Il
Bon delle origini
Con il termine Bon (a volte traslitterato Pon) ci si riferisce a
quel complesso universo spirituale preesistente all'arrivo in Tibet
del Buddhismo. Sfortunatamente ancora oggi non si hanno elementi
certi per poter conoscere con esattezza quali fossero gli effettivi
elementi cultuali e spirituali dell'antica religione tibetana. Si
possono solo avanzare delle ipotesi più o meno fondate e che, in
linea di massima, concordano nel parlare di una religione della
natura, una sorta di animismo magico incentrato sulla figura di un
sacerdote psicopompo il cui compito principale era quello di
eseguire rituali e pratiche divinatorie. Questi sacerdoti, i più
importanti dei quali ricoprivano anche cariche politiche, erano
considerati in grado di dominare le misteriose energie del mondo
naturale e di penetrarne i segreti attraverso poteri che venivano
loro da profonde conoscenze esoteriche. I sacerdoti bon-po avevano
inoltre il compito di proteggere il monarca e l'intera comunità dei
fedeli dall'azione di quelle forze negative che si riteneva fossero
la causa prima di malattie, calamità naturali, morte, etc. Uno dei
poteri che la gente attribuiva ai bon-po era quello di volare nel
cielo a cavallo del loro tamburo rituale e questo aspetto ha indotto
qualche studioso a considerare il Bon una delle tante ramificazioni
dello sciamanesimo asiatico mentre altri ritengono che i sacerdoti
bon-po fossero più dei sacrificatori ed esorcisti che non degli
sciamani. E infatti l’attività principale dei sacerdoti
dell’antica religione tibetana era proprio quella di celebrare un
notevole numero di sacrifici animali (c’è chi afferma che in
epoca remota fossero previsti in casi eccezionali anche sacrifici
umani) che servivano a placare la collera delle numerose divinità,
ognuna delle quali presiedeva a un settore del mondo naturale. Dal
momento che con le loro quotidiane attività lavorative gli uomini
provocavano la collera di questi dei, che poteva essere placata
ricorrendo appunto a dei sacrifici, a delle pratiche di magia e a
degli esorcismi in cui sembra i sacerdoti bon-po fossero
particolarmente esperti.
Il luogo di origine del Bon è ancora oggi oscuro. Alcuni tibetologi
considerano la regione di Shang Shung come il luogo da cui arrivò
in Tibet il Bon antico. Gli studi più recenti tendono a localizzare
il regno di Shang Shung lungo l'arco di un ampio territorio compreso
tra la zona di Gilgit a occidente, il lago di Namtso a oriente, il
Kotan a nord e il Mustang a sud. Ricordi di questo passato remoto
del Bon sono presenti in alcuni testi scritti in una lingua
misteriosa, quella di Shang-Shung appunto, che probabilmente può
essere considerata facente parte del gruppo tibeto-burmese. Anche se
non esistono prove certe riguardo all'esistenza effettiva di questo
regno le notizie tramandate dai racconti tradizionali sono piuttosto
precise. La capitale sarebbe stata un luogo chiamato Il Palazzo
d'Argento della Valle di Garuda (Kyunglung Ngulkhar) dove avrebbe
regnato una dinastia di sovrani il cui potere terminò nell'ottavo
secolo con l'assassinio del re Ligmirya e la conseguente annessione
al Tibet dove la religione e la cultura di Shang-Shung divennero
maggioritarie nel Paese delle Nevi, sia a corte sia tra il popolo,
fino all’arrivo del Buddhismo nel 7° secolo d.C..
Il Bon riformato
Non si conosce cosa sia accaduto al Bon nel periodo compreso tra il
nono e l'undicesimo secolo. Sappiamo solo che la sua rinascita
inizia nel 1017 quando un certo numero di importanti testi religiosi
vengono scoperti da un maestro chiamato Shenchen Luga. Grazie
all'opera di questo lama, la tradizione Bon riemerge nella forma di
quella religione organizzata che è giunta sino ai giorni nostri. Si
tratta del cosiddetto Bon riformato che ha preservato alcuni
elementi dell'antica religione e nello stesso tempo ha assorbito
diversi aspetti del Buddhismo. L’influenza buddhista sembra essere
stata così forte che secondo alcuni studiosi il Bon riformato può
considerarsi quasi una sorta di scuola eterodossa del Buddhismo.
Infatti dalla scelta terminologica agli abiti dei monaci,
dall'architettura dei monasteri ai canoni generali dell'arte sacra
(per un profano è quasi impossibile capire se si sta visitando un
gompa buddhista o bon-po tanto sono simili gli altari, le tanka, i
troni degli abati etc.), dalle tecniche meditative ai rituali le
similitudini sono così numerose e profonde che solo un esame
approfondito può mostrare le differenze e le diversità che pure
esistono. Ad esempio la vita di, Tonpa Shenrab chiamato anche
Shenrab Mibo, che è considerato il fondatore del Bon sembra essere
una sorta di sintesi tra quella del Buddha e quella di Padmasambhava.
Tonpa Shenrab è un personaggio del quale fino ad oggi non è stata
accertata con sicurezza l'esistenza storica ma la cui vita è
narrata in importanti biografie: Dodu (L'epitome dell'aforisma),
Zermik (L'occhio penetrante), Zhiji (Il Glorioso). Secondo queste
fonti Tonpa nacque da una famiglia reale nel palazzo di Barpo Sogye.
Si sposò in giovane età ed ebbe dei bambini. Poco più che
trentenne abbandonò la famiglia per dedicarsi al cammino spirituale
e trascorse la rimanente parte della sua esistenza ( morì a 82
anni) a diffondere il Bon. Compì un solo viaggio in Tibet e, pur
trovando il paese del tutto impreparato ad accogliere la sua
dottrina, vi trasmise numerosi e importanti insegnamenti spirituali.
L'ostacolo principale alla diffusione del Bon era rappresentato da
demoni, spiriti della terra e geni delle acque che si opponevano
fermamente alla predicazione di Shenrab Mibo. Questi però riuscì a
domarli grazie alla forza dei suoi poteri magici e, prima di
lasciare il Tibet, il maestro profetizzò che la sua religione
sarebbe un giorno fiorita sul Tetto del Mondo.
Dunque nel 1017 inizia la nuova diffusione del Bon in Tibet con
Shenchen Luga che ebbe un gran numero di discepoli. Il suo lavoro
diede molti e buoni frutti consentendo così al Bon di riprendere a
fiorire un po' in tutto il Tibet ma con particolare vigore nelle
regioni del Kham e dell'Amdo. Certo questa tradizione rimase
ampiamente minoritaria in un paese ormai quasi del tutto convertito
al Buddhismo, ma i suoi insegnamenti non erano scomparsi e potevano
liberamente convivere con quelli del Buddha. I tre allievi
principali di Shenchen Luga diedero vita ad altrettanti lignaggi Bon
che sono continuati fino ad oggi. Druchen Namkha Yungdrung, il primo
di questi allievi, si dedicò soprattutto agli studi metafisici e
cosmologici e un suo studente fondò il monastero di Yeru Bensakha
che, fino al 1386 quando fu distrutto da una alluvione e non più
ricostruito, era il principale centro di studi bon. Il secondo
allievo, Zhuye Legpo, ricevette da Shenchen Luga l'incarico di
trasmettere gli insegnamenti più complessi della dottrina e fondò
il monastero di Kyikhar Rizhing che in breve divenne famoso per la
preparazione dei suoi monaci. La trasmissione degli aspetti tantrici
del Bon venne affidata al terzo allievo, Paton Palchog, che li
diffuse dapprima nel Tibet centrale e in seguito nel Kham. Parlando
della rinascita Bon non deve essere dimenticata un'altra grande
figura di questa tradizione, Meukhepa Palchen che edificò il
monastero di Zangri rinomato per la qualità dei suoi studi
filosofici.
All'inizio del quindicesimo secolo un forte impulso allo studio e
alla pratica delle dottrine bon-po venne dato dalla fondazione, ad
opera del maestro Nyamed Sherab Gyaltshan (1356-1415), del monastero
di Menri che rimase, insieme a Zangri e Kyikhar Rizhing, il maggior
centro bon-po fino al 1959. Nel 1834, non lontano da Menri, venne
costruito il gompa di Yundrung Ling e poco dopo, sempre nella stessa
zona, quello di Kharna. Il diciannovesimo secolo e i primi decenni
del ventesimo videro un ulteriore incremento della tradizione Bon.
Praticamente in tutto il Tibet, con l'eccezione della regione di U,
erano attivi e operanti monasteri bon-po. E quando l'invasione
cinese si abbattè sul Tetto del Mondo si contavano più di
trecentotrenta gompa appartenenti all'antica tradizione
pre-buddhista.
Nel Bon, come del resto anche nel Buddhismo vajrayana, l'elemento
filosofico e speculativo si intreccia con una visione magica della
vita e con arcaici rituali legati al dominio delle forze della
natura. La consapevolezza dell'impermanenza delle cose terrene, il
raggiungimento della condizione di Buddha come meta ultima
dell'avventura umana, la pratica della meditazione e
dell'introspezione (punti di vista molto vicini a quelli buddhisti)
coesistono nel medesimo universo spirituali con suggestivi rituali
ed esorcismi tramite i quali si evocano le energie sottili, si
operano rotture dei livelli di esistenza convenzionali, si
costruiscono potenti barriere magiche con cui difendersi dalle
energie negative che vogliono distruggere gli uomini.
Gli insegnamenti che diede Shenrab Mibo furono raccolti e trasmessi
fino ai giorni nostri in due distinte classificazioni chiamate Gozhi
Dzonga (I quattro Portali e il Tesoro come quinto) e Thegpa Rimgu'i
Bon (Le nove vie del Bon). La prima è suddivisa in cinque parti:
Chabkar, "Le Acque Bianche", che illustra le pratiche
dell'esoterismo tantrico; Chabnag, "Le Acque Nere",
comprende rituali magici e ordinari relativi alla morte, alle
malattie e ai funerali; Panyul, "La terra di Phan", che
spiega le regole monastiche ed espone le concezioni filosofiche del
Bon; Ponse, "La Guida Divina" che contiene le pratiche più
elevate appartenenti all'ultimo livello chiamato della "Grande
Perfezione" (Dzog-chen); Thothog, "Il Tesoro", che
raccoglie gli aspetti essenziali di tutti i quattro stadi
precedenti.
La seconda classificazione, forse la più nota, si divide invece nei
due momenti della Causa (i primi quattro livelli) e del Risultato (i
secondi quattro) mentre l'ultimo stadio, quello finale, è detto
della Grande Perfezione. Vediamo di esaminare brevemente le nove vie
della seconda classificazione. "La Via dello Shen della
Predizione", descrive quattro differenti metodi di predizione:
il sortilegio (mo), l'astrologia (Tsi), il rituale (To) e l'esame
delle caue (Phyad). "La Via dello Shen del Mondo Visivo",
spiega l'origine e la natura degli dei e dei demoni che vivono in
questo mondo e i diversi metodi di esorcismo. "La Via dello
Shen dell'Illusione", espone i rituali per eliminare i poteri
avversi. "La Via dello Shen dell'Esistenza", è connessa
con lo stato che segue la morte (Bardo) e i metodi per guidare il
principio cosciente dell'essere verso la liberazione finale o una
migliore rinascita. "La Via dei Seguaci Virtuosi", è una
guida alle prescrizioni etiche del Bon riformato. "La Via
Monastica", descrive le norme e le regole della disciplina che
i monaci debbono seguire. "La Via del Puro Suono",
contiene un'esposizione delle pratiche tantriche più elevate, la
teoria della realizzazione interiore tramite il mandala e i numerosi
rituali collegati a questi aspetti. "La Via dello Shen
Primordiale", spiega come riconoscere un maestro competente e
il luogo adatto per la celebrazione delle cerimonie; fornisce inltre
le istruzioni su come preparare il mandala e meditare sulle sue
divinità. "La Via Suprema", contiene gli insegnamenti più
elevati inerenti allo stato della Grande Perfezione, quello che
consente al praticante di dimorare nella Visione e raggiungere la
condizione di Buddha.
Come quelle buddhiste anche le scritture canoniche del Bon sono
divise in due grandi raccolte, il Kanjur e il Katen. La prima
raccolta, che contiene gli insegnamenti di Shenrab Mibo, si compone
di centotredici volumi divisi in quattro sezioni ognuna delle quali
è dedicata a uno o più soggetti specifici che vanno dalla
cosmogonia alle formule rituali, dalle pratiche tantriche a quelle
dello Dzog-chen. I duecentotrentanove volumi del Katen ospitano
invece i commentari degli insegnamenti esposti nel Tanjur.
La spiritualità bon-po si fonda su una precisa visione cosmologica
del reale. Nove divinità hanno creato il mondo, questo mondo, in
cui nascita, malattia, matrimonio, morte hanno un loro posto ben
definito. Un mondo in cui l'essere umano, attraverso determinati
rituali ben eseguiti e appropriatamente eseguiti, può entrare in
contatto con gli dei, i princìpi e le energie che essi
rappresentano.
Le figure di maggior spicco dell'universo mitologico e simbolico del
Bon sono le seguenti: Kuntu Zangpo, che abita i reami della
"Perfetta Sfera", Shenla Okar, che risiede nella
"Sfera del Godimento" e Shenrab Mibo che viene considerato
il Buddha dell'epoca attuale. Il principio femminile è
rappresentato da Satri Ersang, la "Madre di Tutti gli
Esseri", anche nota come Chamma, "La Madre
Onorevole". Ci sono inoltre molteplici Buddha e i "Buddha
dei Tre Tempi", passato, presente e futuro. Un altro gruppo di
divinità importanti è costituito dai "Protettori della
Parola", una sorta di guardiani della religione di cui i
principali sono, Machog Sridpe Gyalmo, Midud Champa Trago, Tsangod
Murpa.
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