Memetica

 

Richard Dawkins ha coniato la parola meme per descrivere le unità di trasmissione culturale. Meme deriva dal greco mimesis, o imitazione, e può considerarsi anche un gioco di parole tra l´inglese memory ed il francese même (stesso). I memi sono i mattoni della cultura che formano il nostro apparato di comprensione. Si diffondono da persona a persona mediante l’osservazione e l’apprendimento faccia a faccia o tramite mezzi di comunicazione come scrittura, televisione o Internet. In tal modo i memi diventano parte integrante di noi stessi, costituendo le nostre opinioni, convinzioni e preferenze.

In tal senso le idee si comportano come virus, ci conquistano diffondendosi nella rete sociale come agenti infettivi, come malattie, epidemie. Tutte le mode, le credenze e i prodotti di successo colonizzano le nostre menti con il loro forte appeal memetico, come veri e propri virus della mente altamente contagiosi, varcando la soglia del “punto critico” di massima diffusione.

Ma come avviene tutto ciò? Come si innesca ed esplode un’epidemia mentale? Quali sono le regole per creare a tavolino un fenomeno di tali proporzioni?

La Memetica, insieme ai principi del Marketing virale e alla nuovissima teoria degli “Small Worlds”, ci svela i “trucchi” e i segreti della propagazione delle idee, ci indica una ricetta di sicuro successo per realizzare il contagio delle menti, per ingegnerizzare un’epidemia sociale e un desiderio irresistibile verso un prodotto, un servizio, un brand, un’idea. Producendo, per così dire in laboratorio, virus mentali particolarmente adatti a scorrazzare ed impiantarsi saldamente nella testa della gente, attraverso tecniche di indagine innovative fondate sul potere dei principi darwiniani.

La scienza delle epidemie studia il cambiamento nelle opinioni, gli atteggiamenti o i comportamenti che si attuano nella comunicazione interpersonale.

E la comunicazione puó essere verbale (passaparola), ma anche visiva (suggestione).

Influence

Questo tipo di comunicazione si propaga da una persona ad un’altra, come un virus, un meme. In tal caso si parla di contagio o epidemia sociale.

Affinché un fenomeno simile accada occorrono però tre elementi fondamentali:

  1. i diffusori che avviano e propagano

  2. un contenuto divertente, sorprendente e memorabile, e infine

  3. un contesto favorevole alla propagazione.

Contagio virale

La Memetica è la scienza dei Memi, il vero, invisibile DNA della società dell'informazione.
La Memetica fu introdotta da Richard Dawkins, nel suo bestseller The Selfish Gene - 1976 (trad. italiana: Il Gene Egoista, Zanichelli, 1982).

Virus della mente tradotto in sette lingue, cult book statunitense, è l'avvicente viaggio nel mondo della memetica di un eclettico e geniale autore: Richard Brodie, assistente personale di Bill Gates negli anni della folgorante ascesa di Microsoft, poi divenuto uno straordinario, ironico e accattivante comunicatore e studioso di memetica.

vedi anche:
”Meme
di Francesco Ianneo, il più noto e competente memetista italiano.

La parola “meme” è dunque una metafora che mette in relazione la comunicazione delle idee con la propagazione genetica.

Tutta la vita sul nostro pianeta è determinata dai geni, particelle di DNA che esplicano i loro effetti nel loro portatore vivente determinandone le caratteristiche. L’altra caratteristica fondamentale dei geni è la loro capacità di replicarsi in un nuovo portatore. Questo modo di considerare gli esseri viventi (portatori di geni) può apparire curiosa, ma esprime con chiarezza la realtà dell’evoluzione.

La teoria tradizionale dell’evoluzione vedeva al centro del processo evolutivo il vivente (pianta o animale) che sottoposto alla pressione dell’ambiente favoriva i suoi geni più adattivi. Tuttavia, per quanto rivoluzionario, questo modello aveva una caratteristica “romantica”: in qualche modo sosteneva che gli individui “migliori” e “più forti” sarebbero favoriti dall’evoluzione.

La moderna teoria evolutiva vede invece al centro dell’evoluzione i singoli geni che “lottano” per la sopravvivenza. Questo spostamento di prospettiva dischiude la strada ad un concetto nuovo: essere portatori di buoni geni non significa avere dei geni che favoriscono le NOSTRE qualità, ma solo la LORO maggiore probabilità di replicarsi. Un esempio molto attuale può essere rappresentato dal fatto che il numero di figli nelle popolazioni occidentali più ricche si è ridotto negli ultimi decenni. Al contrario, è decisamente superiore il numero di figli in popolazioni più povere. E’ naturale attendersi nelle prossime generazioni una riduzione della presenza del patrimonio genetico mondiale delle popolazioni ricche ed un aumento del patrimonio genetico delle popolazioni povere.

In ultima analisi non sono le popolazioni di civiltà più potenti e forti ad essere favorite nella lotta dell’evoluzione, ma quelle più povere e più deboli (stiamo parlando ovviamente di forza economica e sociale, non di valori personali o culturali).

Questa apparente contraddizione del principio per cui l’evoluzione favorisce i più forti, si spiega perfettamente se si pensa che non sono gli individui che lottano per l’evoluzione, ma i loro geni. Ed i geni delle popolazioni più deboli si stanno dimostrando più “forti” nella probabilità di replicazione, mentre i geni delle popolazioni più forti si stanno dimostrando più “deboli” nella loro probabilità di replicazione, e senza alcun riguardo per i loro portatori. Sappiamo bene, infatti, quanto drammatica sia la sovrappopolazione se guardiamo la cosa dal punto di vista del benessere degli individui dei paesi poveri.

Il concetto di Meme si sviluppa proprio da una considerazione analoga nell’ambito della propagazione delle idee.

E’ possibile infatti pensare ad unità astratte dello stesso tipo dei geni, che trasmettono però le informazioni: queste particelle sono i Memi. E ciò che noi osserviamo nella moderna società dei media è che non sono necessariamente le idee più utili, più profonde, o più vere che tendono a propagarsi con maggiore facilità, ma quelle che possiedono delle caratteristiche più adatte alla loro diffusione e replicazione.

Tutti conosciamo la tragedia storica dell’olocausto nazista: come è possibile che un’idea così palesemente anti-etica ed erronea, sino a programmare lo sterminio di milioni di persone, sia diventata così popolare negli anni ’30? Oppure ai nostri giorni: come è possibile che in molte famiglie italiane si rinunci a viaggiare per il mondo e ad alimentare la cultura personale, ma non a vestire abiti firmati o a comprare auto costosissime? Come è possibile che un detersivo per lavatrice venda il triplo di un altro detersivo praticamente identico? Cosa regola il comportamento sessuale degli uomini e delle donne e come incide sulle nostre scelte che apparentemente non hanno nulla a che vedere con la sessualità?

La memetica studia appunto quali siano le caratteristiche che favoriscono la propagazione delle idee e costituisce il terreno di studio ideale per comprendere il funzionamento della comunicazione dei media, della pubblicità, della politica, del comportamento sessuale, di molti fenomeni sociali.
I memi sono le idee contagiose che si trasmettono da mente a mente. I memi operano allo stesso modo dei geni biologici e i virus dei computer impiegando come veicoli di trasmissione i mezzi di comunicazione ed i contatti interpersonali tra esseri umani.
“non sono necessariamente le idee più utili,
più profonde, o più vere che tendono a propagarsi
con maggiore facilità”