi neolitici dell'Europa orientale sono
state rinvenute statuette di donne-uccello (la Dea Uccello) e
statuette umane che preparano il pane. Ciò richiama i motivi del
tempio di Afrodite a Pafo, nell'isola di Cipro dove Afrodite e Adone
furono amanti. Nei paesi celtici del Nord Europa il raccolto dei
cereali avveniva più tardi e prima delle dure fatiche del raccolto
ci si concedeva una pausa di festa, contrassegnata il 1° agosto
dalla celebrazione di Lughnasadh (pron. Luunasa), la
"commemorazione di Lugh" (nasadh = commemorazione o
assemblea). In gaelico irlandese Lunasa indica il mese di agosto, in
gaelico scozzese la ricorrenza è chiamata Lunasda. L'Irlanda è una
terra dove le usanze di Lughnasadh sono sopravvissute fino ai nostri
giorni. Nei secoli in cui la religione cattolica era perseguitata
dai Protestanti, le masse rurali si radunavano su cime di colline o
vicino a sorgenti per celebrare i momenti di passaggio dell'anno,
obbedendo a tradizioni molto più antiche del Cristianesimo.
L'Irlanda ha ancora un cuore pagano, basti pensare al film
"Ballando a Lughnasa" dove tra l'altro è mostrato anche
un festino intorno a un falò in cima ad un colle... Lugh, dio del
fuoco e della luce, può avere derivato il suo nome dalla stessa
radice del latino lux, e pare sia una più tarda e più sofisticata
versione di Bel/Beli/Balor che regna su Beltaine. Lugh è legato
alle popolazioni agricole che si unirono a quelle pastorali: Beltane
è una festa pastorale, Lughnasadh è una festa più agraria. Lugh
nelle leggende irlandesi era un capo dei Tuatha de Danann, il
"Popolo della Dea Dana". Nella guerra contro i precedenti
abitatori dell'lrlanda, i Fomori, egli scambiò la vita di Bres,
capo nemico, con i segreti dell'agricoltura: aratura, semina,
raccolto. Il re dei Fomori era Balor (l'antico Bel), ritenuto nonno
o padre di Lugh; ciò non deve sorprendere poiché nelle mitologie
di tutto il mondo un dio che rimpiazza una divinità più antica,
viene sempre collegata ad essa da legami di parentela per poterne
ereditare anche violentemente le funzioni. I Tuatha de Danann furono
i penultimi invasori dell'lrlanda (gli ultimi furono i Milesiani,
cioè i popoli gaelici) e si imposero ai più antichi Fomori. Lugh
appare così un Balor rigenerato. Lugh è anche divinità delle
arti, chiamato "ugualmente abile in tutte le arti" e
"luminoso dalla mano abile" per indicare le sue capacità.
Nel grande racconto mitologico "La battaglia di Mag Tured"
si descrive l'arrivo di Lugh a Tara, capitale sacra dove possono
essere accolti solo coloro che possiedono un'arte. I due portinai di
Tara interrogano Lugh il quale elenca a una a una tutte le sue
specializzazioni ed essi cercano di rifiutargli l'ingresso dicendo
che a Tara esistono già persone maestre in ciascuna delle arti
nominate. AI che Lugh ribatte dicendo che non sarebbe entrato a Tara
solo se il re avesse avuto al suo servizio un uomo abile in tutte le
arti. Poichè nessuno possedeva contemporaneamente tutte le capacità
di Lugh, egli entrò trionfalmente nella capitale. Lugh era patrono
di molte città, come Lione in Francia, l'antica Lugdunum, per
l'appunto e ciò può essere spiegato col fatto che le città dei
Celti nacquero quasi tutte come fiere di artigiani e costoro
trovavano naturale consacrare i nuovi insediamenti alloro patrono.
Lugh era detto anche Lamfhada "dal lungo braccio",
appellativo che lo avvicina al dio solare egizio Aton, raffigurato
con raggi dalle lunghe mani. In alcune leggende egli appare nato da
un parto trigemino (cioè possedendo una triplice forma), in altre
egli sposa tre dee. Questo aspetto trino lo avvicina molto a Brigit,
anche essa divinità della luce e delle arti, di cui forse era la
controparte maschile. Lugh è il padre spirituale del grande eroe
irlandese Cu Chulainn, e divenne Llew Llaw Gyffes ("leone dalla
mano veloce") in Galles e Lud in Inghilterra, figure mitiche i
cui miti passarono in quello arturiano di Lancillotto. Nei tempi
cristiani il suo posto fu preso dall'arcangelo Michele, una più
tarda forma di Lucifero che come Lugh è portatore di luce. Le
origini della festa di Lammas sono collegate però non tanto a Lugh
quanto alla sua madre adottiva Tailtiu, la quale si affaticò per
preparare le pianure irlandesi all'agricoltura e così morì, dopo
aver chiesto che la pianura diventasse la sua tomba. Lugh ordinò
che gli uomini di Irlanda tenessero una festa annuale
all'anniversario della sua morte, istituendo i giochi funebri in suo
onore. La tradizione di giochi funerari ha paralleli in molte
culture, basti ricordare le cerimonie funebri dei guerrieri morti
ricordate nell'Iliade. Il vero scopo della festa è il raduno delle
popolazioni al momento del raccolto sulle terre coltivate, terre che
costituiscono il corpo materiale della Dea della Terra. Gli stessi
raccolti sono anche essi parte del corpo della Madre Terra. In
questo periodo dell'estate avanzata, si erano lasciate alle spalle
le fatiche e le preoccupazioni del raccolto del fieno e ci si
preparava al raccolto di grano e orzo, le messi che il calore del
sole ha fatto maturare. Lammas era occasione di raduni e feste per
le tribù celtiche, in cui ci si dedicava a giochi, gare e
banchetti. Era tempo di mostrare la velocità dei propri cavalli e
di competere in gare di abilità e forza: ciò era anche un
allenamento alle fatiche del raccolto, in cui la velocità e la
resistenza erano doti essenziali in epoche prive di macchine. Spesso
bisognava fare i conti col cattivo tempo che poteva rovinare il
lavoro di un intero anno! Così i giovani partecipavano a gare di
lotta, lancio di aste, tiro con l'arco e corse di cavalli, giochi
tenuti in grande conto in società guerriere come quella celtica;
molte di queste usanze sono state conservate nei Giochi Gaelici che
si tengono ancora in Scozia nel mese di agosto. Ma anche le arti
erano sotto il patrocinio di Lugh e si tenevano quindi anche
competizioni poetiche di Bardi e di musici. I raduni erano occasioni
per tenere fiere in cui venivano ingaggiati braccianti e venduti
animali. La festa durava due settimane e si diceva che finche
sarebbe durata questa tradizione, ci sarebbe stato "grano e
latte in ogni casa, pace e bel tempo per la festa e il
raccolto". Era tempo di baldorie propiziate dal calore estivo e
si celebrava l'inizio del raccolto e l'offerta dei primi frutti agli
dei (la festa era detta "del primo raccolto"), così come
pure la potenza della luce solare e l'abbondanza generosa della
natura. Il sole aveva trionfato su venti, gelo e nebbie e ora il
raccolto era pronto. Ma la fertilità è anche un concetto legato
alla sessualità umana, così nell'antica Irlanda si celebravano i
cosiddetti matrimoni di prova che duravano un anno e un giorno. La
località principale dove si celebravano questi matrimoni era in
Irlanda a Teltown, località che ha preso il nome dalla Dea Tailtiu.
Vicino a una fossa dove sgorgava una sorgente era eretto un muro con
un foro: uomini e donne stavano sugli opposti lati del muro, senza
potersi vedere ma spingendo insieme le mani attraverso il foro le
loro mani. Se agli uomini piaceva l'aspetto delle mani delle donne
le afferravano e ciò sigillava il patto matrimoniale. Il contratto
era rinnovabile, ma se alla scadenza del periodo la convivenza aveva
avuto cattivo esito, la coppia non doveva fare altro che ritornare
al luogo della cerimonia, mettersi schiena scontro schiena e
allontanarsi in direzione opposte. Una separazione consensuale e
tranquilla, senza spese per il divorzio! Questa usanza in realtà è
il ricordo di un'antica pratica rituale. La ragione di dare il nome
di Lugh alla festa era dovuta alla sua associazione con la Dea Erin
alla quale si unì in matrimonio con "nozze di sovranità"
(banais rigi in gaelico) in occasione del suo accesso alla sovranità
dei Tuatha De Danann. Allo stesso modo tutti ire d'lrlanda si
univano ritualmente alla Dea della Terra, la sola che concedeva loro
la sovranità sul paese. A Lughnasadh troviamo il parallelo
dell'accoppiamento rituale di Beltaine, dove il Dio dell'anno
crescente sposava la Dea della Terra. Allo stesso modo i
"matrimoni nei boschi" di maggio hanno un corrispondente
nei matrimoni di Teltown e degli amori nei campi di grano a Lammas.
Ma occorre tener presente che. le nozze rituali di Lugh
rappresentano un accoppiamento sacrificale, in armonia del resto col
sentimento di morte che aleggia su questa prima festa di autunno.
Secondo lo studioso James Frazer, questo era il tempo in cui il re
sacro era ritualmente ucciso e il nuovo re sposava la Dea Madre. Così
Lugh moriva e rinasceva in accoppiamento con la Dea, unendo in un
unico tema di sacrificio la fertilità umana e quella della terra. A
noi tutto ciò può sembrare paradossale, come pure il collegamento
dei giochi funerari in onore di Tailtiu con le feste nuziali di Lugh.
Per comprendere il paradosso delle nozze di Lugh dobbiamo
comprendere che le più tarde aggiunte alla leggenda hanno deformato
il ruolo della Dea: infatti, pare che in origine i funerali fossero
tenuti in onore del Dio che moriva in quanto Dio del Grano e
dell'anno crescente. Le nozze erano quindi quelle del Dio dell'anno
calante, suo gemello e sostituto. Troviamo questi aspetti nella
leggenda gallese di Llew (figura che come si è detto ripete quella
di Lugh). Egli visitò il castello di sua madre Arianrhod recandosi
là con un coracle, antica e tipica imbarcazione irlandese che
simboleggia forse il cesto del raccolto con cui le divinità solari
viaggiavano per recarsi dove li attende la Grande Dea. Caer
Arianrhod, il castello della Ruota d'Argento era un altro nome della
costellazione della Corona Borealis, costellazione circumpolare che
non tramonta e quindi ritenuta dimora ultraterrena di divinità e di
eroi defunti. Il viaggio di Llew altro non è che il viaggio
compiuto in qualità di re dell'anno crescente dopo il proprio
sacrificio e in attesa di rinascita. Llew nelle leggende sposò
Blodeuwedd, donna creata con i fiori e quindi figura rappresentativa
della Giovane Dea della Vegetazione. In seguito Blodeuwedd tradì
Llew con Grown il Forte e lo uccise sacrificandolo e sposando il suo
sostituto, il re dell'anno calante. Anche in Irlanda gli aspetti
sacrificali sono adombrati dalle leggende su Crom, dio sacrificale
associato a Lughnasadh e chiamato anche Crom Cruach ("il
piegato del tumulo") o Crom Dubh ("il piegato dal nero
colore). L'ultima Domenica di luglio in Irlanda è la Domenica di
Crom Dubh, in cui ha luogo un grande pellegrinaggio sul monte Croagh
Patrick dove si dice che San Patrizio sconfisse una schiera di
demoni. Il sacrificio di Crom era compiuto anticamente sacrificando
un suo rappresentante umano presso una pietra fallica circondata da
altre dodici pietre, essendo questo il tradizionale numero dei
compagni del re-eroe sacrificale. Il Libro di Leinster cita dodici
idoli di pietra e la statua d'oro di Crom. Più tardi i sacrifici
umani furono rimpiazzati da quelli di un toro. Crom, come pure Balor
o Bres, è una forma antica del dio luminoso che produce raccolti,
rimpiazzata da Lugh in qualità di nuovo Dio che gli sottrae i
frutti del suo potere. Nelle leggende Crom Dubh era sepolto nel
terreno fino al collo per tre giorni e poi liberato una volta che i
frutti del raccolto erano stati garantiti: un segno del successo del
rituale era l'abbondanza di mirtilli, presagio di raccolti
abbondanti. Ciò rimase nel folklore col nome di Domenica del
Mirtillo dato alla Domenica di Crom Dubh, con i giovani che vanno a
raccogliere questo frutto. La sepoltura di Crom e la sua liberazione
ci rinviano dunque al tema di sacrificio e di rinascita di Lammas.
Lughnasadh passò nel folklore britannico con il nome di Lammas,
abbreviazione di Loaf-mass (dall'Anglo-Sassone "Hlaj-maess")
o "messa della pagnotta" poi che con il primo grano
raccolto si preparava un pane propiziatorio, offerto nelle chiese
come parte di riti eucaristici. L'antica divinità divenne John
Barleycorn, lo spirito del grano o dell'orzo che muore stritolato
nella macina per donare farina agli uomini o annegato nella
distillazione per produrre whisky. Non a caso nel mito celtico la
dimora funebre di re ed eroi era rappresentata come una costruzione
circolare e rotante, il Castello della Ruota d'Argento: non è forse
questa una raffigurazione poetica del mulino con la sua macina
sacrificale? Ma lo stesso simbolo viene raffigurato dalla ruota che
viene accesa e fatta rotolare giù per il pendio di una collina,
usanza ancora oggi celebrata in Scozia, Germania e Svizzera. A volte
la ruota finisce in un fiume, così come la ruota delle stagioni
inizia il suo declino. Questa ruota è nuovamente la ruota solare
che abbiamo già visto nelle feste del Solstizio estivo. Lammas
ripete in un certo senso alcuni simboli solstiziali, essendo il
culmine e l'inizio del declino nel ciclo delle feste celtiche allo
stesso modo in cui il Solstizio estivo è culmine e inizio di
declino nelle feste astronomico-solari. La festa viene celebrata
anche con fuochi rituali accesi in cima alle colline, come in
Galles, nell'isola di Man e in Irlanda, dove i falò sono anche
occasione di danze di licenziosità. La pianta sacra di Lammas è la
spiga di grano o di orzo. Lugh e Llew sono divinità del grano, di
morte e di rinascita, perché il grano tagliato rinasce come farina
e pane. Durante i raccolti si credeva anticamente che una forza
sacra (chiamata dai Russi “il Vecchio” , da altri popoli slavi
“la Vecchia”, e nei paesi germanici “la Madonna del Grano”)
si incarnasse nell'ultimo covone mietuto. Questo spirito del grano
era identificato spesso nell'ultimo mietitore che raccoglieva
l'ultimo covone. In tempi antichi egli era sacrificato e le sue
ceneri sparse nei campi. Poi si passò a sacrificare animali e
bruciare fantocci, ma il significato era sempre quello: il
sacrificio della divinità primordiale, che moriva come Re del Grano
e il cui sangue benediceva la terra, garanzia di futuri e abbondanti
raccolti. La festa del sole calante è il punto di svolta in cui
l'Uomo Verde di Beltaine si prepara a diventare l'Uomo Grigio della
morte in autunno, quando inizia il suo viaggio verso l'Altro Mondo.
Ora, infatti, è il tempo in cui si arresta la crescita nel mondo
vegetale per permettere al raccolto di maturare. Nel folklore
europeo, durante i rituali dell'ultimo covone, si estraggono i
chicchi del futuro raccolto e si spargono le ceneri delle spighe per
fertilizzare la terra. II tema di morte e rinascita non negava
quello della fertilità, espresso dalle orge rituali durante le
feste del raccolto che, riattualizzando il mitico caos primordiale,
rinnovavano il ciclo dell'anno e la fecondità della terra: fertilità
umana e fertilità della Natura. Eros (amore) e Tanathos (morte)
costituiscono un binomio inscindibile anche in questo periodo
dell'anno.
Celebrare
Il Raccolto
Questo
momento dell'anno, dominato dal calore solare e dalla generosità
della Natura, vede la fine degli sforzi umani per portare a
compimento il ciclo agrario con il raccolto. Lammas per noi dovrebbe
essere tempo di gioia e di vacanze, un periodo in cui raccogliamo e
godiamo i frutti delle nostre fatiche. Le cose che abbiamo portato a
termine al Solstizio ora sono mature e possiamo vedere i primi
risultati delle nostre azioni intraprese nei mesi precedenti. Ma è
anche un momento di preparazione per il futuro, di riflettere che
presto sarà autunno e che dovremo affrontare una fase diversa. Per
capire l'importanza di questa festa nella nostra vita psichica, ci
occorre comprendere l'importanza del tema di morte e di rinascita
nelle nostre vite. Diventiamo consapevoli che la vita umana cresce e
poi declina, è una ruota che deve continuamente essere equilibrata.
Questo è il culmine dell'anno ma anche l'inizio del processo del
suo declino. E' utile comprendere l'idea del sacrificio in termini
di trasformazione, non tanto di morte, bensì di lasciare andare via
qualcosa per arrivare ad un più alto livello creativo nella nostra
vita. Il grano sacrificato diventa pane, il frutto viene raccolto in
modo che ci possa nutrire. Lammas è festa di trasformazione e la
rinascita è la legge perpetua della Natura. Proviamo ad andare nei
campi dopo la mietitura: se saremo fortunati potremo trovare alcune
spighe sopravvissute alle implacabili mietitrebbiatrici.
Raccogliamole e formiamo con esse una bella ghirlanda intrecciata
con nastri dorati, il colore del dio Lugh. Conserviamola in casa o
regaliamola alla persona più cara, come auspicio d'abbondanti
raccolti materiali e spirituali nelle nostre vite. Se vogliamo
provare a celebrare in maniera rituale questa festa, potremmo farlo
all'alba del 1° agosto oppure nel pomeriggio della stessa giornata.
Ci si procura alcune spighe di cereali, alcune manciate di chicchi
di grano, una pagnotta di pane e una coppa di vino. Si accendono tre
piccoli fuochi oppure (se non possiamo celebrare questo rituale
all'aperto) tre candele gialle o dorate. Si inizia da quello di
destra dicendo: "In onore di Lugh, Dio della Luce". Poi si
passa ad accendere il fuoco o la candela di sinistra dicendo:
"In onore della Dea della Terra". Infine si accende il
fuoco (o la candela) centrale dicendo: "In onore del Re del
Grano che muore per donarci la vita". A questo punto con le
spighe che ci siamo procurate formiamo un mazzo, legandolo con un
nastro giallo o dorato e collocandolo nello spazio davanti alle tre
candele o ai tre fuochi. Si prende una manciata di chicchi di grano
e si compie lentamente un giro a spirale attorno al nostro mazzo di
spighe, verso l'esterno e in senso antiorario. Camminando si lascia
cadere lentamente il grano dietro di noi, dicendo: "Percorro il
sentiero della Madre Terra": Dopo aver compiuto tre giri
intorno al mazzo, ci si ferma in meditazione sul significato del
grano e poi si ritorna verso il mazzo, sempre muovendo aspirale ma
stavolta in senso orario. Si lasciano cadere altri semi di grano,
dicendo: "Percorro il sentiero del Dio della Luce". Ci si
ferma in meditazione sul Dio Sole che sta per iniziare il suo
viaggio nell'Altro Mondo. Poi si leva in alto il pane, indi la coppa
di vino e si consumano questi cibi, lasciando briciole e gocce di
vino da versare sulla terra.
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