La
storia, la vita e tutto quello che vediamo serve a noi e agli altri
per creare dei moduli comportamenteli semplici del tipo: se faccio
cosi’ poi succede cosi ; e cosi’ via, è il classico principio
dell’azione e della reazione che tutti conosciamo benissimo.
Se
do’ un calcio alla palla essa rotola verso la direzione che le ho
dato alla velecità proporzionale alla forza che le ho impressa, e
questo sembra uno dei principi fisici piu’ forti che conosciamo,
nessuno "sano di mente" andrebbe mai contro questo
principio perchè è la vita stessa che ti insegna che il principio
è giusto.
Adesso
vorrei ragionare un attimo sul fatto che in effetti tutto quello che
vediamo e sentiamo è cmq frutto dell’interpretazione dei nostri
sensi che come si sa sono fallibili su molti fronti.
Un
attimo non mi dite che siete in frado di vedere nitido a 200 metri o
sentire fraquenze piu’ alte di 10Khz....
Quindi
si puo’ dire che i nostri sensi siano limitati? Direi di si ...
Adesso
se prendiamo per vero tutto cio’ che vediamo quindi possiamo
affermare di fare, con una certa sicurezza di fare un errore, suppur
minimo magari , in alcune osservazioni, di parallasse.
Cioè
cio che vediamo non corrisponde alla verità assoluta rispetto a
quello che sta succedendo ma è una verità parziale dovuta al
limitato campo di frequenze che noi riusciamo a percepire.
Anche
con l’ausilio di maccchine che possono allargare il campo di
frequenze visibili, udibili etc etc non è possibile mai dire con
sicurezza che un fenomeno di cui siamo testimoni si stia verificando
in tutto per tutto nel campo di frequenze che noi stiamo ossrervando.
Con
questo dove voglio arrivare? Voglio arrivare alla relatività della
materia e dei fenomeni al punto di vista dell’osservatore.
E’
un luogo comune dire che dieci persone che vedono la stessa cosa non
la raccontano nella stessa maniera, pero’ è una cosa che è vera
direi; E se effettivamente la avessero vista in una maniera diversa,
si puo’ avere o non avere la certezza che tutti vediamo sentiamo
percepiamo le stesse cose?.
Mi
pongo un quesito : Se io con i miei occhi vedessi il rosso (la
frequenza del rosso) e il blu (la frequenza del blu) invertita
rispetto agli occhi degli altri nessuno potrebbe mai accorgersi di
questo per un motivo molto semplice, da piccolo mi avrebbero
insegnato a chiamare rosso cio’ che vedo blu e blu cio’ che vedo
rosso, ma ai fini pratici non mi cambierebbe nulla, magari sarei
solo meno bravo negli accoppiamenti dei colori, questo è il punto
dove le percezioni si scontrano con le convenzioni .
Ed
proprio qui che il problema comincia a delinearsi.
Per
la maggior parte dei fenomeni sono state scritte regole , formule e
tanti libri e ormai alcune di queste formule sono la base, gli
assiomi per lo studio di tutti gli altri fenomeni, accantonate perchè
prese per vere, punto e basta, mentre in effetti sono solo frutto di
approssimazioni percettive che possono implicitamente contenere
alcuni errori.
In
effetti come per la matematica la fisica si basa su assiomi.
Capisco
l’esigenza di creare assiomi per continuare lo studio di
determinati fenomeni, faremmo se no la fine dei Greci, grandi
filosofi che pero’ dal lato pratico non concludevano nulla troppo
attaccati al lato filosofico e astratto delle cose, pero’
bisognerebbe avere l’umiltà di rendersi conto che gli errori,
seppur minimi, di questi assiomi hanno portato a scoperte
scentifiche assolutamente errate o all’impossibilità di
comprendere alcuni fenomeni dal punto di vista scentifico.
Oggi
infatti ci troviamo davanti degli scogli scentifici insormontabili a
causa proprio di questi errori e la risposta della scienza sembra
quella di : "Se non puoi convincerli , confondili! " .
E’
proprio cosi, gli scienziati (ma in realtà la società stessa)
quando non hanno la benchè minima spiegazione da dare su un
fenomeno passano per le tre fasi della discriminazione di un evento
conosciute come:
1)
ridicolizzare
2)
screditare
3)
dare per scontato
La
prima fase è semplice, qualcuno se ne esce con qualche nuova teoria
che magari è fantastica e finalmente spiegherebbe tante cose ma va
contro qualche teoria assiomata precedentemente allora tutti
prendono in giro chi l’ha tirata fuori come fuori di testa etc etc
.
La
seconda fase è già piu’ seria nel senso che quando la
ridicolizzazione non ha sortito il suo effetto (far si che nessuno
sia interessato ad approfondire la tesi ) allora si parte con questa
nuova fase, si cerca nel passato di chi ha tirato fuori la tesi
cercando qualche punto per dire che questa persona non è
qualificata a dire cio’ che dice, fino ad un’anno fa era il
piu’ grande scienziato di tutti i tempi pero’ adesso no, è
entrato in una setta, la moglie l’ha lasciato, è impazzito, una
volta ha fatto una rissa in un pub, a scuola si metteva le dita nel
naso... Quindi non puo’ dire delle cose vere.
La
terza fase è la piu’ difficile e la piu’ importante ed essume
diverse forme e livelli a secondo della scoperta.
In
questa fase la scienza, con le spalle al muro , e di fronte alla
propria impossibilità ad ammettere gli errori precednti, non puo’
fare altro che trovare il tapullo al principio prendendosi la
paternità del tutto ma soprattutto modificando leggermente la tesi
originale in modo da far quadrare i conti, fregandosene del fatto
che cosi’ si aumentano in modo esponenziale gli errori e che
questi errori si propagano per tutto il mondo scientifico come un
virus .
Pensate
che sono millenni che questo accade, quindi è facile pensare che
tutto quello pensiamo certo potrebbe non esserlo per niente.
Cioè
, alcune cose non sono vere, altre sono semplicemente mezze verità,
sono verità relative all’osservatore o frutto di errori in teorie
precedenti, magari verificate con sistemi errati a loro volta.
Il
problema è che a volte non è facile riconoscerle perchè sono
impermeate nel substrato scientifico e talmente radicate che ormai
è impossibile sradicarle senza compromettere la scienza stessa che
ormai si nutre della propria credibilità.
A
questo punto non pretendo di convincere o portare nessuno sulle mie
idee ma semplicemente vorrei far riflettere sulle cose e non
prenderle come ce le propinano, chiederei solo uno sforzo maggiore
per approfondire le cose , in definitiva essere un po’ piu’
relativisti nei confronti del mondo, perchè quello che ridicolizzi
o screditi oggi potrebbe essere il tuo pensiero di domani .
Paolo.
Completato
il 27/05/2003 |