Dunque, devo premettere una cosa: mi sto sforzando per fare un
lavoro che sia al massimo neutrale, che esponga i fatti in maniera
bilanciata, da “testimone imparziale”, cercando di non
mischiarlo con i miei pensieri personali, anche se in qualche
occasione mi sono sentito obbligato ad esprimere il mio parere.
Con
questo titolo “Il Processo Infame” mi si potrebbe accusare di
aver dichiarato innocenti i Templari ancor prima di aver esposto i
fatti, ebbene, lasciatemi dire una cosa: le accuse rivolte ai
Templari sono state viste e riviste, studiate, radiografate,
analizzate, confrontate con quelle di altri processi, sono state
fatte ipotesi… l’intero processo è stato rivisto milioni di
volte e le conclusioni che ne sono uscite fuori sono state sempre le
stesse: INNOCENTI.
Ci
sono stati anche studiosi che ne sostenevano la colpevolezza (ne
parlerò in seguito), ma di fronte all’evidenza anche loro alla
fine si sono schierati con gli “innocentisti”. Quindi vi dico
una cosa, se trovate scritto da qualche parte che i Templari sono
colpevoli vi trovate di fronte a un’idea di minoranza, visto che i
più grandi studiosi di storia della Terra hanno messo fuori
discussione ogni accusa rivolta contro questo antico
Ordine.
Tutta
la vicenda ha inizio nel 1305, quando un certo Esquieu De Floryan si
presentò al sovrano Filippo IV di Francia riferendo che un
Cavaliere Templare cacciato dall’Ordine che gli aveva raccontato le inaudite atrocità che venivano
compiute allì’interno dell’Ordine: si rinnegava Cristo
all’atto di essere accettati nell’Ordine, si sputava sulla
Croce, si praticava la sodomia e si adorava un idolo. Filippo aveva
una certa esperienza in lotte contro la Chiesa grazie anche al suo
scaltro consigliere: Guglielmo di Nogaret che aveva già arrecato
gran danno alla Chiesa con lo “schiaffo di Anagni” a Bonifacio VIII, il quale non trovò pace neanche nella morte:
Nogaret fece riesumare il cadavere e lo processò per eresia,
accusandolo di una serie di crimini che solo la fantasia di un
visionario poteva cacciare fuori, sentite qua: simonia, raggiri,
assassinio del suo predecessore, magia e ateismo professo.
De
Floryan alla fine riuscì ad incontrarsi con Nogaret che percepì
immediatamente quanto quelle informazioni che gli venivano date
fossero ad alto potenziale esplosivo. Ormai era specializzato a
saccheggiare beni ecclesiastici e annientare un Ordine per il vile
denaro non lo preoccupava minimamente. Inoltre aveva forse un motivo
in più per agire contro i Templari: i Cavalieri avevano denunciato
all’Inquisizione come cataro suo nonno che era stato così
bruciato sul rogo… forse aveva anche una certa voglia di vendetta.
Certo
però che, come fa un uomo scomunicato da TRE Papi (Nogaret)
ad accusare qualcun altro di eresia? Mah, misteri…
Per
il momento però aveva in mano ben poco per accusare un intero
Ordine, aveva soltanto le affermazioni di un pregiudicato, un
testimone quindi abbastanza inattendibile, per giunta anche espulso
dall’Ordine. Un po’ pochino…
Si
potevano andare a ricercare i Cavalieri cacciati dall’Ordine
(nelle ricerche, anche bibliografiche, i collaboratori di Nogaret
erano maestri!) che sarebbero stai più che contenti di
sottoscrivere qualsiasi cosa in cambio della libertà e di un po’
di denaro, ma Nogaret era troppo scaltro, sapeva che simili
testimonianze sarebbero state troppo inverosimili per giustificare
l’arresto di più di mille cavalieri.
C’era
soltanto una soluzione per ottenere prove sicure ed
innegabili della colpevolezza dell’Ordine: TUTTI i Templari
dovevano essere sottoposti a tortura e dovevano essere costretti a
firmare le deposizioni con il riconoscimento della loro
colpevolezza.
Devo
ricordare una cosa: l’Ordine Templare godeva del massimo
rispetto delle popolazioni dei vari Stati, in più all’interno
dell’Ordine c’erano molti figli di nobili: un’azione contro
i Templari, senza i dovuti OTTIMI motivi si sarebbe trasformata per
chiunque in una disfatta completa, avrebbe attirato contro di se
l’odio delle masse, l’odio dei nobili, degli altri sovrani
Europei e della Chiesa, che sarebbe potuta arrivare anche ad
indire una Crociata contro l’accusatore dei Templari, con conseguenze
più che ovvie: l’annientamento.
Quindi
se il Re di Francia si fosse azzardato ad incolpare ed arrestare i
Templari per futili ragioni molto probabilmente avrebbe fatto una
gran brutta fine!
In questo contesto entra in gioco l’astuzia di Nogaret che per la
prima volta nella storia (penso) percepì l’importanza
dell’opinione pubblica: riporto fedelmente una parte del libro
“I personaggi della storia medievale”: Come osservò Gaetano
Salvemini in tempi non sospetti (uno storico che riprese la
questione Templare nei primi anni del ‘900) a proposito della
campagna d’opinione orchestrata da Nogaret contro il Tempio,
tacciato dalle colpe più incredibili con “un cumulo di accuse
calunniose, ridicole, assurde”, il ministro di Filippo il Bello
aveva compreso “meravigliosamente l’infantile psicologia
popolare” e che “al popolo, questo eterno fanciullone, bisogna
raccontarle proprio grosse perché la beva più facilmente”.
Devo
dire anche un’altra cosetta: Filippo IV molto probabilmente aveva
visto il tesoro dei Templari e quindi sapeva pressappoco le grandi
quantità di ricchezze da loro possedute.
Il
14 settembre 1307 venne deliberato l’arresto dei Templari e
già il 22 dello stesso mese giungevano ai procuratori del Regno i
decreti che ordinavano di tenersi pronti con tutti gli uomini in
armi per l’alba del 13 Ottobre.
I
decreti prevedevano che, dopo l’arresto, bisognava stabilire la
verità ad ogni costo, anche ricorrendo alla tortura; a chi
rilasciava le confessioni sul verbale andava promessa la piena
assoluzione (!!!), coloro che negavano andavano minacciati di morte.
Questo è incredibile! Come poteva il Re promettere l’assoluzione
ai peccatori e viceversa minacciare di morte chi non confessava?
Questo
è uno stupro del Diritto,
in nessuna parte del Mondo, in nessuna epoca in nessuna ideologia o
cultura è mai stata permessa una simile cosa!
Come
a dire: “non ce ne importa niente se i Templari sono o no
colpevoli di eresia, vogliamo solo la dichiarazione firmata”! Ma
è assolutamente incredibile! Ve ne rendete conto da soli no?
Il
13 Ottobre comunque l’azione fu fatta e in una volta sola
furono imprigionati tutti i Templari di Francia, persino
i rappresentanti del Tempio presso la Curia pontificia. Vennero
presi all’alba, in un agguato assolutamente inaspettato. Le accuse
che gli venivano rivolte contro sembravano impossibili e
assolutamente inaspettate, anche per questo i Templari non
reagirono, visto che avevano la coscienza pulita e erano sicuri che
tutto si sarebbe risolto subito e che si sarebbe chiarito
l’equivoco. La loro fede era indistruttibile, purtroppo non
sapevano, invece, che quella stessa Chiesa che loro tanto adoravano
(guidata però da un uomo debole e prigioniero del Re di Francia) e
di cui si fidavano l’avrebbe lasciati in pasto ad un Re bramoso di
denaro.
I
Templari furono imprigionati nelle loro stesse fortezze e
interrogati dai carnefici del Re.
Fu
presentata ai Templari una lunga lista di misfatti che da tempo
sarebbero stati abituali nell’Ordine. A chi confessava veniva
promessa la libertà, il perdono e una pensione ordinaria attinta
dai beni dell’Ordine !. Si doveva soltanto adempiere
alla piccolissima formalità di sottoscrivere le proprie
affermazioni di colpevolezza sotto giuramento. Chi invece si
intestardiva col negare le accuse veniva invece messo alla ruota,
una, due, tre volte al giorno, finché non confessava ….. o
moriva. Non tutti ce la fecero a sopportare le torture e molti
firmarono i documenti con le mani insanguinate.
A
proposito, devo elencare i capi d’accusa! I più importanti
furono: aver rinnegato Cristo, aver sputato sulla Croce, sodomia e
idolatria.
La
storia ci conferma senza ombra di dubbio che l’aver rinnegato
Cristo e aver sputato sulla Croce sono due accuse altamente
insostenibili! I Templari fatti prigionieri durante le Crociate
spesso si rifiutavano di rinnegare il Redentore per avere salva la
vita! Furono massacrati senza pietà dai musulmani che per
loro non si aspettavano mai di ricevere un riscatto! Anche allora
avrebbe dovuto impressionare il fatto che qualche anno prima a San
Giovanni d’Acri furono uccisi circa 150 Templari che morirono per
salvare la vita agli altri Crociati fungendo da retroguardia, ma
anche per quel Cristo che ora li si accusava di rinnegare!
Per non parlare di tutti gli anni in cui combatterono in TerraSanta
insieme ai Crociati, lasciando sul campo migliaia di uomini, per
difendere il nome di Dio. Come si può accusarli di rinnegarlo?
Avrebbero sacrificato tante vite per cosa?
Anche
la sodomia è una pura invenzione, come l’idolo, di cui
stranamente Nogaret non presentò nessuna prova al Processo, perché?
Si poteva far sfuggire una prova tanto schiacciante?
La domanda però sorge spontanea: se i Templari erano colpevoli,
come avevano fatto a celare per ben due secoli (stando gomito a
gomito con l’intera società,
di cui avevano costituito parte eminente, presenti nelle maggiori
solennità) quegli orribili misfatti? Come avevano fatto a tenere
nascosta la loro “diversità” rispetto alla restante popolazione
cristiana? Anche a questi legittimi interrogativi le accuse mosse al
Tempio avevano pronta risposta: I Milites Christi erano
un’associazione segreta, i cui adepti erano tenuti, a cosato della
vita, a conservare il più assoluto silenzio sulle pratiche occulte
e sulla dottrina esoterica dell’Ordine. Non solo, ma tutto il
rituale veniva coperto con misure di sicurezza; infatti erano
ammessi soltanto i “fratelli” e le porte dei locali dove
avvenivano le iniziazioni e gli avanzamenti di grado erano serrate e
sorvegliate in modo che nessuno potesse entrare, scorgere o sentire
qualcosa; allo stesso scopo sul tetto erano poste delle sentinelle.
E’ facile intuire come tale segretezza ispiri le fantasie
più incredibili, fantasie che si trasformarono in accuse durante il
processo: in quei riti (a cui nessuno poteva assistere tranne che i
Templari come ho appena detto) vennero inserite tutte le eresie e i
reati possibili di quel tempo.
Devo
ricordare ancora una volta (non mi stancherò mai) che
l’Inquisizione interrogò i Templari DOPO che questi erano stati
“preparati” dalla regia polizia e DOPO che furono
costretti a confessare le loro colpe sotto giuramento e soprattutto
sotto tortura! Gli esiti delle inchieste preliminari furono poi
usati dal procedimento ecclesiastico, che si trovò di fronte ad
ammissioni di colpevolezza. L’unica colpa dei Tribunali
ecclesiastici è che non tennero in considerazione i modi brutali
con cui quelle confessioni erano state estorte.
Il
22 Novembre il Papa emanò il fatale decreto, sollecitava tutti i
principi Cristiani ad arrestare i Templari. Nei vari Stati
d’Europa ci furono varie risposte, ma soltanto in Aragona e in
Italia i Templari furono perseguitati come in Francia, negli altri
Stati furono trattati degnamente e prosciolti da ogni accusa.
A
questo punto vengono ascoltati i Templari e le
loro confessioni sono delle più commoventi.
Devo premettere che le dichiarazioni dei Templari in aula furono
tutte registrate e quindi sono originali! Come adesso anche a quei
tempi le dichiarazioni venivano messe agli atti, quindi venivano
accuratamente conservate.
Inizialmente
fu interrogato il Gran Maestro, Giacomo de Molay che alle accuse di
sodomia rispose molto alterato che persino quei pagani dei saraceni
avrebbero punito quella colpa decapitando il reo, tanto più dunque
cose simili erano proibite nell’Ordine! Molay cercò di
difendersi come meglio poteva, ma sapeva che in quel campo non
reggeva il confronto con i dottori della legge, sentiva che quei
giuristi non potevano capire i sentimenti e l’animo di un
cavaliere, era impossibile che si rendessero conto del fatto che un
uomo d’onore mai avrebbe potuto neppur minimamente tollerare un
comportamento tanto infame come quello che si andava a rimproverare
all’Ordine!
E’
emblematica una sua frase registrata: “Saprei bene come trattar
Voi, se non foste ciò che siete”, che dice tutto.
Il
giorno dopo fu interrogato Ponsard de Gisy, (cui era affidata
la casa madre dell’Ordine, Payens) che disse con enfasi: ”Abbiamo
confessato sotto tortura!”. Riferì inoltre che a Parigi trentasei
templari erano morti sotto tortura e molti in altri modi.
Continuò il suo discorso dicendo: “Mi hanno legato le mani
dietro la schiena in un modo tale che il sangue mi sprizzava fuori
dalle unghie Poi così legato mi hanno gettato in un pozzo per circa
un’ora”, come poi disse avrebbe preferito la morte che
continuare a sopportare quei supplizi, aberrante!
Lo
stesso giorno fu interrogato Aymon de Porbone che descrisse anche
lui le torture alle quali fu sottoposto dagli aguzzini del Re per
farlo confessare, gli versavano acqua in bocca con un imbuto, per
intere settimane era stato lasciato a pane e acqua, dichiarò: “Non
dirò nulla fintanto che mi si tiene in carcere”.
Importante
è dire che i Templari continuavano a chiedere i sacramenti della
Chiesa nonostante tutto! Addirittura gli studi che sono stati
fatti nelle carceri dove vennero tenuti i Templari hanno rivelato
la presenza di innumerevoli croci disegnate sulla malta. Una
prova della grande venerazione che veniva tributata al segno della
redenzione, anche in catene e dietro persecuzione.
Comunque
l’accusa riuscì ad accumulare una serie di prove sulla
colpevolezza dell’Ordine da presentare al Concilio di Vienne,
in cui si doveva discutere sui Templari, organizzato dal Papa in
tutta fretta… perché in tutta fretta? Ma è semplice, Filippo
aveva raccolto abbastanza deposizioni e prove, ma anche le difese
dall’estero si iniziavano a fare pesanti… è il caso di
citarne qualcuna:
Dei
Templari inglesi nessuno ammise le colpe, il Priore generale
d’Inghilterra, William de la Moore, si rifiutò di ammettere ogni
accusa, né lusinghe, né minacce lo indussero a cedere, morì in
carcere. Questo anche perché i veri maestri della tortura erano i
francesi…
Anche
l’indagine condotta a Cipro è da esempio: nella centrale
dell’Ordine erano rappresentati tutti i Paesi, c’erano 38
francesi, 4 inglesi, 2 tedeschi, 8 italiani e 7 aragonesi e tutti
si dichiararono innocenti! Respinsero le accuse con indignazione
e rifiutavano di credere al tradimento di Molay.
Anche
tutti i membri dei Conventi di maggior reputazione, laici, religiosi
autorevoli, addirittura oppositori politici dei Templari ciprioti
proclamarono la piena innocenza dei Templari. Tra i testimoni più
autorevoli c’era l’anziano Arcivescovo Roberto di Beirut che
dichiarò: “Per 40 anni ho intrattenuto rapporti con i
Templari, non saprei riferire nulla di male sul loro conto. Credo
totalmente alla loro Fede nei Sacramenti, avendo assai spesso
impartito loro la Comunione ho visto con quanta umiltà si
avvicinavano all’altare”
In
Germania l’Inchiesta ebbe lo stesso esito negativo, il Precettore
della Germania meridionale, Friedrich di Savoia, assicurò d’aver
vissuto al lungo col Gran Maestro e di non averlo mai visto compiere
atti contrari alla morale. Molay era un buon Cristiano, il migliore
che si poteva incontrare.
Queste
deposizioni dall’estero fanno capire ancora di più l’innocenza
dei Templari, liberi dagli aguzzini del Re di Francia poterono
esprimersi liberamente e anche altre persone poterono esprimere
liberamente il loro pensiero sui Templari: innocenti.
Il
Papa però non tenne conto di queste affermazioni e deposizioni
raccolte, anzi, reagiva con crescente irritazione, ordinò che gli
interrogatori venissero ripetuti, se necessario intensificando la
tortura!!!
Comunque
dichiarare eretico l’Ordine era ormai impossibile, le
ripercussioni per la Chiesa e per il Re di Francia sarebbero state DEVASTANTI!
Il
Papa allora ebbe l’idea (forse sotto consiglio di Nogaret, anzi,
quasi sicuramente) illuminante di SOSPENDERE l’Ordine per
via amministrativa, Clemente come Papa ne aveva l’autorità.
Un’affermazione del Papa (scritta) ci da le indicazioni importanti
per capire questa sua […non trovo l’aggettivo…] decisione: “Se
non si può abolire l’Ordine con una condanna, bisognerà allora
sopprimerlo per via amministrativa, ché il nostro amato figlio, il
Re di Francia, non ne abbia scandalo (ne scandalizatur carus filius
noster rex Franciae)”.
Naufragata
la possibilità di condannare l’Ordine, usò il Concilio di Vienne
da lui organizzato per far valere i poteri burocratici che aveva,
per “non recar danno al caro figliuolo il Re di Francia”, il
poveretto poteva fare una brutta figura di fronte al mondo, quindi
per salvargli la faccia bisognava annientare un intero Ordine… ma
che ingiustizia!
Il
3 Aprile 1312 fu resa pubblica la Bolla “Vox in excelso”
ed il Papa pronunciò le cruciali parole:
“In
considerazione della cattiva reputazione che grava sui Templari, del
sospetto e delle accuse che sussistono a loro carico; in
considerazione della cerimonia segreta di ammissione in
quest’Ordine, della condotta perversa e irreligiosa di molti suoi
membri; in considerazione del giuramento di non rivelare nulla a
proposito della cerimonia d’ammissione, e di non uscire
dall’Ordine; in considerazione dello scandalo, ormai non più
sanabile (assurdo!); in considerazione dell’eresia a cui sono
esposte la Fede e le anime, dei terribili misfatti commessi da un
gran numero di membri dell’Ordine; in considerazione del fatto che
Santa Romana Chiesa soppresse in passato, per motivi ben più lievi
(adesso rivanga anche il passato!!! Esagerando un bel po’.
Naturalmente sotto l’influsso di Filippo il Bello…) altri
celebrati Ordini, Noi, non contravvenendo alle regole della
Cavalleria e non senza intima sofferenza, non in virtù d’una
sentenza giudiziaria ma ex autoritate apostolica, sopprimiamo
l’Ordine suddetto con tutte le sue istituzioni”.
Quindi
una della cause della soppressione dell’Ordine fu che se li avesse
proclamati innocenti e ne avesse permesso la continuazione delle
attività Filippo avrebbe fatto una brutta figura… per uno
scandalo di un Re ingiusto andava sacrificato un intero Ordine …
A
questa Bolla ne fece subito seguito un’altra: “Ad providam
Christi Vicarii” che concerneva la destinazione dei beni.
Clemente assegnò ai Gerosolimitani le proprietà dell’Ordine dei
Templari. Visto che ci si trovava in argomento però, i ministri di
Filippo il Bello si fecero avanti e presentarono un conto assurdo ai
Gerosolimitani per le spese sostenute per il mantenimento di
Templari durante la reclusione. Dopo un po’ di contrattazioni i
Gerosolimitani riuscirono ad abbassare il prezzo a un milione di
lire torinesi che era una cifra assurda! Molto più alta del
valore dei beni che i Gerosolimitani avevano incassato, tra cui
castelli e terre, anche se quest’ultime furono prese soltanto per
una piccola percentuale, il resto fu “saccheggiato” da re,
principi e nobili. In pratica i Gerosolimitani uscirono molto
impoveriti con questa donazione.
L’unico
che amministrò in modo degno le proprietà dei Templari fu il Re
Diniz del Portogallo. Il 5 maggio 1319 fondò l’Ordine di Cristo,
cui assegnò intatte tutte le proprietà dei Templari che fino
ad allora amministrò decentemente.
Comunque
Clemente non poteva fondare un nuovo Ordine, anche perché Filippo,
avido di potere e di denaro come era, avrebbe sicuramente chiesto di
ricoprire la carica di Gran Maestro… già si faceva chiamare
Vescovo di Francia, figuratevi un po’!
Le
decisioni del Papa per i Templari furono: coloro che erano stati
giudicati innocenti dovevano esser mantenuti con i beni
dell’Ordine e
potevano vivere nelle loro case o in monasteri, purché non troppi
nella medesima casa; coloro che non si erano pentiti o i recidivi
andavano severamente puniti e coloro che nonostante le torture
continuavano a non confessare dovevano essere giudicati secondo il
diritto canonico; i fuggiaschi dovevano presentarsi alle autorità
entro un anno.
Quindi
l’Ordine fu soppresso, restava però il Processo ai singoli
imputati di eresia e ai massimi esponenti dell’Ordine che
continuavano a marcire in prigione. Neanche ora il Papa si fece
avanti, almeno comparendo al Processo.
Lasciò,
come al solito, emettere la sentenza ad una commissione che avrebbe
dovuto fare le sue veci. Ci si riunì di nuovo a Parigi. La
Commissione (presieduta da Marigny…) rilesse nuovamente i capi
d’accusa ai Cavalieri presenti che, torno a dire, erano quelli che
coraggiosamente si erano presentati a Parigi per difendere
l’Ordine. Questa volta non ci fu difesa, i Cavalieri vennero
condannati al carcere a vita.
In
questo frangente Molay disse una frase storica:
“Alla
soglia della morte, dove anche la minima delle menzogne è fatale
(si riferisce al rischio di non poter ascendere al Paradiso),
confesso chiamando il cielo e la terra a testimoni, che ho commesso
peccato gravissimo a danno mio e dei miei, e che mi sono reso
colpevole della terribile morte, perché per salvarmi la vita e
sfuggire ai troppi tormenti, e soprattutto allettato dalle parole
lusinghiere del Re e del Papa, ho testimoniato contro me stesso e
contro il mio Ordine. Ora invece, sebbene sappia quale destino mi
attende, non voglio aggiungere altre menzogne a quelle già dette e,
nel dichiarare che l’Ordine fu sempre ortodosso e mondo d’ogni
macchia, rinuncio di buon grado alla vita”.
Con
questo praticamente volle pagare a carissimo prezzo la sua
“colpa” di aver riconosciuto inizialmente i capi d’accusa
contro l’Ordine… sotto tortura però ricordo.
Fu
un Martire della verità. Rinunciò alla vita, pur di dire la
verità!
Filippo
non aspettò un momento, il 18 Maggio pronunciò la sentenza di
morte e lo stesso giorno gli alti dignitari dell’Ordine furono
bruciati vivi sull’isolotto di
Pont Neuf,
sella Senna, alle spalle di Notre Dame. Per lo spettacolo si
radunò una folla sterminata.
Dai
documenti che registrano le ultime parole del Gran Maestro si
legge che l’ultima cosa che disse fu l’esortazione al boia di
allentare un po’ le catene, per giungere le mani in preghiera.
Non
credete quindi a chi dice che il Gran Maestro lanciò la maledizione
su Filippo il Bello e Papa Clemente V. E’ una delle tante
leggende nate dopo la soppressione dell’Ordine: Molay, da ottimo
Cristiano, si guardava bene da non maledire nessuno e questa
ipotetica maledizione carica d’odio mal si lega al fatto che
chiese di allentare le catene per poter giungere la mani in
preghiera… Molay non pensava alla vendetta in quel momento, ma
soltanto alle sue colpe. Come ho detto dopo la morte del Gran
Maestro sono nate un vespaio di leggende che di verità ne hanno ben
poca, si dice per esempio che il mantello del Gran Maestro non venne
consumato dalle fiamme durante il rogo, e questa è la meno
strampalata che ho sentito.
Comunque ci furono molti accadimenti che alimentarono la leggenda
della maledizione di Molay, casualità che però il popolo assegnò
alla mano vendicatrice di Dio; anche perché era chiaro a
tutti che il Processo fu una farsa e che la soppressione
dell’Ordine era dovuta soltanto all’avidità del Re…. questo
non lo dico io, ma si trova scritto in molti articoli dei cronisti
dell’epoca, tranne francesi naturalmente!
Fatto sta che Clemente V morì il 20 Aprile, Filippo il Bello lo
seguì il 29 Novembre e poco dopo morì anche Nogaret in un
incidente di caccia. Anche Dante parla di questa leggenda della
maledizione di Molay: “Il gigante che delinque (la Francia
ndFabio) […] Lì si vedrà il duol che sovra Senna / induce
falseggiando la moneta / quel che morrà di colpo di cotenna (Nogaret
ndFabio)” (Par., XIX, 118-120).
Trovò la morte anche un altro persecutore del Tempio: Enguerran de
Marigny, fu impiccato l’anno seguente.
In più si aprì per la Francia una lunga epoca di carestie,
pestilenze (la morte nera, la peste del ‘300!), invasioni
straniere (gli inglesi), guerre intestine (contro la Borgogna,
alleata degli inglesi) che sembrarono spezzare sul nascere lo Stato
accentratore, a cui Filippo aveva dedicato la vita e in nome del
quale aveva perpetrato tanti crimini, primo fra tutti proprio la
soppressione del Tempio. Il Beaussant (poi fu detto) comparve a
fianco di Giovanna d’Arco all’inizio della sua missione
redentrice, ma secondo altre teorie sarebbero stati segreti
cavalieri Templari (alleati con gli inglesi contro la Francia) a far
giungere nelle mani degli inglesi l’ispiratrice della riscossa dei
Gigli d’oro (simbolo del sovrano di Francia).
Ecco, simili catastrofi e morti, legati all’ingiustizia del
processo, non poterono che far nascere leggende sull’ipotetica
maledizione dell’ultimo Gran Maestro.
E’
difficile calcolare l’entità dei danni religiosi e culturali
causati dalla soppressione dell’Ordine; lo scandalo del processo,
le confessioni dei Cavalieri (sotto tortura!), la debolezza del
Papa, lo schieramento di un subdolo Re contro un Ordine Monastico,
minarono le basi della società stessa, gli alti ideali
Medioevali come la cavalleria, il senso dell’onore, la disciplina,
il valore, la cortesia, la religiosità vennero messi in
discussione. Non fu cosa da poco!
Anche
la Francia avrebbe tratto più vantaggi dalla sopravvivenza
dell’Ordine che dalla sua soppressione. L’esempio è il
Portogallo: i Cavalieri di Cristo che avevano ricevuto tutto il
patrimonio dei Templari portoghesi contribuirono non poco allo
sviluppo del Paese, con le loro navi e i loro ideali, contribuendo
alla nascita di una potenza marinara mondiale. La Francia aveva nei
suoi confini molte province dell’Ordine assai più potenti di
quelle del Portogallo! Si potevano per esempio sfruttare i Templari
per porre fine alle scorribande dei Saraceni che rovinavano i
traffici francesi con l’oriente (oddio! Sto pensando come il
peggiore dei mercanti avidi di denaro e pronti a tutto!… quasi
come quelli che iniziavano a comparire nel ‘400…mmm).
Il
Re di Francia avrebbe dovuto anche ricordarsi che i suoi antenati
dovevano la vita ai Templari! San Luigi e tutti i suoi
crociati che sopravvissero al massacro, caddero in mano ai musulmani
che chiesero un riscatto… chi lo pagò? La Francia? No, i
Templari!
Anche
Luigi VII ed il suo esercito furono aiutati dai Templari, che li
guidarono nelle zone impervie, inospitali, dove non conoscendo i
sentieri giusti si poteva morire di sete, tornò molto utile
l’esperienza dei Templari in fatto di guerriglia con i musulmani.
Filippo
ed i suoi ministri si ingannavano quando pensavano che il Tempio
valesse più della lealtà dell’Ordine! Il loro amore
per la patria d’origine si riconosceva in ogni loro azione.
Parlando molto meschinamente la Francia poteva sfruttare i Templari
in modo molto più proficuo, come fecero i Re tedeschi con i
Cavalieri Teutonici nelle conquiste ad Est e i Re Spagnoli contro i
musulmani nella penisola iberica.
Alla
luce di tutto questo penso che la Chiesa abbia il DOVERE morale di
rivedere il processo e di riabilitare i Templari. Il processo fu
un’ingiustizia ed era fin troppo chiaro che l’Ordine era
innocente.
Una
revisione è tutt’altro che impossibile! Il caso di Giovanna
d’Arco può essere preso ad esempio: Giovanna confessò anche
se non fu sottoposta a tortura (non che io voglia dire che fu
colpevole di eresia, per l’amor del cielo!), la Francia chiese di
ottenere la riabilitazione della propria eroina nazionale e
l’ottenne! (sciovinismo a parte…). La Chiesa francese e il
Sant’Uffizio (erede dell’Inquisizione), ma anche la Chiesa
romana e gli Ordini di Malta e di Cristo dovrebbero avere interesse
a lavare l’onta e riabilitare l’Ordine, abrogando la Bolla di
Celestino V e annullando il Processo.
Pio
VII abrogò il decreto di Clemente XIV e restaurò l’Ordine dei
Gesuiti! Giovanni Paolo II potrebbe annullare l’ingiusto verdetto
di Clemente V e revocare la proibizione di rifondare l’Ordine
Templare, anche nell’interesse della Chiesa che ne uscirebbe
sicuramente più popolare, perché aggiungerebbe un’opera di
Giustizia alle già tante opere di carità e assistenza che svolge.
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