Lectorium
Rosicrucianum – Scuola Internazionale della Rosacroce d’Oro
Via Montepaolo, 29
47013 Dovadola (Forlì)
Negli
anni 1920 Jan Leene (1896-1968) e suo fratello Zwier Wilhelm Leene
(1892-1938) sono i più importanti dirigenti dell’Associazione
Rosicruciana di Max Heindel in Olanda. L’esperienza spirituale che
oggi è citata come fondativa per il Lectorium Rosicrucianum risale
al 24 agosto 1924. Tuttavia i fratelli Leene e la signora Henny
Stok-Huyser (1902-1990), che si unisce a loro nel 1930, dichiarano
la loro indipendenza dalla Associazione Rosicruciana solo nel 1935,
fondando una Società Rosacrociana (Rozekruisers Genootschap). Dopo
la morte prematura del più anziano dei due fratelli Leene nel 1938,
Jan Leene e la signora Stok-Huyser – firmandosi con gli pseudonimi
di Jan van Rijckenborgh e Catharose de Petri – cominciano a
mettere per iscritto i loro insegnamenti, che prendono rapidamente
le caratteristiche di uno gnosticismo cristiano segnato
dall’ermetismo, dal movimento rosacrociano del XVII secolo e dalle
idee di Jacob Böhme (1575-1624) di cui van Rijckenborgh traduce
l’Aurora in olandese, partecipando pure alla fondazione di una
Società Jacob Böhme nel 1941.
Quando
i nazisti entrano in Olanda, il movimento è bandito. Le sue
proprietà sono confiscate, i templi demoliti, diversi membri
fucilati e i membri ebrei deportati. L’attività prosegue peraltro
nella clandestinità. Dopo la guerra, il movimento si riorganizza e
assume il nome di Lectorium Rosicrucianum nel 1945. Jan van
Rijckenborgh lancia un manifesto in cui fa appello a tutte le
correnti esoteriche, teosofiche, antroposofiche, massoniche e sufi,
che non ha però esito. I due fondatori, che si sentono molto legati
al catarismo, incontrano nel 1948 Antonin Gadal (1871-1962), uno dei
padri del risveglio cataro in Francia. Quando una branca del
Lectorium sarà creata in Francia, nel 1957, Gadal ne diventerà il
primo presidente. Nel frattempo, il Lectorium era penetrato dapprima
in Germania, una terra altrettanto legata al tema dei Rosacroce di
quanto il Sud della Francia lo fosse al ricordo cataro, quindi in un
buon numero di altri paesi.
Nel
1952 van Rijckenborgh lancia un “Nuovo appello”, in cui insiste
sulle esigenze del processo di trasmutazione alchemica per la
trasformazione della coscienza. I successi più notevoli sono venuti
dopo la morte di van Rijckenborgh (1968) e di Catharose de Petri
(1990), la cui opera è continuata da una direzione collegiale. Oggi
il Lectorium conta circa quindicimila aderenti, di cui
quattordicimila “studenti” e mille “membri” (i secondi si
preparano a divenire “studenti”), con una crescita regolare e
continua.
In
Italia la presenza risale al 1980 e il primo tempio è stato aperto
a Milano, seguito da Torino (1986), quindi Napoli, Roma, Bologna,
Bari, Oristano, Bolzano, Venezia, Chiavari, oltre alla sede
nazionale di Dovadola (Forlì). In Italia non vi è la divisione fra
“studenti” e “membri” e la cifra degli attuali aderenti –
circa seicento – comprende sia gli “studenti” (chiamati anche
“allievi”) sia coloro che in un itinerario di sei mesi si
preparano a diventare “studenti”. Per il pubblico esterno, il
Lectorium propone in Italia conferenze pubbliche e cicli di
introduzione e orientamento che preparano l’accesso alla Scuola.
Per gli “studenti” è organizzato un servizio di tempio mensile
nei centri locali e una “conferenza di rinnovamento” annuale a
Dovadola. Solo gli “studenti” detti “confermati”, dopo un
periodo da uno a due anni, si impegnano in uno stile di vita dove
l’“equilibrio della coscienza” è essenziale.
L’accento
è messo sulla scoperta di un cammino interiore, stimolato da un
insegnamento sui meccanismi della coscienza e da una proposta di
“vita sana ed equilibrata”, che propone la scelta vegetariana e
prevede l’astinenza dall’alcool e dalle droghe, favorendo – si
afferma – una “purificazione” fisica, mentale ed emozionale.
L’autonomia della coscienza implica una grande apertura al mondo e
insieme un atteggiamento di riserva nei confronti di tutti i
condizionamenti, sia quelli esterni dei media (in particolare della
televisione), sia quelli più sottili che possono derivare dal mondo
dei morti, con il rifiuto rigoroso delle pratiche occulte e dei
contatti con “maestri” invisibili.
Un
riferimento essenziale per comprendere il Lectorium è quello allo
gnosticismo nella sua forma dualista classica (con un’insistenza
sul catarismo e sull’ermetismo cristiano), che si tenta di
conciliare con la tradizione rosacrociana, che – come ha notato
Antoine Faivre – non è dualistica. C’è un’opposizione fra il
mondo divino (immutabile) e il nostro mondo terrestre (retto dalle
opposizioni). È in questo mondo “dialettico” che gli uomini
errano di incarnazione in incarnazione, passando dall’aspetto
materiale palese all’aspetto più sottile dell’aldilà (la
“sfera riflettitrice” che riempiamo delle nostre proiezioni
mentali), un mondo – quest’ultimo – cui il Lectorium nega
qualunque aspetto divino. Ma questa nozione di reincarnazione non si
riferisce in realtà all’uomo come “me” (da cui il rifiuto
delle teorie reincarnazioniste più consuete), ma solo all’uomo
vero, l’uomo microcosmo, chiamato a liberarsi di questa “ruota
della vita e della morte” per raggiungere – attraverso un
processo iniziatico di risveglio della coscienza originaria – il
mondo divino della Luce Originaria.
La
coscienza-“me” resta confinata a questo mondo terrestre (sia in
questa vita, sia nell’aldilà) e non potrà mai raggiungere
l’illuminazione. Il suo scopo è di consacrarsi alla
“resurrezione dell’anima originaria”, la scintilla divina che
è vestigia dell’uomo divino originario e che, nel cuore del
microcosmo umano, lo incita a ritrovare la sua origine (il “Regno
Divino che è dentro di voi”). Avendo dimenticato la loro
filiazione divina, i cosiddetti viventi che noi siamo, benché
legati a questo mondo duale e assurdo, sentono fortemente la
nostalgia del mondo originario perfetto: un “pre-ricordo” che dà
al cuore l’aspirazione a seguire un cammino di liberazione. La via
della “trasfigurazione” che il Lectorium presenta come soluzione
al problema umano rappresenta un processo in sette tappe principali,
che ha come scopo risvegliare la scintilla di luce nel cuore umano
(la “Rosa del cuore”). È un risveglio che provoca una
trasformazione progressiva della coscienza, che diventa capace di
comprendere le leggi del mondo di vita delle anime liberate e
permette al candidato di entrare, vivo, nel Regno del Padre.
Lo
schema, tipicamente gnostico, si organizza secondo un linguaggio e
modelli che derivano spesso dal catarismo. Il dualismo del Lectorium,
di ispirazione catara, non si ritrova solo nella cosmologia ma
ispira i comportamenti, perché sono anzitutto le azioni che
determinano l’ingresso in un processo di liberazione e la
trasformazione della coscienza, o che al contrario rinchiudono
l’uomo nel campo “dialettico”. Gli stessi principi si
applicano all’interpretazione esoterica proposta dal Lectorium
dell’uomo terrestere e del suo corpo in relazione all’uomo
microcosmo, e alla visione del futuro. Testi che parlano
dell’apparizione di un falso Cristo (dalla sfera riflettitrice) o
di una radicale trasformazione dell’atmosfera (con conseguenze
spirituali) hanno talora fatto rubricare, a torto, il Lectorium fra
i gruppi tecnicamente millenaristi o apocalittici. È opportuno
infatti precisare che numerosi testi dei fondatori, come quelli che
si riferiscono a Shamballa, all’Apocalisse o a date specifiche
sono interpretati dal Lectorium in modo simbolico, e che tutto è
comunque collegato al processo di trasformazione della coscienza che
porta alla “ricostruzione dell’anima originaria”. Il
simbolismo di una certa massoneria, che è collegato alla tradizione
rosacrociana del XVII secolo, e svariate correnti dell’esoterismo
occidentale hanno certamente influenzato il Lectorium Rosicrucianum,
ma lo gnosticismo e il catarismo rimangono i riferimenti essenziali
per questo movimento, che dichiara di volere operare nel solo campo
della realizzazione spirituale.
B.:
Fra le opere tradotte in italiano, tutte pubblicate da Lectorium
Rosicrucianum - Scuola Internazionale della Rosacroce d’Oro,
Milano, di Jan van Rijckenborgh: Insegnamento elementare della
Rosacroce (1983), Il mistero delle beatitudini (1983), Il mistero
della vita e della morte (1983; ristampa: 1997), L’uomo nuovo
(1989), La gnosi nella sua manifestazione attuale (1991), Il nuovo
segno (1992), Dei Gloria Intacta (1994); e di J. Van Rijckenborgh -
Catharose de Petri, La gnosi universale (1986), La fraternità di
Shamballa (1992).
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